Il bomber azzurro , Leonardo Mancuso, ha rilasciato un intervista al Corriere dello Sport parlando del triste momento che tutti noi stiamo vivendo e della squadra azzurra.
Leonardo Mancuso, ripartiamo dai suoi gol: quel il più bello?
“Dico quello realizzato al Crotone, per il tiro….balistico. Era la prima partita con Pasquale Marino in panchina, ci tenevamo a sancire una ripartenza vera. Anche se…”
Anche se?
“Anche se il gol più bello sarà quello che farò non appena questa pandemia sarà finita sotto controllo. So già che non sarà la stessa cosa, che probabilmente saremo costretti a ripartire senza pubblico.”
Cosa le manca di più in questo momento?
“Da calciatore, rispondo, lo spogliatoio. Il ridere coi compagni, lo scherzare tutti insieme e il lavorare, sul campo. Provare e riprovare anche una stessa situazione fino alla noia, fino a che non rasenti la perfezione. Mancano gli sfottò, la simpatia, insomma tutti quegli ingredienti che troppe volte si danno per scontati.”
Cosa ha riscoperto in questi giorni di isolamento forzato?
“Mi alleno con la mia compagna, Elena, e al mattino mi ritrovo collegato da remoto con un gruppo di compagni con uno dei preparatori. All’inizio c’è stato anche il fattore novità, adesso ci abbiamo fatto l’abitudine. Ci svegliamo presto, facciamo colazione, lavoriamo in piccoli gruppi e ci concentriamo su quella tipologia di esercizi di potenziamento che possono essere fatti tra le mura domestiche. La società ci ha poi messo a disposizione delle cyclette che usiamo il pomeriggio.”
E il vostro allenatore, Pasquale Marino, che cosa vi dice?
“Lo abbiamo visto in qualche allenamento, da remoto pure lui, alternato al preparatore. Sappiamo di dover tenere duro e farci trovare pronti al momento giusto.”
L’Empoli ha giocato le ultime due gare, a Cremona e in casa col Trapani, senza pubblico e questo scenario, se si riprenderà, rischia di essere la costante di tutto il calcio. Che effetto fa?
“Quella a Cremona è stata la mia prima gara a porte chiuse. Ti rendi subito conto che manca qualcosa di importante.”
La ripresa la spaventa?
” No. E dovremo ricominciare a correre per provare a riacciuffare quella zona play off che dopo l’ultima gara ci è scivolata di mano.”
Il sogno Serie A è ancora possibile per l’Empoli?
“Siamo una squadra attrezzata per questo. Servirà un finale di stagione al massimo, per provare a conquistarci quella promozione che tutti sogniamo.”
Che cosa le resterà di tutta questa situazione?
” Le immagini che rimbalzano dai telegiornali, anche della mia terra d’origine.”
Lei è nato a Milano: la Lombardia è la regione che sta pagando un dazio altissimo.
“Me lo raccontano ogni giorno i miei cari. Perchè si, io sono rimasto qui a Empoli, ma lì ho tutta la mia vita, i miei genitori, i miei amici più stretti. Ci video-chiamiamo, consapevoli che quando ci riabbracceremo sarà tutta un altra storia.”
Sta riuscendo anche a coltivare qualche hobby?
“Si, mi è sempre piaciuto suonare la chitarra e l’ho ritirata fuori. Suono prevalentemente musica italiana, così da poterla canticchiare, ma lascio che sia il momento a trascinarmi. Lo spartito lo decide il mio stato d’animo.”