Attraverso il proprio portale ufficiale l’ex tecnico azzurro, che con l’Empoli ha ottenuto in Serie A un ottavo posto (2005/06) ed un settimo posto con qualificazione in Coppa Uefa (2006/07), scrive una vera e propria lettera al calcio italiano. Una bellissima lettera che dovrebbe far riflettere sugli attuali problemi del calcio italico. Ve la riportiamo integralmente anche su PianetaEmpoli. (Gabriele Guastella)
Gazzetta del 9 marzo ”Il calcio italiano non è più competitivo eppure spende troppo e non ha idee”, soluzione : tetto alle rose, torneo a 18 squadre e nuovi ricavi.
Che noi si debba cambiare le strutture e il modo di creare business con riforme di sistema, è indubbio.
Ma se si pensa di risolvere tutto in questo modo non credo andremo molto lontano.
Mi soffermerei sul termine “idee”, aggiungendo, miglioramento della cultura calcistica e di avvicinamento ad una mentalità europea di “spettacolo”.
Forse non si è capito che in tutti i paesi europei il “risultato” non è al primo posto nella mentalità sportiva.
Il primo pensiero, per loro, è fare stare comodi gli spettatori e farli divertire con un calcio offensivo e non necessariamente legato al risultato.
Il secondo è usare i media per informare e non per creare polemiche.
Detto questo, secondo me, è inutile fare nuove regole e cambiamenti strutturali se non si cambia la cultura (calcistica naturalmente) e il modo di informare.
Sono stufo di sentire in qualsiasi trasmissione di qualsiasi tipo, dire che viene mandato in onda quello che la gente vuole e che se non ci fossero polemiche o scandali non la guarderebbe nessuno.
Non siamo così retrogradi e ignoranti, anzi.
Perché non iniziare a fare il contrario.
Non so quanti siano gli italiani che guardano le trasmissioni sportive ma, sicuramente, se ci fossero più approfondimenti tecnici con immagini e meno moviole con estenuanti dibattiti polemici, gli spettatori aumenterebbero.
Farei anche trasmissioni con arbitri che spiegano il regolamento visto che, alle volte, anche gli addetti ai lavori non lo conoscono.
Farei vedere come le due tifoserie all’estero: entrano, si siedono, fruiscono della partita, escono e se ne tornano a casa.
Cercherei di fare diventare il calcio un argomento di crescita culturale e civile per renderlo accessibile a tutti, soprattutto i giovani.
Non vorrei più sentire gente che dice: ”basta non porto più mio figlio allo stadio perché ho paura”.
Quindi ribadisco il concetto che mi premeva dire.
Non è che se fai la serie A a 18 squadre o riformi il sistema riesci a rimediare il gap con il resto dell’Europa.
Quello che serve a noi è che tutti si muovano per far avere al “vero tifoso calcistico italiano” il luogo più adatto per godersi uno spettacolo emozionante ma, al tempo stesso, privo di pericoli e stress inutili.
Gigi Cagni
In Italia conta solo il risultato, lo spettacolo no.
Il calcio offensivo non paga, paga di più tirare alle gambe a centrocampo per evitare le azioni delle altre squadre, in questo aiutati da una classe arbitrale che tollera, anche troppo, il fallo sistematico non ammonendo quasi mai, finendo così per non tutelare le squadre che fanno gioco.
..caro Gigi, lei mi rimarrà sempre nel cuore e nei miei ricordi per quanto fatto con la nostra amata squadra, e un giorno racconterò anche ai miei figli quanto lei abbia voluto dire, sia sportivamente e umanamente, vitale per la storia dell’EFC…però……anche lei, da persona di buon senso qual è e non stereotipata….non tiri in ballo il comportamento dei tifosi per giustificare lo stato di abbandono in cui versa il calcio italiano…anzi, diciamocela tutta, i tifosi, le curve, NON C’ENTRANO NEMMENO IN MINIMA PARTE!! Sostenere ciò fa solo comodo ai dinosauri che ci governano, a FIGC e relativi scribacchini (non giornalisti, non meritano tale investitura) che, così facendo, oltre a spostare il mirino dalle reali beghe del calcio nostrano (alcune delle quali ha lei giustamente messo in evidenza) effettuano una notevole lavanda al cervello del popolo italico non in grado di ragionare col proprio capo.
Concordo in pieno con Gigi….ma il problema e’ che in Italia non ci sono al comando le giuste persone…e tutto quello che ha detto il nostro ex mister rimarranno solo delle parole scritte..
Il calcio italiano sta’ andando a fondo e davvero urge un cambiamento drastico per salvare il nostro patrimonio!!
Che tempi quelli…nostalgia
Gigi Cagni sarà sempre il mio allenatore preferito. Quando arrivò lui sulla panchina azzurra avevo appena 12 anni e l’Empoli lottava per non retrocedere in B. I miei compagni delle medie mi prendevano in giro perché tutti tifavano le varie Juve, Milan, Inter mentre io, nato a Torino ma di origini toscane, ho sempre amato una piccola squadra. Non potete capire la soddisfazione che mi diede la rimonta e la salvezza ottenuta, quando i miei compagni di classe davano gli azzurri già per spacciati.
L’anno dopo mi fecero addirittura i complimenti perché l’Empoli giocava bene e teneva testa a tutti gli avversari. Per me resta comunque uno degli allenatori più sottovalutati in Italia.
Forza azzurro sempre (anche se purtroppo non posso supportare la squadra da più vicino).
bravo Gabry.
Davvero complimenti Gabry…La realtà di Empoli secondo me non è cambiata, anzi è una delle poche realtà rimaste con i piedi per terra e con obbiettivi sempre ben chiari.
orgogliosi di te Gabry …. 🙂 …purtroppo però la realtà empoli calcio è davvero molto cambiata già anche rispetto agli anni di Mr Cagni … 🙁 ….e non in positivo ovviamente….
Ricetta semplice,semplice:
1) Stadi di proprietà (stile quello della Juve)
2) Tetto massimo alle rose
3) Obbligo di schierare in campo minimo 4 giocatori Italiani
di cui un under 21.
4) Salary Cap ai giocatori.
Concordo in pieno con quanto detto dal mister. Manderei I nostri presidenti, manager, dirigenti e giornalisti un annetto in Nord America per capire cosa significa fare SPETTACOLO SPORT AD ALTISSIMO LIVELLO, facendo utili in termini economici e dando un contributo importante alla formazione culturale dei ragazzi e delle ragazze
Scusami ma con tutti i Paesi che potevi rammentare il nord america non mi sembra il più adatto.