Mercato finito, adesso la parola passa unicamente al campo.
Finalmente, lo possiamo dire, è suonato il gong della chiusura del calciomercato, un gong arrivato ormai una settimana fa (lunedi scorso per la precisione) chiudendo di fatto le trattative tra club e lasciando soltanto aperta la porta per gli svincolati. Un’ultima giornata di mercato, guardando in casa nostra, molto interessante e ricca di sorprese, oltre che di conferme, con poi un gossip simpatico quanto però stupido che di certo non è passato inosservato. Sono arrivati quattro giocatori che ormai da martedi sono agli ordini di mister Giamapolo, tutti già presentati alla stampa ed ai tifosi e tutti ad esternare la grande voglia di mettersi in gioco in questo gruppo.
In mezzo le parole di Marcello Carli, sempre sincere e dirette, senza dover raccontare nessuna storiella e spingando sempre il perché di una specifica situazione. Parole che confermano una precisa direzione e che vanno a dare un senso ad un mercato che fin li, era sembrato ai più approssimativo ed incompleto. “Sono arrivati i calciatori che volevamo”, ha sentenziato il DS, facendosi carico come sempre di tutte le responsabilità della costruzione di questa squadra che adesso non sarà più un cantiere aperto ma avrà una sua conformazione ben precisa nei ruoli e nelle gerarchie.
Adesso la parte più bella, la parte che più ci piace, la parte difficile, la parte che avrà un bianco ed un nero senza poter far appelli alla soggettività dei pensieri ma che al contrario avrà una sua oggettività nei risultati. E quelli conteranno, perché prendere gli applausi ed i complimenti per il bel gioco – ce lo spiega Marco Giampoalo – è da perdenti.
Sia chiaro, perché senno rischiamo di perdere la strada di casa, le prestazioni non potranno mai passare in secondo piano, e se gli azzurri ci regaleranno un bel gioco ma che non darà il risultato sperato, noi saremo li ad applaudire quelle maglie sudate che avranno dato il 100% e forse anche qualcosa in più, ma un pizzico di cinismo, forse, potrebbe non guastare ed essere un giusto toccasana per andare a ricercare una cattiveria maggiore che dovrà essere figlia del non accontentarsi mai di quello fatto e prodotto.
Parlerà unicamente il campo perché avere le possibilità è solamente il punto di partenza, poi per ottenere il risultato bisognerà percorrere una strada sicuramente non dritta ed in discesa, ma con curve, alcune anche cieche e con tratti in salita. Magari per alcune cose anche ripartendo dall’inizio, forse, perché la scelta di prendere un nuovo preparatore tecnico (cosa questa molto fresca) non puo’ certo essere vista come una cosa di cui rallegrarsi.
Due giornate se ne sono andate, poco, niente. Adesso dopo la sosta inizia il vero campionato che, guarda caso ci metterà di fronte ai fantasmi del recente passato e chissà che non possa essere proprio esorcizzando questi che si possa rimettere subito in moto una macchina che resta importante e che ha rivisto aggiungere componenti che proprio questa lunga estate ci aveva tolto.
Che campionato ci aspetta? Presto per dirlo per quanto l’obbiettivo dovrà essere quello dei soliti 38 punti per poter rimanere aggrappati a questa categoria, ma come detto, adesso le chiacchiere agostane sono finite, le critiche e le opinioni fin qui espresse, a ragione o a torto, dovranno essere canalizzate per spingere e dare qual qualcosa in più ai nostri.
Il rettangolo verde sarà l’unico e reale giudice, per quanto a volte ingiusto, ma la parola passa a lui.
Alessio Cocchi
Mah. Il festival dei luoghi comuni