La serie B Win ha deciso di far giocare l´incontro della settimana Empoli-Torino a due tifosi Vip delle squadre che avessero qualcosa in comune. Sono stati scelti il granata Chiambretti e l´azzurro Ariani. Di seguito l´intervista e il link al sito della Lega Serie Bwin.
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TIFOSI VIP: ARIANI-CHIAMBRETTI
Giorgio Ariani e Piero Chiambretti fanno lo stesso lavoro, divertono la gente e la intrattengono. Sabato però i due saranno divisi dal tifo. Secondo copione di residenza naturalmente: il toscano, d´adozione, tiferà l´Empoli mentre il piemontese, sempre d´adozione, il Torino.
La carriera di Giorgio Ariani rimbalza dal piccolo al grande schermo: doppiatore di Oliver Hardy, nel post Sordi, comico a ´L´Altra Domenica´ con Arbore, quindi ´Drive In´ fino a una trentina di pellicole fra cui ´Il sommergibile più pazzo del mondo´ e il ruolo di Pierino in ´Pierino La Peste alla Riscossa´.
Da sempre empolese?
“No, mio padre era fiorentino e nella fede calcistica l´ho seguito. Poi è successo che circa 300 ragazzi dell´Empoli in cerca di un testimonial per ´Un Fantastico tragico Venerdì´ di Villaggio mi hanno coinvolto. Li ho trasformati in 300 attori e vincemmo la classifica finale: fu l´unico scudetto nella storia dell´Empoli. Al Castellani la domenica dopo fummo accolti da un´ovazione e in quella stagione, era il 1986-87, riuscimmo anche a salvarci e restare in A. Così è un nato un amore: al sabato sono azzurro e alla domenica viola”.
Ma non c´è conflitto di interessi?
“Sono andato tre volte a Quelli che il calcio… come empolese e tre come fiorentino. Sono un venduto? Come fo´ a spiegarmi… E mi piace anche Ventura sul conto, uno che ha raccolto meno di quello che meritava”.
Ventura che sabato viene a Empoli…
“Speriamo in un pareggio, anche se è dura”.
Riesce a seguirlo?
“E´ il primo anno che marco visita. Abito a metà strada tra Empoli e Firenze, così non sarebbe un problema andare allo stadio, ma quest´anno ho visto le partite in tivù. Tutte, di Empoli e Fiorentina”.
Quale l´emozione più bella?
“Le emozioni che ti regala il calcio vanno oltre ai risultati del campo e sconfinano nei rapporti che si costruiscono con la gente, con i tifosi. Ricordo una volta che fui invitato e partecipai a una cena la sera precedente di Empoli-Como, due squadre con tifoserie gemellate. Quando andai poi in tournee proprio a Como quegli stessi tifosi mi vennero a trovare e mi fecero festa”.
Anche Piero Chiambretti, conduttore del Festival di Sanremo, de ´Il Laureato´, de ´L´Inviato speciale´ e poi di ´Markette´ e ´Chiambretti Night´ (ma pure radiocronista dei granata su Radio Veronica One), non è nato torinista, “anche se poi – come dice lui – sono stato tutto: simpatizzante, tifoso, ultrà, accompagnatore, mascotte.. mi manca solo la dirigenza che mi hanno però proposto due volte”. La prima squadra fu l´Inter. A fargli cambiare idea la morte di Gigi Meroni “scomparso in corso Re Umberto proprio sotto casa mia. Lo strazio per quella giovane vita strappata a pochi metri da dove vivevo mi fece dimenticare l´Inter”.
Chissà quante trasferte, le più belle?
“A Marassi nel bene e nel male. Mi ricordo una finale di Coppa Italia contro il Milan, vinta, e sempre a Genova, sotto un acquazzone terrificante, un pareggio fatale: arrivammo dietro alla Juve e mancammo di un punto il secondo titolo in poco tempo. In quella occasione mi ricordo Lippi che calciò la palla dopo che aveva oltrepassato la linea. Allora, come succede oggi, lo sapemmo solo dalla tivù. Senza dimenticare la trasferta di Amsterdam in finale di Coppa Uefa. Facevo da accompagnatore, anche in quel caso tre pali e rigore non dato a Cravero, con Mondonico che si sfogò alzando la sedia al cielo d´Olanda. Il Torino era sfortunato anche da forte”.
E poi?
“I tempi bui, la gestione inaugurata da Pianelli con una grande primavera che faceva da serbatoio alla prima squadra fu abbandonata e quindi arrivò la crisi”.
Chiambretti dà del tu, del lei o addirittura del voi al pallone?
“Ero bravo ma fifone. L´unica volta che non ho tirato indietro la gamba me la sono rotta, si vede che facevo bene a toglierla. Ho giocato qualche partita con i pulcini del Torino, scaldando la panchina. Era un calcio lento ma troppo fisico per il mio corpo minuto. Il ruolo? Dettavo i tempi alla squadra fino a quando il calcio non li dettava a me”.
Fra tutti i giocatori del Torino chi chiamerebbe al suo talk show?
“Ventura: simpatico, con la battuta pronta. Ha trasformato un ambiente che non era pronto a questa stagione esaltante. Gli stessi giocatori che l´anno scorso faticavano quest´anno sono dei mezzi fenomeni. Non do mai troppa importanza agli allenatori, perché sono gli atleti ad andare in campo, ma in questo caso onore al merito”.
E sabato con l´Empoli come finisce?
“Per amicizia con Ariani dico pareggio, però sotto sotto spero nei tre punti. Se non arrivano sarò contento per Giorgio e vorrà dire che ci rifaremo con le due partite che abbiamo di seguito all´Olimpico”.
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fonte: legaserieb
“granta”… nuovo colore del torino