Nel nostro articolo del 20 luglio scorso abbiamo parlato del Campo di Piazza Guido Guerra (“il Piaggione”) ma abbiamo chiuso forse troppo frettolosamente, privando il lettore di alcune informazioni che riteniamo utili a ricostruire una storia il più possibile corretta (è quello che stiamo cercando di fare) sugli stadi o campi sportivi nei quali l’Empoli ha giocato nei suoi cento anni di storia.
Intanto, per rimanere a Piazza Guido Guerra, abbiamo rintracciato una relazione – purtroppo senza data – che ci fornisce utili indicazioni su come era il campo (1) .
Da questa si sa che il campo:
– aveva un’area di 6.050 mq
– aveva due tribune in legno, una coperta ed una scoperta, ciascuna delle quali era lunga 19 metri
– era recintato da un intavolato
– il terreno di gioco era in terra battuta
– il campo da gioco era di m. 110 x 55
– c’erano gli spogliatoi
– non c’erano docce
– c’era una “latrina”
Il Campo Sportivo del “Piaggione” cominciava però ad essere poco capiente per il pubblico e privo di strutture adeguate. Mancava inoltre di una pista per la corsa podistica (molto in voga in quei tempi) e di spazi per alcune specilità dell’atletica. Si cominciò perciò a discutere dell’ipotesi di un nuovo campo, come ci testimoniano due atti in tal senso: la Consulta Municipale di Empoli del 18 gennaio1933 e successivamente la Deliberazione del Podestà n. 917 di tre giorni dopo (21 gennaio 1933).
Nella Consulta del 18 gennaio 1933 (2) il Podestà illustrò il progetto del nuovo campo la cui costruzione era necessaria sia per avere una struttura sportiva in grado di rispondere alle diverse e sempre maggiori esigenze anche di altri sport sia come risposta alla disoccupazione operaia presente in città. La sua proposta era quella di intervenire sullo stadio esistente di Piazza Guido Guerra, anche per garantire risparmio di spesa alle casse comunali visto che altre localizzazioni avrebbero comportato spese decisamente maggiori., anche per gli espropri dei terreni.
Ci fu , in quella Consulta, un vivace dibattito. Il Consultore Mori propose un’ubicazione diversa suggerendo di scegliere una tra due aree: quella della “Ditta Bini e Fucini” (quella che sarebbe stata scelta mesi dopo, in località Naiana) oppure quella del terreno Vannucci, nei pressi della “Fabbrica Concimi Moretto, Parri e Montepagani” (quella dove attualmente è lo scheletro cadente della ex Montepagani, lungo la Ferrovia lato Ponzano).
Il Podestà contrappose a tale proposta l’elevato costo degli espropri. Interessante è la motivazione della contrarietà ad un intervento su Piazza Guido Guerra del Consultore Cav. Antonio Del Vivo perché ciò ci dà l’idea di quelli che sarebbero stati i futuri sviluppi urbanistici della città.
Il Cav. Del Vivo motiva la sua contrarietà perché “nel caso di un futuro auspicabile sfondo di via Tinto Da Battifolle verso l’Arno con la costruzione di una strada in rettifilo con via Roma che attraverserebbe tutta Empoli dalla stazione ferroviaria fino al fiume, questa grande arteria, che sarebbe bellissima, anziché avere come suo punto estremo la passeggiata lungo l’Arno, avrebbe come mèta il muro di conta del campo sporvivo”.
Il Podestà ribatte che l’arteria stradale è ancora lontana nel tempo (anche se verrà comunque realizzata sul finire degli anni ‘30) e “avrebbe comunque un muro come suo punto estremo, non il muro di cinta dello stadio ma la spalletta dell’Arno attigua al pubblico passeggio”.
Alla fine passa l’ipotesi del Podestà, ipotesi ribadita con la Determinazione n. 917 del 21 gennaio 1933 (3). Interessanti le motivazioni del perché si fa un nuovo stadio “Tenuto presente come da molto tempo sia vivamente sentito da tutta la cittadinanza ed in particolar modo dalle organizzazioni giovanili e sportive del Regime il bisogno d uno Stadio regolamentare per le esercitazioni e per le gare che frequentemente e con sì vivo interesse si svolgono in questo Capoluogo determinando un largo concorso di spettatori provenienti anche dai Comuni limitrofi e da altre Città; considerato come la invocata costruzione del Campo sportivo, oltre a rispondere ad uno dei principali obiettivi del Fascismo, quale è quello della educazione fisica delle nuove generazioni e dai vivissimi voti di chi vi è preposto, servirà anche a conferire maggior decoro e prestigio alla città e a dare incremento al commercio ed agli interessi economici di larga parte della popolazione; ritenuto infne che l’esecuzione dell’opera potrà, altre a tutto, costituire nel presente difficile momento un valido contributo alle tante provvidenze intese a lenire gli effetti della disoccupazione..”
La scelta di Piazza Guido Guerra è motivata “sia per l’ubicazione centralissima della medesima, sia per la consuetudine ormai presa dalla cittadinanza di considerarla come il campo delle esercitazioni sportive, sia per la ragione non ultima della forte economia che per tal modo si viene realizzando trattandosi di area di ragione municipale”. Come abbiamo visto, più che della costruzione di un nuovo stadio, il progetto che fu approvato proponeva, di fatto, un riadeguamento di quanto già era sul “Piaggione”.
Si prevedevano lavori da eseguire sulla Piazza in tre lotti diversi:
1) Scavi, riempimento ed opere ordinarie di muratura;
2) costruzione della tribuna coperta e delle gradinate in cemento armato;
3) costruzione della casotta per la distribuzone dei biglietti e di due pozzi di trivellazione per l’acqua
Nella citata Deliberazione del Podestà si stabiliva altresì di richiedere al Monte dei Paschi un mutuo ventennale di lire 430.000 per la realizzazione dell’opera, di cui lire 10.000 per spese contrattuali di mutuo.
Il fatto è che lo stadio non verrà poi costruito dove era stato deciso nel gennaio 1933 ma in una località periferica (allora) rispetto al centro di Empoli, chiamata Naiana, una di quelle indicate da Mori, dove rimase fino al giugno 1962. Il perché di questo cambio nella scelta del luogo si intuisce da quanto riportato nel verbale della Consulta Municipale del 18 dicembre 1933, laddove è scritto che “Il Podestà espone inoltre le modifiche resesi necessarie al progetto per il costruendo campo sportivo in seguito alle osservazioni del CONI..”. Era stato dunque il Comitato Olimico Italiano che non aveva ritenuta idonea la scelta di mantenere lo stadio in Piazza Guido Guerra (e come vedremo sarà sempre il CONI che metterà in moto negli anni ’50 la costruzione del nuovo “Castellani”, quello attuale). Nella stessa seduta viene anche comunicata la prossima procedura di esproprio dei terreni dove dovrà sorgere il nuovo stadio e la necessità di un aumento della richiesta di mutuo al Monte dei Paschi di Siena: dalle previste 430.000 lire del genaio 1933 si passa a 500.000 lire.
Qui il discorso si ricollega al Campo successivo, quello del vecchio Castellani, di cui parleremo prossimamente e sul quale non abbiamo rintracciato atti o cronache che ne attestino l’inaugurazione e quindi, la data dello spostamento della squadra dal “Piaggione” su quel terreno di gioco. E’ presumible pensare che la prima gara degli azzurri giocata nell’ex “Castellani” sia stata quella del 22 novembre 1936, Empoli – Siena B 3- 0, Campionato di Prima Divisione Toscana. Quel che è certo è che, se come sembra altamente probabile, l’ultima partita al “Piaggione” fu quella del 1 dicembre 1935, lasciò senz’altro l’amaro in bocca ai tifosi empolesi perché dopo quella gara la squadra si ritirò dal Campionato e fu retrocessa all’ultimo posto in classifica.
Non abbiamo trovato alcuna prova documentaria che dimostri l’abbandono del “Piaggione” già dal dicembre 1935 ma da documenti di datazione posteriore si può desumere che probabilmente fu così. Anche perché, se così non fosse stato, rimane da sapere dove l’Empoli abbia giocato nel periodo che va dal settembre 1936 al settembre 1937, quando sappiamo che l’ex Castellani fu certamente terminato, almeno nella sua gran parte, quella relativa al gioco del calcio.
Ci sono però tre documenti che, pur diversi tra loro per contenuto e tipologia, una qualche indicazione ce la forniscono.
Il primo è un articolo apparso su “La Nazione – Cronaca di Empoli” del 4 dicembre 1935. Ne abbiamo già dato conto nel nostro articolo del 20 luglio scorso ma giova qui riporrne il contenuto “Il Segretario del Fascio di Combattimento Presidente del Dopolavoro Comunale comunica: Aderendo di buon grado alla richiesta avanzata dal Podestà ha concesso in sfruttamento a questo Dopolavoro Comunale – Sezione Rurale – l’appezzamento di terreno adiacente al Campo Sportivo. Tale terreno oltre alla cultura agraria, dovrà fornire il necessario al sostentamento per l’allevamento conigli che questo Dopolavoro Comunale impianterà quanto prima e ciò in ottemperanza alle disposizioni emanate dalle Superiori Gerarchie per la lotta contro le inique sanzioni”.
Difficile ipotizzare che un campo sportivo possa rimanere adiacente a dove viene fatto un allevamento di conigli eche viene riservato anche ad un uso agricolo.
Il secondo documento è rilevabile da una Delibera del Podestà, la numero 178 del 22.07.1936 laddove si liquida alla Ditta “Fratelli Ciardi” la somma di lire 800 per il noleggio di materiale per la “costruzione provvisoria di due tribune di legname, ciascuna lunga ml. 20 e larga ml. 4,50” in occasione del saggio ginnico-sportivo eseguito da tutte le scolaresche del Comune il 21 giugno 1936. Noleggio resosi necessario per attrezzare provvisoriamente “il nuovo campo sportivo, tutt’ora in corso di costruzione per la materiale impossibilità di usare il vecchio campo ormai ridotto in condizioni deplorevoli” (2)
Il terzo e forse decisivo documento è ancora una Delibera del Podestà, la numero 295 del 28.11.1936, laddove si eroga un contributo a favore dell’Opera Nazionale Balilla per le spese sostenute per la sistemazione dello Stadio “DUX” in occasione di un precampo (una sorta di eservitazione paramilitare). (3)
Questi tre indizi non sono una prova ma ci portano a concludere che davvero la gara con l’Imperia del 1 dicembre 1935 fu l’ultima giocata dagli azzurri sul campo di Piazza Guido Guerra e che le gare successive, dal settembre 1936, furono giocate (magari in condizioni ambientali non ottimali….) al nuovo Stadio, del quale la delibera 295 appena citata ci fornisce anche il nome, pur non essendo quello che sarà ufficialmente attribuito.
In pratica, dal dicembre 1933, l’idea di continuare su Piazza Guido Guerra venne accantonata e cominceranno gli atti e poi i lavori per il nuovo Stadio.
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NOTE:
1) ASCE, Ufficio Tecnico, Corrispondenza, anni 1926 – 1940, 8 ter
2) ASCE, Protocollo delle deliberaioni, anno 1933
3) ASCE, ibidem, 1933
4) ASCE, Protocollo delle deliberaioni, anno 1936
5) ASCE, ibidem
Bravo Fioravanti.
Ancora una bella pagina di storia.