Gaffe della Gazzetta, ma l'Empoli va in finale lo stesso!

Gli azzurri hanno raggiunto la finale del Campionato Allievi 2014/15 ed è questa la notizia più importante. I ragazzi di Bigica e Cupi hanno vinto la resistenza dell’Inter dopo una vera e propria battaglia, prolungata ai supplementari e culminata nei calci di rigore. Se da una parte la gioia è straripante per la finale raggiunta, dall’altra dobbiamo segnalare una cosa antipatica avvenuta quest’oggi.

Sul sito della Gazzetta dello Sport, il quotidiano sportivo più famoso, in un articolo a firma Francesco Oddi si parlava delle due semifinali. Il titolo è abbastanza sintomatico della considerazione che l’Empoli aveva alla vigilia di questo incontro. Nel pezzo si parla addirittura di “Inter, che ha scavalcato i giallorossi al primo posto, costringendoli a sfidare la prima dell’altro girone (il Milan ndr), ore 18 a San Quirico d’Orcia, invece di un Empoli più umano”.

Un episodio, come ripetiamo, si poteva evitare perché, come ben sappiamo, le partite vanno giocate e vinte sul campo: non esistono match facili o “più umani”, due squadre devono comunque scendere sul rettangolo di gioco e giocarsi le proprie chance. Quella della rosea è stata una gaffe abbastanza grande, la classica buccia di banana. Forse addirittura ci ha portato bene, visto il risultato finale – e ha portato bene pure ai giallorossi, visto che la finale sarà Roma-Empoli – ma bisognerebbe imparare a non lasciare nulla di intentato in quello che si scrive. Perché altrimenti si rischia di fare una doppia figuraccia. E soprattutto perché non lo merita chi va in semifinale e, pur non avendo i nomi altisonanti di Inter, Milan e Roma, si va a giocare un traguardo importante come il campionato Allievi. Pur vero che siamo una realtà piccola, ma per una squadra che arriva, dopo un campionato di vertice e un secondo posto del girone, la considerazione e il rispetto sono FONDAMENTALI.

A questo punto, visti i risultati, ci augureremmo quasi che la Gazzetta facesse un titolo simile a favore della Roma, ma forse è meglio tornare sui binari della correttezza.

Simone Galli