Come abbiamo scritto nel nostro articolo del 20 ottobre scorso l’Empoli abbandonò il vecchio “Castellani” il 3 giugno 1962 disputando quel giorno la sua ultima partita (Empoli – Sarom Ravenna 1-0) che, pur vinta, non bastò ad evitare agli azzurri la retrocessione in Serie D.
Lo Stadio che avrebbe ospitato le partite del futuro Campionato di Serie D nella Stagione 1962/63 si stava finendo di costruire all’interno di quella che sarebbe poi stata la Zona Sportiva, nella parte nord est della città, a fianco di quello che è oggi lo Stadio “Castellani”. E fu probabilmente per questa sua contiguità con quello che sarebbe diventato lo Stadio maggiore che il piccolo Stadio che da lì a poco si sarebbe inaugurato fu chiamato dal passa parola delle gente “Sussidiario”, a sottolienare implicitamente la sua funzione di sussidarietà che avrebbe svolto negli anni a venire nei confronti del futuro Stadio “Castellani”.
Nei primi tempi il “Sussidario” (lo si vede anche dalle cronache dell’epoca)
non aveva alcun nome, era semplicemente lo “Stadio Comunale” e, a dire il vero, tale nome porta ufficialmente ancora. Come spesso accade (era accaduto per il vecchio “Castellani” e per il nuovo, fino al 1984) è il popolo, la gente comune, che imprime un nome alle cose: lo fa per legare una cosa ad un simbolo, ad un personaggio, ad un frammento della sua storia o per definirne l’uso, la funzione, come appunto successo per il “Sussidario”.
Questo campo non fu la realizzazione di un intervento specifico per fare un campo sportivo ma nacque all’interno di un progetto che disegnava una intera area della città. Nacque, appunto, come campo sussidario, in attesa che venisse ultimata la costruizione di quello che poi sarebbe diventato lo Stadio “Castellani”. Si stavano costruendo la Zona Sportiva e creando i presupposti per il futuro quartiere di Serravalle: fu una scelta di programmazione urbanistica (e, direi, anche culturale) che le Amministrazioni Comunali degli anni ’50 fecero, anche se inizialmente sotto la spinta di un diniego del CONI ad ampliare ad usi sportivi l’area intorno al vecchio Stadio. Fu quindi sì – almeno al suo avvio – una scelta indotta da cause esterne ma poi fu gestita con oculatezza e capacità di programmazione, con la volontà di dare alla alla città un nuovo volto, una nuova area dove espandersi, andando ad individuare una parte di territorio da destinare sì ad usi sportivi (Stadio, Campo da tennis, Palazzetto e, in un primo progetto, pure la piscina – che comunque sarebbe stata costruita successivamente non lontano -)
ma anche per consentire alla città uno sviluppo a nord est anche per per rispondere alle esigenze abitative che il crescente numero di abitanti richiedeva. Là sarebbero state costruite abitazioni private, in forma cooperativa o secondo i dettami dell’edilizia popolare e pubblica quali agevolate dalle leggi negli anni ’60 e 70’.
Affidiamo a successivi articoli la storia della Zona Sportiva, articoli che abbiamo già scritto nell’agosto del 2019 e che andremo, se del caso, a rivisitare ed aggiornare, quando riproporremo di nuovo la storia del “Castellani”, quello di adesso..
Il “Sussidiario” fu dunque previsto già nella relazione dell’Arch. Gambassi del 1955, là dove scrive che “…data l’importanza sportiva della popolazione di Empoli, si è preferito affiancare un campo di allenamento a quello delle gare. Detto campo di allenamento è (del resto) tutto simile a quello sopra descritto….”. Il campo fu dotato di una palazzina per gli spogliatoi (ancora in piedi) e che svolgerà questa funzione per oltre 30 anni, fino all’inizio della alla Stagione, 1997/98, quando l’Empoli tornò in Serie A per la seconda volta nella sua storia e spostò gli spogliatoi nel sotto Tribuna Coperta.
Lungo il lato del terreno di gioco, dalla parte opposta degli spogliatoi, era stata costruita una gradinata in cemento che è rimasta in piedi, purtroppo molto fatiscente negli ultimi anni, fino al luglio 2016.
Nel corso del 1964 fu costruita anche una tribuna in tubi innocenti che rimase per un po’ anche dopo il trasferimento della prima squadra al “Castellani”.
Fu dunque il “Sussidiario” ad ospitare la prima gara ufficiale dell’Empoli lontano dal vecchio “Castellani”: Stagione 1962/63., Empoli appena retrocesso dalla Serie C e precipitato nella Serie D. Intorno alla squadra c’era molto scetticismo me fu spazzato via subito alla prima di Campionato: che coincise anche con l’inaugurazione del nuovo impianto: 23 settembre 1962, Empoli – Sangiovannese 1 – 0, rete di Riccomini al 90’. Presidente
dell’Empoli era Dino Mugnaini. In panchina Aldo Puccinelli. Mi ricordo benissimo: ci fu una esplosione di gioia incontenibile, il gol all’ultimo secondo fu visto come un segno di buon augurio. E così fu. Sarà quella la Stagione dello spareggio promozione per la Serie C a Genova contro i sardi del Tempio Pausania: 9 giugno 1963, 2-0 il risultato finale per gli azzurri (gol di Gori al 37’ e di Bertini al 90’).
Sarà quella l’ultima partita che gli azzurri hanno giocato tra i dilettanti fino ad oggi. Da allora 57 anni sono passati e l’Empoli ha conosciuto per tanti anni la Serie C ma anche la Serie B, la Serie A, addirittura l’Europa. Capolavoro assoluto di Bini prima e di Fabrizio Corsi poi tenere per mano e far crescere nel calcio una piccola realtà come Empoli, senza mai conoscere l’onta del fallimento, mentre anche intorno a noi abbiamo visto precipitare negli abissi squadre ancor più blasonate di noi, alcune precipitare tra i Dilettanti, squadre che per anni ci avevano fatto compagnia in Serie A, Serie B o Serie C.
Caro, vecchio “Sussidario” che, tra le tante cose, ha sì visto le meraviglie di Mario Bertini, passato poi agli onori del calcio mondiale, ma anche la grinta di Pasquale Malvolti (“Pasqualino”), la velocità di Fracassa, i gol di Ferrario, la classe di Pelagotti, le mani prodigiose di Baroncini… e mi scuso con tutti quelli non citati. Me li porto nel cuore di vecchio tifoso: i loro volti, le loro giocate, le gioie e le tristezze vissute insieme, loro in campo e io, bambino che si avviava all’adoloescenza, in quella vecchia gradinata che adesso non c’è più
Il “Sussidiario” sarà ancora per due stagioni consecutive la casa dell’Empoli.
Al “Sussidiario” gli azzurri disputeranno l’ultima gara il 9 maggio 1965: Empoli – Forlì 2-1, gol di Peronace al 22’ e di Ferrario al 34’, accorcia Danieli al 52’. Presidente azzurro ancora Dino Mugnaini, in panchina prima Franco Grillone e poi Mario Castaldi, “Tizzone”, personaggio ancora nel cuore di molti tifosi azzurri che hanno i capelli bianchi, una specie di Carletto Mazzone ante litteram.
Ho scritto ultima gara ma in realtà l’Empoli al Sussidario ci ritornò qualche anni dopo, il 28 marzo 1982, quando il terreno del “Castellani” fu reso inagibile da un’ invasione di chiocciole…e l’Empoli incontrava la capolista schiacciasassi Atalanta in una lotta che per gli azzurri valeva punti per la salvezza. Finì 0-0 e le chiocciole, dal lunedì, videro bene di andarsene.
Dopo il “trasferimento” della prima squadra al “Castellani” il “Sussidiario” ha ospitato molte gare del Settore Giovanile dell’Empoli, soprattutto della “Primavera”, fino al 2006, quando verrà aperto il Centro Sportivo di Monteboro e anche quella squadra abbandonerà il vecchio campo. E ciò avvenne non senza qualche polemica e venatura di nostalgia da parte di tanti tifosi che andavano al campo il sabato, quando la “Primavera” giocava in casa, ed avevano modo di vedere in anteprima i talenti di domani: i vari Caccia, Montella, Di Francesco, Di Natale…
Il “Sussidario” è rimasto il campo degli allenamenti, e comunque anche un lugo di aggregazioone e di incontro per tanti tifosi. La Tribuna in tubi innocenti scomparve qualche tempo dopo che la squadra abbandonò il campo trasferendosi al “Castellani”, mentre la gradinata, dopo che anche la “Primavera” si trasferì a Monteboro fu abbandonata a se stessa e conobbe
uno stato di degrado pietoso. Una mattina di luglio 2016 l’Empoli FC mandò alcuni mezzi meccanici ad abbattare tutto per creare il “parterre” che vediamo ancora oggi, da dove i tifosi e la stampa possono assistere agli allenamenti della squadra. Si aprì un breve contenzioso con il Comune ma poi, secondo l’usanza ialiana, tutto finì a tarallucci e vino. Peccato aver visto scomparire in questo modo un pezzo di storia della città e dei tifosi: la gradinata avrebbe sicuramente meritato una maggiore attenzione e cura e non di conoscere l’onta delle ruspe.
Per FABRIZIO:
oltre ai complimenti per il bellissimo articolo mi permetto di segnalare che Empoli-Atalanta del 28/03/82 non finì 0-0, ma 2-2 (vincevamo noi 2-0). Lo dico, non solo perché ho seguito il link al tuo articolo che parla di quella partita, ma anche perché c’ero, in gradinata, al sussidiario… e detto fra noi, le chiocciole al Castellani non ci sono mai state!
Presente ….partita fantastica
appunto…mi sembrava 2-2 anche a me…i bergamaschi erano in fondo al rettilineo del sussidiario
in pratica eravamo tutti insieme..qualche tifoso disse che con l’ombrello si poteva addirittura
punzecchiare il guardaline..l’empoli tiro’fuori tutta la rabbia agonistica per fare risultato..
Vero…un refuso! 2-2…ennesimo capolavoro di Silvano Bini
Il karma di S. Bini:
Bisogna tenere i piedi ben piantati x terra,
Non fare mai il passo più lungo della gamba,
E tenere un occhio fisso al bilancio……con questo credo dalla C alla A e una società con un fortissimo settore giovanile. Fabrizio poi ha massimizzato questa filosofia e i risultati sono sotto gli occhi di mezza Italia
Giornalismo e ricerca. Grazie Fabrizio per questi articoli.
Bellissimo articolo complimenti!
Si è vero,2a2,con i tifosi bergamaschi alla rete dietro la porta,con il …. pullman
Indimenticabile quella partita. Dove si dimostra che anche a Empoli il pubblico vicino al campo potrebbe valere diversi punti in più….
il campionato 1962-63 è l’ultimo campionato di serie D disputato dagli Azzurri, ma il campionato di 4^serie non era dilettanti (come è attualmente), perché fino alla fine degli anni 70 la serie D come la serie C faceva parte della lega SEMIPROFESSIONISTI e non della lega Dilettanti.
2 a 2 goal di campilongo e meloni. E se non sbaglio nell Atalanta giocavano Mutti e Foscarini. Ero uno dei pochi giovani presenti allora allo stadio…. Sigh bei tempi!!! Ma se volete ridere andate su Wikipedia alla pagina dell Atalanta della stagione suddetta e leggete quanto scrivono sulla partita giocata su un campetto di un oratorio…..
Campetto o non campetto, per l’Atalanta siamo un’autentica bestia nera. Da sempre!