Ultima trasferta stagionale, almeno per quanto riguarda la regular season, e andiamo nella non vicina Avellino.

Stemma Città di AvellinoAvellino è capoluogo dell’Irpinia e conta circa 58.000 abitanti. Collocata lungo la catena dell’Appennino campano, è circondata dai Monti Picentini e dal massiccio del Partenio.

 

E’ circondata a nord est dal Montevergine che sorge a oltre 1.400 m di altezza s.l.m. ed è attraversato dal percorso fluviale del Rigatore e del S. Francesco. La sua felice posizione è anche il punto di congiunzione tra importanti vie di comunicazione.

Le principali attività economiche si basano sull’industria delle cartiere, delle ferriere e della lavorazione delle lane. Rinomate sono inoltre le nocciole avellane che vengono coltivate nella campagna circostante.

Storicamente Abellanum venne conquistata dai Romani nel 265 a.C. e nell’82 fu dichiarata da Silla capoluogo della colonia Livia. Nel corso del Medioevo la città conobbe l’ invasione dei Longobardi e dei Goti.

Giunti nella splendida città di Avellino possiamo iniziare la nostra visita dalla Cattedrale che fu riaperta dopo il terremoto del 1980. Notevole è la grande facciata neoclassica che ha origini risalenti al XII secolo.

 

All’interno possiamo trovare il coro ligneo del Cinquecento, sotto la cripta, ristrutturata nel secolo XVII vanta origini romaniche.

Merita una visita il Museo provinciale Irpino, ospitato nel palazzo della Cultura, è suddiviso due i settori: arte moderna e archeologia.

Nella sezione moderna troviamo dipinti di scuola napoletana del ‘600 e ‘700, porcellane e un suggestivo presepio del ‘700. Nel secondo settore sono presenti oggetti antichi dell’Irpinia, risalenti al periodo Neolitico e alla tarda età romana.

Molte statuette in legno provengono dal santuario della dea Mefite, nella valle di Ansanto; visibile è una raccolta di ceramica attica, aretina e di tipo italiota.

Da non perdere il Duomo, che venne eretto in onore dell’Assunta nel XII secolo. Restaurato dopo il terremoto del 1980, conserva ancora un altare maggiore, decorato da un coro cinquecentesco e un originale tabernacolo opera di Giovanni da Nola.

Consigliamo inoltre la visita al Santuario di Montevergine, e al Museo dell’Abbazia.

Passeggiando per la città non si può non notare uno dei simboli di Avellino: la torre dell’Orologio. Questa svetta sulle abitazioni del centro storico con i suoi 40 metri di altezza, venne costruita nel ‘600 in stile barocco.

Altro simbolo cittadino è la fontana dei Tre Cannoli, venne ristrutturata sotto la dominazione dei Caracciolo che chiamarono ad operare l’architetto bergamasco Cosimo Fanzago.

Per quanto concerne la sosta culinaria, conisgliamo una sosta alla ” Trattoria Martella”, che riesce ancora a proporre piatti da archeologia dei sapori, come i bucatini al soffritto o gli gnocchetti ‘allardiati’. Tra i secondi, salsicce con peperoni o baccala’ Si conclude con un assaggio di formaggi e salumi irpini o con una fetta di sbriciolata di ricotta e cioccolato. Adeguata la selezione di’ vini.  Il locale è sito in via chiesa conservatorio al 10.

Conosciamo meglio l’impianto sportvio che ci ospiterà, ovvero lo stadio “Partenio”.

Progettato da Costantino Rozzi, ospita dal 1970 le gare casalinge della squadra dell’Avellino. La sua capienza è di 26.150 posti.

È composto da due curve formate da due anelli: Curva Sud (ospitante gli Ultras locali), e Curva Nord, al fianco della quale vi è il Settore Ospiti (ospitante i tifosi ospiti); vi sono inoltre due tribune: Tribuna Terminio formata da due anelli (su quello superiore è situata la Sala Stampa) e la Tribuna Montevergine formata da un solo anello e coperta (ospitante le autorità).

Il 5 febbraio 1986 ha ospitato la nazionale italiana per la partita amichevole Italia – Germania (1-2).

Il 16 maggio 1990 ha ospitato la finale di ritorno della Coppa UEFA tra Juventus e Fiorentina (0-0).

Negli anni in cui l’Avellino giocava in serie A (dal 1978 al 1988), il Partenio è stato sempre gremito e la sua capienza era di 42.000 spettatori circa.

Tra la Curva Nord e la Tribuna Montevergine c’è un’opera in cemento armato commemorativa della strage dell’Heysel del 1985, realizzata da Giovanni Spiniello dal nome Heysel 85, per non dimenticare. L’opera è stata presentata in mondovisione in occasione dell’amichevole tra Germania e Italia del 5 febbraio 1986.

 

nel video la sintesi del match d’andata

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