Se segni il primo gol contro l’Empoli e sei un attaccante, duri 6 mesi e poi fai “flop”
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L’ avessero avvisato prima, superstizioso com’è, probabilmente il 23 settembre scorso anche Inzaghi avrebbe fatto scelte diverse. Era parso un esordio da sogno quello del Niño Torres in maglia rossonera, quella notte al Castellani. Alla prima da titolare, in casa dell’Empoli, il nuovo attaccante di Pippo aveva impiegato meno di un tempo per segnare il suo primo gol da milanista, avviando con un gran colpo di testa la rimonta da 0-2 a 2-2 contro i toscani. Migliore in campo e 7 in pagella nel più benaugurante degli esordi. Non era che miele, in realtà, cosparso sull’orlo di un bicchiere che il destino avrebbe rivelato, solo un paio di mesi più tardi, ben più amaro. L’hanno chiamata la maledizione di Empoli e in casa rossonera d’ora in poi difficilmente verrà ignorata un’altra volta.
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METEORA SVEDESE — In principio fu Andreas Andersson, svedesone di 186 centimetri passato da Milanello più veloce di una cometa. Incrociato dai rossoneri nella Champions League 1996/97 con la maglia del Goteborg, il biondo attaccante fu prelevato al costo di tre miliardi di lire l’estate successiva per rinforzare il parco attaccanti del secondo Milan targato Fabio Capello. Nonostante i 19 gol della stagione precedente che gli valsero l’elezione a giocatore svedese dell’anno, oltre che il titolo nazionale con il Goteborg, Andersson non mantenne neppure parte delle promesse che lo avevano accompagnato a Milano, contando soltanto tredici presenze e una sola rete in maglia rossonera, il 5 ottobre 1997 al Castellani di Empoli. Un colpo di testa da tre punti e nulla più: Andersson e il suo caschetto biondo salutarono l’Italia nel gennaio 1998 per approdare al Newcastle. In Inghilterra segnò 4 volte in 27 presenze, tanto da entrare di diritto nella classifica del Daily Mail al 33° posto tra i 50 peggiori attaccanti della Premier League.
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BOBO FLOP — Uno dei tanti casi sfortunati del pallone, si direbbe, senonché qualche anno più tardi, un altro centravanti di ben diverso curriculum e caratura incappò nello stesso scherzo del destino. Christian Vieri, uno di quelli che basta e avanza il nome, dopo sei anni di Inter scelse di firmare un biennale per i cugini rossoneri nell’estate del 2005. A due mesi dal via del campionato, quando il calendario già contava la nona giornata, ecco il gol tanto atteso. Dove? Ancora contro l’Empoli, proprio al Castellani. Come? Ovviamente di testa. Il resto è un film già visto. Otto presenze complessive in Serie A per Bobone con la maglia del Milan e quell’unica gioia alla voce marcature. Anche nel suo caso l’addio si consumò nel gennaio successivo con la cessione al Monaco. Prima di congedarsi un ultimo gol, nell’andata degli ottavi di Coppa Italia contro il Brescia, mentre in campionato, come detto, quel lampo di Empoli fu prologo e insieme triste epilogo del suo capitolo rossonero.
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COME UNA SENTENZA — Il resto è storia recente, cronaca di un’illusione durata poco, pochissimo, giusto il tempo di una torsione aerea tanto spettacolare quanto solitaria. Unica davvero, ma nella sua accezione peggiore. «Vedi Empoli e poi…». Non lo poteva sapere il Niño, che in quel gol aveva riposto rabbia e speranza. E che invece, guardandosi indietro, tra qualche anno non ritroverà che quell’inzuccata a ricordargli il Milan e l’Italia. Primo e ultimo, per la terza volta. E siccome tre indizi fanno una prova, c’è da scommettere che la prossima volta, a Empoli, le nuove punte del Milan siederanno comodamente in panchina. La maledizione del Castellani in fondo parla chiaro. Meglio fermarsi una volta, per poi non fermarsi più.
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MA IN TRIBUNA STAMPA SAPEVAMO TUTTO… – Rammentiamo però che proprio durante l’intervallo dell’ultimo Empoli-Milan, con Torres che aveva segnato pochi minuti prima e pochi attimi prima del duplice fischio di fine primo tempo, con il collega Tommaso Chelli scherzavamo proprio ricordando questa cosa, e nell’ultimo collegamento radio della prima frazione chiudevo proprio così: “per Torres potrebbe essere il primo di una lunga serie di gol, ma forse anche l’ultimo in Italia…”, speriamo solo che mister Tesser, al quale due anni fa salutandolo e stringendogli la mano per il classico appuntamento alla gara di ritorno con il suo Novara, non ci abbia sentito… non vorrei pensasse che fosse colpa nostra se poi lui fu esonerato dall’incarico di allenatore… giusto Tommaso??
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Gabriele Guastella
Ahaha bellissima questa chicca. Ricordo anche Ronaldo che nell’unica stagione a Milano in maglia rossonera segnò pochi gol e 2 di questi a San Siro contro di noi. Poi l’anno dopo se non sbaglio se ne andò.
Ahahahahah…grande Gabry….e’ andata proprio cosi….
VA BENE, LA JELLA DI ANDERSON FU’ IN PARTE
PROPIZIATA DA PAGOTTO…
E ANCHE LUI MI SEMBRA CHE INIZIO’ UN LUNGO DECLINO!!!