ROMA – La Lazio risorge e lo fa nel modo migliore, davanti al suo pubblico, contro la regina del campionato e con un finale al cardiopalma:in vantaggio 1-0 fino al 92′, viene raggiunta da Vidal nei minuti di recupero, per poi dare la zampata finale con Floccari al 94′. E adesso ha davanti la prospettiva di una finale derby di Coppa Italia contro la Roma. Ingredienti che hanno elettrizzato la serata dei 50mila dell’Olimpico. Inciampa ancora la Juventus che lascia la capitale con meno certezze, un campionato riaperto e davanti un mese cruciale con tanto di Champions.
.
In finale di Coppa Italia meritatamente accede una Lazio se non proprio più brillante sicuramente più concreta. Eppure i bianconeri avevano mostrano all’inizio di aver voglia di tornare subito in campo per dimenticare l’ultimo turno di campionato, condito dalle tante polemiche arbitrali e la pesante appendice del Giudice Sportivo. Ma ha davanti una Lazio che di colpo riacquista le certezze perse sabato contro il Chievo. La squadra di Petkovic quando la posta il palio è alta di solito non sbaglia e anche stasera è fedele al copione di squadra cinica e tosta che concretizza le uniche occasioni capitatagli nell’arco dei 96 minuti di gioco. Eppure Conte era venuto a Roma per battere i biancocelesti, cosa che in questa stagione ancora non gli è ancora capitata, e qualificarsi per la finale di Coppa.
.
L’1-1 dell’andata d’altronde non consente calcoli, i bianconeri sanno che per tornare a casa col bottino pieno devono disputare uno di quei match intensi che è nel dna della squadra. Conte rinuncia al suo centrocampo titolare e dà fiducia a Padoin e Marrone, con Vidal in mediana e Isla e Giaccherini sulle fasce. Lo 0-0 non basta, Conte chiede a Vucinic e Giovinco concretezza e cinismo, ingredienti che nell’ultimo periodo hanno un pò latitato. Cambia invece modulo la Lazio: dal 4-1-4-1 al 3-5-1-1 con Radu e Konko più alti a dar manforte a Hernanes, Mauri, Ledesma. Conte, inossidabile nel suo 3-5-2 parte come sempre in modo garibaldino ma l’eccesso di veemenza porta subito un cartellino giallo per Giaccherini (3′). Episodio contestatissimo all’8′ con Vucinic che entra in area e viene messo giù da Marchetti. Bianconeri furibondi: chiedono penalty ed espulsione del portiere, ottengono giusto un calcio dalla bandierina. L’episodio scalda gli animi, con Banti che sembra faticare non poco nella gestione della gara: la conferma arriva arriva al 29mo quando Klose ruba la palla a Isla e il cileno lo stende. Anche qui Banti sorvola, ma gli estremi del penalty sembrano esserci. Le due squadre sembrano abbastanza spompate e giù di corda, la manovra da una parte all’altra non decolla anche se la Juve può lamentare l’assenza dei suoi pesi massimi a centrocampo.
.
.
La prima mezzora è bruttina e sul taccuino non si segnalano azioni di rilievo, a parte gli errori di Banti. Ripresa fotocopia almeno nelle battute iniziali: i due moduli offrono poco spazio alla fantasia, il gioco latita e le occasioni da rete pure. Fino al 52′ quando una fiammata di Ledesma cambia le sorti del match. Cross pennellato per la testa di Gonzalez che non sbaglia: gol e dedica per l’amico Scaloni passato oggi all’Atalanta. Al 15′ brutto scontro tra Hernanes e Marrone col laziale che ha la peggio e deve abbandonare il campo in barella. Sembra tutto fatto e la partita si avvia al 90′ senza sussulti, ma i 6′ minuti di recupero vangiono più dell’intera partita: prima tocca a Vidal riaccendere le speranze bianconere al 91′ subito vanificate dal colpo di testa vincente di Floccari al 94′. Sembra finita, ma Marchetti all’ultimo minuto salva partita e qualificazione con un intervento prodigioso su Giovinco.
.
Come 4 anni fa, la musica non cambia: la semifinale di Coppa Italia la vince la Lazio (che poi andò a vincere il trofeo) mentre la Juve fallisce il terzo obiettivo stagionale che anche se non pregiudica quelli dello scudetto e della Champions. Ma Antonio Conte stasera ha visto una squadra prevedibile, con poche idee e senza nerbo.
.
Fonte: ilmessaggero.it