Credo che la Società Empoli FC stia per dar luogo alla sua seconda ”mutazione” degli ultimi 10 anni. Già nel 2017, all’indomani della dolorosa retrocessione maturata in quel di Palermo, scrivemmo su queste pagine un articolo dal titolo ”Qualcosa è cambiato”. Si evidenziavano alcuni mutamenti in atto nella Società nei quali avvertivamo la volontà di cambiare il suo modo di essere e di comportarsi che negli anni ne avevano caratterizzato la storia e l ’identità. Già nella stagione 2013/2014 si era provveduto a cambiare il logo della Società: via la ”Collegiata” dalla stemma sostituita dall’acronimo EFC. Nel 2018 si cambia l’inno. Con gli anni il colore blu si impone sempre più sull’azzurro come colore della Società: nelle maglie resta ancora qualcosa, forse c’è una reticenza a cambiarne totalmente il colore per evitare di chiamare ”blues” quelli che erano sempre stati gli ”azzurri”. Arrivano ad Empoli personaggi che vogliono dare un’imprinting nuovo alla Società: molto management, rapporti interpersonali ridotti ai minimi termini o nulli, molta attenzione alla stampa e ai media nazionali mentre quelli locali hanno sempre meno spazio. Si pensa in grande: qualcuno dice che l’Empoli sarà in Italia quello che il Villareal è in Spagna. Si creano ruoli dirigenziali usando vere e proprie alchimie linguistiche che non ne fanno capire il significato e la funzione o, ancora, affidandosi alla lingua inglese che spesso non definisce nulla ma che fa  tendenza. C’è sempre più una cura quasi ossessiva per l’immagine, per l’esteriorità. Gli sponsor sono sempre più determinanti per il bilancio e quindi molto viene fatto per accattivarsene i contributi: una importante sala VIP, skybox in tribuna, posti coperti a bordo campo. Comincia a sfilacciarsi quel legame della Società con la città e con la sua gente, con i suoi tifosi e con tutti coloro che a vario titolo ne avevano disegnato nel tempo il suo modo di essere dando senso a quel motto ”fare l’Empoli” che racchiude in sè significati profondi, storie, personaggi, comportamenti, emozioni, passioni. Essere piccoli e pensare in grande ma senza mai perdere la propria dimensione, porsi obiettivi importanti e raggiungerli con la professionalità, con il lavoro, con la competenza, con la fantasia, con geniali intuizioni, con il coraggio, unità tra Società e tifosi, stampa, cittadini. In questi ultimi anni molti di quelli che erano nell’Empoli del ”fare l’Empoli” sono andati via (a volte per scelta propria a volte no). Un cambiamento, lo comprendiamo, è stato reso necessario dalle mutate condizioni del mondo-calcio negli ultimi anni. Condizioni che tuttavia non ci sembra abbiano portato a grandi miglioramenti se è vero che il calcio italiano è in forte sofferenza finanziaria e che di talenti nostrani se ne vedono sempre meno. Il Covid ha dato il suo contributo: le restrizioni durante la pandemia hanno favorito, di fatto, la penalizzazione che stanno subendo oggi le testate giornalistiche ed i media locali a danno delle grandi TV che pagano per i Diritti televisivi e che, a cascata, si sono prese anche le esclusive di quasi tutte le attività prima, durante e dopo la partita. Nessuna emittente locale può competere finanziariamente con i colossi della TV privata o con il servizio pubblico. E questo vale anche per le testate giornalistiche come la nostra. Coloro che a volte sul nostro sito lamentano la assenza di Pianetampoli in alcune situazioni (ad esempio nelle gare fuori casa o agli allenamenti) dovrebbero sempre aver presente questa realtà ed il contesto nel quale si lavora.

Mi sorgono due domande: questi cambiamenti – che sono un dato oggettivo – erano necessari? Era questo il modo giusto per farli? Certo, non si può rimanere fermi quando il mondo cammina. Stare con lo sguardo perennemente rivolto al passato fa venire il torcicollo e ci porta a vivere in una dimensione nostalgica che ci fa smarrire il senso del presente. Qualcosa andava cambiato ma tutto questo si poteva fare senza snaturare a 360 gradi il modo di essere di una Società, il suo stile definitosi nel tempo, il suo modo originale – e per questo unico, citato come esempio dentro e fuori il mondo pallonaro – di perpetrare (che piaccia a o no) l’eterno sogno di David che riesce a sconfiggere Golia o quanto meno a non essere fagocitato dalla sua forza. ”Con poco di fa tanto” fu scritto nelle magliette in una festa (salvezza o promozione non ricordo) di qualche anno fa. Ecco, era vero. Era quella la forza dell’Empoli FC e dei suoi uomini, dentro e fuori dal campo. Forse tutto questo non è più possibile? In uno sport nel quale giocatori mediocri hanno guadagni che superano il milione di euro all’anno, nel quale i procuratori prendono percentuali da capogiro, nel quale i contratti dei giocatori sono solo carta straccia, nel quale la cura dell’apparire sembra necessaria più di quella dell’essere, nel quale la forma vale spesso più del contenuto, nel quale si vedono molti – troppi! – giocatori che dedicano alla cura estetica di se stessi più di quanto dedicano alla cura della loro tecnica e della loro forma fisica (e i risultati si vedono…), credo sia davvero difficile per una piccola realtà come l’Empoli FC non smarrirsi in questi rivoli del nulla che stanno sempre più caratterizzando la geografia e l’antropologia del nostro calcio.

Ed ecco allora che, anziché programmare a lungo termine, si cercano le soluzioni sul breve. Voler rimanere nel tempo in una realtà quale la Serie A è una aspirazione legittima ma per soddisfare questa aspirazione sono state fatte scelte che hanno guardato al contingente, all’immediato e hanno fatto perdere di vista l’orizzonte verso cui una realtà come quella di Empoli dovrebbe invece guardare, come aveva sempre fatto negli anni. Le conseguenza di questo? Un mercato basato sempre più sulla ricerca di soluzioni a breve termine, con tanti prestiti, con pochi investimenti di prospettiva, un Settore Giovanile che, dopo i ragazzi del 2001 – 2002 – 2003 (i vari Ricci, Belardinelli, Viti, Asllani, Baldanzi, Fazzini) nell’immediato non sembra in grado  di poter garantire alla Società ragazzi pronti per la Serie A o pezzi pregiati da mettere sul mercato per realizzare quelle plusvalenze che negli ultimi anni hanno dato alla Società consistenza finanziaria in grado di reggere l’urto con quello che la Serie A richiede.

All’interno della Società, in vari ruoli ed in vari ambiti, ci sono ancora persone che riescono ad avere con il mondo che circonda l’Empoli rapporti che ci consentono di poter lavorare al meglio possibile, su tutti l’Ufficio Stampa, tanti volontari. A noi il lato umano interessa ancora, anche se ci rendiamo conto che in questo calcio i rapporti umani si vanno sempre più sfilacciando e prevale la logica dei soldi, degli interessi personali anche di piccolo cabotaggio. Lo sport preferito dagli italiani è quello di salire sul carro del vincitore con incredibile faccia tosta e di saperne scendere con velocità sorprendente appena le cose si mettono male. E perché anche nel mondo del calcio non dovrebbe essere così? Ne sappiamo qualcosa, ne abbiamo visti di questi ”specialisti del carro” negli anni.

Ma se è cambiata la Società dobbiamo dire che sono cambiati anche i tifosi. Non per tutti ma per molti la Serie A è ormai un habitat naturale, il luogo che all’Empoli compete. Per molti è logico che l’Empoli sia in Serie A, a fatica si digerisce la Serie B. La gente si è abituata a mangiare la bistecca, quando va male il roastbeef e parlare, come qualcuno fa, di pane e salame, suona quasi come un’offesa. Per fortuna c’è chi ogni tanto ricorda le trasferte nei campi di Lumezzane o Albinoleffe, giusto per non dimenticare da dove veniamo ed il percorso straordinario che la Società ha saputo fare. Perché, se è vero che la Società sembra aver cambiato la sua identità (non sappiamo se per scelta consapevole o per necessità) è certo che anche molta parte della tifoseria l’ha cambiata. Contestare alcune scelte della Società (anche se con l’educazione ed il civismo con cui viene fatto a Empoli) è fisiologico da parte del tifoso. Ma non rendersi conto dell’eccezionalità di una situazione e farla passare per normale, vuol dire che si è persa davvero la dimensione. Ciò tuttavia non può esimere la Società dalle critiche (giuste o meno) dei suoi tifosi né può autorizzare l’Empoli – pur con quello che negli anni ha saputo fare –  dal ritenersi intoccabile ed immune dalle critiche stesse. Criticare alcune scelte che la Società fa non significa non avere amore per quei colori e, se ciò viene fatto, nessuno deve sentirsi trattato come se fosse stato compiuto il delitto di lesa maestà. E’ questa la normale dialettica tra i tifosi, la stampa, ed una Società di calcio.

In questo cambiamento già avviato si sono inserite anche due novità: lo Stadio e la storia del Socio Americano. Sulla seconda stendo un pietoso velo: ufficialmente la Società non ha detto niente e le chiacchiere da bar lasciano il tempo che trovano. Magari è tutto vero ma stare a disquisire su un qualcosa che è solo una voce, peraltro arrivata da chi e come non si sa, è davvero un esercizio che mi appassiona poco e che è assolutamente inutile. E’ vero. Il Presidente Corsi ha manifestato negli ultimi tempi alcune difficoltà nella capacità per la sua Società di reggere un impatto finanziario così importante quale la Serie A richiede. Ha ragione, lo abbiamo evidenziato. Probabilmente un’entrata di capitali freschi potrebbe rimpinguare non poco le casse di Monteboro e, nelle difficoltà che abbiano evidenziato, consentire di guardare al futuro con serenità consentendo anche di realizzare quella programmazione che negli ultimi tempi ci sembra sia mancata. Ma per ora di concreto non è stato comunicato niente e fare congetture è solo un passatempo di cui faccio volentieri a meno.

Altra cosa è lo Stadio. Diamo atto all’Empoli di aver posto l’accento sul tema per primo, ma eravamo nell’agosto del 2015. Da allora ne è passata di acqua sotto il ponte dell’Arno e non voglio stare a riepilogare tutte le varie fasi. Quello che personalmente mi ha sempre negativamente colpito in questa storia è stata la gestione quasi carbonara che ne ha fatto l’Amministrazione Comunale dopo le prime assemblee cittadine. Poi il silenzio. Silenzio quando fu deciso per la vendita, silenzio ora sul project financing. Un silenzio al quale si è adeguato in parte anche l’Empoli FC. Questo progetto doveva essere presentato entro ottobre 2023, poi dicembre 2023, poi marzo 2024, poi – con la scusa delle elezioni che avrebbero dato alla città un nuovo Sindaco – al 30 giugno 2024. La realtà è che di questo progetto non sappiamo niente, e non sappiamo niente della cornice operativa nell’ambito della quale il progetto è stato realizzato. Si tratta di quanto stabilito nella Deliberazione di Giunta n. 154 dell’ 8 settembre 2021, là dove si definivano le aree della zona interessate e le superfici commerciali nella pancia delle tribune? L’area antistante il PalaAramini che fine fa? Davvero al posto del Sussidiario sorgerà un Hotel? Cambierà la viabilità nella zona? O c’è altro? La domanda è senza risposta perché nessuno ha ufficialmente detto niente. Aspettiamo, dopo il 30 giugno, una Conferenza Stampa da almeno una delle parti interessate per essere informati. Solo allora potranno essere fatte le valutazioni ed espresse opinioni anche se il rischio è che sia troppo tardi perché il processo di attuazione sarebbe comunque avviato. Ma pensare all’Empoli del futuro occorre andare oltre il tema Stadio. Non dimentichiamo le varianti urbanistiche a Monteboro che consentiranno alla Società del Presidente Corsi di avere altri campi di calcio e strutture per consentire di riunire in un unico luogo le attività del Settore Giovanile e della prima squadra. E non dimentichiamo Petroio dove, se si riuscisse a coprire la Tribuna, si avrebbe un impianto da sfruttare non solo per le gare Primavera. L’Empoli FC si avvia quindi ad avere un patrimonio di strutture significativo, decisamente importante per una realtà come quella in cui la Società opera, qualcosa che andrà saputo organizzare e che richiederà non solo un grosso investimento finanziario ma anche capacità gestionali. Ecco, da qui la Società può ripartire per riformulare una visione del futuro al passo con i tempi ma che sappia guardare oltre all’oggi, pensare ad un domani e trovare le risorse e le energie per renderlo possibile, così come ha sempre saputo fare nella sua ultracentenaria storia.

E’ una sfida al futuro da parte di una Società che ha avuto, come abbiamo scritto, forti cambiamenti e che tuttavia sembra guardare avanti con determinazione e coraggio. Non nascondiamoci tuttavia che oggi sembra avere delle difficoltà. Almeno questo è quanto abbiamo colto da alcune dichiarazioni del Presidente Corsi, nel quale è affiorata anche una più che comprensibile stanchezza. Non si tratta solo di gestire una squadra di calcio, ma di essere al tempo stesso guida di un processo che coinvolge l’intera Società, le sue prospettive di crescita, i suoi investimenti. Non so se nei tifosi ci sia questa consapevolezza. La Serie A è un miracolo per una realtà come la nostra, ed è già tanto la Serie B. Del Presidente Corsi si può dire quel che si vuole: a volte qualche sua uscita è sembrata fuori luogo, a volte gli ”si chiude la vena” e si lascia andare a qualche intemperanza di troppo, ma se da oltre 30 anni sta tenendo una Società di una realtà di 50.000 abitanti nei piani alti del calcio italiano qualche capacità dovrà pure averla! E’ nota la sua conoscenza del calcio a 360 gradi e, al di là del ruolo che ricopre, è sicuramente un tifosissimo dell’Empoli. Va spesso a vedere anche le partite del Settore Giovanile, conosce vita morte e miracoli dei giocatori, dai più piccoli alla Primavera, si è dimostrato nel tempo capace di indovinare gli uomini che, insieme a lui, hanno collaborato a tenere in alto la Società. Qualche volta alcune scelte si sono rivelate sbagliate, molte volte no. L’impressione nostra è che ad un certo punto il Presidente si sia lasciato trasportare verso comportamenti non consoni alla realtà dell’Empoli e di Empoli e neppure alla sua storia personale, che si sia fatto convincere che la forma potesse determinare più della sostanza, che il mondo del calcio e le sue dinamiche richiedessero nuovi approcci nei rapporti con l’esterno dalla Società che si sono dimostrati, in molti casi, inefficaci e improduttivi.. Ma Corsi rimane l’unico punto fermo a cui fare riferimento in Società e la sua presenza, il suo ruolo sono imprescindibili.

Dall’esterno, ma può essere una clamorosa svista, ci è sembrato che negli ultimi anni si sia fatto meno scouting sul campo e si siano privilegiate altre forme e modalità per trovare giocatori ”da Empoli”. E ci sembra che queste nuove forme e modalità non abbiano dato grandi risultati. L’ossessione di mantenere la Serie A, di fare la storia, ha portato a pensare corto, a privilegiare il contingente anziché una programmazione di più ampio respiro. Ecco i tanti prestiti, ecco alcuni nomi importanti ma che poco avevano a che vedere con l’Empoli, ecco alcune discutibili operazioni di mercato con giocatori pagati cifre spropositate per la dimensione Empoli.  Il peso crescente acquistato dai procuratori ha fatto il resto. Il monte ingaggi dell’Empoli, dai dati che abbiamo letto, appare alto rispetto alla dimensione della Società, e l’Empoli FC è una delle squadre del panorama professionistico italiano che ha il costo commissioni ai procuratori tra i più alti, rispetto alla sua fascia di appartenenza. Ecco, crediamo che l’Empoli di domani debba innanzi tutto iniziare ad invertire questa tendenza se vuole recuperare non solo un po’ di soldi ma anche un po’ della sua anima smarrita. Fabrizio Corsi può far questo, e crediamo che lo sappia. Nel bene e nel male l’Empoli ha rappresentato una Società sana e rispettata in Italia non solo come esempio di gestione delle risorse ma capace di riuscire a scovare talenti da consegnare poi al calcio italiano. Lo ha fatto, fino a qualche tempo fa, senza perdere mai il rapporto con la sua gente, con umiltà. E crediamo che questa sia la strada da percorrere: una fragile barchetta nei marosi dell’Oceano-calcio dei grandi panfili e degli yacht miliardari, ma una barchetta che negli anni non ha mai smarrito la rotta  e che spesso è scivolata via raggiungendo traguardi impensabili.

E anche i tifosi devono aver chiara la situazione ed assumersi le loro responsabilità.  I tifosi dell’Empoli sanno di non poter chiedere la garanzia di una Serie A a vita ma nei loro confronti è giusto ed opportuno che sia fatta chiarezza. Si dica da parte della Società lo stato reale delle cose, senza infingimenti, senza paura. Il popolo azzurro e la città sono certamente in grado di capire ma le cose vanno dette per quello che sono. Ed in questo discorso ci metto pure lo Stadio. Mi auguro che l’Empoli FC squarci questo muro di silenzio e di mezze parole che da tempo si è eretto intorno al ”Castellani”. Si illustri il progetto, se ne indichi un cronoprogramma, una tempistica, una modalità per la sua attuazione. Ed in questo discorso ci metto pure la storia degli „americani”. Ci sono? Non ci sono? Chi sono? Cosa vogliono?

Forse quello che in questa estate incerta e piena di domande sta per nascere è un Empoli 3.0.? Beh, se così sarà, speriamo che porti con sé il patrimonio della sua storia e della passione vera e sincera della sua gente e dei suo uomini, quelli che non cercano effimere passerelle ma che fanno dell’amore per la Società, del lavoro e della professionalità una solida base per (ri)costruire ancora qualcosa di importante.

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65 Commenti

    • Lo leggono, lo leggono… il problema è che oltre a non capirci niente, faranno i permalosi e continueranno in una gestione che pagheremo, o meglio, pagheranno con gli interessi quando si spegneranno le luci della serie A.

      • Tanto ci sei te che capisci qualcosa visto che sei un maestro. Dai entra in società con la tua inestimabile supponenza puoi salvarci dalle tenebre, anche con gli interessi, il tuo sapere ci porterà dove nessuno mai ci ha portato,crediamo in te nostro Signore Maestro.

          • Ti rode è preside come l erudito maestro della NOSTRA SALVEZZA, il prossimo anno a fucecchio fanno una bella squadretta e poi sono anche strisciate come i tuoi beniamino, non è che sei una nana??

  1. Bravo Fabrizio, una lettura cronologica perfetta. Spero d’altra parte che si ritorni a fare scouting con l’obiettivo di fare cassa negli anni a venire, perché questa è la storia dell’unica società professionistica della Toscana che non ha mai portato i libri in tribunale

  2. Rivendico la paternità dell’Empoli 2.0 …. ma ad oggi non credo che ci sia uno step in avanti, ma semplicemente un ripartire da zero…. direi che più che Empoli 3.0 siamo a un “Empoli modello base” …

    • Aggiungo, bella questa “lettera d’amore” di Fioravanti, nei confronti della squadra e della società …. condivido almeno il 90% delle cose scritte soprattutto sullo scouting e sul programmare a breve per ottenere successi subito…. io ho bene in mente il “modello Chievo”, guardando la parte negativa della sua evoluzione…. anche noi tifosi bisogna tornare all’origine, consci che anche la B per noi è oro colato…. mi interessa ben poco lo stadio, ma sono preoccupato dello stato finanziario di quello che considero un patrimonio di Empoli città e degli empolesi….. le società muoiono di cancro e non di vecchiaia….

  3. “Le conseguenza di questo? Un mercato basato sempre più sulla ricerca di soluzioni a breve termine, con tanti prestiti, con pochi investimenti di prospettiva, un Settore Giovanile che, dopo i ragazzi del 2001 – 2002 – 2003 (i vari Ricci, Belardinelli, Viti, Asllani, Baldanzi, Fazzini) nell’immediato non sembra in grado di poter garantire alla Società ragazzi pronti per la Serie A o pezzi pregiati da mettere sul mercato per realizzare quelle plusvalenze che negli ultimi anni hanno dato alla Società consistenza finanziaria in grado di reggere l’urto con quello che la Serie A richiede”

    “Probabilmente un’entrata di capitali freschi potrebbe rimpinguare non poco le casse di Monteboro e, nelle difficoltà che abbiano evidenziato, consentire di guardare al futuro con serenità consentendo anche di realizzare quella programmazione che negli ultimi tempi ci sembra sia mancata.”

    Visto che chi dice queste cose da due anni è additato di gufo, nana, strisciato, rosicone ecc, adesso che queste verità le dice un giornalista e persona seria come il fioravanti qualcuno prova ad aprire gli occhi che certe cose non tornano o continuate a fare finta di non vedere??

    Complimenti per l articolo anche se credo sia stato tempo perso se l obbiettivo è che questo venga un minimo recepito da monteboro.
    Almeno che riflettano i tifosi.

    • …C’è una “piccolissima” differenza tra quanto scrive Fabrizio Fioravanti (complimenti, ottimo articolo che condivido pienamente) e quanto scrive il nostro “futuro presidente Andre”. Quelle di Fabrizio sono critiche costruttive che sottolineano gli sbagli, ma elogiano anche quanto fatto e il presidente della nostra società. Quelle di Andre sono critiche a prescindere, reiterate, ripetute all’infinito, senza un minimo di elogio per quanto di buono fatto e senza rispetto per qualcuno che, nel bene o nel male, ci tiene da trent’anni a galla tra Serie A e Serie B…

        • Possiamo dire che non sei molto propenso ad ascoltare le opinioni degli altri? Bollare come “bla bla bla” un opinione diversa dalla tua, tra l’altro motivata, non mi sembra rispettoso.

        • L’unico bla bla bla letto ultimamente sono i tuoi deliri sul fantomatico socio americano, praticamente “te le cantavi e te le suonavi”.
          Che sei fuori dal mondo non è una novità, ora lo certifica anche il Fioravanti.

  4. È un Empoli che cambia poiché cambia il contesto.
    Il vecchio appello “cugini di campagna” non può più valere se vuoi rimanere ad alti livelli..
    Ci vuole una società strutturat, con persone competenti e disponibilità finanziare ..
    Altrimenti lassù non ci puoi più stare

  5. Io penso che qualcosa di positivo c’è stato , 4 salvezza di fila è un miracolo sportivo.
    Vedo troppe critiche ingiuste , gente che vede sempre il pelo nell’uovo , gente che aspetta il passo falso della società.
    Secondo me , parlo da tifoso sfegatato che ha solo l’azzurro nel sangue , siamo abituati fin troppo bene .
    Dovremmo ringraziare per quello che stiamo vivendo e tifare ancor di più affinché questa Favola continui e soprattutto remare tutti nella stessa direzione

  6. Facile fare la Serie A se ti chiami Inter Milan Juve Roma Lazio Napoli Torino Bologna Fiorentina….ma anche Venezia Cagliari Lecce Genoa: tutte grosse città, con hinterland, con bacini d’utenza che attirano sponsor e investimenti. Farla a Empoli presuppone una straordinaria capacità di fare calcio: lungimiranza, inventiva, creatività, know how, come va di moda dire adesso. Quanto potrà durare ancora? Un anno? Due? Cinque? Addirittura dieci?
    Nessuno lo può sapere. Nel frattempo, questo articolo mi fa essere ancora più orgoglioso di aver visto di persona, a Empoli, il calcio ai più alti livelli.

  7. Ammiro il direttore per la sua competenza e attaccamento ai colori sociale; ma, detto questo, l’articolo non fa altro che riportare tutti i possibili argomenti che sono stati oggetto di tante discussione in questi ultimi anni, lasciando inevitabilmente tanti e tutti punti interrogativi senza arrivare ad alcuna proposta o indicazione che possa portare a vedere un barlume di luce; anzi mi sembra che qui si sia fatta un’ulteriore confusione.
    Alla fin fine, l’unica strada maestra che nell’articolo si indica e si auspica, è quella di ritornare all’origine, al “fare l’Empoli”; senza capire che in quel “fare l’Empoli”, a quei tempi, bastava un maratona in tubolari e legno, giocatori che si accontentavano di stipendi molto, molto ridotti rispetto alle altre società, vedere le partite significava andare allo stadio, con la partecipazione di tutti, e lo spettacolo era lì sul rettangolo di gioco e non sui pixel del televisore.
    Direttore, non c’è più tempo per i nostalgici, i giocatori se li vuoi avere in rosa, devi dargli uno stipendio adeguato, e cioè sul milione di euro altrimenti col piffero che vengono a Empoli.
    – Stadio: qui, errore madornale dell’Empoli calcio, che con supponenza pensava di potercela fare da solo, per poi avere il max ritorno economico, e invece, secondo me, doveva trovare una più stretta collaborazione con l’amministrazione, anche rimettendoci qualcosa; invece, tra promesse e allo stesso tempo menzogne, si è arrivati a questo stallo che non porterà da nessuna parte, se non a fare un ridimensionato intervento per renderlo adeguato alle normative.
    – Settore giovanile: tre squadre alle finali nazionali, con la primavera che si è salvata in largo anticipo; ma che si vuole di più ? Poi come tutte le annate, ci possono essere quelle buone e quelle meno buone, e purtroppo non avendo le spalle coperte, questo può fare il bello o cattivo tempo; l’Empoli è questo e non è mai cambiato.
    – Scouting: a me fanno ridere quelli che credono che si possa arrivare prima degli altri, e trovare giovani promesse a basso costo. Noi dobbiamo agire principalmente sul nostro territorio e incrementare il settore giovanile; e questo lo facciamo e bene.
    – Giocatori in prestito e niente programmazione: ma ci si rende conto del prezzo che ha anche un giocatore senza particolari doti tecniche ? La programmazione la possiamo fare solo in base al settore giovanile, sperando che ogni anno vengano fuori quei 2 giocatori da valorizzare e da cedere per andare avanti.
    – Corsi: un vero intenditore di calcio, Empoli sarà sempre a lui riconoscente; fuori dal calcio, come imprenditore economico, un incompetente; meglio lasciar perdere.
    – Tifosi: secondo me i migliori, sia per competenza che per equilibrio; penso che il tifoso empolese non sia cambiato dopo tanti anni di serie A, soprattutto perché conosciamo la realtà e siamo sempre con i piedi per terra; poi le discussioni e le polemiche ci sono sempre state, altrimenti cosa sarebbe il calcio ? Probabilmente una farsa !!!

  8. ma lo sai che un me n’ero accorto?
    pensavo che l’empoli fosse spesso in A solo per caso, per qualche colpo di fortuna
    cerchiamo di andare avanti cosi’
    empoli in mondovisione per sempre

  9. Grandissimo Fabrizio, ti quoto in pieno!! Da parte mia ribadisco che a me della serie A non importa un bel fico secco, mi importerebbe avere chiarezza sul discorso stadio perché nonostante tutto voglio andare verso un futuro e perciò voglio smettere di essere d’essere preso in giro per lo stadio più brutto d’Europa, per il fatto di essere l’unica tifoseria a non avere una curva quando numericamente siamo forse anche superiori a realtà infinitamente più grandi come Venezia, Cremona, spezia ecc…

    • Quando parlo dell’Empoli ai non empolesi, nessuno mi ha mai preso in giro per lo stadio. Di solito sono ammirati e increduli del fatto che siamo in serie A è B da quasi trent’anni consecutivi. Si vede che li trovo tutti io

      • Si Cuorezzaurro ha perfettamente ragione sul tema, tutti ci ammirano per cià che facciamo, è obiettivamente così. Dopodichè, però, ci vuole lo stadio nuovo, sono due temi diversi

  10. A breve verrà presentato anche lo stadio e sarà l’ennesima torta del nostro pre siden te, in fatto di comunicazione invece c’è molto da migliorare, iniettare il senso di appartenenza ai tifosi sarà una bella sfida per tutti. AVANTI EMPOLI.

  11. Ci sono certi cosiddetti tifosi che hanno perso la cognizione della realtà. Siamo l Empoli una cittadina neanche di 50000 abitanti, e solo grazie alla società che ha fatto conoscere il nome in tutto il mondo. Dopo 30 anni di grande professionismo questi “tifosi” non hanno neanche un minimo di riconoscenza. Si può sperare finanziamenti esterni x potere continuare a questi grandi livelli, ma come ho scritto altre volte l importante che rimanga come Presidente Fabrizio Corsi che rimane il n. 1 del calcio. Le critiche ci possono stare fanno parte del calcio, ma non certo le diffamazioni.

  12. Arrivano subito in soccorso gli uscieri di monteboro a difendere il loro guru e prole raccomandata con la solita violenza verbale.
    Fioravanti rischia di finire in un programma di protezione.

  13. Andre la tua supponenza è evidente anche nella risposta all’articolo.
    Fai copia e incolla di alcuni passaggi per cercare, in maniera molto patetica direi, di far pesare la tua opinione senza invece dare magari una opinione su quanto scritto. Secondo me ha ragione chi scrive che tu devi essere un ex dipendente di monteboro che si porta dietro solo rancore

    • 🤣🤣🤣 ex dipendente
      Ogni volta ne tirate fuori per sviare il discorso.
      Siete sinceramente encomiabili nel lottare.
      Ma almeno vi pagano bene?

  14. Come potrebbe andare tutto male qualcosa potrebbe andare anche bene, no? Restare ancorati al passato è da stupidi; dimenticarsi delle proprie radici è da imbecilli.

    Il passionale articolo mette in evidenza alcuni passaggi importanti dell’Empoli recente; ma in ogni cosa ci sono delle fasi.
    Con lo scouting si pensa di risolvere tutti i problemi? Fare lo stadio (o rifarlo un po meglio dell’attuale) è sinonimo di fallimento? Essersi abituati alla Serie A è da presuntuosi?
    Credo fermamente (e forse banalmente) che c’è bisogno un po’ di tutto; anche di alcuni prestiti che le “grandi” mandano ad Empoli per valorizzare e testare. Perché come ci si vuole puntare noi sui giovani ci vogliono puntare anche altri; troppo facile altrimenti così..Vogliamo dire che le varianti a Monteboro non è qualcosa di importante per la società ed il territorio? La volontà di rifare il Castellani magari a braccetto con marchi della zona è un idea sbagliata?

    Personalmente sono contento che la squadra della mia città (o paese) sia in mano a “uno” del territorio come il Corsi; rabbrividisco a sentir parlare di squadre in mano a fondi di investimento, ma non ci scordiamo che da molto tempo il calcio è uno dei piu importanti sistemi economici, e là, funziona così.

    Essere con la coperta corta fa parte della nostra realtà, oppure ce ne siamo scordati? Perché altrimenti voler restare in seria A è da presuntuosi ma voler “dormire con la trapunta” non è invece altezzoso…

    Negli anni si è perso l’attaccamento alla squadra, nell’andare allo stadio. Questo non è colpa del Corsi ma perché le generazioni ed il mondo cambiano…Faccio uno esempio banale: quante discoteche sono rimaste nell’Empolese?

    Restare ancorati al passato è da stupidi; dimenticarsi delle proprie radici è da imbecilli.

    Non posso che concludere con la mia fiducia all’attuale proprietà che da tanti anni mi fa divertire; e dicendo anche io la mia (anche questo ci fa divertire) i capi saldi sono quelli che forse un po tutti conosciamo: potenziamento scouting italia/estero; investimenti mirati nelle infrastutture (no passo più lungo della gamba); ristrutturazione organigramma aziendale (perché no con un tassello in più come un direttore generale con la voglia di far bene e un processo di crescita manageriale a livello junior per una struttura forte, competente, radicata e sostenibile nel tempo), ricerca di capitali ma senza compomessi, la regia sempre in mano al Corsi e hai suoi collaboratori).

    Forza Azzurro vinci per noi!

  15. Ragazzi è stato consigliato male! ,non è il padre eterno ,ci ha usato a suo piacere ,per me sarà sempre un mezzomo uno che la statua glie la darei in testa…
    Tieniti stretto i rincoglioniti
    … Vai mezzomo ,il vostro Beatoamato il furbacchione…

  16. Leggendo molti degli interventi, ora e passati, ho la certezza che il sogno di fare un ulteriore step rimarrà tale, visto che molti si accontentano così. Prima che arrivi il moralizzatore di turno, anticipo che seguo l’Empoli dalla retrocessione a Cesena

  17. Mah, io vedo continuità con l’Empoli 2.0…non vedo nessuna differenza con questo ipotetico 3.0. Cosa cambia da 2 a 3?
    Anche lì si ragionava a breve termine e anche lì non s’è fatto nulla per lo stadio.

  18. Articolo che dice poco e nulla , retorica fine a se stessa , tutto cambia , tutto si evolve anche a costo che non piaccia a molti …

  19. Tanti discorsi e ognuno giustamente ha il suo pensiero. Ci siamo salvati ok e quindi ci godremo un altro campionato di A, ma quello che è certo e che se davvero non possiamo permetterci più di disputarlo (per le varie ragioni espresse e tritre e ritrite) inutile starci dal prossimo anno in A se non basandoci su una squadra zeppa di giovani. Se poi arriva l’ennesimo miracolo meglio, sennó si riparte dalla B, ma attenzione se non ritorni in A dopo 2 o 3 stagioni puoi fare la fine di Livorno e company perché anche seppur minori, la B ha i suoi costicosti e anche di retrocedere in Lega Pro ci può stare. La nostra storia da quando c’è il Co. RSI è sempre stata questa, galleggiare tra A e B e ogni anno di serie A in più merita solo applausi. C’è anche da dire che i casini maggiori vengon fatti sempre con le suddivisioni dei diritti televisivi che andrebbero divisi in maniera uguale tra tutte le società che partecipano al campionato (o almeno in maniera molto più favorevole) come accade se non sbaglio in Inghilterra (o da qualche altra parte), allora vedresti un campionato più interessante e un pubblico più numerosi senza che i prezzi dei biglietti e degli abbonamenti ti svuotino il portafoglio, ma soprattutto con le squadre minori che riuscirebbero non solo a sopravvivere, ma ad investire qualche soldo in più sul mercato! Lo so, lo so, il maiale sognò le ghiande!

  20. E’ sempre bello leggere commenti di gente che non nell’articolo non ci ha capito una beata mxinchia! E fanno pure i critici! Lì si dice una sacrosanta verità che molti di noi che non hanno le fette di prosciutto sugli occhi e non sono servi di Monteboro dicono da anni. Non c’è scritto che bisogna rimanere fedeli al passato ma il senso è quello di una Società che deve saper guidare la strada verso il futuro. Almeno visto che fate tanto i criticoni imparate a leggere! Lungo? forse si ma non noioso e questo non è poco visto i giornalisti di oggi sempre pronti a leccare il cxxo al potente di turno.

    • Tranquillo ognuno pensa ed agisce con la propria testa…ripeto articolo per sempliciotti che non ci sanno arrivare per conto suo ed hanno bisogno di uno che gli dica le cose….

  21. Bell’articolo !.. 👏👏👏
    Ma probabilmente definirlo “articolo” è riduttivo, diciamo che è un incrocio fra un’ analisi consuntiva, un richiamo alle proprie radici, il tracciamento di alcune linee prospettiche, comunque un atto di amore.
    Deve pure essere costato un po’ di tempo e di concentrazione mentale perché ogni frase mi pare cesellata e ben inserita nel testo, peraltro assai condivisibile.
    Chapeau, caro Fioravanti!

  22. A parte lo stile ottimo che e abituale di Fioravanti. Articolo razionale e obiettivo che evidenzia i grandi pregi (moltissimi ovviamente) ma anche quei piccoli difetti che ci sono tipo l’assenza di programmazione degli ultimi tempi. Qualcuno privo del minimo spirito critico non lo vuole riconoscere

  23. Si, ma stringi stringi, cosa aggiunge a ciò che sapevamo? Tutta una serie di domande (“nascerà l’Empoli 3.0? Entrerà il socio americano? Lo stadio?”) non avevano bisogno di tutto quell’inchiostro. Gli articoli si fanno sulle notizie, non sulle supposizioni.

  24. Giugno è praticamente passato, siamo a luglio e il progetto con il project financing per la riqualificazione dello stadio Castellani non è stato presentato all’amministrazione comunale; questa volta rischiano di essere “buggerati” addirittura il Ministero dello Sport e il gruppo di lavoro interistituzionale creato per la riqualificazione degli stadi per Euro 2032: al peggio non c’è mai fine !!!

  25. L’articolo del fioravanti sarà lungo da leggere ma il contenuto è chiarissimo. Per non condividerlo almeno al 90% bisogna rientrare in una di queste 2 categorie:
    1) analfabeti funzionali,
    2) dipendenti di medio-basso livello di monteboro (chi conta veramente se ne frega di quello che viene scritto).

    Chi rinfaccia i successi degli ultimi 30 anni dimentica sempre che in questi 30 anni il pr.eside.nte è stato l’unico in italia ad aver sempre preso dalle casse della propria società e mai investito di proprio. Nel momento del bisogno fu il tanto bistrattato pino a mettersi le mani in tasca per far iscrivere la squadra alla serie b dopo i playout.

    Non c’è rapporto con la città nè con i tifosi perchè non interessa: non è remunerativo. Nessuno dei due al vertice odia empoli e gli empolesi come scrive qualcuno, semplicemente non gli interessano se non sono strumentali ai propri fini (come nel 2015 quando furono aizzati contro l’amministrazione per lo stadio). I cambi di colore, di stemma, ecc ecc seguono il solito ragionamento: a fab.rizio non interessano e per l’altra sono un passatempo con cui magari togliersi qualche sfizio come passare dalla collegiata (simbolo della città) a EFC (simbolo empoli-famiglia-co.rsi).

    Scarsa programmazione? Si programma sul lungo periodo quando si pensa di rimanere ancora per parecchi anni, se invece si guarda all’immediato significa le prospettive sono altre.

    Gestione “non da empoli”? Una volta c’era il gh.el.fi che ci metteva la faccia e spiegava quando qualcosa sembrava non tornare…ma dice sia andato in pensione qualche anno fa, quindi a chi tocca? Ma niente domande concordate prima però!

    Una critica al fioravanti: scrive troppo di rado.

    • Quindi secondo te il calcio è programmabile x parecchi anni? Na dai. Uno non sa nemmeno che categoria farà tra un anno e puoi programmare i prossimi 5? Parola abusata senza troppo significato

      • No massy, significa una cosa diversa. Singifica ad esempio acquistare buoni prospetti di B con il seguente ragionamento: se esplodono subito ci salviamo, altrimenti abbiamo la squadra pronta per la B. Significa prendere Buso e Felici e non, che so, Cerri anzichè Destro o Esposito, giocatore peggiore dei due rammentati. Questo significa proframmare a medio. Come vedi, sono disposto anche a non ottenere subito il risultato e accettare il rishcio di retrocedere, ma per l’Empoli dovrebbe essere regolare. Siccome si invoca sempre la nostra dimensione, ecc., ma l’Empoli non faceva così in passato?

        • Su quello che dici ti contesto una cosa. Se prendi i giocatori dalla B quando retrocedi se ne vogliono andare tutti. Quando hanno fatto la A in b non ci vuole tornare nessuno. Ho letto una notizia di mercato. La Cremonese (Arvedi quindi quattrini) ha praticamente concluso gli acquisti di Vendeputte per 3,3 milioni e Fulignati (ns ex) per 1,4 milioni. Cioè 5 pippoli per 2 normali giocatori di B. Questo è il calcio di oggi. Dove la differenza tra A e B aumentata e dove devi dare tanti soldi ai giocatori di stipendio. I soldi x salvarti li devi mettere negli stipendi. Cambiaghi e Cancellieri non hanno spaccato il mondo. Ma te prova a levare questi 2 prestiti e vedi se giocavi la A o la B. Poi se mi dice, un paio di prestiti in meno son d accordo con te. Ma in linea generale x salvarti devi pagare stipendi alti e se li metti li non hai i soldi nemmeno x comprare un terzino in B

          • Mettiamoci pure anche il tanto bistrattato Niang; certi giocatori che ti possano mantenere a galla, vengono in prestito a Empoli se li paghi bene, altrimenti col piffero che verrebbero; e questa è stata la politica degli ultimi anni. Poi, puoi fare anche diversamente, pescando dalla B o C, e dimezzando, e anche di più gli stipendi, ma al 90% non ti salvi e non è detto che alla fine li hai valorizzati e hai fatto un buon investimento. Il settore giovanile rimane l’unica nostra risorsa, ma chiaramente hai bisogno di buoni prestiti con stipendi alti; non c’è altra scelta.

      • Scrivono in italiano, è semplice da capire: “programmare” a empoli significa investire nel settore giovanile e in profili futuribili della B o della C, senza dilapidare patrimoni in commissioni ai procuratori e ingaggi monstre a cadaveri che camminano. Programmare significa fare in modo di avere in rosa gente di proprietà e di buone prospettive abile per salvarsi tranquillamente in B e ripartire da lì se ti ritrovi con l’acqua alla gola e le pezze al kulo. Se non puoi programmare e ogni stagione è affidata al caso, allora lo stadio non serve perchè fra 2 anni potremmo essere in C a stare a sentire te.

  26. Sono dell’opinione di Massi: i conti bisogna saperli fare. E soprattutto è fondamentale rendersi conto della nostra dimensione di piccola realtà in un mondo di giganti

  27. Sembra di stare a Firenze.. stiamo un attimo piu’ sereni, la gestione degli ultimi anni ha consentito all’Empoli di non marcire in serie B per infiniti anni ma risalire subito in A. Se il prossimo sara’ un anno di transizione come gia’ avete annunciato pace.. se si torna a giocare a bergamo contro l’albinoleffe (se esiste ancora) pace. Ma e’ palese come ci stiamo scavando la fossa prima di partire (societa’, tifosi e stampa). Ma cosa ne volete sapere voi che non avete i bilanci, non avete la vision che ha caratterizzato l’empoli degli ultimi 12 anni.. ragazzi e’ cambiato il mondo e l’empoli e’ cambiato solo in meglio, non c’e’ discussione. Siamo noi tifosi di campagna e gente di poca cultura che abbiamo difficolta’ ad adattarsi, non siamo in grado di fare gruppo, non siamo in grado di comprendere che l’empoli da solo lo stadio non lo puo’ fare.. ma poi davvero ancora con questa storia dello stadio? Basta, lo stadio verra’ fatto quando ci sara’ i credito sportivo (ovvero quando lo faranno i contribuenti lo stadio), nessun folle costruisce uno stadio a empoli pensando di ottenere ricavi e riprendere l investimento con l affitto di 10 uffici, una palestra e un conad.

    • Infatti il “folle” in questo caso è stato proprio il presi dente, ha illudersi e a illudere per 10 anni tutti i tifosi azzurri: grande intenditore di calcio e gestore della società empoli calcio, ma pessimo imprenditore extra calcio.

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