L’ondata di commozione e coinvolgimento che ha attraversato il Paese dopo l’omicidio di Giulia Cecchettin non poteva lasciare inerme la Lega di A. Già pronta a scendere in campo per la lotta alla violenza sulle donne nella tradizionale giornata di campionato all’insegna di #unrossoallaviolenza (iniziativa giunta alla settima edizione), stavolta l’associazione dei club incrementa le attività. In collaborazione con WeWorld le attività si moltiplicano.
I calciatori e gli arbitri scenderanno in campo con un segno rosso sul viso, i capitani di tutte le squadre porteranno al braccio la fascia simbolo della giornata e, prima della partita, indosseranno insieme agli arbitri, grazie alla collaborazione di Figc e Aia, una speciale t-shirt con la scritta «Il calcio dice NO alla violenza contro le donne»; al momento del sorteggio del campo, i due capitani leggeranno un messaggio e in televisione, in Italia e all’estero, andrà in onda una grafica dedicata a #unrossoallaviolenza; in ogni stadio il podio portapallone e la lavagna luminosa per le sostituzioni saranno personalizzati con l’adesivo dell’iniziativa; sui maxischermi sarà trasmesso lo spot della campagna e lo speaker della squadra di casa leggerà un messaggio per sensibilizzare i tifosi presenti sugli spalti; nel pre e post gara, infine, i dirigenti, gli allenatori e i calciatori che si presenteranno ai microfoni per le interviste di rito porteranno sulla propria giacca l’adesivo di #unrossoallaviolenza e leggeranno un appello per fermare ogni forma di violenza sulle donne.
Tutti palliativi che non servono a niente…quello che veramente ci vorrebbe è la “certezza della pena” cosa che in Italia “non esiste”…quando uno viene condannato all’ergastolo dovrebbe scontare interamente la pena e cioè non uscire più di galera altro che “riti abbreviati”…sconti di pena o altro…oppure come fanno in Texas ed il problema sarebbe risolto alla radice!
D’accordo con te.