Adagio
Ci sono partite difficilmente etichettabili che sfuggono alla comprensione secondo canoni prestabiliti. Una di queste è certamente Empoli-Venezia. D’altra parte è stata la collocazione stessa del match a essere inconsueta. Nel sonnolento pomeriggio post prandiale di Pasqua, va in scena una sfida di importanza capitale il cui risultato, alla fine, non altera gli scenari della lotta salvezza, né offre risposte di facile decifrazione. Alla vigilia nessuno avrebbe sottoscritto un pari interno contro i lagunari di Eusebio Di Francesco, auspicando il ritorno alla vittoria degli uomini di D’Aversa dopo un periodo interminabile di 17 gare a secco. Nell’immediato post match si profila invece la contrastante e agrodolce sensazione di chi, archiviata la grande paura per una sconfitta letale, riflette su un pareggio che non può essere accolto con soddisfazione ma nemmeno con particolare amarezza. Si esce dal Castellani con dubbi, interrogativi e sentimenti contrastanti: possibile che un pari casalingo con il Venezia, per come si è sviluppato, non sia esattamente da buttare?
Andante
Indubbiamente si è trattata di un’occasione persa. Una vittoria associata alle sconfitte di Lecce e Venezia avrebbe aperto un enorme squarcio di luce sull’orizzonte azzurro sia sul piano della classifica che dal punto di vista morale. Molti attendevano la gara con gli arancioneroverdi come lo spartiacque decisivo per interrompere una sorta di calvario, in termini di risultati e infortuni, inauguratosi dopo il clamoroso successo per 4-1 a Verona lo scorso 8 dicembre. La singolare coincidenza con la festività pasquale offriva all’Empoli la paradigmatica occasione per risorgere. In realtà non si è verificata alcuna rinascita ma si è perpetuata la sensazione di una squadra fragile e insicura. Dopo il gol di Fazzini, su splendido assist di Henderson, contro una squadra tutt’altro che trascendentale, era lecito aspettarsi l’ordinaria amministrazione del vantaggio. Purtroppo l’Empoli è incappato in grossolani errori individuali e disattenzioni difensive che hanno orientato l’inerzia della gara in favore del Venezia. Proprio nel momento in cui si allungavano le ombre più cupe è arrivata l’Epifania. Il gol di Anjorin.
Allegretto
La rete del numero 8 anglo-nigeriano, protagonista di un eccezionale segmento di gara, ha rivoluzionato gli scenari nell’istante stesso in cui il suo destro chirurgico si è insaccato nell’angolo basso alla sinistra di Radu. In quell’attimo si sono improvvisamente ribaltati i ruoli. Il Venezia è diventata la squadra che ha dovuto assaporare l’amaro calice dell’occasione persa. L’Empoli, quella che è tornata a galla dopo alcuni minuti di tremenda apnea. Per uscire dalle situazioni critiche spesso volontà e temperamento non sono sufficienti. Occorre la qualità delle giocate. Quella che è venuta meno con la perdurante assenza di Fazzini e Anjorin. Lungi dal voler entrare nel regno sterile e inconsistente delle ipotesi, la sensazione è che, con loro in campo con maggiore continuità, gli azzurri si sarebbero collocati in una situazione di classifica sensibilmente diversa. Con il recupero dei suoi uomini migliori e un calendario non impossibile, gli azzurri possono ancora farcela. Non si vince da 18 gare, il “bonus” casalingo con il Venezia è ormai alle spalle, eppure gli scenari futuri sono lievemente meno opachi.
Ho paura che quest’anno sarà ricordato come “quello che poteva essere, ma non è stato”
Non so se prendere la rete di Anjorin come una “benedizione” (risveglio da un arresto cardiaco) o una “maledizione” (accanimento terapeutico su malato terminale).
Alla fine al secondo tempo di Empoli-Venezia, si può applicare la celebre frase del Gattopardo: “Se vogliamo che tutto rimanga come è, bisogna che tutto cambi”. E infatti è cambiato tutto (vittoria-pareggio-sconfitta-pareggio), ma alla fine non è cambiato niente.
Attendo queste ultime 5 giornate con lo spirito del noto meme: (non mi aspetto niente ma sono già deluso).
A parte la coppa, dove faremo una semplice sgambata, poi avremo due scontri proibitivi (per l’umore che ho adesso, se facciamo un punto in due partite, stappo lo champagne…), poi Parma, Monza e Verona, trittico che teoricamente sarebbe da 9 punti…ma dove la vedo già dura farne 5…
Vabbé, prendo Cola e Pop Corn e vediamo cosa succede…
D’accordo su tutto. Pessimisticamente mi vien pensare che l’inutile pareggio pasquale sia il viatico x la retrocessione di entrambe…. Forse anche meritata.
Di sicuro, se ci si salva incredibilmente anche quest’anno, le avrò viste proprio tutte nel calcio!!!
Indipendentemente dall’esito finale, la stagione verrà archiviata come quella del “se” e del “ma” …. tutti, putroppo avranno scuse, più o meno credibili, da accampare…. con il Venezia, si è perso un’occasione, ma forse si è guadagnato un punto…. la speranza è che il mancato pericolo (almeno per ora) serva come sveglia collettiva….