Per l’Empoli, rimasto impantanato nella laguna veneziana, è l’ora di leccarsi le ferite. L’amarezza per aver gettato a mare un pareggio che sembrava acquisito è stata tanta. Lo stesso mister Vivarini, espulso dall’arbitro in occasione del gol decisivo di Moreo, nel dopo gara è parso fortemente deluso. Non tanto dalla prestazione dei suoi, che pur soffrendo in qualche circostanza, avevano fatto la partita e condotto in porto un pari importante; quanto invece per come è avvenuta quella rete che ha condannato gli azzurri alla sconfitta.

Ma non c’è tempo per rammaricarsi. Alle porte c’è un’altra sfida importante, stavolta al Castellani, contro un allenatore che in passato ci ha fatto passare le pene dell’inferno. Il gioco di Zeman è sempre attuale e, che lo dicano o meno, molti tecnici ne prendono ancora spunto. Perché è un gioco spettacolare, rapido, verticale, un gioco adattissimo soprattutto a un palcoscenico come la B. Sarà quindi una gara ad alto coefficiente di difficoltà, in cui non basterà limitarsi ad attaccare bene. Occorrerà anche difendersi bene, non farsi trovare impreparati dalle veloci scorribande dei tre attaccanti pescaresi.

Il Pescara è una squadra che ha subito gli stessi gol degli azzurri e che ne ha fatti 19, solo uno in meno rispetto a Caputo e compagni. Si tratta quindi di una squadra per certi versi simile all’Empoli, che ha trovato una certa quadratura in zona offensiva. Le armi dell’Empoli allora quali devono essere? Concentrazione, fin dal primo minuto, aggressività e compattezza. Altrimenti le squadre di Zeman ti mangiano.

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Empolese DOC e da sempre tifoso azzurro, è un amante delle tattiche e delle statistiche sportive. Entrato a far parte della redazione di PianetaEmpoli.it nel 2013, ritiene che gli approfondimenti siano fondamentali per un sito calcistico. Cura molte rubriche, tra cui i "Più e Meno" e "Meteore Azzurre.

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