Perso Coralli per due mesi, adesso serve capire quali sono le cause per tornare ad essere atleticamente forti come un tempo
di Gabriele Guastella
I ricordi a volte tirano un brutto scherzo, come ieri quando tra il primo e il secondo tempo di Livorno-Empoli nei pochissimi attimi di relax durante la radiocronaca la mente è tornata indietro di almeno quattordici anni. Era la primavera del 1997 e l’Empoli di Luciano Spalletti tra un cocomero e l’altro (e alle cocomerate spesso ho avuto la fortuna di parteciparvi, ndr) si preparava sul campo principale del Castellani per le ultime decisive giornate di campionato cadetto che andranno poi a regalare la serie A agli azzurri.
L’Empoli stava diventando una realtà vera e propria e, dopo sette anni di serie C, il campionato cadetto stava per emettere un verdetto inaspettato ma voluto fortissimamente dalla società e costruito con cura minuziosa nei dettagli. Inutile adesso soffermarsi sullo straordinario gioco espresso dagli azzurri: la vittoria del dicembre del 1996 sul Foggia, 3-0 e tutti a casa!, ne è solo un esempio folgorante di così tanta essenziale bellezza. Quella era una squadra, anzi un gruppo, formidabile sotto tutti i punti di vista, tatticamente messi in campo come un puzzle ad incastro perfetto. La forza caratteriale di quel gruppo diventava poi un valore aggiunto: perdere in casa 1-4 con il Ravenna (febbraio 1997, ndr) ed andare sette giorni dopo ad espugnare Torino iniziando la volata decisiva fu cosa unica. E poi la corsa, i ritmi, che dire: semplicemente pazzeschi. C’era sempre, questo va detto, quel maledetto calo tra dicembre e febbraio ma poi tutto il resto era sinfonia… per gli occhi ovviamente.
Non c’erano però gli infortuni muscolari, ultimamente divenuti una costanza; anzi Empoli sembrava divenuta l’isola del ritorno al calcio. Mauro Bertarelli, bomber d’altri tempi, arrivò ad Empoli con il timbro di “quasi ex-calciatore” tanto grosso era stato il suo infortunio al ginocchio. Eppure Empoli seppe rivitalizzarlo, nuova linfa per il bomber che riuscì a segnare gol tanto importanti quanto decisivi, proprio come quando segnò il gol-vittoria di Torino che dette il via alla volata azzurra.
Gli infortuni dei tempi recenti suonano quindi come campanelli d’allarme, anzi l’allarme è già divenuta emergenza perchè se è vero che Coppola e Ficagna la preparazione non l’hanno sostenuta con l’Empoli Lazzari e Coralli sì. E Coralli fermo due mesi oggi è un guaio che potrebbe causare molti grattacapi a Pillon… come dire piove sul bagnato. Nelle recenti interviste rilasciate l’ex tecnico Alfredo Aglietti aveva più volte sottolineato questa problematica, il nuovo tecnico Bepi Pillon si è portato il fratello Albino (e ieri in Sala Stampa sotto questo aspetto è sembrato molto preoccupato, ndr) a rinforzare una squadra di preparatori che certamente adesso dovranno capire le cause e trovare la soluzione. Nell’attesa che queste vengano risolte sarebbe soluzione ottima ritrovare qualche cassetta di metà anni novanta, chissà che a qualcuno non arrivi l’ispirazione per una squadra tutto grinta, cuore e corsa, nell’attesa a primavera prossima di rifare qualche golosa cocomerata…
Bello l’articolo! Adesso chiediamo un chiarimento diretto dalla società/preparatore atletico
Mi permetto di fare “copia incolla” con un mio post precedente, cui PE non ha dato seguito, pienamente in tema col presente articolo. Grazie
“Alla c.a. di PIANETA EMPOLI
Potete per cortesia intervistare Selmi per avere una sua opinione, non tanto e solo sugli infortuni, che come detto poco sopra da altri utenti, possono anche essere estranei alla preparazione, ma soprattutto sul perchè la squadra (anche questo come rilevato da altro utente) dopo 15 minuti del secondo tempo è già… COTTA COME UNA PERA MARCIA!
Perchè?
Chi ha fatto la preparazione?
Si è cambiato qualcosa rispetto agli anni passati?
GRAZIE PE!”
Pianeta Empoli,
cerchiamo di capire da chi è stata condotta la preparazione.
Partirei però dall’anno di Campilongo, dove la situazione infortuni era più stazionaria.
Pegriorata poi di un “gradino” nel primo anno di Aglietti.
Infine pregiudicata in questo inizio e fine Aglietti.
Non cito l’anno di Baldini perchè è un professore isef, aveva preparatori posturali e lavorava anche nell’acqua.
Acqua per antonomea “antinfortunio”.
Dunque sarebbe opportuno avere una lista di nomi Selmi, Sorbello o chi per loro ha condotto la fase atletica.
E capire cosa è cambiato.
Tuttavia bisogna anche tenere conto che i casi presi uno per uno sembrano ricondursi al fatto che parte dei giocatori sono arrivati ai “saldi” e fuori preparazione, altri sembrano normali infortuni.
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La cosa che riconduce al dubbio della preparazione stà sopratutto in due fattori.
1° sono troppi gli infortunati.
2° questa squadra regge un tempo “per grazia ricevuta” (omaggio ai csi).