I due principali broadcaster fanno la migliore offerta sulla piattaforma altrui.
Tanta confusione regna nell’assegnazione dei diritti televisivi per il periodo 2015-2018. Sky e Mediaset si sono fronteggiate senza esclusioni di colpi, ma sullo sfondo c’è il rischio di una guerra legale totale: nel pacchetto A (base d’asta 274 milioni medi annui), destinato al satellite, Mediaset si è spinta sino a 350 milioni, appena sotto Sky, a quota 357; nel pacchetto B (stessa base di 274 milioni), destinato al digitale terrestre, Sky ha sbancato con 422 milioni, con Mediaset (280) che si è fatta superare pure da Fox (400). In entrambi i casi Sky ha offerto di più ma Lega e Infront avevano concepito il bando nell’intenzione di assegnare a due soggetti diversi i due pacchetti – principe, quelli con 4 delle 5 big (Juve, Milan, Inter, Napoli) e 8 squadre in tutto per un totale di 248 partite, in modo da tenere vivo il mercato ed evitare di dover trattare in futuro con un monopolista. In fase di stesura, Antitrust e Agcom avevano suggerito una vendita per piattaforma e non per prodotto richiamandosi all’articolo 9 comma 4 del Decreto Melandri: “È fatto divieto a chiunque di acquisire in esclusiva tutti i pacchetti relativi alle dirette”.
Sul tavolo dell’advisor Infront sono arrivate offerte per circa 1,1 miliardi di euro a fronte di una base di gara di 980 milioni annui che comprendeva i diritti esteri. Secondo quanto si apprende da fonti vicine al dossier, la gara è quindi addirittura più ricca del previsto ma, a pochi giorni dall’assemblea che dovrebbe assumere una decisione, per ora alla Lega non si festeggia. Accettando l’offerta più ricca, il timore è quello di aprire la strada a un ricorso incrociato tra i due contendenti: del resto sarebbe ancora più rischioso respingerla visto che la gara aveva per obiettivo massimizzare l’offerta. Del resto Sky, a quanto si apprende, non acquista i diritti sul digitale per metterli nel cassetto.
Di certo lo scenario attuale, come riporta Adnkronos, potrebbe preludere a una guerra legale, dagli esiti incerti.
Stefano Scarpetti
scusate l’ignoranza ma devo porgere una domanda
ma una singola societò si può rifiutare di vendere i suoi singoli diritti se non è soddisfatta dalla quota che gli spetta?
Ci sono le riunioni di Lega proprio per questo.