Dopo la cronometro riparte dalla Toscana il Giro del Centenario. Dal mare di Lido di Camaiore al capoluogo della regione, Firenze, città di respiro e notorietà internazionali.
Una tappa che, dal punto di vista altimetrico, consente un po’ di respiro dopo l’intenso sforzo richiesto dalla prova contro il tempo del giorno precedente.
Camaiore ed il suo omonimo Lido rinnovano così un altro appuntamento con il grande ciclismo a testimonianza di un saldo legame affettivo che s’esprime ogni anno, all’inizio d’agosto, con il gran premio città di Camaiore che propone il tradizionale circuito del monte Pitoro – quasi uno stadio calcistico – e, d’inverno, il premio Sport e Cultura dove sovente il ciclismo è protagonista. La cronosquadre vinta dalla Carrera nel 1987, il successo di Missaglia nel 1997, quello del belga Verbrugghe 2002 e, da ultimo, lo sprint vincente di Napolitano su Mc Ewen e Petacchi (che qui abita) nel 2007, costituiscono i precedenti della corsa rosa a Camaiore.
E’ la Versilia ed il suo spettacolare ambiente fra grandi arenili, dolci colline e il maestoso sfondo delle Apuane con i suoi marmi ad offrirsi all’inizio della tappa. Forte dei Marmi, Marina di Carrara, Massa, Querceta – sorta d’omaggio ad un “senatore” della corsa rosa come Giacomo Fini -, Capezzano Pianore, Camaiore paese dove, in località Nocchi, è nato l’ex iridato dilettante Francesco Chicchi, buon velocista, il Montemagno e, seguendo la strada Freddana, puntare quindi su Lucca, ricca di storia, di monumenti d’attività varie. Capannori, il comune più popoloso della provincia lucchese, Altopascio che richiama alla mente l’olimpionico della 100 chilometri e vincitore di una Vuelta Espana, Marco Giovannetti,, e quindi la provincia di Firenze. Galleno ricorda Luca Scinto, Fucecchio luogo nativo d’Andrea Tafi ma, in altri ambiti, d’Indro Montanelli. Il grande giornalista e scrittore è stato anche inviato speciale al Giro d’Italia ed ha sempre riservato attenzione ed interesse per il ciclismo. Si passa per l’importante città di Empoli e Montelupo Fiorentino che ricorda, con le famose ceramiche, il G.P. di Montelupo, corsa professionistica disputata dal 1965 al 1984 sull’onda dell’entusiasmo per Franco Bitossi, l’estroverso “cuore matto”, eccellente e longevo professionista, originario di queste zone. Tutto il territorio attraversato dalla tappa vive, sempre e comunque, il ciclismo con straordinaria passione e viva partecipazione. Dopo Signa si entra nei viali fiorentini per raggiungere il traguardo che, per tradizione, si trova nel magnifico contesto delle Cascine, dove ha sede anche un glorioso velodromo.
Già nella prima edizione Firenze fu sede di tappa con la vittoria di Ganna che si ripeté l’anno successivo. Galetti, Girardengo, Brunero, Gay, Binda, Maini, Olmo, Guerra, Bergamaschi, Bartali (due successi nella sua città per il grande campione), Bizzi, Renzo Zanazzi (altra doppietta), Conte, Alfredo Martini (proprio il C.T. per antonomasia), De Santi, Corrieri, Ciampi e Binggeli sono i vincitori, con nomi anche di grande prestigio, fino al 1965 ed alcuni con pregevoli bis. In tempi più recenti è Francesco Moser, nel 1973, a firmare qui la sua prima vittoria al Giro ed è ancora il campione trentino ad affermarsi nel cronoprologo d’avvio Giro nel 1979 e poi Freuler nel 1984, Piasecki nel 1989 e, infine, nel 2005, Zabriskie.
Firenze, con i suoi affascinanti tesori di tutte le arti, la sua precipua vocazione culturale e turistica che richiama visitatori da tutto il mondo, aspetta con impazienza il Giro d’Italia e non solo il rosa presente ma anche un futuro iridato.