Cento milioni per rendere meno traumatico un divorzio altrimenti avvelenato da code legali e battaglie di politica sportiva. E’ la proposta avanzata dalla Lega di serie A ai cadetti che non hanno ancora digerito lo strappo di fine aprile quando la massima divisione decise di separarsi eleggendo come presidente Maurizio Beretta. Ora l’ex dg di Confindustria ha ottenuto dal governo la promessa di un grimaldello che potrebbe sbloccare la situazione aprendo alla nuova Premier all’italiana un cammino senza eccessive opposizioni all’interno del sistema calcio: una modifica della Legge Melandri che permetta di devolvere alla serie B il 7.5 per cento del ricavato della vendita dei diritti tv. Una cifra che, alla luce dell’accordo con Infront a partire dal 2010, si avvicinerebbe ai 75 milioni all’anno, ai quali si aggiungerebbero circa 12 milioni della quota Coni e introiti derivanti da un maggior sfruttamento commerciale del campionato cadetto.
La legge Melandri dovrebbe essere rivista nella parte in cui prevede il versamento di un 10 per cento al calcio minore, diviso tra serie inferiori (6%) e progetti relativi ai giovani (4%). Dopo la modifica, la B diventerebbe la destinataria prevalente di questo contributo di solidarietà con possibile compressione dei finanziamenti previsti per la Lega Pro (possibile il rischio di scaricare qualche metro più a valle un’eventuale guerra tra “poveri” del nostro calcio). La proposta è stata illustrata ieri ai due rappresentanti dei cadetti arrivati in Via Rosellini: il presidente dell’Albinoleffe, Gianfranco Andreoletti, e il direttore di gestione del Vicenza, Paolo Bedin.
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