Oggi scelgo un “fuori tema”. Niente Empoli, niente stadio, niente voti, niente formazioni. Vorrei condividere con voi questo addio al calcio di Claudio Marchisio. Uno che dalle parti di Empoli c’è comunque stato ed ha indossato la maglia azzurra nella stagione 2007/2008. E l’ha indossata con tanta dignità ed onore che quando ad Empoli c’è tornato da avversario (il 1 novembre 2014) con la maglia della Juve, appena entrato in campo è andato sotto la Maratona a salutare i suoi ex tifosi dai quali ha ricevuto in cambio uno scrosciante e lungo applauso. Cose così. Di vita, più che di calcio. Qui si parla di uomini. Quelli che stanno sotto la montura da giocatore, quelli che il rispetto, l’educazione, la classe, ce l’hanno fuori e dentro il rettangolo verde, prima e dopo i 90 minuti di una partita, prima, durante e dopo le interviste. Quelli che non pensano che il proprio corpo sia eternamente quello dei loro 20 anni e riescono a sopportarne anche le ingiurie, la fatica, i dolori. Quelli, come Claudio Marchisio, che a 33 anni sanno arrendersi alla malasorte ed eccettano i propri limiti, quando il fisico dice basta anche se la mente, il pensiero, vorrebbero continuare a correre e disegnare arabeschi sul campo da gioco.
Credo che tutti coloro che amano il calcio, ma direi lo sport in generale, debbano oggi dire grazie a Marchisio. Perché ci ha ricordato che essere calciatori è – o dovrebbe essere! – prima di tutto essere uomini, e come tali, essere capaci non solo di inseguire un sogno e magari di realizzarlo (come è successo a Marchisio, che da piccolo sognava di indossare la maglia della Juve) ma anche di accettare i propri limiti e le proprie fragilità. I soldi, la fama, le foto sui giornali, i gossip…le luci ad un certo punto si spengono e torna la vita vera. Torna durante la settimana, torna per sempre alla fine di una carriera. La capacità di dire basta a soli 33 anni richiede non solo coraggio ma anche grande umilità, quell’umiltà non ipocrita o di circostanza ma quella che fa la differenza tra gli uomini e i tartufi. E i tartufi di cui si parla qui non sono i funghi, ma quegli omuncoli che fanno del trasformisimo un’arte e dell’ipocrisia la propria cifra di “stile”.
Qualcuno, a volte, definisce il mondo del calcio un circo. Forse l’eccessiva presenza di “nani e ballerine” di cui è eccessivamente popolato potrebbe farlo sembrare tale, e forse a volte lo è. Per fortuna, ogni tanto, arriva qualcuno a ricordarci che non necessariamente e sempre è così. Per questo diciamo grazie a Claudio Marchisio, alla forza mediatica del suo gesto, alla qualità dei mille significati che sottende, solo alcuni dei quali abbiamo tracciati qui.
Da Pianetaempoli e, crediamo, da parte di tutti gli sportivi empolesi, un sincerio augurio di buona vita.
Grande Marchisio.
E grande Fabrizio.
L’unico che sa scrivere su questo sito.
(Non se l’abbiamo a male gli altri).
ahahhah si si sa scrive solo lui ehhhhh
Bellissimo articolo. E onore a Marchisio.
Grande marchisio.
Ha dimostrato molta più riconoscenza lui verso empoli che ci è stato un anno a 20 anni rispetto a molti che qui sono stati più anni.
E bell articolo di fioravanti.
sottoscrivo e condivido in pieno
Un grande in bocca al.Lupo a Marchisio che ringrazio per averci sempre ricordato e voluto bene..Grande uomo
FIORAVANTI BELL’ARTICOLO, DIFFICILE.NON ESSERE DACCORDO CON QUANTO ESPRIMI
Meno male. Almeno smetterete di parlare di lui come di un probabileed auspicabile
acquisto per il mercato di gennaio. Non potevo più di queste voci senza senso..
Marchisio un signore. E anche oggi alla conferenza di addio ha rammentato Empoli oltre ovviamente alla Juve. Gran bella persona.
Due grandi Fioravanti come giornalista e Marchisio come calciatore e uomo evviva tutti e due auguri per il futuro.
Marchisio grande giocatore e grande uomo.
Tanti Auguri per il futuro, magari da allenatore.
Gran bella persona. Ricordo con piacere quando lo accompagnai al circolo di Santa Maria per una delle tante serate organizzate dal centro di coordinamento. Fu puntuale e di parola come tutte le persone di livello. Sicuramente farà bene anche fuori dal rettangolo di gioco. Complimenti a Fabrizio per l’articolo.
👏👏👏
Giusta interpretazione
Giovinco/Marchisio fu proprio un gran bel vedere!
Claudio, si come giocatori di calcio è vero, però come persone, Marchisio è tutta un’altra cosa, il piccoletto, si credeva un campione e quando giocò qui come avversario non si degnò neppure di un saluto, al contrario Marchisio sembrava uno di noi.
Mi ricordo un suo palo contro Milan o juve, non so dire contro chi con prevcisione…. Quell’anno li si retrocesse per un punto, sebbene si aveva uno squadrone…
Il palo era contro il Milan, partita che poi perdemmo. Tirò una legnata dalla 3/4.
Ogni volta che è tornato, ha salutato con eleganza e sincerità….. grande persona prima che grande calciatore.
Una volta gli ho fatto tunnel con un brick di estatè…però non lo ha detto nella conferenza, l invidia una brutta bestia