di Nico Raffi
Ha trasformato la Fiorentina negli uomini ma soprattutto nel carattere e nella convinzione. Paulo Sousa è arrivato a Firenze dopo il divorzio traumatico tra Montella e i Della Valle e, in pochi mesi, è riuscito a conquistare un pò tutti. Lo ha fatto attraverso i risultati ma anche attraverso idee molto chiare in termini di gioco, riportando la società gigliata in cima alla classifica dopo 16 anni e restituendo credibilità al progetto Fiorentina. Lo stesso tecnico empolese Marco Giampaolo non ha lesinato complimenti al proprio avversario più vicino, geograficamente parlando: “La Fiorentina gioca il miglior calcio del campionato e Paulo Sousa rappresenta una una ricchezza per il calcio italiano”. Ma i complimenti piovuti sulla testa dell’ex tecnico del Basilea sono arrivati un pò da tutte le parti. Il merito più evidente dell’allenatore portoghese è stato quello, da un lato, di rivitalizzare alcuni elementi della rosa che, per ragioni diverse, erano apparsi in evidente declino e, dall’altro, di valorizzare al meglio il materiale a disposizione, a costi finalmente ragionevoli per una società che, negli ultimi anni, ha speso molto di più rispetto a quanto sia stata capace di raccogliere.
Alla prima categoria appartengono gente del calibro di Borja Valero e Ilicic. Lo spagnolo era calato in maniera vistosa sul piano del rendimento nel corso dell’ultimo torneo. Sousa gli ha opportunamente cambiato la posizione in campo, portandolo più vicino al reparto offensivo e trasformandolo in una sorta di trequartista capace di muoversi tra le linee per innescare attaccanti e incursori di varia natura. Con il risultato di ritrovare un giocatore molto importante dal punto di vista tattico. Ilicic, considerato fino a pochi mesi fa una specie di oggetto misterioso mal sopportato da larghe frangie della tifoseria gigliata, è diventato praticamente un insostituibile. Non più attaccante esterno ma rifinitore libero di spaziare tra le linee nel 3-4-2-1 viola, il talento sloveno è riuscito finalmente a ritagliarsi uno spazio da protagonista ed a conquistare la fiducia di un ambiente inspiegabilmente scettico.
Se un bravo allenatore è colui che riesce a trarre il meglio dalle risorse a propria disposizione, non si può non sottolineare la capacità di Paulo Sousa nel rigenerare gente come Alonso, Badelj e Roncaglia e, allo stesso tempo, nel perseguire felici intuizioni come quella di Bernardeschi esterno di fascia a tutto campo e di Matias Vecino mediano, dopo che nell’Empoli di Sarri si era affermato come interno di grande continuità e sostanza. La sostanza, quella che forse mancava alla pur interessante Fiorentina di Vincenzo Montella, piena zeppa di ottime individualità ma incapace di effettuare quel salto di qualità che pare aver prodotto Paulo Sousa. Prima in classifica dopo 12 giornate, la Fiorentina di quest’anno sembra avere maggiore solidità, determinazione e senso del gioco. Ha subito appena nove gol diventando la terza miglior difesa del torneo dopo Roma e Inter, e ha lanciato in orbita il generoso centravanti 27enne Nikola Kalinic, autore sin qui di ben sette reti. L’ex attaccante croato del Dnipro non avrà il talento e i colpi ad effetto del rimpianto Mohamed Salah, ma si fa preferire in quanto ad applicazione e senso del sacrificio dimostrandosi maggiormente funzionale alla squadra. La prossima impresa, in casa viola, sarà quella di restituire alla squadra e al calcio italiano un talento sfortunatissimo come quello di Giuseppe Rossi. Difficile stabilire se la Fiorentina sarà in grado di avere continuità alimentando i sogni scudetto di un ambiente appassionato ed umorale. Fatto sta che, dopo molti anni, questa parola a Firenze non pare più un tabù ed è cominciata a circolare con crescente convinzione su numerose bocche gigliate.
FORZA VIOLA!
VINCERETE VINCERETE VINCERETE IL TRICOLOR!!!!! CON UN ALLENATORE GOBBO!!!! RIDICOLI
Prossimo anno Paolo Sousa nuovo allenatore della Juve..i violaz quinti in campionato e come sempre non vincete mai… Ciao ciao ripescati della florenzia…