Da Monteboro
Intervista di Fabrizio Fioravanti
–
Abbiamo incontrato a Monteboro, in occasione del raduno della sua squadra, Simone Bombardieri, nei allenatore dei Giovanissimi Nazionali. Bombardieri non è un volto nuovo nel settore Giovanile azzurro, come lui stesso ci dirà nel corso dell’intervista, ma è nuovo il suo debutto nel “mondo” delle squadre “nazionali”. Affronta con grande serenità questa opportunità che la Società gli ha giustamente offerto, ma la affronta anche con la giusta determinazione e con il “piglio” di chi crede nel proprio lavoro e nei sui ragazzi.
–
Simone Bombardieri, è il tuo esordio sulla panchina dei “Giovanissimi Nazionali”, anche se non sei certo nuovo nel Settore Giovanile azzurro. Raccontaci in breve la tua storia di mister.
Sono arrivato ad Empoli nel 2000 per cui parto con l’undicesimo anno di lavoro. Ho iniziato con le categorie dei più piccoli: ho fatto quattro anni di Esordienti, dai “C” ai Professionisti, e da lì, dopo tre anni di esordienti ho fatto i Giovanissimi B fino quest’anno…quando c’è stata questa “promozione” ai Giovanissimi Nazionali, con i quali spero di fare bene.
–
Come stai vivendo questa “promozione”, come l’hai chiamata tu?
La sto vivendo con emozione ma anche con la serenità giusta, nel senso che ho voglia di rimanere quello che sono perché è sì una categoria importante ma alla fine voglio farmi trovare pronto e perciò metterò tutto me stesso per far bene.
–
Che tipo di allenatore è Simone Bombardieri? Voglio dire…quali aspetti cura del giocatore e della squadra?
Prediligo la personalità anche se l’aspetto principale a livello calcistico è l’aspetto tecnico perché sono partito con le fasce di età più piccole nelle quali la tecnica e la tattica individuale sono i primi obiettivi. Quest’anno sicuramente ci sarà da curare anche la tattica collettiva ma dal punto di vista del lavoro sicuramente la tecnica sarà sempre messa in primo piano e subito dopo sarà da curare la personalità del ragazzo che è un aspetto molto importante su cui si punta.
–
E’ importante quello che dici perché spesso, anche nelle squadre del Settore Giovanile, c’è una cura eccessiva dell’aspetto fisico rispetto alla tecnica per cui si evadono volte giocatori fori sul piano atletico ma carenti sotto quello squisitamente tecnico..
Noi puntiamo molto, anche per quella che è la filosofia della Società, sull’aspetto tecnico, specie ad Empoli e specie quando si ha a che fare con i giovani. Più che i ragazzi crescono più che ci deve essere una cura maggiore degli aspetti tattici e fisici ma senza dimenticare mai la tecnica, che è il “pane” quotidiano di queste categorie.
–
La Società ti ha dato degli obiettivi particolari?
Sempre quello di far crescere i giocatori, sia dal punto di vista tecnico che della personalità. Dopo di che, essendo questa una categoria nazionale, ci teniamo a fare bella figura in Italie e speriamo di arrivare alle fasi finali.
–
Simone Bombardieri ha un suo obiettivo?
L’obiettivo mio è quello di far crescere i giocatori e di fare bene. Diciamo che è una scommessa quella che l’Empoli ha fatto con me e che io vorrei vincere. Sono diversi anni che sono qui ed è stato dopo anni di lavoro che ho avuto questa “promozione”, come si è detto all’inizio. Direi quindi che il mio desiderio, più che il mio obiettivo, è quello di ripagare la Società di questa fiducia che mi ha dato.
–
Quali sono le difficoltà maggiori che un allenatore trova ad avere a che fare con ragazzi così giovani…in un’età molto particolare e difficile nella crescita?
Le difficoltà maggiori sono quelle dovute al punti di vista fisico: il dover affrontare una disparità di crescita dal punto di vista fisico tra i vari ragazzi. Non tutti i ragazzi hanno lo stesso sviluppo e quindi ci troviamo spesso a dover gestire un lavoro diverso tra ragazzo e ragazzo, proprio perché nello sviluppo c’è chi è più avanti e già formato e chi invece è più indietro. Il gruppo di quest’anno lo conosco già e so già che c’è qualche ragazzo che è indietro con lo sviluppo e quindi sarà il caso di gestire bene i carichi di lavori diversi tra loro e gli altri che sono più avanti. Un altro aspetto importante è quello della personalità perché questa è una annata dove a livello umano avviene anche una maturazione cerebrale: si comincia a capire cosa vuol dire fare il giocatori professionista, dedicare la propria vita ed i propri interessi a questa passione.
–
Hai in testa un modulo?
Prima di tutto sono curioso di vedere i nuovi innesti che ci sono, di vedere le caratteristiche che hanno…perché magari qualcuno lo ho visto ma non in maniera approfondita. Come modulo si dovrebbe comunque partire sulla scia dello scorso anno, con un 4.2.3.1 dato che lo scorso anno giocavo con la maggioranza dei giocatori che ho adesso a disposizione e già conoscono il modulo. Va detto però che, in considerazione dell’età che hanno i ragazzi, più che di moduli bisogna cercare a far sì che i giocatori siano collocati nelle posizioni giuste e che possano così trovare dei giusti obiettivi da perseguire.