Abbiamo incontrato mister Mario Cecchi nel pomeriggio del raduno della Primavera, la sua nuova squadra per la prossima stagione sportiva.
Per chi, come noi, segue il mister da diversi anni, e lo ha visto fare bene, molto bene, sia con i Giovanissimi che con gli Allievi, la scelta di affidare la squadra “ammiraglia” a Cecchi sembra indovinata. Oltre a possedere una indiscutibile preparazione sul piano tecnico-tattico mister Cecchi è sempre riuscito a dare alle sue squadra quel carattere e quella personalità che saranno indispensabili per ragazzi che si affacciano alle soglie della prima squadra. Senza dimenticare che le sue squadre hanno sempre fatto vedere un buon calcio, divertente, veloce, fatto di tecnica ma anche di molta sostanza. Insomma, per premesse per far bene ci sono tutte; ppoi, coem sempre, sarà il campo a dire l’ultima parola.
Ti senti pronto per questa tua nuova avventura?
Intanto ringrazio la Società che mi ha dato questa opportunità perché comunque è una responsabilità. Allenare la Primavera dell’Empoli è importante. Mi sento pronto perché dopo nove anni un po’ di esperienza credo di essermela fatta anche se, va detto, per far bene ci vuole senz’altro grande disponibilità da parte dei ragazzi. Questo sarà il mio obiettivo: di metterci grande passione, che certo non mi manca, e dedizione al lavoro. Credo che insieme ai ragazzi si possa fare un buon lavoro. D’altronde i ragazzi, chi prima o chi dopo, li ho avuti quasi tutti e quindi abbiamo il vantaggio di conoscerci a vicenda. Speriamo perciò di creare un bel gruppo, tra me, i miei collaboratori, i ragazzi e cercare di fare i migliori risultati possibili. E con questo intendo dire che, nel Settore Giovanile, la crescita dei ragazzi vada di pari passo anche con i risultati: se cìè una crescita dei ragazzi arrivano anche i risultati e se ci sono i risultati vuol dire che i ragazzi stanno crescendo.
Hai allenato i Giovanissimi, gli Allievi ed arrivi ora alla Primavera. Quale secondo te la differenza sostanziale tra queste Categorie?
E’ l’approccio. I Giovanissimi sono ragazzi che si stanno trasformando in uomini e quindi, rispetto a loro, lì c’è da gestire i problemi legati all’età, alla crescita psico fisica da bambini ad adolescenti. La Primavera è l’ultimo gradino per arrivare poi al calcio professionistica: qui si tratterà di adattare i ragazzi ad un lavoro che sarà più complesso, con altri ritmi ed altra intensità. Sono stato un po’ di tempo a vedere la prima squadra perché, dopo tanto tempo che faccio il Settore Giovanile, avevo bisogno di vedere il tipo di atteggiamento che hanno le prime squadre in modo che, se il mister Sarri chiamerà i nostri ragazzi, questi devono essere già pronti e adattati a fare un lavoro da prima squadra.
Alcuni tuoi ragazzi oggi non ci sono proprio perché sono con la prima squadra…altri non ci sono perché vengono da lontano….Diciamo che la preparazione non è iniziata a pieno organico
Ci si adatta. Il Settore Giovanile è adattamento e noi sappiamo che dobbiamo essere un serbatoio per la prima squadra. Quando mister Sarri chiama i ragazzi nostri bisogna cercare di essere adattabili a quelle che sono le esigenze della prima squadra. In questo momento perciò ci sono dei ragazzi che sono “sopra” e quando il mister lo riterrà opportuno ce li restituirà. D’altra parte questo lavoro di team sarà per tutta la prossima Stagione Sportiva e per questo è giusto adattarci già da questo periodo.
Quest’anno la squadra Primavera, sulla carta, parte con una buon organico…con delle buone prospettive..Tra l’altro, come dicevamo, al 90% sono ragazzi che hai già allenato e che conosci già. Hai degli obiettivi minimi che ti poni per la Stagione prossima?
Guarda, io credo che nel calcio parla sempre il campo. E te lo dimostra quello che mi è successo l’anno scorso con gli Allievi Nazionali: una squadra con dodici ragazzi sotto età, partita perciò con grandi incognite e con molti dubbi e che è arrivata ad un soffio dallo scudetto. Perciò io non voglio precludermi niente e non prometto niente perché poi parla sempre il campo. Quello che noi dobbiamo fare è avere grande disponibilità, cercare di migliorarci, lavorare tutti i giorni in maniera molto pignola e avendo cura di tutti i particolari, impegnarci sempre negli allenamenti. Poi, come dice una frase famosa, “il lavoro paga”. Ecco, credo che questa sia la verità.
Il Campionato inizierò il 24 agosto. Che tipo di preparazione farai da oggi a quella data?
Faremo 15 giorni di ritiro qui a Monteboro con due allenamenti al giorno, uno la mattina ed uno la sera. In questi 15 giorni faremo uno stacco di un giorno, probabilmente la prossima domenica. Poi la terza settimana ci saranno un po’ di amichevoli e vediamo a quel punto lo stati fisico dei ragazzi. Faremo allenamenti aerobici, sulla corsa, di forza alternando questo lavoro agli altri lavori normali di preparazione come fanno tutte le squadre.
Un’ultima cosa. Con ragazzi di questa età, ormai adulti e alle soglie del calcio professionistico, su cosa dovrai lavorare maggiormente?
Credo che la testa sia importante. E la responsabilità, la maturità che i ragazzi devono avere in campo e agli allenamenti. Devono abituarsi ad adattarsi anche durante le partite alle situazioni che si verificheranno perché solo adattandosi, solo avendo l’umiltà che un dato momento può richiedere, puoi superare le difficoltà. Se mancano queste caratteristiche muori sulla difficoltà. Credo quindi che l’adattamento a livello mentale della squadra sia la cosa più importante. Poi le qualità dei ragazzi ci sono. Vediamo se riusciamo a giocare bene, perché se cerchiamo di giocare e ci riusciamo alla fine vengono anche i risultati. Il nostro obiettivo deve essere quindi quello di divertirsi giocando.
Fabrizio Fioravanti