127 presenze tra il 2002 e il 2007 per il difensore classe ’80 di Codogno. L’esordio in Serie A, datato 8 settembre 2003 contro l’Inter. Proprio contro i nerazzurri, la stagione successiva, arriva uno dei due gol siglati in azzurro nella gara che ci dà l’illusione della salvezza, all’ultima giornata. Rimane ad Empoli fino al 2007, successivamente gioca con Sampdoria, Atalanta e Cesena, prima di chiudere la carriera nella Cremonese. Successivamente intraprende l’attività di allenatore, guidando varie squadre del settore giovanile grigiorosso (adesso è il tecnico della Primavera). Stefano Lucchini è stato uno dei pilastri dell’Empoli di metà anni 2000 e abbiamo scambiato con lui quattro chiacchiere.
Ciao Stefano, come stai? Partiamo con l’attualità: com’è adesso la situazione legata al Coronavirus nella zona di Cremona?
“Posso dire che da qualche giorno la situazione sia leggermente migliorata, anche se il livello di attenzione resta molto alto. Ci sono state giornate in cui si sentiva continuamente il suono delle ambulanze, le sale intensive degli ospedali erano piene. Ti dico questo: io faccio parte di una associazione, telefonavo ai medici per sapere di cosa avessero bisogno, loro non avevano neanche cinque minuti di tempo per rispondermi, quindi si comunicava soltanto attraverso whatsapp”.
Fai parte dell’associazione chiamata “Il volo degli Angeli”. Spiegaci di che si tratta e com’è nato questo tuo impegno al suo interno.
“Nel 2011 mi ha contattato la madre del piccolo Matteo, affetto da una patologia rara, conoscendo la mia sensibilità verso tematiche di livello sociale. Nel frattempo purtroppo il bimbo è morto, ma negli anni ci siamo dati da fare per aiutare i bambini con quel genere di patologie: adesso stiamo facendo il possibile per aiutare i medici, tramite l’acquisto di respiratori e di tutto ciò che serve“.
Adesso facciamo un passo indietro, torniamo alla tua carriera agonistica. Vorrei chiederti cosa ti ha lasciato a livello umano il periodo vissuto ad Empoli.
“Mi ha dato tanto, innanzitutto ho avuto la possibilità di esordire in serie A all’età di 22 anni. Ho conosciuto giocatori del calibro di Rocchi e Di Natale, al di là dei successi sportivi Empoli mi ha permesso di stingere molti rapporti umani, anche quando sono venuto da avversario ho percepito molto calore”.
Molti si ricordano il tuo gol con l’Inter – peraltro di ottima fattura- nell’ultima giornata della stagione 2003-04. Purtroppo la tua rete non bastò per evitare la retrocessione. Cosa ricordi di quel campionato?
“Quella è la classica stagione che inizia male, arrivammo a giocarci la salvezza nelle ultime giornate, ad Ancona c’era la possibilità di ottenere un buon risultato per avvicinarsi al nostro obiettivo, ma purtroppo arrivò una sconfitta imprevista. Tuttavia nella settimana successiva ci dicevamo che fosse ancora possibile la salvezza, l’Inter arriva con l’obiettivo di centrare un posto in Champions, quindi anche loro avevano grande pressione. Andammo in vantaggio con un mio gol, ma i nerazzurri purtroppo la ribaltarono con Adriano, il quale vinse praticamente la partita da solo“.
Invece nel torneo 2006-07 arriva la qualificazione in coppa Uefa: come è stato possibile per una realtà come Empoli raggiungere un traguardo del genere?
“In quella stagione invece avvenne l’esatto contrario, giocavamo bene e ci divertivamo, poi anche i risultati ci sorridevano anche quando ci esprimevano meno bene. Per me quella fu l’ultima stagione ad Empoli, ero in scadenza, quindi per un periodo andai in panchina, il club con molta lungimiranza pensava anche al futuro, nonostante questo però nell’ultimo mesi fui impiegato con grande continuità“.
C’è invece un allenatore con cui hai legato maggiormente, non solo a livello tecnico ma anche a livello umano?
“Con Silvio Baldini ho avuto un ottimo rapporto, ho imparato molto da lui. Persona dall’aspetto burbero, ma ti dice le cose con il cuore. Poi Cagni: inevitabile fare questo nome, l’annata citata in precedenza ti rimane dentro come uno dei ricordi più belli“.
C’è un compagno con cui hai legato maggiormente, a riguardo ci sono degli aneddoti da raccontare?
“Io ero in camera con Buscè, quindi per forza di cose con lui ho stretto un rapporto più stretto rispetto ad altri. Riguardo agli aneddoti sicuramente in quel periodo è aumentata la mia parte scaramantica. Nell’ultima stagione vincevamo spesso, quindi ripetevamo in maniera ossessiva tutti i gesti compiuti le settimane precedenti, come favorire un particolare fluido anche per le gare successive”.
Grazie Stefano e a presto!
“Grazie a voi, e un abbraccio a tutti i tifosi azzurri”
Ciao Stalefano un esempio di grande professionalità e legame con la maglia. Grazie per quello che hai dato con la nostra gloriosa maglia!
Stefano
Ricordo molto bene il suo goal contro il Chievo nella stagione 2002/2003….vittoria fondamentale
Forte, fortissimo difensore Lucchini.
Si difensore forte e duttile…all’epoca eravamo messi bene in difesa, tanti giocatori forti e non era titolarissimo…se ci fosse stato adesso non avrebbe avuto concorrenza!
Bravo difensore, sostanzialmente pure corretto, e bella persona. E poi tanti bei ricordi 👏👏👏
L’esordio in serie A con l’Empoli fu nel 2002: 8 Settembre 2002 e non 2003.
La stagione 2003/04 fu la seconda di quel biennio in A, concluso purtroppo con la retrocessione dopo la sfida casalinga con l’Inter dove proprio un gran gol di Lucchini ci dette l’illusione di poterla vincere.
Ragazzo educatissimo, umile e molto intelligente. Viveva a Limite ed era solito venire in centro a Montelupo F.no sia per fare spesa alla Coop che rifornimento carburante.
Ci siamo parlati più volte e conobbi sia lui che la sua giovane meglio: una gran bella coppia.
Bravo Stefano, bravi ragazzi 👏🏻