La società venne fondata nel 1919 e tra i fondatori storici figura Severino Taddei. Taddei (detto “Umberloun”) scelse il granata (già utilizzato dal 1912 dal Reggio F.C.) come colore sociale della maglia in onore del Torino, squadra nella quale aveva militato. Fin dagli anni venti la squadra navigò tra Prima e Seconda Divisione nazionali (corrispondenti alle attuali serie A e B), e proprio in quel periodo Felice Romano fu il primo (e finora unico) granata a vestire la maglia della Nazionale A italiana. La storia “moderna” della Reggiana incominciò nell’immediato dopoguerra e nei primi anni ’50.
Nel dopoguerra la Reggiana milita per moltissimi anni nel campionato di Serie B sfiorando in molte occasioni la promozione nella massima serie (che sfortunatamente veniva sempre a mancare nelle battute conclusive) lanciando numerosi giovani calciatori e rivitalizzando “vecchie” glorie (ricordiamo fra gli altri Ilario Castagner, Dante Crippa, Gianni Cappi, il dottore Lamberto Boranga, Flaviano Zandoli, Roberto Mozzini, Francesco Romano, Andrea Carnevale, Giancarlo Corradini e Giovanni Francini). A metà anni ’50 la Reggiana fu retrocessa in IV Serie (l’odierna serie C2) per un presunto illecito sportivo denunciato dai dirigenti del Parma Calcio. La squadra granata impiegherà ben tre anni per uscire dall’inferno di quei campionati collezionando anche magre figure nei campetti di provincia di mezza Italia. Alla fine la squadra si risolleverà e, capeggiata dall’allenatore (successivamente direttore sportivo) parmense Luigi Del Grosso, ritornerà in serie C nella stagione 1955/56 dopo gli spareggi di Bolzano. La “vendetta” granata arriverà (sempre grazie a Del Grosso) dopo due anni nel campionato cadetto nel 1958/59 imponendosi in entrambi gli incontri contro i crociati costringendoli ad una affannosa salvezza finale e nel 1959/60 replicando i derby vittoriosi dell’anno precedente.
Gli anni ’60 e ’70 scivolarono via tra mancate promozioni in Serie A (una costante nella lunga storia granata) alternate da qualche retrocessione in serie C ma per lo più vissuti in buoni campionati di Serie B. Rimarranno a lungo nei ricordi dei tifosi reggiani le promozioni in serie A mancate nelle stagioni ’60-’61, ’68-’69 e ’71-’72; nella prima la Reggiana giunge 4a (promosse le prime 3) dietro di soli 3 punti al Palermo quando vi era a parimerito a due giornate dal termine, nella stagione ’68-’69 la compagine granata arriva di nuovo 4a stavolta ad un solo punto dal Bari complici tre pareggi nelle ultime quattro partite mentre nel ’71-’72 sono due sconfitte alla terz’ultima ed alla penultima di campionato a pregiudicare il sogno della massima serie ai granata. Da quell’annata dal triste epilogo la Reggiana non combatterà più per la Serie A per i successivi 17 anni che vivrà tra salvezze sofferte in B e lotte per la promozione in Serie C. La Reggiana retrocede con largo anticipo dalla cadetteria nella stagione ’75-’76 dopo che nei due anni precedenti era giunta la salvezza all’ultima giornata ad Arezzo (’73-’74) e nello spareggio contro l’Alessandria a San Siro (’74-’75). Non riesce ai granata il ritorno immediato in serie B sebbene nei primi tre anni di Serie C, che nel frattempo si divide in C1 e C2, ci vada vicino per ben due volte negli anni ’77-’78 e ’78-’79 con un terzo ed un quarto posto.
Occorrerà aspettare la fine degli anni ’80 e i primi ’90 per poter vedere la miglior pagina granata. Infatti il periodo più glorioso della lunga storia granata iniziò alla fine degli anni ottanta, il club, in cui militarono Angelo Di Livio, Fabrizio Ravanelli, Andrea Silenzi, Giuseppe Scienza, Fernando De Napoli, Dario Morello, Francesco Antonioli, Eugenio Sgarbossa e Luca Bucci prima ottenne una meritata promozione dalla C1 alla B e per due campionati sfiorò ripetutamente la promozione in Serie A ma il ciclo più glorioso della Reggiana ebbe ufficialmente inizio nei primi anni ’90.
La promozione in Serie A arrivò infine nella primavera del 1993, con la vittoria nel campionato 1992/93 di Serie B. Il vecchio stadio “Mirabello” e tutta la città vissero giornate di grande festa: il tifo granata non lesinò festeggiamenti e ovazioni ai propri beniamini per la prima storica promozione nella massima serie nazionale. L’allenatore di quella squadra era Giuseppe Marchioro; all’esordio in A, la formazione della “Regia” poteva vantare grandi giocatori del calibro di Paulo Futre, Michele Padovano, Massimiliano Esposito, Gigi De Agostini e Cláudio Taffarel (che alla fine della stagione si laureò Campione del mondo con il Brasile). Proprio quest’ultimo contribuì in modo determinante alla salvezza della squadra, che avvenne il 1° maggio 1994 a San Siro contro il Milan di Fabio Capello: la Reggiana infatti si impose con il risultato di 0-1 (gol di Massimiliano Esposito). La squadra granata terminò quel campionato al tredicesimo posto, appaiata all’Inter e si salvò a discapito del Piacenza. Da parte piacentina vi furono notevoli polemiche, per l’anticipo dell’ultima partita di campionato in casa del Parma, a causa dell’impegno di quest’ultimo nella finale di Coppa delle Coppe.
La Reggiana del 1994/1995 purtroppo non emulò quella dell’anno precedente; alla settima giornata (dopo aver raccolto solo un punto contro la Fiorentina), dopo sette stagioni, viene esonerato l’allenatore Giuseppe Marchioro (in sella alla squadra granata dalla stagione 1988/1989) e viene chiamato Enzo Ferrari (che poi lascerà spazio all’allenatore della primavera Cesare Vitale). Nel primo campionato in cui si assegnavano i tre punti per la vittoria, i granata ne raccolsero soltanto 18 finendo la stagione al penultimo posto (a sedici punti dal Foggia terzultimo, davanti solo al Brescia a 12, record negativo di punti in Serie A). Comunque, nello stesso anno fu inaugurato nella gara casalinga contro la Juventus il nuovo stadio “Giglio“, primo impianto di proprietà di una società di calcio in Italia (il match terminò con la vittoria dei bianconeri per 2-1).
Ma fu un giovane allenatore reggiano, Carlo Ancelotti, a riportare immediatamente il club granata nella massima divisione, al termine di una lunga rimonta che si concluse con la seconda promozione in A. Infatti il campionato non iniziò sotto la migliore stella per i granata: alla settima giornata una cocente sconfitta contro il Pescara fa vacillare la panchina dell’esordiente allenatore reggiano che però resiste alle critiche della piazza e riesce con coraggio e astuzia a portare la Reggiana nelle zone più alte della classifica. La squadra guadagnerà aritmeticamente la seconda promozione in serie A con una giornata d’anticipo allo Stadio Marcantonio Bentegodi contro l’Hellas Verona per 1-0 grazie ad una rete del giovane Pietro Strada. Tra i protagonisti di quella stagione, oltre a Strada, si distinsero l’esperto portiere Marco Ballotta, il difensore Angelo Gregucci e il russo Igor Simutenkov. Nel 1996/1997, al ritorno nella massima serie la squadra fu inizialmente allenata dal tecnico rumeno Mircea Lucescu; i granata espressero un buon calcio ma i risultati però non arrivarono così fu esonerato e al suo posto chiamato Francesco Oddo. La stagione si concluse con un’amara retrocessione in serie B, nonostante la presenza di validi giocatori ed un gioco spumeggiante espresso per buona parte del campionato. Tra i protagonisti di quella sfortunata annata si ricordano Filippo Galli e Max Tonetto. La stagione successiva la Reggiana mancò l’obiettivo della promozione in Serie A, malgrado l’allontanamento all’ottava giornata di Oddo e la sostituzione con Franco Varrella, e non arrivò oltre il decimo posto in classifica.
La stagione 1998/1999 finisce con la retrocessione nonostante sulla panchina granata si avvicendino ben tre allenatori differenti: inizia la stagione il confermato dall’anno precedente Varrella, che avrà il suo apice nella vittoria contro l’Hellas Verona alla seconda giornata per 5-2 in trasferta, poi lo succede Attilio Perotti ed infine la coppia che terminerà la stagione formata da Fabiano Speggiorin e Angelo Gregucci (all’esordio da allenatore). Non basteranno quattro vittorie nelle ultime quattro giornate per salvarsi e a soli tre anni dalla promozione in A la Reggiana si trova in Serie C1.
Le successive tre stagioni saranno molto deludenti: nel 1999/2000 i granata si salvano all’ultima giornata grazie alla vittoria casalinga contro il già promosso Siena per 1-0 con gol di Francesco Ciullo. In questa stagione si svolge per la prima volta il derby del tricolore tra la Reggiana e il Brescello. Nel doppio confronto i canarini vincono l’andata allo stadio Mirabello per 1-0 (scatenando la contestazione della tifoseria reggiana) e il ritorno, in notturna, finisce con uno scialbo 0-0. Nell’annata seguente i granata termineranno la stagione al terzultimo posto e si salveranno grazie ai play-out nel doppio confronto contro l’Alzano Virescit (2-1 al ‘Giglio’, 0-0 al ritorno). Stesso finale nel 2001/2002 in cui la Reggiana arriva a giocarsi i play-out nuovamente contro l’Alzano (che era stata ripescata al termine della passata annata). Negli spareggi il primo match se lo aggiudicano i bergamaschi per 2-1. Al ritorno la Reggiana passa in vantaggio con un gol di Santunione ma è raggiunta all’81 minuto. Solo un guizzo di testa di Jero Shakpoke dà ai granata il vantaggio definitivo al 94′ e regala la seconda salvezza consecutiva.
Al termine del campionato la società viene rilevata dall’imprenditore parmense Ernesto Foglia e dal reggiano Chiarino Cimurri. L’uscita dalla società di Franco Dal Cin dona entusiasmo all’ambiente e nelle campagne abbonamenti dei due anni successivi si supererà quota 2000 tessere. L’entrata di Foglia scaturisce anche l’arrivo di nuovi giocatori dal Brescello (Foglia era il proprietario della squadra canarina) come Luigi Giandomenico Girolamo Bizzarri e altri come Giovanni Bia. I risultati però non arrivano e nella prima stagione dell’era-Foglia la Reggiana arriva al dodicesimo posto salvandosi all’ultima giornata. Nel 2003/2004 arriva a Reggio Emilia un grande difensore, Michele Paramatti e la squadra sembra ambire alla promozione. L’entusiasmo di inizio stagione viene però ridimensionato dopo poche giornate. L’avvio deludente costringe la società all’esonero di Adriano Cadregari e all’assunzione di Antonio Sala (che poi sarà anche lui cacciato per far posto di nuovo a Cadregari). Il ritorno del mister e l’acquisto dal Dundee United dell’attaccante Juan Manuel Sara (che si infortunerà alla sua seconda partita) non evitano i play-out e alla vigilia degli spareggi la società, un po’ a sorpresa, licenzia nuovamente l’allenatore nativo di Crema. La squadra per le ultime due partite è affidata a Bruno Giordano. I granata, non senza fatica, riusciranno ad evitare nuovamente la retrocessione contro il Varese grazie alla miglior posizione in classifica (1-0 a Varese, 1-2 al ritorno). Nel 2004/2005 i granata sono protagonisti di una grande stagione: grazie all’arrivo del ds Marco Valentini la squadra subisce qualche cambiamento e a Reggio Emilia arrivano Costantino Borneo (che deluderà fortemente le attese causa anche i brutti rapporti con Giordano), Andrea Deflorio, Gabriele Paoletti; durante la stagione si metteranno in luce l’attaccante Alberto Bertolini e i giovani difensori Matthew Olorunleke e Andrea Costa. La vittoria più significativa si ebbe il 10 Ottobre 2004 quando i granata, con una grande prestazione, sconfissero il Napoli Soccer per 2-0 (reti di Deflorio al 46′ e Leke al 61′). La Reggiana arriva ai play-off in cui guadagna il diritto di affrontare l’Avellino. L’andata si svolge allo Stadio Giovanni Zini di Cremona (causa inagibilità del ‘Giglio’). Malgrado la città lombarda venga occupata da 7000 sostenitori granata, gli uomini di Giordano sono sconfitti dagli Irpini per 2-1. Nel ritorno, allo Stadio Partenio, i biancoverdi passano immediatamente in vantaggio su punizione ma la squadra reggiana non è intenzionata a mollare e con una doppietta Fabio Lauria porta sul 2-1 la Reggiana. Al termine della prima fase di gara l’Avellino siglia il definitvo 2-2 che concluderà la serie e chiude la stagione granata. Il momento più brutto però arriverà pochi giorni dopo la sconfitta.
L’epilogo amaro di una incredibile annata avviene il 13 luglio 2005, quando la vecchia società viene dichiarata insolvente e fallisce. (Ancora oggi non si conosce l’esatto debito prodotto dalle gestioni scriteriate degli anni “gloriosi”, ma si è ipotizzato potesse essere arrivato attorno agli 80 milioni di euro). Dall’agosto del 2005 la società, che nel frattempo aderisce al “Lodo Petrucci” e si iscrive nel campionato di Serie C2 con il nome di Reggio Emilia Football Club, è guidata da alcuni imprenditori autonomi e da una società compartecipata dalle principali forze cooperative ed industriali della città e della provincia. Dopo breve tempo la società ha ripreso la storica denominazione di A.C.Reggiana 1919, avendo acquistato per € 200.000 il vecchio marchio dal curatore fallimentare.
Nella stagione 2008/2009 la Serie C1 cambia nome ed è ribattezzata Lega Pro Prima Divisione. La squadra è composta quasi totalmente dalla quella che ha vinto nella stagione precedente il campionato di C2. Le partenze più importanti sono quelle di Omar Martinetti verso il Gubbio, Catellani al Catania (400.000 euro per la comproprietà più il prestito di Rosario Bucolo e Vito Falconieri) e Anderson al Venezia. Alla corte di Pane giungono Stefano Dall’Acqua dal Grosseto, Giovanni Bruno dal Potenza, Riccardo Nardini dall’Avellino, Massimiliano Mei e Davide Scantamburlo dal Venezia. La stagione inizia sotto la buona stella per i granata che riescono a sbancare il Dino Manuzzi di Cesena battendo 2-1 i padroni di casa. Nella seconda gara della stagione i granata si schiantano contro lo scoglio della Pro Patria che, nel match giocato a Sassuolo, infligge agli uomini di Pane un netto 3-1 dimostrando il proprio valore. Il campionato vede i granata sempre nelle posizioni di vertice e alla terza giornata di ritorno la Reggiana si ritroverà in solitaria in testa alla classifica dopo cinque vittorie consecutive tra cui spuntano quelle su Cesena e Pro Patria, entrambe per 1-0, nella prima e seconda giornata di ritorno. Nel mercato di riparazione alla compagine emiliana arriva Marco Martini dal Frosinone) e viene promosso in prima squadra Maxwell Acosty (classe ’91) in sostituzione del partente Vito Falconieri, in ritorno a Catania. Le speranze di salire in Serie B direttamente rimangono fino alla terz’ultima giornata quando la Reggiana (in testa a pari merito con Pro Patria e Cesena, ma prima nella classifica avulsa) perde 3-2 un rocambolesco match contro una Cremonese che, malgrado non avesse più nulla da chiedere al campionato, onora l’impegno e sorprende i granata costringendoli a rinunciare all’obiettivo. La stagione regolare terminerà con il pareggio contro la Sambenedettese per 0-0 che assicura agli uomini di Pane il quinto posto, ultimo valido per entrare nella griglia dei play-off. Negli spareggi promozione i granata affrontano la Pro Patria allo Stadio Giglio, nel primo match, in una delle partite più belle e spettacolari degli ultimi anni, i biancoazzurri riescono ad espugnare per la seconda volta in stagione il fortino granata per 5-4. Gli emiliani nei primi 35 minuti danno dimostrazione di grande calcio e vanno in vantaggio per 3-0 con i gol di Alessi, Maschio e Ingari. Gli ospiti però reagiscono e ribaltano il risultato portandosi sul 4-3 grazie alla doppietta di Guilherme Raymundo Do Prado ed ai gol di Cristiano e Mosciaro. Stefani pareggia i conti al 72′ ma ad un minuto dalla fine, grazie ad un rigore da lui stesso procurato, Do Prado insacca la rete del finale 5-4. Il ritorno in terra lombarda si sviluppa in maniera simile: i granata giocano la prima mezz’ora in modo impeccabile e vanno sul doppio vantaggio grazie ad Ingari e Stefani (in quel momento la Reggiana avrebbe passato il turno). Come nell’andata qui inizia la rimonta della Pro Patria: sette minuti più tardi una punizione dubbia di Dalla Bona trafigge Tomasig e riporta la qualificazione in Lombardia; la consolideranno poi nella ripresa un’autorete dell’emiliano Mei e al 94′ Do Prado. Risultato Finale di 3-2 per la Pro Patria che comporta l’eliminazione dai Play-off della Reggiana seppur a testa alta.
fonte: wikipedia.it