di Nico Raffi
Si respira aria di playoff in riva all’Adige. Il poker di quattro vittorie consecutive calato dai ragazzi di Mandorlini ha prodotto grande euforia a Verona. Anche perchè il successo di domenica scorsa, arrivato in pieno recupero dopo una gara interna molto sofferta con il Crotone e acciuffata grazie a un’invenzione balistica di Maietta, difensore 28enne che in carriera non aveva mai segnato, assomiglia tanto a quei segnali che, ogni tanto, il destino si diverte a lanciare benevolo.
“Nel calcio ci vuole fortuna”, ha ammesso Mandorlini dopo l’ennesima vittoria ottenuta in zona Cesarini. Eppure sarebbe superficiale considerare l’exploit degli scaligeri come una combinazione casuale di eventi fortunosi. Il Verona di Mandorlini è una squadra che ha pianificato un solido progetto tecnico, avviato nello scorso campionato di Lega Pro e proseguito in B attraverso un impianto di gioco ben rodato. Halfredsson e compagni sembrano a tratti giocare a memoria attraverso schemi e movimenti collaudati e certi elementi acquisiti di concretezza, praticità e cinismo non possono che garantire un ulteriore salto di qualità e rendere più tangibili i sogni.
Mister Mandorlini, dopo aver vinto uno scudetto in Romania con il Cluj, è sceso in Lega Pro per sposare la causa gialloblù e l’affiatamento con la società scaligera si è subito rivelato molto forte. Con il risultato che l’Hellas, al termine del campionato scorso, ha riconquistato la serie B dopo quattro anni e il Presidente Martinelli ha offerto al tecnico di Ravenna un allungamento del contratto fino al 2014. L’adattamento alla serie cadetta non è mai particolarmente problematico quando si può disporre di una seria programmazione societaria. Il Verona ha così in parte confermato l’ossatura della squadra che ha centrato la promozione innestando nell’organico alcuni elementi mirati che ne hanno accresciuto il tasso di qualità. In porta il portiere brasiliano Rafael, al quinto anno con i veneti, è una pedina fondamentale che, alla soglia dei 30 anni, ha raggiunto la piena maturazione. La difesa, solida ed esperta, è composta dai laterali Abbate e Scaglia e dai centrali Mareco e Maietta. Molto interessante la linea mediana, nella quale si sta mettendo in luce l’islandese Halfredsson. L’ex reggino, già autore di quattro reti stagionali, è un centrocampista completo e versatile che, sulle sponde dell’Adige, ha trovato l’ambiente ideale per far conoscere il suo valore e la sua propensione realizzativa. I compagni di reparto sono Giuseppe Russo, più votato all’interdizione, e il promettente under 21 greco Tachtsidis, classe ’91 giunto in prestito dal Genoa e più votato alla costruzione del gioco. Valide alternative sono Manuel Mancini e il baby Doninelli. Nel reparto avanzato sono state utilizzate due soluzioni tattiche. La prima prevede la presenza di un trequartista centrale alle spalle di due punte di peso, ruolo solitamente interpretato dal talentuoso argentino Juan Gomez, 26enne esploso nello scorso campionato di Lega Pro con la maglia del Gubbio con 18 sigilli personali. Una valida alternativa è rappresentata dall’emergente Niccolò Galli, pallino del tecnico cresciuto nel Parma e affermatosi nel Pergocrema, che possiede tecnica e visione di gioco ma si trova continuamente alle prese con problemi fisici che ne stanno condizionando il rendimento. La seconda soluzione prevede l’impiego di due esterni offensivi a supporto di un’unica punta centrale. In quel ruolo il Verona possiede due giovani rapidi e abili nel dribbling come il brasiliano Jorginho ma, soprattutto, l’under 21 D’Alessandro, un classe ’91 che dopo, le esperienze in chiaroscuro con Bari, Grosseto e Livorno, potrebbe finalmente effettuare l’atteso salto di qualità e diventare un big. Nel ruolo di centravanti non mancano le alternative: Nicola Ferrari, l’austriaco Pichlmann e il croato Bjelanovic possiedono quellle dosi di esperienza e fisicità capaci di fornire ampie garanzie al reparto d’attacco.
Esattamente dieci stagiori orsono, gli scaligeri conoscevano la loro ultima serie A proprio nel periodo in cui cominciava a sbocciare il miracolo-Chievo. Il Verona, per la prima volta nella loro storia, conosceva un declino che lo costringeva a recitare un ruolo subalterno nella città di Romeo e Giulietta. Soltanto oggi i tifosi gialloblù possono coltivare l’idea di un possibile futuro nel quale certe gerarchie potrebbero essere ripensate.
Grande Nico, mi garba da morire la presentazione che fai degli avversari.
Questa è una delle più belle rubriche della storia giornalistica empolese legata al nostro amato Empoli Calcio… fin dai tempi del Variety con le pagine bianche d carta che sembrava riciclata… ancora applausi a PianetaEmpoli sempre più punto di riferimento per i tifosi dell’Empoli di tutto il Mondo…