Christian Pasquato lascia l’Empoli per approdare alla Triestina. Con lui tiriamo le somme della sua esperienza toscana, ma guardiamo anche al passato ed al futuro.
Cosa provi per questo passaggio alla Triestina?
“Mi fa piacere. Ho fatto questa scelta nella speranza di trovare un po’ più di spazio perché credo che i giocatori giovani come me debbano giocare e maturare il prima possibile”.
All’Empoli ti sei trovato ai margini dopo aver iniziato bene
“Ho giocato con il Torino alla seconda, sono andato in Nazionale e poi ho perso il posto. La squadra ha iniziato a fare poi risultati con una determinata formazione e il mister, anche giustamente, ha pensato di andare avanti così”.
Ti sei già allenato con la Triestina?
“Sì, ho già fatto due allenamenti con i miei nuovi compagni”.
Speri di giocare già oggi?
“Ancora non si sa nulla, ma lo spero. Ho tanta voglia di riscattarmi e spero che il mister scelga me, ma se non sarà così non c’è nessun problema”.
Qual è stata la prima sensazione conoscendo mister e compagni?
“In realtà ci conoscevamo già, se vogliamo, perchè ci troviamo ogni anno sui campi di gioco. Qualche ragazzo lo conoscevo meglio e mi ha aiutato a integrarmi, ma sono stato accolto bene da un gruppo fantastico”.
Chi conoscevi?
“Rocco Sabato, che era con me a Empoli l’anno scorso e Riccardo Brosco con cui ho giocato nelle nazionali giovanili”.
Come arrivi a Trieste?
“In prestito con diritto di riscatto e controriscatto”.
Il tuo obiettivo a fine stagione?
“Voglio far bene, ma non penso al futuro. E’ giusto vivere alla giornata. Oggi sono a Trieste e devo dare il massimo perché in un anno e mezzo di Empoli non ho dimostrato tanto”.
Come valuti il tuo anno e mezzo ad Empoli?
“E’ stata un’esperienza positiva, sono stato con un gruppo straordinario e mi è dispiaciuto più per i compagni andarmene. E’ stata un’esperienza che mi ha fatto capire tante cose e arrivo qui con più esperienza”.
Parliamo di te, come ti descrivi?
“Sono una seconda punta o trequartista. Posso anche giocare esterno d’attacco e sulle punizioni me la cavo abbastanza bene”.
Tu hai esordito in A, con la Juventus, con Ranieri. Com’è stato?
“Ho giocato a Milano con la Primavera e, al termine della partita, Ferrara mi ha detto che il giorno dopo sarei dovuto andare con la prima squadra. Pensavo fosse una cosa come mi era già capitato: andare in panchina o a fare il diciannovesimo, ma poi sono entrato trenta secondi al posto di Del Piero. E’ stata un’emozione grandissima perché lui è stato da sempre il mio idolo. Una cosa a cui tengo tantissimo”.
Che emozione hai provato quando hai sentito lo speaker?
“Mi sembrava di non capire nulla. Non sapevo se era vero e comunque avevo brividi fortissimi. Tutto lo stadio, poi, era in piedi ad applaudire Del Piero e questo mi ha trasmesso una forza grandissima. Uscendo lui mi ha sorriso ed abbracciato, non potevo essere più contento”.
Con Ranieri che rapporto hai avuto?
“Ho trascorso anche un ritiro estivo, mi ha dato molta fiducia facendomi giocare e ho fatto otto gol nelle partite estive. Non posso che ringraziarlo”.
Che effetto ti fa vedere la Juventus in difficoltà?
“La cosa non mi preoccupa perché penso che nel calcio ci siano sempre alti e bassi. I tifosi, ovviamente, pretendono che la squadra vinca, ma in squadra ci sono tanti campioni e sono convinto che usciranno da questa piccola crisi, se così si può chiamare. La squadra c’è, l’allenatore anche e nel lungo tempo non possono che fare bene. Non dimentichiamo, però, che se dovessero vincere anche solo la Europa League sarebbe un traguardo comunque molto importante”.
Tu hai conosciuto Ferrara, che rapporto hai con lui? E come valuti il rapporto che ha con i suoi ex compagni?
“Io avevo un buonissimo rapporto, ogni volta che mi serviva un favore o avevo un problema chiamavo lui perché era il nostro punto di riferimento. L’ho avuto anche come allenatore in un torneo e il rapporto si è fortificato. Magari posso capire che i giocatori si trovino un po’ in difficoltà, ma questo non è un problema. Potrebbe essere un vantaggio perché, se qualcuno ha qualcosa da dire, lo può dire senza problema”.
Quindi non credi che ci sia qualcuno che non lo vede come allenatore?
“Lo devono accettare in ogni caso. Anche il più bravo allenatore di questo mondo non sarebbe primo o comunque più avanti in questo momento. Il calcio è fatto di tante piccole cose che possono farti vincere o perdere le partite”.
Il settore giovanile della Juventus si dice sia il top, condividi?
“E’ straordinario. Ti mettono a disposizione tutto e tutti, per qualsiasi cosa hai disponibilità di persone e mezzi. Vinovo, poi, ha tutto e l’importante è essere umili lavorando con tanto impegno per crescere”.
Fra i tuoi allenatori c’è stato Chiarenza, come lo vedi?
“E’ stato il mio penultimo allenatore. Abbiamo fatto un anno buono e mi ha fatto crescere molto come tutti gli altri allenatori che ho avuto”.
Il tuo sogno è tornare alla Juventus?
“No, più che un sogno è un obiettivo. Ho trascorso cinque anni splendidi a Torino e sto lavorando per poterci tornare come giocatore vero. E’ una cosa difficile lo so, ma ce la metterò tutta per far vedere il mio valore”.
Fra tante richieste perché hai scelto la Triestina?
“Bisogna vedere effettivamente tutte queste richieste (ride ndr). So che la Triestina aveva parlato con la Juventus prima che partisse il mercato ed inoltre so che anche mister Somma mi voleva molto”.
Fonte: tmw