Difficile emozionarsi così tanto per una sconfitta! Peraltro in una gara che sancisce l’addio al sogno europeo di una squadra che questo sogno se l’era costruito oltre 7 mesi fa, nella notte magica di Sassuolo del 30 giugno 2021, quando si cucì nel petto lo scudetto tricolore, il secondo nella storia ultracenteraia dell’Empoli FC. E’ vero, la squadra di ieri sera non era la stessa di Sassuolo. Ma col passaggio di testimone che, di fatto, è avvenuto dal 1 luglio in poi – molti giocatori hanno preso altri lidi, altri hanno superato i limiti di età consentiti – questa squadra di oggi e quella di ieri sono diventate una cosa sola, ed è come se ieri sera, sotto le le luci di un “Castellani” con oltre 1.000 tifosi (crediamo sia un record per una gara della interna della Primavera azzurra), abbiano giocato tutti insieme, in un unico grande abbraccio.

Strani scherzi fa il calcio! Quando ritorna gioco e riscopre la sua essenza di passione e di bellezza, lontano dagli stereotipi delle TV, dalle trasmissioni con gli esperti, dalle previsioni dei saggi, dai milioni di euro, dai troppi personaggi che gli girano intorno e che lo stanno ubriacando, smarrendo. Quando diventa una sera d’inverno di una piccola città e della sua squadra di ragazzi che guarda dritto negli occhi il gigante venuto da lontano con la speranza di farne un boccome solo e invece così non è perché il gigante deve sudare e sudare, e chiedere una mano anche alla buona sorte, e mettere dentro tanta energia quanto non poteva immaginare e alla fine portarsi a casa la vittoria con tonnellate di un sudore che non avrebbe mai detto. Quando mancano pochi secondi alla fine di una gara persa e la squadra che perde continua a lottare, ci mette l’anima, come se ci fosse da rimontare solo un gol o da segnare il gol della vittoria,  e via a cercare ogni traiettoria possibile, e via su ogni contrasto, e via su ogni pallone, anche su quelli che sembrano persi e si smarriscono nella notte.

Che strano gioco il calcio! Perché regala a te, che lo vedi con gli occhi del cuore e lo senti non la mente ma con l’anima, emozioni profonde che non puoi raccontare, e neppure descrivere, perché se lo fai diventano solo parole ed altro non possono dire. E’ qualcosa che ti tieni dentro e che cerchi – soltanto cerchi! – di condividere con chi, come te, vive la stessa magia per un pallone che fa strani percorsi sull’erba o nell’aria e che a volte finisce dentro una cosa chiamata porta e che, secondo da che parte è, ti fa sussultare di gioia e sprofondare nella tristezza.

I ragazzi dell’Empoli, ieri sera, ci hanno restituito questo. Ogni tifoso dell’Empoli è stato sicuramente orgoglioso di loro, ognuno è tornato a casa con un un velo di tristezza per un sogno svanito ma con l’anima leggera. Quello che abbiamo visto ieri non è stato una partita di calcio, ma un racconto, qualcosa che ci porteremo dentro, per sempre.

Grazie ragazzi!

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4 Commenti

  1. Le vere emozioni le hanno vissute solo i ragazzi che sono scesi in campo; le nostre parole non riusciranno mai a rappresentarle, anzi spesso sono falsate da ricordi e nostalgie del tempo che fu e di quella passione e sensazioni che avevamo quando si scendeva in campo. Lasciamoli ancora sognare, senza svegliarli con le nostre parole fuori dal tempo !!!

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