L’ultimo incrocio casalingo con il Cagliari risale al 19 agosto del 2018, prima giornata di quella serie A. Una stagione che iniziò bene (al contrario di come poi finì) proprio grazie al successo per 2-0 di quella gara. Andarono a segno Krunic e Caputo. Vediamo le immagini salienti di quel match:
Chiedo alla redazione se è complicato avere due biglietti per la partita Empoli – Cagliari, perché mio nipote “Il Sardino, Mura di cognome, vorrebbe venire a vederla, accompagnato naturalmente da me, magari nel settore dove andavo quando ero abbonato e cioè fino a quando ci spedirono in B ope legis e rammento che quando me ne accorsi, spedii la tessera ad Antenna 5 con la seguente motivazione.
Il calcio è il mondo, i calciatori sono le “superstar” dell’Universo, le regole del gioco sono quelle che noi chiamiamo “leggi di natura” o, il che è lo stesso “del più forte”.
In più c’è quel giocatore nascosto e i suoi interventi sono quasi sempre disonesti, sleali, parziali, non perdona mai un errore dei piccoli e il suo giudizio è sempre a nostre spese, anche se qualche volta arrivano le scuse.
In un calcio così assurdo e inconcludente
in un calcio senza ideali (sportivi)
in un calcio tremendo in Italia e forse anche nel mondo.
in un calcio dove tutto ci sovrasta
e qualsiasi decisione passa sopra la nostra testa,
in un calcio dove il nostro contributo
la nostra vera colpa è andare allo stadio
in un calcio che non ci lascia via di uscita
dove sempre qualcuno, e non il destino,
ha nella mani la tua vita (in classifica).
Io Carlo,
coi miei sentimenti di giustizia e di equità,
(traguardi quasi mai raggiunti)
io con la passione che si disperde piano piano
io stordito e spento
con lo sgomento di dover assistere
quasi ogni domenica ad un nuovo scempio
io confuso e vuoto
mi rassegno a non partecipare più!
Cerco un luogo, altre persone
ove trovare idee che non hanno più collocazione,
penso ad una bella conversazioni con me stesso
o meglio, una lettera alla Tv del giovedì sera.
Con Forza Azzurro un sollievo mi appare:
la musica delle parole
che annodano con garbo
il filo dei pensieri;
un gioco, ma un punto fermo
una pausa nel grigiore
come se tutto questo, appunto
un po’ ci impedisse di finire.
Ma il calcio, quello vero, mi opprime,
non c’è limite al tragico declino
che spinge i più all’idiozia (salvataggio di Roma e Lazio)
che allontana dalla memoria (fallimento equivale a diventare dilettanti)
lungo viali coperti da improbabili diagnosi
e prognosi assurde (si rigioca il derby, si promuove la Fiorentina in serie B).
Dovrei trovare qualcosa in più che mi aiuti
ad opporre il più netto rifiuto
ad ogni più stolta arroganza
all’enfasi dei pretesti
agli alibi del potere
ai falsi bersagli dell’indignazione,
in una parola a tutto quello
che qualcuno chiama ancora calcio,
ma che, secondo me, è solo religione!
Con i suoi dogmi (gli arbitri hanno sempre ragione)
ed i suoi atti di fede (quella buona di Paparesta, Collina, Racalbuto, Farina).
La risposta più assurda all’incapacità
del ragionare
un tentativo patetico di chi pensa invano
che in fondo il risultato è comunque quello giusto e … buono..
Riepilogo: se l’Empoli retrocede, smetto almeno per 10 anni, di vedere il calcio italiano.
(Intanto accludo l’abbonamento di quest’anno, datelo a qualcuno che ne può fare un uso migliore del mio).
Empoli, 19 Aprile 2004
Bisogna che i Desperados domenica rientrino, giù. Troppo importante (e forse decisiva) la partita che ci aspetta.