Chi non ricorda la gara dello scorso anno contro il Torino, quella giocata ad Empoli in una calda serata di maggio?

 

Fu una serata magica, una di quelle che maggiormente ci ha riempito il cuore e regalato emozioni, avare, troppo avere in questi ultimi cinque anni.

La calda serata, il pubblico vivo e numeroso, il preambolo della premiazione al Presidente Corsi per i suoi vent’anni di Empoli ed una prova maiuscola della squadra, fecero si che anche lo stesso punteggio, un pari che chiude definitivamente le porte dei playoff, passasse in secondo piano.

Ancora oggi rivedo la gente abbracciarsi al gol di Valdifiori (fresco di vittoria nel Leone d’Argento) quasi avessimo vinto una coppa importante.

Alla fine furono solo applausi, ci fu la grande sensazione di aver vissuto qualcosa di importante, fuori dall’ordinario, e tutti, nessuno escluso tornammo a casa con il cuore gonfio di emozioni ed una ritrovata voglia di Empoli, di quelle particolari gioie che solo gli azzurri colori ci sanno e ci possono regalare.

 

Per tutta l’estate scorsa il motto era quello di ripartire da quella partita, da quella serata, che inevitabilmente aveva riavvicinato la gente alla squadra ed alla società. In quella serata dai più venne vista una sorta di rinascita, spirituale forse ancor prima che sportiva.

Lo stesso Presidente Corsi, lo stesso Aglietti, nel giorno della presentazione alla nuova stagione (quella in corso) più volte si soffermarono sull’importanza che quel match, di come quella magica serata sarebbe stata al miccia che da tempo si attendeva per far ripartire a tutto tondo un entusiasmo collettivo che dall’ultima retrocessione in serie B si era assopito.

 

Il campionato, purtroppo, sappiamo poi la piega che ha preso: mesi difficili per non dire difficilissimi, quattro cambi alla guida tecnica della squadra ed una situazione di classifica adrenalinica ma per non per la scalata in serie A, bensi per cercare di mantenere la categoria al cospetto di una retrocessione in LegaPro che ancora è uno spettro più vivo che aleggia sopra le nostre teste.

Da qualche settimana però il vento sembra essere cambiato.

Oltre a ritrovare alcuni risultati importanti, stiamo assistendo ad una netta voglia di rivalsa da parte della squadra che si è scrollata di dosso quel senso di sufficienza che l’ha accompagnata per buona parte della stagione e dalle nostre parti, questo aspetto è gradito forse anche più dei risultati, perché quando perdi avendo provato a dar tutto, ad Empoli lo si è sempre apprezzato, lo si è sempre esaltato.

 

Venerdi scorso, dopo le due vittorie consecutive, l’Empoli è caduto contro il Sassuolo, squadra sicuramente forte che non a caso ha il doppio dei nostri punti, ma anche in quella situazione, come avvenne  per la sconfitta di Genova, c’è stato un Empoli presente, uscito sconfitto nel punteggio ma non nella prestazione.

E la sconfitta non dovrà esserci assolutamente a livello morale, mentale. Quell’aspetto che molto probabilmente ha bloccato gambe e piedi dovrà essere tenuto lontano, perché ci siamo, perché adesso abbiamo fame e visto che la pancia è vuota c’è necessità semmai di essere arrabbiati e questa sconfitta va trasformata in maggiore fortificazione e maggiore consapevolezza di come niente viene per caso e niente viene regalato, dovendoci andare a prendere quanto ci spetta sul campo, con le nostre mani, con la nostra forza, con la nostra voglia.

 

Dalla prossima partita.

 

Un anno dopo, un anno sportivo dopo, contro il Torino.

Non ci sarà il fascino della notturna, ma ci dovrà essere il fascino di un pomeriggio importante, di quelli in cui si potrebbe scrivere una pagina importante di questo amaro campionato.

Dal Torino al Torino, con altre aspettative, con una situazione diversa, con un divario anche maggiore rispetto ai già blasonati avversari, ma chissà, che il “ripartiamo da quella partita” non sia il punto di partenza, di ripartenza, per i nostri colori.

 

Ed una volta in più ci sarà bisogno di tutti, perché non basteranno undici leoni in campo, per trasformare quella partita in quella che fu, servirà anche la componente pubblico, quella che in quella sera di maggio fece la differenza, quella che adesso deve tornare a fare la differenza, sabato, chi ha l’azzurro nel cuore non può stare a casa…..ripartiamo da li.

 

Al. Coc.

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Giornalista pubblicista, da sempre tifoso azzurro è tra i fondatori di Pianetaempoli.it sul quale scrive ininterrottamente dal 2008. Per PE, oltre all'attività quotidiana, si occupa principalmente delle interviste post gara da tutta Italia. E' stato speaker ufficiale dell'Empoli FC per 5 stagioni.

7 Commenti

  1. caro alessio,
    il tuo è un bellissimo articolo speriamo che abbia un seguito.
    l’entusiasmo però deve venire anche dalla società che non acquista giocatori di classe capaci di entusiasmare,pur con tutta la simpatia per i cavalli di ritorno come tavano e big mac,
    entusiasmo e amore si perdono,ma si ritrovano solo se c’è chiarezza di obiettivi
    meglio pensare a salvarsi,poi ripartire

  2. Sieee.
    Finché si gioca di sabato pomeriggio si vedranno solo spalti deserti, a Empoli come altrove. Sarebbe da fare una bella ‘battaglia’ contro lo strapotere delle tv, a favore delle partite domenicali.

  3. Dai RAGA andiamo a fare un risultato positivo contro la capolista e tutti allo stadio a tifare il nostro EMPOLI!!!!

    DAI RAGA!!!!!!!

  4. Gran pezzo, denso e carico. Mi aspetto il massimo del pubblico possibile per un pomeriggio da leoni. La carica iniziale la deve suonare Cocchi !!

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