L’attaccante dell’Empoli, Sebastiano Esposito, ha rilasciato un’intervista alla “Gazzetta dello Sport”. Ecco alcune sue parole

“L’Empoli è il primo club di A che ha creduto in me. Una nuova vita, sì. Ha avuto il coraggio, è una famiglia, dà valore ai soldi e non li sperpera. Io non sono sorpreso da questo avvio, è la gente che è sorpresa. Bisognava venire in ritiro a guardare gli allenamenti. Stiamo bene nei 20 metri, ognuno corre per l’altro”.

Lei ora i soldi li ha, ma prima?

“Non eravamo certo ricchi. Siamo cresciuti nel quartiere dove la possibilità di sbandare era alta, giocavamo in strada e abbiamo coltivato il sogno. Oggi il campetto lo stiamo sistemando noi tre fratelli. E’ giusto così.”

L’estero l’ha formata?
“Sicuramente. Ho un carattere fumantino, al Basilea litigai con l’allenatore svizzero, ma poi hanno cacciato lui. All’Anderlecht ho
fatto sei mesi, Bruxelles è carina. Sono club organizzati. Per colpa del carattere non mi valorizzavano, l’ho pagato a caro prezzo. Sono permaloso, a volte scontroso, ma sicuro di me stesso. Ma da lì ho avuto la forza di ripartire. Prima Bari e poi Samp. Ho preso il procuratore Giuffredi. E Polito, Andrea Mancini e Pirlo mi hanno dato fiducia”.

Il rapporto con Lorenzo Colombo

“Non ha mai vinto un derby contro di me, io segnavo sempre lui no… Dall’Under 14. Lo sfotto e ci divertiamo, usciamo insieme a Empoli dove vivo con la mia ragazza, Elena, di Genova”.

Alla Samp c’era Quagliarella di Castellammare, a Empoli è esploso Di Natale di Napoli.
“Quagliarella era il mito da bambino a Castellammare. Totò Di Natale è stato top. Ci siamo scambiati qualche messaggio. L’idolo è sempre stato Totti. Per stile e personalità. Amo la tecnica, mi fa godere la giocata”.

A casa vostra c’è un museo di maglie.
“Può dirlo. Messi l’ho inseguito, con Dybala sono arrivato per primo. Mbappé e Neymar le ho…Come Totti. Il segreto è arrivare prima. Ora la taverna esplode. Mamma sistema tutto”.

Chi è il più forte dei tre fratelli?
“Siamo molto uniti. Salvatore è il più maturo, Pio è bravo, ma non è forte quanto me…”.

Il 20 si troverà di fronte l’amico Lukaku.
“Lo sento. Poco fa ero a San Giorgio a Cremano e c’era una sua statua enorme. L’ho chiamato. Per sfotterlo naturalmente”.

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