Molti ieri sera saranno rimasti sorpresi dall’eliminazione della Juventus ad opera dell’Ajax. Quei molti, evidentemente, non seguono il calcio ed hanno il difetto di essere “giovani”. Dico difetto con invidia, sia chiaro, perché per quelli che hanno oltre la cinquantina l’Ajax non può essere una sopresa. E’ dagli anni ’70 che la squadra dei lancieri è nel panorama calcistico europeo. Ha vinto 33 campionati, 18 Coppe, 8 Supercoppe d’Olanda, 4 Coppe dei CampioniChampions League, 1 Coppa delle Coppe, 1 Coppa UEFA, 2 Supercoppe UEFA, 2 Coppe Intercontinentali. Può bastare per non parlare di sopresa?

Due anni fa, molti di quei ragazzi che ieri sera hanno strapazzato la Juve, hanno giocato (e perso dal Manchester United) una Finale di Europa League.

E’ vero, l’Ajax ha avuto alti e bassi dagli anni ’70 in poi, tanto che non accedeva ad una Semifinale di Champions da ben 22 anni. Ma quello che va riconosciuto alla squadra di Amsterdam è che ha sempre tenuto fede alla sua identità, al suo modello, al suo modo di fare calcio. Ed in questo un ruolo fondamentale lo ha svolto e lo sta svolgendo il suo Settore Giovanile. Nella rosa della prima squadra sono ben nove i giocatori provenienti dal suo settore giovanile, a rimarcare uno dei valori fondamentali del calcio di un tempo: l’attaccamento al valore della maglia e alla storia che rappresenta.

Altra cosa da sottilineare è che la maggior parte dei tecnici e dei dirigenti delle squadre  giovanili  e della strutture oragnizzativa e dirigenziale del Settore Giovanile sono di provenienza Ajax: molti ex giocatori, molti che si sono formati nell’Academy.

Il Settore Giovanile, il senso di appartenenza, il rispetto per la sua storia, la cultura dell’identità non come valore astratto ma come preciso connotato storico-culturale e sociale, spiegano il successo di oggi.

Un’ultima curiosità: il costo della squadra che ieri ha battuto la Juventus è di poco superiore ai 50 milioni…la metà di quanto pagato dai bianconeri per l’acquisto del fenomeno Ronaldo. E questo ci racconta che fare un altro calcio si può e che alcuni che si atteggiano a profeti spesso raccontano verità che fanno comodo solo al loro portafoglio o ai loro affari.

Per noi, che seguiamo da anni il Settore Giovanile di casa azzurra, questo tipo di modello e di approccio non può che essere un punto di riferimento. Per questo, e anche per qyelli che, tra i nostri lettori, volessero saperne di pù sul “fenomeno Ajax”, proponiamo un bellissimo articolo (non formato) che abbiamo trovato nel sito di www.Sport.Sky.it. E’ del 6 marzo 2019, il giorno seguente dalla vittoria per 4-.1 in casa del Real.

L’impresa del Bernabeu in casa Ajax ha un nome ben preciso, ed è “de Toekomst”. In olandese significa “il Futuro”, ma quello è anche il nome del centro sportivo dove la squadra di ten Hag si allena, e dove si rifornisce da quell’incredibile fucina di talenti che è il prodigioso settore giovanile dei lancieri. De Ligt e van de Beek, ma anche Frenkie de Jong e Mazraoui, Daley Blind e Kasper Dolberg. I nomi in prima squadra cresciuti al de Toekomst sono tantissimi, oggi come nella storia, vedi gente come Dennis Bergkamp, Clarence Seedorf, Frank Rijkaard, Marco van Basten o il genio assoluto Johan Cruijff. Come entrare nel miglior settore giovanile di sempre è ben chiaro, e lo scrivono gli olandesi sul proprio sito ufficiale: “L’accademia giovanile dell’Ajax non accetta domande”, niente candidatura libera insomma: devi essere scelto, e “dopo un lungo processo di scouting”, anche perché “le domande per l’iscrizione, via mail o via posta, non saranno prese in considerazione”. Una vera scuola di calcio dove tante sono le curiosità.

1 – L’accoglienza: “Benvenuti nel futuro”

Le parole d’ordine al de Toekomst per creare nuovi talenti sono crescita e pazienza, lavoro costante e mentalità. E non a caso l’Osservatorio CIES nel novembre del 2018 ha messo proprio l’Ajax al primo posto dei settori giovanili più prolifici in circolazione, con ben 77 giocatori cresciuti ad Amsterdam ed ora in giro per tutta l’Europa. Una vocazione, anzi, una missione, come recita il cartello presente all’ingresso del centro sportivo dei lancieri, dove crescono i talenti ma dove si allena anche la prima squadra: “Welkom op de Toekomst”, ovvero “Benvenuti nel futuro”. Perché è proprio qui che nascono serate di gloria, di calcio spettacolare e di bellezza come quelle del Bernabeu in Champions League.

2 – I nomi dello spogliatoio come le leggende del club

Il sogno dei tanti giovani è allora quello di spiccare il volo, allo stesso modo con cui Tadic (uno preso dal Southampton la scorsa estate) ha centrato l’incrocio dei pali in uno degli stadi più importanti della storia. Ma attenzione, “solo uno o due giocatori arrivano alla prima squadra ogni anno” – recita sempre il sto ufficiale dell’Ajax nella sua sezione dedicata all’Academy, ma chi ci riesce vuol dire che ha scalato tutti i “nomi” del de Toekomst. Ovvero? Ogni spogliatoio nel centro delle giovanili dell’Ajax ha un nome, quello di una leggenda della storia del club. Più sali di età e più la stanza si fa importante – come raccontato da Gianluigi Bagnulo nello speciale Dalla A alla X: viaggio nel mondo Ajax per Fox Sports. Una crescita costante: dal basso risali passando per Piet Keizer e Frank Rijkaard, fino al mito Cruijff, dove si cambia la primavera.

 3 – Scuola prima di tutto

Uno dei segreti sta però anche lì: istruzione e cultura, che diventano sinonimo di cultura sportiva, e di classe sia sul campo che fuori dal campo. L’Ajax è maestra e il proprio settore giovanile, che spinge la prima squadra a non aver mai paura di far esordire un ragazzino, è il cuore stesso di tutto il club. I “Godenzonen”, i “figli degli dei”, così come vengono chiamati i giovani lancieri, prima di giocare studiano. L’Ajax non collabora infatti solo con le tante scuole di Amsterdam, ma ha all’interno dello stesso de Toekomst vere aule studio: banchi, cartelle, pc, lavagne, compiti e maestri, che aiutano i giocatori anche a casa. Un sistema con un fine comune: la crescita, sotto tutti i punti di vista. Un sistema riuscito anche grazie ai tantissimi pulmini sparsi per la capitale che accompagnano tutti i ragazzi nei tragitti casa-scuola-allenamenti. Ogni giorno. E se vieni da fuori non c’è nessun freddo convitto ad attenderti, ma l’accoglienza in case famiglia per far sentire tutti già parte di Amsterdam e della grande scuola Ajax.

4 – Arti marziali

A questo punto viene spontaneo chiederselo: come nasce il settore giovanile dell’Ajax? Essenzialmente da una mentalità, e da una filosofia, quella non del risultato ma della crescita. E da un’esigenza: la scuola dei lancieri è una risposta al calcio moderno che investe solo sui giocatori già pronti, mentre dalle parti del de Toekomst si punta sempre sui giovani, poi venduti e coi soldi usati per finanziare le strutture di allenamento. Un circolo sempre in movimento come le ruote delle infinite biciclette che girano per il cuore pulsante di Amsterdam. Il centro sportivo a due passi dall’Amsterdam ArenA è così uno dei più all’avanguardia d’Europa, dove i giovani praticano arti marziali per completare la propria preparazione fisica e mentale. Una struttura dove nulla è lasciato al caso, come la sala dove i giovani infortunati recuperano per tornare al meglio, con un’enorme vetrata che dà sul campo dove si allena la prima squadra. Quasi un messaggio: tenete duro e un giorno sarete lì con loro.

5 – TIPS, il segreto dell’Ajax

Poi, ovviamente, c’è il campo. Insieme alla scuola e alla mentalità. Insieme all’addestramento fisico e alle responsabilità di vestire quella divisa. “L’Ajax ha sviluppato il modello TIPS”, è un altro punto dell’introduzione all’Academy dei lancieri. Technique, Insight, Personality, Speed. Cioè tecnica, intuizione, personalità e velocità. I quattro cardini su cui sviluppare i giovani talenti: “Se personalità e velocità sono proprietà innate, è su tecnica e intuito che noi possiamo migliorare”. Sempre con un addestramento che segue in maniera identica la prima squadra, nello stile di gioco, nel 433 (o varianti) che usano a tutti i livelli delle giovanili, nel comportamento e nelle regole. Perché la filosofia è sempre quella, “mantenere un gioco riconoscibile, che sia attraente, offensivo, creativo, veloce e leale”. Come quello visto al Bernabeu. Nella notte dell’impresa che affonda le sue radici al de Toekomst.

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8 Commenti

  1. Come sempre un grande articolo, anche se di non propria stesura, ma riportato da uno che il calcio lo conosce bene!!!.
    Bravo Fabrizio!!
    Complimenti!!

  2. Concordo sulla bontà dell’ articolo e in generale mi piace quello che scrive Fabrizio perché si spinge nei giudizi. Però secondo me bisogna fare delle distinzioni. L Ajax è la juve d Olanda ma siccome il calcio olandese come ricchezza non ha niente a che fare con gli altri campionati europei sin costretti a lavorare sul settore giovanile e questo basta loro x vincere i campionati nazionali. Ora quest’anno hanno fatto la grande sorpresa e sono tra le prime 4 on Champions. Ma non è roba da tutti gli anni e credo che almeno negli ultimi 40 la Champions non lo abbiano mai vinta e anche la nazionale non ha mai vinto mondiali o europei nemmeno nella grande era Cruiff e in quella dei tulipani del Milan di Sacchi. Voglio dire che la famosa cantera è importante x fare i giocatori ( e l Empoli farebbe meglio a puntarci come una volta) ma a grandi livelli non basta una squadra tutta di giovani x vincere la coppa campioni. È da ieri che sento enfasi su questa loro vittoria . Io non sono gobbo ( tifo solo empoli senza sltre aquadre) e son pure contento del risultato do ieri, però credo che una juve migliore non avrebbe perso. E ovviamente non paragoniamo l ajax all Empoli xché siamo comunque su 2 livelli diversi. Loro se paragonati alla juve o al Barcellona sono poveri poveri, ma se paragonati a noi sono ricchissimi e hai voglia a fare o comprare giovani.

  3. Tutte le squadre dovrebbero avere un settore giovanile con tale filosofia.
    Mi chiedo uno come Iachini, tanto per fare il nome di un allenatore che abbiamo visto dalle nostre parti, se potrebbe allenare in un simile contesto.
    Ragazzi, se non cambiamo mentalità anche da noi, sarà dura per il calcio italiano.
    Ci vogliono maestri di calcio ed inculcare più tecnica nei ragazzi.

  4. Io dell’Ajax ne parlo solo perchè ha fatto fare una figuretta alla Juve, e ben gli sta! Non hanno nemmeno la scusa di essere stanchi perchè avevano giocato in campionato… Dell’Ajax avevano giocato praticamente tutti…
    Sulla politica dei giovani dell’Ajax sono d’accordo con Massy. Giusta per noi, per l’Atalanta, ma chi vuole restare ai vertici europei per molto tempo non si può solo affidare al proprio vivaio. Del resto, loro erano 22 anni che non arrivavano così in alto, adesso hanno una buona sfornata di giovani, ma non sempre può essere così.
    Inoltre, non tutti riuscirebbero a fare come loro, anche solo nella stessa Olanda. Loro, con i giovani, fanno quello che i big europei fanno con i giocatori affermati, i suoi giovani sono tutti stati presi da altre squadre chi prima chi dopo, indebolendole, ed è ovvio che tutti non lo possono fare. L’Empoli stesso non riuscirebbe a farlo ai livelli attuali se tutte le squadre curassero in maniera particolare i loro settori giovanili.

  5. Io ciò giocato nel settore giovanile dell’ Ajax per 6 anni. Poi ho ceduto alle lusinghe del Cortenova e sono venuto a giocare per la squadra della mia città.
    Però vi posso dire che tra Ajax e Cortenova non c’è tutta questa differenze, e ci potete credere che l’ho provato sulla mia pelle.

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