“Puoi sbagliare la moglie ma non il portiere e l’attaccante”. Questa storica citazione di Pantaleo Corvino, divenuta ormai celeberrima, oltre a essere largamente condivisibile, è rapportabile alla situazione attuale dell’Empoli. Perché la squadra azzurra, dopo aver portato a termine un’altra miracolosa salvezza, deve essere ricostruita quasi completamente. I tanti addii fanno parte del gioco, dell’essere Empoli. Ogni anno la dirigenza è costretta a tirare fuori qualche coniglio dal cilindro per poter competere. La storia ci ha dimostrato che talvolta questo esercizio è riuscito, talvolta è sorta qualche difficoltà. Fermo restando che l’Empoli non possiede risorse economiche di rilievo e che quindi deve farsi venire qualche brillante idea, la pianificazione sarà fondamentale. La dirigenza, nella persona del nuovo direttore sportivo Gemmi, dovrà essere brava a individuare gli elementi giusti da consegnare a D’Aversa. L’errore più grave sarebbe quello di acquistare giocatori in ruoli già coperti o che non siano funzionali al gioco del neo allenatore.

In questo momento l’Empoli deve costruire la sua intelaiatura, il suo scheletro. La scelta del portiere non è affatto banale: che sia un numero uno di esperienza o un giovane di prospettiva, la scelta deve ricadere su un giocatore di qualità. Sarà difficile – per non dire impossibile – trovare un nuovo Vicario, ma la dirigenza deve essere consapevole che dal portiere dipendono le fortune di una squadra pericolante come la nostra. Stesso discorso per la questione-attaccante. Da questo punto di vista arriviamo da due annate a dir poco disastrose, l’attacco è stato il vero punto debole dell’Empoli. Ma se nella stagione di Zanetti la squadra riusciva comunque a segnare con le seconde punte (vedi Cambiaghi), in quella appena trascorsa i numeri sono stati a dir poco impietosi. L’attacco va rifondato, perché Caputo e Shpendi non possono bastare per salvarsi in Serie A.

Il primo mattoncino per la ricostruzione deve riguardare portiere e attacco, su questo non ci piove. Al di là dei nomi che ogni giorno vengono accostati agli azzurri, servono idee chiare e programmazione mirata. L’ossatura della squadra non può assolutamente essere sbagliata.

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Empolese DOC e da sempre tifoso azzurro, è un amante delle tattiche e delle statistiche sportive. Entrato a far parte della redazione di PianetaEmpoli.it nel 2013, ritiene che gli approfondimenti siano fondamentali per un sito calcistico. Cura molte rubriche, tra cui i "Più e Meno" e "Meteore Azzurre.

18 Commenti

  1. per la porta lo fo io il nome Oliwier zych, del puszcza niepolomice a 13 km da casa mia, sono i cugini di campagna in salsa polacca. 20 anni e alto 193 cm, era agli europei come 4th portiere, raramente in polonia i portieri sn scarsi! Vai Gemmi con 5 pancali di chianti lo porti a casa, provaci, se ti serve un traduttore io ci sono!

  2. Bisogno dar tempo alla squadra di amalgamarsi…. questo ci impone la necessità di far presto e bene…. cosa assai difficile….

  3. Articolo chiaro e condivisibile. Mi chiedo: ma non sarebbe stato bene scriverne uno simile quando era ben chiaro (cioè, da sempre) che.il centravanti ci mancava?

  4. O finalmente articolo chiaro e che parla di programmazione e pianificazione il minimo per una squadra di serie a parola sconosciuta a molti che dicono che non si deve e non si può programhare

    • Io sono uno di questi. Non si può programmare nel calcio e specie a Empoli in serie A. Te sei l ultimo della banda, non puoi sorprendere o passare avanti a nessuno. Se il 27 maggio hai programmato una linea già il 5 giugno ti è saltata perché Nicola ti ha fatto marameo. Se avevi in mente Esposito, tratti 15 gg con l Inter e poi forse lui ci ripensa. Già ti saltano 2 nomi la programmazione va a farsi benedire. E sai in un mese quante liste di nomi avranno fatto in società che poi non sono andati in porto? Te fai un conto e poi ti diventa un contadino. Anche le buone cose a volte vengono x caso perché hai perso un giocatore e ti butti su jn altro perché quello è rimasto e poi ti funziona. Non puoi programmare. Puoi avere una linea di pensiero/economica ma non puoi programmare

      • Beh, credo che in tutti i campi della vita, un minimo di programmazione sua necessaria.
        Non dico ci debba essere “un piano industriale”, ma comunque neanche improvvisazione…

  5. Io credo che occorre avere un DS, un allenatore con le idee chiare, un paio di moduli intercambiabili, avere un’ossatura di una dozzina di giocatori di proprietà e poi cambiarne 7/8 ogni anno ed in quei 7/8 giocatori ci dovrebbe essere una lista dove in ogni ruolo da coprire sei magari su 2/3 giocatori e se salta il primo c’è il secondo e poi il terzo.
    Poi capita che finisca un ciclo e quindi magari i cambiamenti sono maggiori. Ma noi è il terzo anno che rifondiamo e in questo stiamo un pò troppo esasperando le logiche del calcio.

    Se ti salta Nicola può essere normale andare su D’Aversa, siamo passati prima dal cercare Di Francesco ed io non lo trovo cosi strano visto che con una squadra da ricostruire potevano alternativamente andare su nuovi giocatori di un tipo o di un altro, ma dà l’idea di idee poco chiare.
    Vorrei da ora in poi che le idee fossero chiare sulle caratteristiche da prendere questo si e non andare su un Colombo di turno perchè Esposito non vuol venire tanto per fare un esempio.

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