Nella nostra rubrica dedicata al centenario azzurro, ripercorriamo insieme ai protagonisti i momenti più importanti vissuti ad Empoli. Dopo Davide Moro e mister Gaetano Salvemini abbiamo contattato un altro uomo che ha contribuito ai successi azzurri: stiamo parlando dell’ex direttore sportivo azzurro Pino Vitale. Una lunga storia quella fra il dirigente fiorentino e il club di Monteboro: dopo le esperienze alla Rondinella e alla Lucchese, a Empoli ha vissuto il miglior momento della propria carriera. Il suo arrivo ha coinciso con una svolta a livello dirigenziale; con lui infatti si sono materializzate quelle che oggi chiamiamo “plusvalenze” e la creazione di un gruppo di dirigenti compatto, vero e proprio punto di forza della società.
Se ripensi ai tredici anni passati ad Empoli cosa ti viene in mente?
“Si è trattato di un’esperienza bellissima, per certi versi indelebile. Con il passar degli anni pensi a quello che è stato e ti rendi conto di aver contribuito a qualcosa di importante. Mi sono trovato benissimo sia a livello lavorativo che umano, noi eravamo una squadra forte e compatta e ciò ci ha permesso di raggiungere risultati inimmaginabili“.
Quali sono gli ingredienti che hanno portato a questi risultati?
“Molti meriti ce l’ha Fabrizio Corsi. Se negli ultimi 30 anni l’Empoli è passato esclusivamente tra la Serie A e la Serie B i meriti sono sicuramente suoi. Ricordiamo che è stata praticamente l’unica società in toscana a non fallire. Oltre a questo non possiamo dimenticare la presenza di giocatori di grande talento, non a caso sono arrivate promozioni e addirittura la partecipazione alla Coppa Uefa, una cosa per questa realtà veramente eccezionale“.
In questi anni hai portato ad Empoli molti giocatori forti, ma anche incroci del destino particolari: uno su tutti Di Natale
“Esattamente, quando ero a Lucca, l’accordo per portarlo in rossonero era stato fatto in cambio della metà del cartellino di Tarantino. Poi però l’attaccante napoletano si oppose alla cessione, l’anno dopo me lo ritrovai proprio ad Empoli”.
Tornando alle operazioni completate ad Empoli, sono molti i calciatori portati in azzurro, ma c’è un operazione di mercato a cui sei particolarmente legato?
“Sicuramente quella di Maccarone: noi volevamo il giocatore e lo voleva anche il Milan. Fu un autentico braccio di ferro fra noi e la società rossonera. Riuscimmo ad avere la meglio e ovviamente per noi questo ha rappresentato un motivo di vanto. In quella stagione, esattamente il 16 ottobre dopo la sconfitta contro la Salernitana per 3-0 l’arrivo di Baldini al posto di Giustinetti fece cambiare le cose, Maccarone fu decisivo per la vittoria di quel campionato, poi avvenne la cessione per 25 miliardi. Quella di Marchionni fu più remunerativa, ma questa operazione me la ricorderò per sempre”.
Snocciolando i successi e le vittoria, spicca una storica qualificazione in Coppa Uefa: come ricordi quella stagione ?
“Quella è una stagione che di diritto è passata alla storia, riuscimmo a fare qualcosa di eccezionale per una realtà come quella di Empoli. Era una squadra molto forte, purtroppo a livello personale quell’anno coincise con la morte di mia moglie, quindi i miei ricordi sono per forza di cose contrastanti”.
Quella Coppa Uefa ha lasciato però un pizzico di amarezza, si poteva fare qualcosa in maniera diversa?
“Al momento della qualificazione e al successivo sorteggio si toccava il cielo con un dito, nella gara di andata riuscimmo a vincere per 2-1. Al ritorno perdemmo malamente, credo che passare il turno fosse alla nostra portata. Peccato, anche se rimane un’esperienza bellissima“.
L’ultimo atto della tua esperienza ad Empoli ha coinciso con la salvezza conseguita ai playout contro il Vicenza, che ricordi hai di quella stagione?
“Riuscimmo ad ottenere la salvezza nella finale di ritorno, fu un campionato per certi versi sofferto, fa parte del calcio vivere anche stagioni di questo tipo”.
Infine, dopo tutti questi anni c’è un aneddoto che ti piace raccontare ai nostri lettori?
“La cosa a cui sono particolarmente legato è la mia prima Serie A.Gli altri dirigenti avevano già vissuto questa esperienza, ma per la me fu la prima volta. È un ricordo a cui tengo in maniera speciale“.
Grandissimo Pino
Intanto ci sono novità sullo stadio, speriamo si arrivi finalmente a qualcosa di concreto
Che novità ci sono ?
Che vi stanno ri-prendendo per il kulo. E vi piace parecchio
Grandissimo Pino
Veramente a quei tempi….con poco si faceva moltissimo
Pino rientra in sella, ti vogliamo a Empoli
Mitico !
Intanto grazie a Scarpetti per questa sorpresa. Ogni volta che parlavo con lui , registravo nella mente , tutto ciò che diceva. Che si avverava puntualmente. Personaggio unico. Fiuto , competenza ed intelligenza sopraffina. Dobbiamo tanto al Direttore. Mi piacerebbe tanto rincontrarlo.
Ci ha fatto divertire! e ricordo con piacere alcune cene fatte con lui; personaggio unico! Un saluto a “sigarino”!!!
All’epoca si inca.zzò per tale soprannome, poi capì lo spirito empolese col quale gli venne attribuito e come Andreazzoli, che ha accettato di essere chiamato “nonno”, anche lui lo accettò di buon grado (forse :-)).
Mi accodo agli elogi verso Pino Vitale.Per certi aspetti,la nascita dell’Empoli moderno,la sua organizzazione,son partiti da lui.Se non fosse arrivato,nell’autunno del ’99 con la squadra in caduta libera ed una dirigenza indebolita dall’addio del Lucchesi,non so se avremmo vissuto questo straordinario ciclo che ha elevato il nome dell’Empoli calcistica ad un livello superiore al passato.
Pienamente d’accordo con te.
Arrivo’ a Novembre 1999 se non ricordo male… poco dopo il cappotto 6-0 preso a Vicenza: squadra in caduta libera e società molto indebolita.
Fu lui a portare Silvio Baldini a Empoli e fu lui a dare inizio alla riscossa.
Clamorose le 3 cessioni eccellenti delle estati 2001 e 2002: oltre 75 miliardi per Marchionni, Maccarone e Bresciano
Però ad alcune domande non ha risposto.
Un fuoriclasse nel proprio ruolo, che ci ha lasciato in dote alla fine del suo ciclo un altro pezzo da 90: marcello c.arli. Certamente non è stato infallibile, ma ci ha sempre messo la faccia e non si è mai tirato indietro se qualcuno gli faceva una domanda. Altra pasta rispetto a quel che passa il convento oggi.
Sicuramente sigarino “nei suoi cenci” avrebbe fatto in modo che il genio di ischia rimanesse a fare il secondo. Oggi racconteremo forse una storia diversa, anche sullo stadio.
Il suo carattere spigoloso gli ha impedito di entrare nelle simpatie di tutti, ma contano i risultati e non i sorrisini. Un grande dirigente e come scrivono bene sopra ci ha lasciato nelle mani di un altro grande professionista. Ha riscosso meno apprezzamento di quello che avrebbe meritato. Grande sigarino!
Una persona per bene ed un professionista bravo ed accorto, sempre con i piedi per terra. Chapeau ! ..
Sigarino è stato un dirigente vecchio stampo che ha avuto molto peso nelle soddisfazioni e apprezzamenti che si è preso Fabrizio, grande venditore di giocatori e gran fiuto, capacità di gestire allenatori, presidenti e giocatori, certo non ha risposto alla domanda sulla Coppa Uefa, ma è normale, non me lo aspettavo. Non lo ammetterà mai quell’errore, ma alla fine sono molti più i pregi che i difetti nella sua gestione.
Anche lui, come Marcello trasmettevano fiducia in quello che dicevano e anche se non sarà sempre stato cosi, ma avevano le idee chiare su quello che era giusto fare e dire.
Roberto b.
PINO E’ STATO un grande dirogente e un grande scopritore di talenti, con l’ arrivo di lui l’Empoli fece un salto di qualita’ e si fece conoscere nel mondo del calcio che conta, suoi i meriti dei successi, dalla serie cadetta alla serie A.Quello che ho trovato in lui ..un carattere un po speciale,scontraso ,
ribelle,ma con la resta sulle spalle come ce ne pochi ogvi giorno….