di Nico Raffi
Soltanto un anno fa il Crotone era una delle squadre rivelazione della serie cadetta. Con l’attuale tecnico granata Lerda alla guida, i pitagorici stupivano tutti chiudendo la stagione 2009-10 con un sorprendente ottavo posto, ad un passo dalla zona playoff. Il miglior risultato di sempre ottenuto dalla compagine calabrese sembra adesso un lontano ricordo, alla luce delle enormi difficoltà manifestate nel campionato in corso.
Sia Menichini che Corini, i due tecnici utilizzati per costruire una fisionomia di gioco più precisa e soprattutto conquistare punti utili al raggiungimento di una salvezza tranquilla non sono stati finora in grado di trasmettere un’identità alla squadra, né di abbandonare i bassifondi di una classifica che rischia di farsi assai rischiosa. Con il reintegro, alla fine del mese scorso, dell’allenatore toscano Menichini ed il ritorno al 4-2-3-1 (già utilizzato con profitto da Lerda, ma con interpreti diversi) il Crotone ha chiuso anzitempo la parentesi Corini, chiamato dal presidente Gualtieri dopo la brevissima esperienza in panchina con il Portogruaro e praticamente al primo vero debutto da coach. L’ex calciatore bresciano, accolto con entusiasmo dalla tifoseria, è durato poco più di due mesi sulla panchina pitagorica dopo aver racimolato appena 8 punti in 10 gare ed una sola vittoria, quella casalinga proprio con il Portogruaro.
Il ritorno di Menichini aveva prodotto subito una vittoria allo “Scida” con la Triestina ed un pareggio esterno con il Varese ma le due successive sconfitte con Piacenza e Siena hanno fatto ripiombare la squadra in piena zona playout e riproposto l’equivoco tattico di un modulo (il 4-2-3-1) forse poco adatto alle caratteristiche degli interpreti attualmente in forza al Crotone. L’ex tecnico del Lumezzane propone uno schema che prevede l’utilizzo di un trio di rifinitori a ridosso di un’unica punta di ruolo, per lo più l’esperto centravanti Ginestra, anche se ultimamente si sta ritagliando maggiore spazio il bosniaco Djuric. Sulla linea dei trequartisti viene schierato a destra l’ex azzurro De Giorgio, uno degli elementi più continui della squadra rossoblu, e a sinistra l’ottimo Cutolo, autore di 8 reti stagionali.
In mezzo agiscono a turno il brasiliano Caetano Calil e Russotto che, a dispetto delle indubbie doti tecniche, non sono stati ancora in grado di proporsi con maggiore continuità e incisività. In mediana spazio all’esperienza di Galardo e di Eramo, anche se Loviso e Matute rappresentano valide alternative. In difesa l’emergente under 21 Crescenzi e Migliore offrono spinta e dinamismo sulle corsie laterali, mentre al centro del reparto Abruzzese e Vinetot (o Viviani) sono utilizzati in posizione centrale a difendere la porta difesa dalla giovane promessa slovena Belec (classe ’90). L’impressione è che i pitagorici debbano costruirsi tra le mura amiche, in un ambiente caldo e appassionato, una salvezza difficoltosa ma tutt’altro che irraggiungibile, anche se lo “Scida” ultimamente non è sembrato il fortino inespugnabile di un tempo.
bella e sistematica l’analisi tecnica del crotone.
grande Raffi, ti fa una se+a bartoletti, meriti di scrivere su testate importanti (però devi rimanere anche a pianetaempoli eccheddiamine)