Gianluca Falsini, di Arezzo (anno di nascita 1975) ma senese di adozione, è uno dei volti nuovi della Stagione 2015-2016 del Settore Giovanile azzurro. Lo abbiamo incontrato al raduno della sua squadra, gli Under 17 Lega Pro, e ci ha davvero contagiato con il suo entusiasmo e la sua passione che si legge nelle sue parole e, soprattutto, nel modo in cui le dice.
Ma sentiamolo o, meglio, leggiamo quello che ci ha detto.
Ti vuoi presentare intanto?
Ho fatto la carriera di calciatore…ma non te la dico…
No no, dilla dilla….
Ho fatto le giovanili a Parma dove ho avuto la fortuna di esordire a 18 anni con il Parma di Nevio Scala, a Napoli, davanti a 75.000 spettatori…e poi sono andato un po’ in giro per l’Italia. Ho fatto due anni la C1 (come si chiamava allora), poi Monza, a Padova in serie B, poi Hellas Verona due anni e sono tornato a Parma nel 2000 dove ho avuto la fortuna di giocare accanto a campioni veri…non come me… ma veri veri come Thuram, Buffon, Amoroso, Di Vaio… è stato il periodo del grande Parma. Abbiamo vinto la Coppa Italia ma potevano e dovevamo vincere molto di più ma…è stata l’ennesima riprova che i grandi giocatori, se non fanno gruppo, non fanno grane una squadra. Poi sono andato in giro per l’Italia: Bergamo con l’Atalanta, Reggio Calabria, Siena, Catania e alla fine ho finito la mia carriera da professionista nel 2009 con un Campionato vinto a Padova dalla C alla B. L’anno dopo ho iniziato questo meraviglioso lavoro all’Hellas Verona dove ho fatto un anno di Settore Giovanile come Collaboratore Tecnico e l’anno successivo ho iniziato ad allenare gli Allievi Nazionali. I due anni successivi sono andato a Siena e, causa il fallimento della Società, l’anno scorso me lo sono preso come anno sabbatico, mettiamola così. Adesso è venuta fuori questa incredibile opportunità, almeno io la reputo così, e infatti non vedo l’ora di poter iniziare
Mi dicono che in quest’anno “sabbatico”, come lo hai definito tu, sei andato molto in giro….a guardare, osservare…alcuni settori giovanili che sono un po’ la tua passione
Più che il Settore Giovanile mi piace vedere come gli altri cercano di insegnare calcio. Questo mi ha sempre intrigato. Come gli altri cercano di entrare nelle teste e soprattutto nel cuore delle altre persone. Quest’anno sono stato libero da impegni ed ho potuto vedere, non solo in Italia ma anche all’estero, un po’ di realtà
A proposito di Italia e di estero facci un confronto in due parole… magari banalizzando il tutto, ma per avere in’idea di massima…
Non si può definire in due parole la differenza sostanziale. Credo che, a parte l’Empoli… i numeri parlano chiaro…all’esterno non si fa Settore Giovanile all’estero sì. All’estero si persegue non il risultato numerico del campo del sabato o della domenica ma si persegue lo sviluppo di ogni singolo ragazzo. In Italia invece no, si fa anzi l’esatto contrario. Tranne rare eccezione come l’Empoli o l’Atalanta, e poche altre realtà si cerca solo di vincere la domenica, di fare un gol in più rispetto agli altri, ma non è poi così preponderante lo sviluppo tecnico, tattico e mentale in questi ragazzi
Tu lavori in una Categoria particolare, gli Allievi o Under 17 come si chiameranno da quest0anno, che rappresenta l’ultima vera Categoria del Settore Giovanile. Su quali aspetti tecnici, tattici, metodologici lavora mister Falsini
Un po’ su tutto. Non vorrei generalizzare ed evitare la domanda ma dico su tutto nel senso che come hai detto tu gli Allievi quelli che alleno io avranno anche il prossimo anno di lavoro in questa Categoria. Il fatto quindi che abbiamo 24 mesi di lavoro ci deve porre noi e i ragazzi nell’ottica di completare il percorso di questi ragazzi. Di solito l’Empoli è un fulgido esempio di ciò. Come già si vede nell’attività di base si cerca di lavorare di più sul gesto tecnico specifico. Noi, con gli Allievi, siamo a lavorare anche dal punto di vista tattico e quindi diamo informazioni in più a questi ragazzi da un punto di vista tattico, dello stare in campo. Ma, ripeto, deve esserci una voglia da parte loro di assorbire. Non è il fatto che noi dobbiamo dire o imporre determinate cose. Devono assorbire loro i nostri concetti. Bisogna creare insomma dei giocatori pensanti. So che è difficilissimo ma è questo il nostro compito
Empoli, lo hai detto te, è famosa per il suo Settore Giovanile, è quindi una piazza importante. Tu con quale spirito sei venuto qua? Cosa ti aspetti da te stesso, anche per la tua crescita professionale?
Guarda, io vengo qua con lo spirito di un bambino che lo portano per lo prima volta a Disneyworl.
Io non riesco ancora a crederci di essere qua. Per quanto riguarda la mia crescita credo che sia lo step più importante della mia vita e quindi, lo capisci, che non mi voglio perdere nemmeno un secondo dell’Empoli, dal Club, dalle persone che lavorano in sede…tutto…voglio respirare cento per cento, ventiuquattro ore su ventuquattro Empoli.
Chiudo facendoti la stessa domanda che ho fatto ai tuo colleghi. Oggi è il 1 agosto 2015. Il 30 giugno 2016 Gianluca Falsini sarà soddisfatto se….
Se avrò migliorato i miei ragazzi. E se mi sarò calato al cento per cento nella realtà Empoli e quindi se avrò assorbito l’Empoli calcio. Se avrò assorbito anche al 85% o al 90%, per farti un esempoio numerico, vuol dire che ho perso dieci mesi della mia vita
Fabrizio Fioravanti