“Offerte serie e concrete non ne sono arrivate, perciò a 32 anni ho deciso di fare una scelta di vita e avvicinarmi a casa pensando alla famiglia”. L’ex Empoli Andrea Cristiano, azzurro poche stagioni fa in Serie B, giocherà per la prima volta in Serie D e indosserà la maglia dei toscani del GhiviBorgo, formazione inserita nel girone E che quest’anno è stato denominato ToscoLigure per la presenza di formazioni del granducato e della Liguria. In carriera oltre 250 presenze tra i cadetti con le maglie di AlbinoLeffe, Ascoli, appunto l’Empoli, Pro Vercelli e Varese per l’esterno sinistro, che ha scelto di cambiare vita anche a causa di alcuni malcostumi che attanagliano il nostro calcio.
Come mai questa decisione?
“Mi reputo un professionista e non era più possibile continuare a farlo in Lega Pro (Serie C), perciò continuerò da appassionato per ritrovare il gusto di giocare a calcio. Quella passione che negli ultimi due anni mi é un po’ andata via dopo le ultime esperienze…”.
Cosa le ha soffocato la passione per il pallone?
“Sono rimasto scottato dalla vicenda di Varese dell’anno scorso, dove ci hanno preso in giro. Ci siamo spalmati lo stipendio, rinunciando a parecchi soldi perché ci avevano garantito che sarebbe servito per l’iscrizione. Invece la società in estate è stata ceduta a dei soggetti sconosciuti stranieri e alla fine non si è iscritta. Siamo rimasti tutti in mezzo a una strada, perdendo un mucchio di soldi. In B e Lega Pro non si guadagnano grosse cifre e quando per mesi non ricevi lo stipendio le difficoltà quotidiane delle famiglie sono reali”.
Soprattutto in Lega Pro assistiamo ogni estate a vicende del genere.
“Purtroppo sta diventando una abitudine. Storie simili che si ripetono ogni anno. Tolte le 7-8 big che puntano a vincere, in Lega Pro il livello tecnico si è abbassato molto. Ormai non c’è differenza con la D nè dal punto di vista economico nè di competitività”.
Come spiega questo calo della terza serie?
“Semplice, il livello tecnico si è impoverito. Non si sceglie più un giocatore perché è forte e ha determinate qualità, ma per altri motivi…”.
A cose allude?
“Gente che viene con lo sponsor per essere ingaggiata oppure presa perché qualcuno deve un favore a qualcun altro. Si va avanti per raccomandazioni e non per capacità”.
Da alcuni anni queste voci si rincorrono sempre più insistentemente.
“Non c’è piú meritocrazia. Il mio è uno sfogo: non è che pretendessi chissà cosa, ma neanche una chiamata dopo 250 partite in B e otto mesi l’anno scorso alla Lupa Roma in terza serie mi hanno ferito. Potevo ancora essere utile a qualche squadra”.
Per il futuro che progetti ha?
“Con mia moglie Costanza avrei preferito impostare e fare questa scelta fra un paio d’anni. A 32 anni pensavo di avere ancora 3-4 anni di carriera davanti. Non ho dormito per diversi giorni prima di fare questa scelta. Mi piacerebbe aprire insieme a lei una attività lavorativa. Mia moglie ama gli animali, io sono più propenso a un negozio di sneakers sportive. Sono la mia passione”.