Come ha fatto a non vedere? La domanda sorge spontanea, al termine della gara Empoli-Juventus. Nessuno si capacita come abbia fatto la terna arbitrale, capeggiata dall’arbitro Rodomonti di Teramo, a non accorgersi che la palla fosse entrata. Quello di Stefano Bianconi era un gol regolarissimo e avrebbe consentito all’Empoli di pareggiare contro la capolista. Punti preziosi in ottica salvezza, svaniti a causa di una svista clamorosa.
Gli azzurri stanno lottando strenuamente per salvare la categoria, i bianconeri invece devono resistere agli attacchi dell’Inter di Gigi Simoni prima dello scontro diretto della giornata successiva (che si rivelerà ancora più discusso). È stato, fino a quel momento, un campionato ricco di polemiche. Al centro ci sono sempre i bianconeri: e c’è già stato un precedente di clamoroso gol-non gol, quello dell’udinese Bierhoff, non convalidato dall’arbitro Cesari.
È il 19 aprile 1998, all’appello mancano cinque partite. L’Empoli, oltre alla Juventus, deve affrontare Lecce, Bologna, Vicenza e Inter. Gli azzurri sanno bene che è sfida sulla carta impari. Ma danno fondo a tutte le loro forze per mettere i bastoni tra le ruote ai campioni d’Italia. Spalletti si affida alla consueta difesa a tre, con Fusco, Baldini e Bianconi davanti a Roccati. A centrocampo agiscono Ametrano e Lucenti sul lati, Pane e Ficini da interni. In attacco, accanto all’intoccabile Esposito e a Bonomi, tocca allo sloveno Florijančič, preferito a Cappellini.
L’Empoli parte con lo spirito giusto, cercando pazientemente un varco. I primi due squilli sono firmati Carmine Esposito, ma l’attaccante azzurro non inquadra la porta. La Juventus si vede con una punizione di Zidane, ben disinnescata da Roccati. L’ultima occasione del primo tempo è un guizzo di Amoruso, sul quale è attento il portiere empolese. La ripresa non regala molte emozioni, almeno fino a venti minuti dalla fine. La Juventus si porta in vantaggio con Pecchia, che sfrutta una spizzata del neoentrato Zalayeta e deposita alle spalle di Roccati.
L’Empoli non ci sta, Spalletti tenta di cambiare volto alla squadra con l’inserimento di Cappellini e Tonetto. Passano una manciata di minuti ed ecco il fattaccio: sugli sviluppi di un angolo battuto da Bonomi, Lucenti crossa in area. La palla attraversa tutta l’area, sorvolando varie teste, e finisce sulla fronte di Bianconi, che indirizza verso la porta. Sembra gol, l’impressione è che Peruzzi abbia deviato in ritardo, quando il pallone aveva già varcato la linea. Ma il grido dei tifosi azzurri si strozza in gola. Rodomonti è lì a due passi e comincia a smanaccare, urlando “Ho visto io, ho visto tutto io”. Nonostante le furenti proteste dei giocatori e i cori di disapprovazione dei tifosi, il gol non viene convalidato.
A fine partita gli animi si accendono. Naturalmente i più bersagliati sono i dirigenti della Juventus, presenti al gran completo al Castellani. La Triade viene apostrofata con cori allusivi ai favori arbitrali (“Ladri! Ladri!”) ed è costretta a lasciare lo stadio scortata. L’allenatore juventino Marcello Lippi si trincera dietro un “Non parlo mai di decisioni arbitrali. Abbiamo vinto soffrendo, ma meritatamente”. L’involontario protagonista, Angelo Peruzzi, fa eco al suo allenatore, provando a smarcarsi da domande scomode (“la società ci proibisce di parlare delle decisioni arbitrali”), ma poi aggiunge in sua difesa: “Non ho certezze assolute. Quando mi sono tuffato ho guardato la palla, non la linea bianca. Posso dire, pero’, che il signor Rodomonti era a tre metri. Quindi in condizioni ideali per decidere se era o non era gol.”
In casa Empoli c’è molta delusione. In fin dei conti, per il gioco espresso, gli azzurri non meritavano di uscire sconfitti. Ma ciò che amareggia di più è quell’episodio. Talmente lampante che fa sorgere il dubbio che ci sia più di un velo di malafede nel comportamento dell’arbitro Rodomonti. Il presidente Corsi commenta ironicamente “Sono i più forti”. Capitan Baldini spiega alla tv che si trovava quasi nello stesso punto del direttore di gara. Impossibile non accorgersi che quella palla aveva varcato la linea di porta.
L’autore del gol fantasma Stefano Bianconi non si dà pace. “L’arbitro si è fidato del guardalinee ma poteva, anzi doveva decidere da solo visto che era a tre metri. Come ha fatto a non vedere che la palla era dentro? Stavolta non è questione di centimetri. Purtroppo questi sono punti regalati. Punti che potrebbero risultare decisivi nella volata salvezza”. Ma la realtà non si può più cambiare. Volenti o nolenti si deve voltare pagina. Da subito, perché tra sette giorni arriverà il Lecce e ci sarà bisogno dell’Empoli migliore della stagione, come dichiara Spalletti provando a risollevare i suoi dalla delusione.
A svelenire la rabbia dei tifosi ci pensa un’iniziativa goliardica promossa da Radio Fatamorgana. Viene creata una t-shirt celebrativa, proprio come quando si esalta una grande vittoria. Perché quell’episodio, lo sappiamo già, è destinato a finire negli annali. Sulla maglietta viene riprodotto il fotogramma esatto. Si vede tutto: la mischia in area, la parata disperata di Peruzzi, lo sguardo dei calciatori in attesa, l’arbitro Rodomonti che guarda laconicamente il pallone. E in calce le scritte:
IL FATTACCIO!
EMPOLI-JUVENTUS = 0-1
… noi avevamo pareggiato!
E ALLORA FATE COME VI PARE!
In fin dei conti è meglio sdrammatizzare. La settimana dopo, contro il Lecce di Sonetti compaiono in Maratona striscioni irriverenti che consentono di voltare pagina, di metterci una pietra sopra. Utilizzando come scacciapensieri la tipica ironia empolese. Al coro sarcastico si aggiunge il presidente Corsi, che prima del match con i salentini ha parole di conforto per Rodomonti ai microfoni RAI (“Il più colpito a questo punto è il signor Rodomonti che abbandona il campionato fino all’anno prossimo, e questo la dice lunga sulle conseguenze che ha subito”). Svelenire serve, perché l’Empoli stravince quella sfida e si presente con il morale alle stelle nelle ultime tre gare.
E Bianconi? Il destino gli darà modo di rifarsi, proprio ai danni della “Vecchia Signora”. Il 3 aprile 1999, a quasi un anno di distanza da quel fattaccio, il centrale azzurro ha la sua personale rivincita. Al 27′ Di Napoli pennella una punizione, Bianconi svetta su tutti e spinge la palla alle spalle di Peruzzi. Stavolta non ci sono dubbi, è gol. La partita finisce 1-0 e sarà una delle poche perle in una stagione disastrata. Quantomeno è stata fatta giustizia. Quantomeno Stefano Bianconi ha potuto gustarsi la sua freddissima vendetta.
Anni più tardi, si scoprì che la Juve manovrava tutto, del calcio italiano. E che gli arbitri “disubbidienti” venivano chiusi a chiave da Moggi negli spogliatoi…..
Calmo Claudio, vedrai che cercheranno di passare sopra anche a quelle sentenze come se nulla fosse, siamo ancora al 139 ricorso, prima o poi un giudice che gli dà retta per qualche “motivo” lo trovano, siamo in Italia, anche le sentenze definitive non fanno più fede. Io per esempio ho sentito dire da un cugino di un amico di un mio amico (che pare sia nipote di Donald Trump) che uno dei giudici che hanno condannato la Juventus in sede sportiva e anche uno della Cassazione prima della camera di consiglio aveva detto agli altri di sbrigarsi a decidere (facendo così pressione) perchè stava per iniziare la partita dell’Inter, del quale si era addirittura dichiarato tifoso. C’è pure la registrazione, natualmente non delle parole del Giudice ma delle parole del cugini di un amico di un mio amico
Il gol era regolarissimo , ma si sapeva e si sa che la Juventus rubava e ruba ancora , pensa che Moggi ds dei gobbi rinchiudeva gli arbitri negli spogliatoi.
Che rapina fu quel giorno !
Gli e’ andata bene che le inchieste su calciopoli partono solo dal 2004 tralasciando gli anni precedenti
Squadra di Agnelli. I più potenti d’Italia. Economicamente, politicamente, comandano anche molti giornali. Adesso sono soltanto meno spudorati, ma fanno una pressione psicologica assoluta su tutto l’ambiente, tanto che molti, trincerandosi dietro il discorso della partita proibitiva, schierano spesso le seconde linee contro di loro. Fanno mercato di disturbo (Pianic, Higuain, Bernardeschi) distruggendo ogni eventuale concorrente. Sono i più forti perché hanno fatto terra bruciata intorno. Il capitalismo fatto calcio.
L’unico che ha provato a mettersi contro di loro è stato un petroliere, con fortune alterne.
In qualsiasi altro paese del mondo, una squadra condannata con quelle motivazioni, sarebbe stata radiata a vita. Da noi solo un -19 punti in B, con immediata risalita e vincita di scudetti a fila muahahahahahahahahahahahahaha poerannoi!!!!!
Vincevano anche perché avevano i più forti in campo.