A cura di Claudio “Freccia”

Gruppo principale: Ultras Avellino 1912

Altri Gruppi/compagnie esistenti: Bua Band, Vagabonds Piazza di Pandola, Vecchia Guardia, Rebels 1990, A399, Bar Club Boys, Quelli di Sempre, Montemiletto, Arcella Boys, Old Style ‘91, Vecchie Macchie, Irpini del Nord, Girls Avellino, Irpine Maniere,Supporters Biancoverdi, Montoro, Cervinara, Gente Selezionata, Votta Votta, Mucchio Selvaggio, Follemente Innamorati, Bad Wolf, I Lupi Montemarano, Nusco Biancoverde, Banzano Biancoverde, Veterani, Castel San Giorgio Biancoverde    Politica: apolitici, con all’interno correnti sia di sinistra che di destra.    Settore: Curva Sud, tranne gli ultimi tre gruppi sopramenzionati nei Distinti.

Amicizie: –Casertana: vecchia amicizia, piuttosto solida, risalente agli anni 80-90, dovuta forse principalmente alla rivalità comune verso i salernitani. Gemellaggio storico specie con i Fedayn Bronx Caserta, ma ultimamente si sente parlare “solo” di forte amicizia. I Green Dragons erano direttamente gemellati coi South Kaos Caserta e spesso si scambiavano visite. In Avellino-Spal 04/05 esposta la scritta d’incoraggiamento per un periodo difficile dei rossoblu “Caserta rialzati”. Nel febbraio ’17 esposta la scritta “Libertà per i fratelli avellinesi”. Nel gennaio 2016 presenti al “Partenio-Lombardi” per il derby con la Salernitana. –Messina: solida, ancorché sentita amicizia, che dura ormai dal 1991, all’insegna delle reciproche visite e scambi, dovuta soprattutto al fatto che i loro più acerrimi nemici sono palermitani e salernitani, che erano a suo tempo gemellate e che odiavano al tempo stesso messinesi e avellinesi. Basti ricordare che in un Avellino-Messina del marzo 1991, le due tifoserie cantavano all’unisono “Chi non salta è di Salerno, e chi non salta è di Palermo”, che fece tremare tutta la città, tanta era la rabbia per le due comuni rivali. L’amicizia si regge comunque su basi solide, con diversi punti di affinità, dalla mentalità ultras alla comune appartenenza meridionale. In Messina-Avellino 2000/01, l’amicizia che lega le due tifoserie è stata cementata con un giro di campo coi bandieroni e scambi di sciarpe. Gli irpini esposero, durante la gara, lo striscione “Amicizia e rispetto per i padroni dello Stretto”, i messinesi “Benvenuti lupi”. Ultimamente però il gemellaggio è meno forte, tramutatosi in normale amicizia o buoni rapporti. Esposto in Avellino-Pisa 12/13 lo striscione “Auguri Nocs!”. In Milazzo-Avellino 10/11 era presente la scritta “Nocs”. Solidarietà verso i messinesi per la mancata iscrizione della loro squadra in Lega Pro nel luglio 2017. –Bologna: amicizia sbocciata 2-3 anni fa, principalmente tra “Beata Gioventù Bologna”, gruppo adesso autosospesosi a tempo indeterminato, prendendosi una pausa di riflessione, e Ultras Avellino 1912, riconosciuto da tutta la tifoseria bolognese. Molte le visite reciproche in questi anni e striscioni di solidarietà della Beata Gioventù verso gli avellinesi. Pezze bolognesi in Cesena-Avellino (3-1) del 15 settembre ’17. In Bologna-Avellino 16/17 esposta dai bolognesi la scritta “Tendenza ormai diffusa, diverse città stessa ipocrisia. Tieni duro fratello irpino”. Bolognesi presenti a Brescia al fianco degli avellinesi nel gennaio ’17 e nel derby Avellino-Salernitana del gennaio ’16. –Cavese: amicizia dovuta all’odio comune verso i salernitani e ad una determinata “concezione” del movimento ultras; amicizia rafforzata dalla tragedia del giocatore Catello Mari, scomparso diversi anni fa in un incidente stradale, a cui è intitolata la curva della Cavese. In Avellino-Cavese 06/07 esposto a suo ricordo lo striscione “Sempre onore a chi lotta per una maglia, due colori, un ideale, onore a Catello Mari…ultras in campo”. I “New Bush” (nome italianizzato “nuova macchia”) erano, diversi anni fa, in contatto diretto con gli “Ultrà Cava”. –Juventus: vecchio gemellaggio, siglato soprattutto tra i Fighters Juve e il Commando Green Stars, nel tempo poi sbiadito e quasi dimenticato, maturò per la solidarietà del dopo terremoto, per l’intesa tra le due società ed anche per il punto salvezza nel famoso Juve-Avellino 3-3 del 78/79. Poi nel ’90, quando la Juve disputò ad Avellino, causa squalifica del campo della Fiorentina, il ritorno della finale di Coppa Uefa, che finì 0-0, ma che vide la Juve vincitrice della Coppa avendo vinto 3-1 all’andata a Torino, il pubblico avellinese abbracciò idealmente i tifosi della Juventus e fu una bolgia infernale, con gli avellinesi che diedero una grossa mano nel tifare. Da allora, però, soprattutto perché le due squadre, militando sempre in categorie diverse, non si erano più incontrati, rapporti si erano alquanto raffreddati, tanto che non si parlava più di gemellaggio ma di flebile amicizia. Ma nel dicembre 2013, in occasione degli ottavi di Coppa Italia 13/14, l’amicizia tra i padroni di casa e gli avellinesi, tantissimi e coloratissimi allo Juventus Stadium, dove hanno fatto davvero un bel tifo, si è potuta di nuovo rinsaldare, coi tifosi bianconeri che intonavano “Tornerete in Serie A”, verso la macchia verde irpina. Striscione avellinese nell’aprile ’17: “Un vichingo non molla mai…Loris tieni duro” –Sambenedettese: amicizia e forte rispetto, nato quando gli avellinesi parteciparono ai funerali del leader della curva della Samb.se Massimo Cioffi, nel 2004, precipitato dal secondo anello della curva Nord. In Avellino-Samb.se 04/05 venne esposto dagli irpini lo striscione “L’ideale non muore: Cioffi vive”, con i sambenedettesi che risposero con “Il vostro gesto mai nessuno dimenticherà…rendiamo onore alla vostra mentalità! 23/11/04 grazie Curva Sud! Onda d’Urto”. Ai funerali i sambenedettesi, per ringraziare della presenza gli irpini, esposero fuori la chiesa lo striscione “Rispetto e lealtà abbiamo riconosciuto, agli amici d’Avellino il nostro saluto!”, mentre in Avellino-Samb.se 06/07, i padroni di casa scrissero “Il suo ideale sopravvive nei nostri cuori la sua passione illumina il nostro cammino, Massimo Cioffi vive”. –Den Haag: in occasione di Avellino-Novara di sabato 24 febbraio ’18, sono stati ospitati in Curva Sud alcuni tifosi olandesi dell’Ado Den Haag, squadra di Serie A olandese, tra l’altro gemellati da tanto tempo con gli juventini, per festeggiare la forte amicizia coi supporters avellinesi. Il legame è nato da quando alcuni tifosi dei lupi hanno fatto visita agli olandesi durante un loro match di campionato, per esprimere solidarietà ad un tifoso di 26 anni del Den Haag, prematuramente scomparso. –Frosinone: ottimo rapporto d’amicizia che dura ormai da qualche anno. In Frosinone-Avellino 16/17 striscione dei frusinati “Stessi valori e ideali…un saluto agli avellinesi”. –Nocerina: vecchio rapporto di buona vicinanza nato nel ’78. Li accomuna l’astio verso i granata salernitani. Molossi presenti nel derby con la Salernitana al “Partenio-Lombardi nel gennaio 2016. –Ischia: vecchio legame, ora sbiadito, anche perché le due squadre ultimamente non si sono incontrate spesso. Gli Eterni ’91 erano fortemente amici loro. Una volta, contro la Reggina, fecero visita ai biancoverdi. –Atalanta: qualche annetto fa nacque una sorta di amicizia-reciproco rispetto con loro, ed in trasferta a Catania, dove i biancoverdi  erano in circa 170, venne esposto lo striscione “Brigate” in segno di solidarietà nei confronti del “Bocia”, grande capo-ultrà atalantino che aveva da passare grossi guai giudiziari. Dopo la partita di ritorno Playoff Albinoleffe-Avellino (2-3), del giugno 2006, che decretò la retrocessione dell’Avellino in C1, appena usciti dallo stadio, gli avellinesi trovarono una decina di ultras dell’Atalanta, tutti con la maglietta “Brigate”, coi quali si strinsero la mano e chiacchierarono per un bel po’ di tempo, andando anche a finire a mangiare panini e bere birra insieme.. Cremonese: i “Red & Grey Supporters” Cremona, vecchio gruppo scioltosi alcuni decenni fa, avevano un amicizia con gli avellinesi. Il 7 ottobre 1984, pochi giorni dopo che a Milano perdesse la vita Marco Fonghessi al termine di Milan-Cremonese, la tifoseria irpina espose a Cremona lo striscione “Avellino ricorda commossa Marco Fonghessi”. In Cremonese-Avellino

17/18 esposto lo striscione “30/09/84 Cremona non dimentica, grazie Avellino!”.       Stima/reciproco rispetto: Udinese: i “New Bush” erano in stretto rapporto d’amicizia coi North Boys Udinese, roba di fine anni 80-inizio 90. Ancona.

Rivalità: –Salernitana: fortissimo odio, rivalità acerrima, antichissima, regionale. Due tifoserie con diverse mentalità In Salernitana-Avellino 95/96, in un “Arechi” quasi esaurito, con tifo di prim’ordine di entrambe le fazioni, si segnalarono tafferugli tra tifosi irpini e polizia, con scontri fuori dallo stadio e 15 ultras diffidati. Nel ’91, all’”Arechi” di Salerno, sotto la curva ospite si presentò il Siberiano, capo-ultrà salernitano, scomparso purtroppo alcuni anni fa, per sfottere e cercare la rissa. Si narra che ne prese tante e che gli venne sottratto tutti gli striscioni. L’esperienza più celebre resta quella del 95/96. Da settimane i salernitani facevano i bulletti, andando ad Avellino ad infastidire anche la gente che non c’entrava nulla col calcio. Si dice che partirono in tre, destinazione “Arechi” e, una volta lì, scavalcarono e puntarono dritto verso lo sgabuzzino, rubando uno stendardo 6×1, che poi, la domenica, appena entrate le squadre in campo, lo incendiarono con una torcia. Gli “Executors”, diversi anni fa, vi persero lo striscione, ed anche quello degli “Allupati” finì in mano salernitana. Forti incidenti a Salerno nel 90/91 e, nel proseguo degli anni, andava sempre peggio. In Avellino-Salernitana 06/07, gli avellinesi esposero gli striscioni: “Nuova squadra, nuovo logo…nuova società, ma quale ‘a difesa della nostra città’, leva quella pezza ed abbi un minimo di dignità”, in riferimento al tale striscione che i salernitani esponevano in quel periodo, e “La nostra terra ci dà da mangiare, il vostro mare…un posto dove pisciare”. In Avellino-Salernitana 03/04, solita “guerra” a colpi di striscioni al vetriolo, di stampo irpino: “Se non era x Carraro…oggi andavi a Catanzaro…”, “Scusate l’assenza di coreografia: a noi l’essere, a voi l’apparire”, “Ripescaggio con gioia ultima vergogna della tua misera storia” e “Noi Serie B Tim, voi Serie B Tar”. Incidenti allo stadio anche in quella gara. Striscione avellinese a Salerno nel settembre ’15: “Spero cambi il vento…la tua puzza mi sta uccidendo”.-Benevento: rivalità acerrima, di campanile, antica, molto sentita. Ad esempio in Avellino-Benevento 2000/01 gli avellinesi esposero gli striscioni di scherno “Curva Nord ore 15: sagra di conigli”, Stregone facci una magia…sparisci” e “Quanta merda di fronte a noi”, mentre i beneventani, detti appunto “stregoni”, esposero “1 anno no 1 anno sì: ad AV il tifo è così”, accusando gli irpini di essere troppo umorali. Striscioni ironici anche in Avellino-Benevento 11/12: “Ma quale gloria…quale storia?! di voi nel calcio che conta nessuna memoria”, coi beneventani che rispondono con “Storia, cultura, tradizione…Sannio Regione!”. Rubato alcuni anni fa uno striscione avellinese esposto poi in curva sannita. In Benevento-Avellino 04/05, i sanniti di casa esposero “Problemi d’insonnia? contatevi le pecore!” e “Se del calcio siete la storia meglio perder la memoria”, mentre gli avellinesi risposero con “Ci siamo sempre scontrati col celerino, per una volta…vieni avanti cretino”. In Avellino-Benevento 04/05 gli irpini esposero “Totale indifferenza per la vostra inconsistenza”; si verificarono scontri tra tifosi, venne rubata una pezza beneventana dagli irpini. Nel 16/17 esposto a Avellino “Ma quale gloria…quale storia ?! di voi nel calcio che conta nessuna memoria” e 15/16 “87 anni per andare in B…ora altri 87 per diventare ultras. Forza ragazzi siete sulla buona strada!”. Solidarietà espressa dalla Sud ai sanniti colpiti dall’alluvione nell’ottobre ’15. –Savoia: antica, sentita rivalità regionale. Derby sempre infuocati, con striscioni sempre irriverenti, anche di cattivo gusto, come il “Pedofili” degli avellinesi ai savoiani nel 2000/01. Sempre nella stessa stagione, a Torre Annunziata, fu consentito ai tifosi ospiti di raggiungere il settore loro riservato “passeggiando” sotto la curva e i distinti dello stadio “Giraud”, danneggiando auto e motorini. A fine gara la rabbia degli ultras oplontini venne sedata solo dall’intervento delle forze dell’ordine, che permisero dopo ore l’uscita dei circa 300 avellinesi. Pochi giorni dopo, in Coppa Italia, Savoia e Avellino s’incontrano nuovamente, ma di tifosi avellinesi non se ne vede. –Napoli: rivalità sentita, regionale; per gli avellinesi, peccando forse un po’ di presunzione nei confronti delle altre compagini campane, il loro vero derby è col Napoli. E parlando di Avellino-Napoli, viene subito in mente la tragica morte nel 2003 del ventenne tifoso napoletano Sergio Ercolano, precipitato nel vuoto durante scontri tra tifosi e polizia, il cui decesso non ha trovato ancora giustizia. L’astio tra le due tifoserie, dopo quella tragedia si è allentato non poco comunque. Si ricorda poi, diversi anni fa, lo scontro sulle gradinate della Nord del “Partenio”, epico, tra avellinesi e napoletani per lo striscione “Metal Hurlant”, che i partenopei cercarono di rubare senza riuscirci. Ma all’origine della rivalità c’è il cattivo comportamento dei napoletani ad Avellino in un derby perso da loro 3-0, nell’81/82, dando vita a spiacevoli incidenti, che da allora hanno rovinato, senza motivo, i rapporti tra le due tifoserie, per poi prestare il fianco a polemiche e fomentare altre violenze. –Taranto: nei primissimi anni 90 si presentarono a Taranto in circa mille; la polizia non interveniva nonostante arrivassero pietre. Nel 2° tempo gli venne tolto lo striscione “Kaya” dai tarantini, così moltissimi avellinesi scesero al primo anello per farsi giustizia e riprendere lo striscione, con la polizia che caricava i tarantini con lo striscione, che quindi venne recuperato in qualche modo, comunque non fu affatto una trasferta facile. A fine gara furono costretti ad attendere l’uscita dei tarantini, solo che, dopo alcuni chilometri, cominciarono a volare delle pietre; gli avellinesi decisero di scendere e caricare i tarantini per disperderli e, a quel punto, la polizia li ha attaccati rompendo qualche vetro del pullman. –Bari: rivalità storica, antica; il “Bronx” Avellino perse lo striscione in quel di Bari, inoltre sono gemellati fortemente coi salernitani, quindi c’è da aggiungere poco, se non il fatto che la rivalità è sempre esistita. Inoltre per Bari Avellino 14/15, nel prepartita si verifica un tentativo di assalto da parte di un gruppo di ultras baresi ad un paio di pulmini avellinesi, a cui è seguita una colluttazione “corpo a corpo” tra le due fazioni sedata solo dall’intervento, non proprio immediato delle forze dell’ordine. –Andria: il gruppo avellinese “Allucinati” si fece grattare lo striscione negli anni 90, ingenuamente ma anche in maniera “sleale” da parte del servizio d’ordine del posto. Al termine del match, fuori dal “Degli Ulivi”, gran bordello con incidenti tra gli avellinesi, che volevano andarlo a recuperare, e la polizia, ovviamente non d’accordo al proposito. In Avellino-Andria dell’anno scorso, gli andriesi erano presenti in discreto numero; gli irpini non persero tempo, punzecchiandoli con vari cori offensivi, come “Noi odiamo tutta la Puglia”, ripetuto più di una volta, al quale gli ospiti replicarono con un forte “Salerno, Salerno!” e “Noi non siamo napoletani”. Poi tirarono fuori lo striscione rubato e nell’intervallo lo incendiarono. A fine partita, grazie anche al contemporaneo 1-0 del Viareggio sul Perugia, si fa festa grande in casa biancoverde, con l’attaccante Biancolino che, con tanto di sciarpa al collo, scavalca la recinzione, entra in curva e sale fin sulla balaustra dell’anello superiore della Sud, a far festa coi tifosi. –Foggia: c’era una vecchissima amicizia, rimasta viva per qualche anno, ma nel 90/91, gli avellinesi, partiti alle 9 e trattenuti a Benevento fino alle 13,30, arrivarono a partita iniziata da venti minuti, stipati dalla polizia in uno spazio angusto in 3mila, coi foggiani che continuavano a tirare pietre senza che la polizia intervenisse. In un Avellino-Foggia di qualche anno fa esposta la scritta rossonera “fuggiaschi”. Incredibile invasione di campo il 17 giugno 2007 in Avellino-Foggia (3-0), Playoff per la B. –Pescara: vecchie ruggini anni 80-90, si narra che un anno a Pescara gli avellinesi, in una 50ina, facessero collezione di sciarpe biancazzurre. –Juve Stabia: antica rivalità regionale, di campanile. In Avellino-Juve Stabia 06/07, gli irpini, riferendosi ad un azione fatta sotto la curva loro in un amichevole estiva, esposero lo striscione “05-08-04: sotto la tua curva ci volevamo divertire, invece di lottare solo le pietre hai saputo tirare!!! Stabiese

ridicolo!”. Nella stessa gara replica degli stabiesi: “Di padre pecora di sorella scrofa…il tuo derby è a Solofra”. –Catania: vecchie ruggini, essendo nemici acerrimi dei messinesi, gemellati con gli irpini; portato spesso, in casa e fuori, lo stendardo “ Odio Ct”. In Avellino-Catania 03/04, esposta la scritta “27-5-01 via Piave mormorò…non passa lo ‘straniero’”, con la parola “straniero” scritta in rossazzurro, i colori del Catania, che rimanda a scontri avvenuti anni fa. Di certo negli anni ’80 erano battaglie.  Verona: vecchie ruggini, classico rapporto d’inimicizia tra Nord e Sud. Torino: rivalità vecchia, fin dagli anni 70-80, storica anche per l’amicizia degli avellinesi con gli juventini. Catanzaro: vecchie battaglie datate anni 80. Pisa: vecchia rivalità. Ma tempo fa esposta la scritta dagli avellinesi “Non mollare Gianluca nemico pisano!”.

Nozioni storiche del tifo avellinese: Si parla di Avellino e subito viene in mente, oltre alla tragedia del forte terremoto del 23 novembre 1980, la verde Irpinia e quella squadra magica che nel 1977/78, dopo aver conquistato la Serie B cinque anni prima, approda in Serie A, per restarci 10 anni consecutivi, un decennio fatto di salvezze dignitose, più che miracolose, facendo la voce grossa anche con le grandi, alimentando la leggenda della famosa “legge del Partenio”, dove tutte, piccole e grandi, dovevano sudare maledettamente per portare a casa qualche punto, basti pensare che la Juve, in Irpinia, in dieci anni, racimolò solo dieci punti. Riguardo al pubblico caldo e ostile di Avellino, il compianto presidente della Roma degli anni 80, Dino Viola, ebbe a dire che “L’Avellino può cambiare squadra, allenatori, tutto, ma con quel pubblico che li trascina dall’inizio alla fine, giocare al Partenio sarà sempre difficile per tutti”. Era l’Avellino di Juary, il brasiliano un po’ matto che dopo ogni goal danzava intorno alla bandierina; del povero Dirceu, morto a soli 43 anni, in un incidente stradale a Rio, mentre guidava la sua Porche; di Barbadillo, Ramon Diaz, Di Somma, De Napoli, di Tacconi, di Carnevale, di Vignola, di Tagliaferri, ecc., tutta gente tosta, che da lì spiccò il volo per intraprendere belle carriere. Avellino era ambiente ideale per i giovani che si volevano lanciare e per i più attempati che volevano chiudere in bellezza la carriera. Il primo club di tifosi irpino nasce nel 1973, sull’onda dell’entusiasmo per la promozione in B, denominato “Lupi Irpini club ‘Ubaldo Martinez’”. Poi, via via, nascevano altri clubs, come i “Lupi Irpini”, “Ciccio Cupolo”, “Gli Ultras”, il club “Fedelissimi”, “Borgo Ferrovia”, “San Tommaso”. Con l’approdo in Serie A, un gruppo di ragazzi tifosissimi dell’Avellino che si ritrovano presso la discoteca “Rendez vous”, decidono di formare il primo vero gruppo organizzato: nascono così i “Green Stars”, che già dal nome (“stelle verdi” in italiano), facevano capire il loro intento. Il ricordo più bello di quel periodo è forse quello dell’invasione di Genova, con quasi 15.000 tifosi festanti per la storica promozione in Serie A. I fondatori del Green Stars erano volonterosi, fedelissimi ai colori biancoverdi, fortemente passionali. I Bar “Broadway” e “Picone” erano i luoghi preferiti per pianificare coreografie e trasferte. Il loro stile di tifo era tra passato e moderno. Dopo di loro nascono i “Kaya”, i “Celtics”, nel ’79, gli “Executors”, i “Bad Boys San Tommaso”, il “Bronx” e i “Bush”. I primi quattro anni di Serie A furono indimenticabili per la tifoseria biancoverde, perché tutto lo stadio faceva sentire il suo calore alla squadra. Ma col passare del tempo, soltanto i gruppi della curva, divenuti sempre più numerosi, hanno continuato a incitare la squadra. La curva Nord era occupata dagli “Executors”, mentre nei Distinti prendevano posto gli “Ultras” del leader Marcantonio, oggi purtroppo non più in vita. Una delle cause della separazione era costituita dalla misura troppo lunga dello striscione “Commando Green Stars Curva Sud 1978”, che non lasciava spazio ad altri striscioni in curva. Altra motivazione era quella che sia gli “Executors”, che gli “Ultras” non condividevano alcune scelte dei Green Stars, anche se i rapporti erano comunque ottimi. Perduta,  nell’87/88, la Serie A, in cui aveva acquistato una presenza consolidata, inizia la crisi societaria, che ha avuto

un ruolo predominante alla vigilia dell’80/81. Da allora è cominciato il declino dell’Avellino, con la caduta in C nel ’92, quando fece scalpore l’episodio delle 11 croci piantate sul terreno del “Partenio” (di cui parliamo a parte), ma nel 1994, il presidente Sibilia, indimenticato per la storica promozione in A, si riprende la squadra e la riporta in cadetteria (94/95), anche se è il classico fuoco di paglia. Nelle ultime partite nasce un dissidio tra la squadra e la società, che torna subito in C. Da allora, tra tifoseria e presidente scoppia la guerra: in curva e nei restanti settori, i tifosi si contano sulle dita, la gente si disamora e per protesta non va più allo stadio. Tutto questo permarrà fino a quando Sibilia cederà la società al duo Aliberti-Pugliese, nella stagione 2000/01: il pubblico torna alla grande e si sfiora la finale Playoff. Gli attriti e le diatribe interne alla Sud, venute di conseguenza alle due retrocessioni, dalla A alla B e dalla B alla C, svaniscono. L’anno dopo entra, come consulente, l’ex re del grano Casillo, ma è un anno da dimenticare. Brutti episodi l’aggressione ai giocatori Diè e Pellicori, con schiaffi e pugni, dopo la sconfitta di Lanciano e la bomba carta fatta esplodere davanti la villetta del centrocampista Pisciotta, finiti su tutte le prime pagine dei giornali, facendo passare la tifoseria avellinese come violenta, cosa che non è. Nell’85 si formano i “Green Rock”, nati come Green Stars sez. Rock, con l’intento di distinguersi dal resto della tifoseria avellinese, come gruppo “fuori”, portando il calore avellinese in tutti gli stadi. Nell’88 nascono i Cruels, in risalto per la particolare mentalità, la presenza, anche in anni bui, la compattezza e l’amore per la maglia. Altro gruppo importante è il “New Bush Antonio Petrillo”, sorti dalle ceneri del disciolto “Bush” nel 1989, dando subito un impronta precisa, estraniandosi dalla politica e strizzando l’occhio al british style. Dal 1992/93 al 2002/03, a parte la parentesi in B del 95/96, si partecipa a umilianti campionati di C1, col pubblico che cala vertiginosamente; nel 2003 l’Avellino risale in B, ma è un fuoco di paglia, perché fa il saliscendi B-C1, per diverso tempo (dal 2004 al 2008, anno in cui viene ripescato in B al posto del Messina), ma nel 2009 arriva la retrocessione in Lega Pro. Non solo: terminata la stagione, nel giugno 2009 arriva il comunicato ufficiale sul sito internet che la società, il cui amministratore unico è Massimo Pugliese, conferma la volontà di vendere il club gratis, decisione presa subito dopo aver appurato dalla società l’esistenza di 12 milioni di €. di debiti. Nessun imprenditore è disposto a rilevare la società irpina, causando la mancata iscrizione al Campionato di Lega Pro, la vecchia C1. Il 2 settembre 2009, a causa delle vicissitudini societarie che hanno coinvolto l’U.S. Avellino, gli “Splatter 1991” comunicano il loro scioglimento, dopo essere stati per 18 anni tra i gruppi principali della Sud. Rispettivamente poi, il 24 e 29 ottobre, si sciolgono ufficialmente, per le stesse ragioni, i “Cruels 1988” e i “Bush 1989”. Successivamente, dopo la radiazione e l’abbandono dei gruppi storici della curva, nell’estate 2009 alcuni componenti di essi, unitamente alla passione dei più giovani decidono di formare un unico gruppo-guida denominato “Curva Sud Avellino”. Il resto è roba d’oggi, con la scelta di non appendere più tale striscione e di chiamarsi “Ultras Avellino 1912”.

Gruppi scomparsi, nati negli anni 70: Commando Green Stars, nato nel ’78, mentre i The Celtics sono del ’79, il gruppo si riferiva alle tradizioni celtiche e teneva fuori la politica; nasce per l’accomunanza dei miti di Avellino: i boschi, i lupi, le montagne, il freddo, le tradizioni tribali, ecc. Kaya Group, si ispirava a Bob Marley, nasce a cavallo tra gli anni 70 e 80, aveva un’ottima mentalità ultrà, si batteva contro la violenza e la strumentalizzazione politica. Ultras, nascono alla fine degli anni ’70, stazionando nei distinti.

Gruppi scomparsi, nati negli anni 80: Infernal White Green; Executors: gente tosta, ma col passare del tempo si scindono dal “Commando” e si spostano in curva Nord, quando ancora non c’era l’anello superiore; Young Executors; I Bush di S.Agata Irpina, dell’89, si sono sciolti alcuni anni fa e negli ultimi due anni di vita hanno frequentato la curva Nord, anello inferiore, mentre ora sono sparpagliati, ma molti di essi vanno ancora in trasferta, mentre i “vecchi” Bush; Cruels: nascono all’indomani della clamorosa retrocessione in B del 1988. Senz’altro un bel gruppo. Green Rock, da tre fondatori, in seguito entrò il quarto che diede vita ai Green Rock sez.Vasco Rossi; Gioventù Sudista, Trash; Bronx, si dice che il gruppo si sciolse a causa di “forti attriti” per aver perso un mezzo striscione a Bari, affidato a ragazzini senza esperienza. Station Boys Rione Ferrovia; Green Berets, in italiano “berretti verdi”; avevano una sezione a Salerno (!), il gruppo nasce a Rione Baccanico dalla trasformazione del gruppo Uragano Verde. Vicking; Brigate Ultras, poi divenute Legione Indipendente; Metal Hurlant, striscione enorme in curva Nord, con la passione per l’Heavy Metal e ovviamente per l’Avellino. Hirpus 82 Ultras Avellino, Bad Boys, I Tranquilli. Nuova Generazione Biancoverde, nell’82/83 vi furono segni di divisione nei Green Stars, ed alcuni di essi si trasferirono, insieme agli “Executors”, nella Nord, formando questo gruppo, che durò solo pochi anni, con la testa del Che Guevara al centro. Hard South Solofra; Audaci  nascono nel 1987, anno in cui si formano anche gli Alcool Korps, che però hanno vita breve, fino al settembre ’91. I Massicci, Hard South Solfora, ’89; Sturm Drang, Shit’s Band, gruppo davvero molto speciale, tra l’hippies e lo spirito Libertario Anarchico, sempre presenti in trasferta. Wolwe’s Empire, Sconvolti, Alcool Korps, Ultrà Boys.

Gruppi scomparsi, nati negli anni 90: New Bush: attingendo molto dal fertile hinterland avellinese, nascono nell’estate del ’90, avevano un’ottima organizzazione, stretti eredi dei Wild Chaos, prima, e dei Bush sezione Baiano dopo, gruppi che operavano nella curva dall’82 in poi. Eterni. Dalla fusione di Thugs, Green Hell e Sconvolts, nascono nel 91/92 gli Arrapati.

Splatter, Fedayn, Commando Ultrà Vecchia Guardia, Noxious. Out Mind, Green Spiders, Nucleo Sconvolti; Armata Brancaleone Fontanarosa, South Boys, Rebels. Cervinara Clan, Unione Biancoverde Mercato San Severino. Crazy Clan, primi anni ’90. Desaparecidos, nascono nel ’93. Nucleo Roma Biancoverde, New Generation, Esagerati. Senza Criterio. Allucinati: gruppo che si fece fregare, alquanto ingenuamente lo striscione in una trasferta ad Andria nel 2000/01; poi si sono messi con gli Station; Nucleo Roma Monteverde, Green Tuareg. Green Dragons, nati nel novembre ’92. Fu accorpato il gruppo “Marines”. Insonnia,  0825 Fans, nascono nel 2000/01, poi persero lo striscione. Bedlam: si sono sciolti nel 2002/03 dopo circa 5 anni di militanza. Arditi, Harlem, Alcool, Chiodo Fisso.

Gruppi scomparsi, nati negli anni 2000: Mai Domi, nati nel 2000. Dopo una spaccatura interna per gli scontri con gli “Esagerati” nella tristemente nota Benevento-Avellino del marzo ’02, il gruppo si è sciolto. Green Devils, Dna, Barricada, The Casuals; Irriducibili,  Alien Group, Hugo & Jego, Rizla Group; Nuova Guardia, nata nel 2009.

Altri gruppi minori scomparsi, nati tra gli anni 80 e i 90: Wolwe’s Empire, Stupefatti, Alterati, Public Enemy, Amsterdam Group, Crazy Boys, Supporters Biancoverdi, Crazy Wolf, Fronte Irpino, Sgamati.

Curiosità: -Coreografia in Avellino-Novara (2-1) di sabato scorso 24 febbraio ’18, con fumogeni verdi, in basso la scritta “Avellino & Den Haag” e un bellissimo copricurva inerente questa amicizia. -E’ stato disposto dall’Osservatorio che Foggia-Avellino del 3 febbraio 2018 si dovesse giocare a porte chiuse per la forte rivalità tra le due tifoserie. Esposti fuori dallo stadio gli striscioni “Dentro o fuori non c’importa, odio eterno per chi ci boicotta!!!” e “03/02/18: stadio chiuso, trasferta vietata…la nostra passione va rispettata”. -Il presidente Taccone è mal sopportato, inviso e contestato dalla tifoseria avellinese, che va sempre meno allo stadio, spesso semideserto. Ultimamente si dice che Aliberti starebbe facendo da tramite del gruppo Sapio per rilevare l’80% delle quote dell’Avellino. Quindi ci dovrebbe essere il ritorno di Aliberti come General Manager, Taccone al fianco di Aliberti con il 20%. Taccone dichiara invece di aver firmato un compromesso di cessione della maggioranza delle quote con Italpol Vigilanza e che resterebbe come presidente onorario. Le colpe del presidente sono quelle di parlare a vanvera, di prendere in giro, con le sue bugie da Pinocchio, la gente avellinese, che gli rimproverano l’amicizia con Claudio Lotito, patròn della Salernitana, e una forte simpatia per Salerno e la sua tifoseria. Certe sue dichiarazioni inopportune come “Senza di me l’Avellino sarebbe in quarta serie” hanno stancato gli avellinesi, che ormai non gli credono più. Una tifoseria intera, sempre meno entusiasta e sempre più confusa, non lo vuole più. A gennaio è andata in scena la telenovela di Cabezas,bravo centrocampista ecuadoregno, presentato alla stampa con una sciarpa bianco verde al collo, prima di averlo preso ufficialmente dall’Atalanta, lo scorso anno al Panathinaikos. Una pantomima colossale per giustificare settimane di trattative convulse, snervanti, febbrili. Il mercato di gennaio non ha portato i rinforzi che la piazza e mister Novellino volevano e che il presidente Walter Taccone prometteva, presidente che si lamentava dei tifosi che contestavano dicendo “Lasciateci lavorare in tranquillità”. Gli infortunati del reparto attaccanti non sono stati rimpiazzati. Taccone ha preferito ricoprire d’oro l’allenatore (250mila Euro annui) pur di evitare fastidiose ingerenze sulle scelte dei calciatori in sede di mercato. I tifosi hanno capito che l’Avellino è oberato da una montagna di debiti, sull’orlo del baratro, una società incapace e sotto molti aspetti inesistente, che non solo nuoce alla tifoseria ma anche ai giocatori, che vivono una situazione delicata e che la curva ha deciso di incitare a gran voce, dando il massimo a livello tifo, fino alla fine del campionato 17/18.  Il 22 dicembre 2017, l’imprenditore di Anzio Angelo Ferullo, in compagnia del presidente Walter Taccone, si è recato da un notaio di Avellino per liquidare il suo 15% di quote societarie e dare l’addio al club bianco verde. Alcuni giorni prima l’aut aut della Curva Sud a margine di un colloquio privato nel corso del quale è stato chiesto in maniera diretta a Ferullo di farsi da parte perché non gradito alla piazza. Un concetto espresso a chiare lettere, anche mediante contestazioni, fin dal suo avvento in seno all’organigramma dirigenziale, inizialmente con la carica di amministratore unico, alla quale aveva presto rinunciato proprio in seguito al malcontento subito creatosi nell’ambiente a causa di pregressi personali e calcistici mal digeriti dalla curva. Nel frattempo c’è stato il rischio concreto che l’Avellino venisse penalizzato di 5 punti, da scontare nel campionato 2016/17, in quanto i dirigenti di Avellino e Catanzaro si sarebbero accordati, senza riuscirvi, per far terminare sul pari l’incontro di Lega Pro Catanzaro-Avellino del 5 maggio 2013. Il processo sportivo, scaturito dall’inchiesta “Money Gate” si è chiuso nel dicembre 2017. Striscione esposto ad Arcella nel novembre 2017: “Basta lucrare sulla nostra passione: Taccone e Ferullo fuori dai coglioni”. Nel novembre 2016 alcuni pseudotifosi hanno tentato di aggredire vigliaccamente il presidente onorario Michele Gubitosa, il meno colpevole, in compagnia della moglie. Gubitosa ha offerto 600.000 Euro, più il valore nominale dell’Avellino, ovvero il capitale sociale, al netto di debiti, per l’acquisizione del 100% delle quote. -Alcuni striscioni anti Taccone: ”Un anno fa scrivemmo ‘fuori dai coglioni’…oggi ribadiamo: Taccone cialtrone, misero Pappone”, “Non abbiamo mai chiesto la promozione, ma solo rispetto per la nostra grande passione. Taccone imbroglione”,”Solo bugie e improvvisazione, mai chiarezza e programmazione. Taccone, Ariano non ti vuole!”, “Chiedi una tregua, prometti una svolta…Taccone, ma la mantieni la parola almeno una volta?”, “Il titolo regalato, due ripescaggi e una promozione…e ora vuoi sei milioni? fuori dai coglioni”, “Avellino è la nostra passione, non la tua attività, non rappresenti per nulla la nostra città. Taccone Pappone!!!”. -Nell’agosto 2017 si è svolto l’11° Memorial di calcetto “Dino Gasparro”. -Il 15 ottobre 2017 è andata in scena Avellino-Salernitana: le due tifoserie si sfidano apertamente dopo essersi rincorse nelle settimane precedenti, a suon di provocatoria “botta e risposta”. La curva di Avellino colora il settore di fumogeni verdi, qualche torcia, palloncini a tubo estesi a tutti i settori praticabili, con uno striscione che recita: “Quello che potremmo fare io e te…non si può neanche immaginare”, parafrasando uno nota hit 2017 di Vasco Rossi. Sfottò continui, bizzarro andamento della partita, da 2-0 per l’Avellino, a 2-3 per la Salenitana, che beffa gli irpini con un gol al 96’ che fa molto arrabbiare la tifoseria irpina. -Il 2 dicembre 2017 un pulmino da 9 posti, che trasportava tifosi salernitani del gruppo “Nuova Guardia” diretti a Brescia, è uscito fuori strada; nulla di grave per fortuna, solo qualche escoriazione ai passeggeri. Gli ultras avellinesi, al di là della rivalità, augura pronta guarigione ai feriti. -Prima di Avellino-Verona dell’11 febbraio 2017, sono stati “aggrediti” in auto, ad una rotonda, alcuni dirigenti sportivi veronesi, con le sciarpe gialloblù al collo, tra cui l’ex giocatore, e campione del mondo, Luca Toni e il presidente del Verona Sig. Setti. Durante la partita i tifosi scaligeri hanno apostrofato il popolo avellinese in ogni maniera, scandendo più volte la parola “terremotati”. Più che un’aggressione (fermamente condannata dal Direttivo della Sud), si è trattato del lancio di un oggetto che ha frantumato il vetro della macchina sulla quale viaggiavano i dirigenti gialloblù. Per questo gesto, deprecabile ma isolato, erano stati emessi ben 8 Daspo, colpendo il cuore della curva, salvo poi proscioglierli dall’accusa di danneggiamento e favoreggiamento per insufficienza di prove: finalmente un po’ di giustizia e buonsenso. I veronesi avevano giocato la carta del vittimismo: Toni a fine partita si era presentato a tutte le tv nazionali ed aveva innescato la bomba. La società avellinese e il sindaco Foti si erano affrettati a chiedere scusa, dimenticandosi i cori razzisti intonati, per buona parte della partita, dai veronesi. L’Osservatorio voleva chiudere la curva Sud in occasione di Avellino-Vicenza, poi decise ingiustamente di chiudere il settore ospiti per Cittadella-Avellino. -Nell’estate 2017 è già clima derby dal ritiro precampionato. L’Avellino è in quel di Cascia, la Salenitana prepara la nuova stagione a Roccaporena: appena 6 chilometri separano campo e alberghi delle due squadre campane. Nulla di strano se non fosse per l’accesa rivalità storica tra le due tifoserie che mette in allerta in allerta le forze dell’ordine. A Roccaporena si fa vivo il comandante della stazione carabinieri di Cascia, che chiede di conoscere il calendario delle amichevoli per scongiurare una pericolosa sovrapposizione con gli impegni delle due squadre, che potrebbero comportare contatti tra le due tifoserie. I carabinieri mantengono contatti continui tra le due società. -Il 6 febbraio 2016 il Novara ospita l’Avellino vincendo 4-1 e, al termine della partita una folta rappresentanza del tifo avellinese presente al “Piola” si reca nel campo dell’antistadio, lì dove abitualmente gioca la Polisportiva San Giacomo Novara, club affiliato al Novara Calcio. Giovani atleti della categoria “Esordienti” stanno normalmente giocando la loro partita settimanale contro altri ragazzini, quando all’improvviso i tifosi irpini cominciano a guardare interessati la partita, con cori e allegria riempiono di calore una semplice amichevole tra bambini, trasformando un campetto di terra nello stadio più bello del mondo, con cori, colore, addirittura fumogeni ed esultanze esplosive ai gol del San Giacomo. Un sogno incredibile per i bambini, non certo abituati a tutto quel calore. Finita la partita scoppia la festa nel post-gara: tifosi avellinesi e bambini a cantare e saltare insieme sulle note di un coro. Il legame tra San Giacomo Novara ed Avellino è cresciuto col passar del tempo e, ad un anno di distanza, i supporters irpini organizzano uno splendido fine settimana per quei bambini: venerdì 11 marzo ‘17 la San Giacomo viene accolta dai tifosi avellinesi, poi una visita al Santuario di MonteVergine; il sabato mattina si gioca invece una partita amichevole tra i novaresi e la Scuola Calcio Gigi Molino e, prima di Avellino-Novara, 31^ giornata del campionato 16/17, i ragazzi della Polisportiva San Giacomo fanno un giro di campo allo stadio. Il bello del calcio, “la favola moderna” come ha voluto rinominarla la Curva Sud Avellino, che ci teneva a far passare tre giorni di felicità a questi ragazzini, ad Avellino coi dirigenti della Polisportiva. -Uno dei punti più alti della sua storia la tifoseria avellinese lo tocca nel 2014/15, con la squadra che, arrivando ottava, occupa l’ultimo posto utile per i Playoff. Si arrampicherà fino alla Semifinale col Bologna, squadra che aveva sfidato qualche settimana prima nella regular season, gara in cui gli irpini erano in buon numero offrendo un bel colpo d’occhio. In entrambi i casi, a Bologna, gli avellinesi daranno spettacolo. Nel ritorno della Semifinale Playoff, dopo che l’Avellino aveva perso 1-0 in casa all’andata, invadono Bologna effettuando una cartata e una sciarpata mozzafiato, entrambe bellissime; sono molto compatti nel tifare e belli da vedere. Esposta la scritta “Messinesi liberi!” di solidarietà dopo i fatti di Messina-Reggina, Playout di Serie C. Sul campo, in una gara molto emozionante, vincerà l’Avellino 3-2 (traversa dell’avellinese Castaldo), ma in Finale va il Bologna per il miglior piazzamento in classifica durante il campionato. Gli avellinesi quell’anno erano davvero in forma, carichi di entusiasmo, invadendo tante città, con un tifo che spesso, dietro lo striscione unico “Avellino” che raccoglie insieme tutti i gruppi, dava vita ad una autentica bolgia. -Il 17 febbraio 2018 gli avellinesi presenti a Venezia ricordano Antonio Petrillo, a 20 anni dalla sua scomparsa, con lo striscione “Ricordarti come eri, pensare che ancora vivi, come i vecchi tempi canti e sorridi. 1998 Antonio Petrillo 2018”. -Il 2 maggio 2017 è morto mister Paolo Pagliuca, collaboratore dell’Avellino Calcio e dello Scandone Basket, a soli 59 anni, stimatissimo in città, con la passione vera per i colori bianco verdi. Apparteneva al cuore della curva, pur non facendone parte era uno di loro. Se n’è andato in silenzio, senza dar fastidio a nessuno, in punta di piedi, stroncato da una bastarda, brutta malattia, contro la quale ha combattuto a lungo. Al suo funerale un autentico bagno di folla. L’attaccante Gianmario Comi, all’Avellino nel 2014/15, dedicò a mister Pagliuca il gol che realizzò, con la maglia della Pro Vercelli, in Pro Vercelli-Avellino (1-1) il 28 febbraio 2017. Paolo ringraziò in diretta. -Un lutto, riguardante più direttamente la tifoseria, anche nell’agosto 2017 per la prematura scomparsa di Antonio “Fox”, la cui famiglia ha ringraziato per l’affetto e la grande partecipazione della curva. -Nel luglio 2013 è venuto a mancare, all’età di soli 49 anni, Uriele De Piano, fondatore dei Bush 1989 Avellino , gruppo scioltosi nel 2009, che ha fatto la storia del tifo avellinese e non solo. -La Sud, in occasione del terremoto che colpì l’Italia centrale il 24 agosto ’16, non andò come hanno fatto tante tifoserie ad Amatrice; avendo il sisma colpito quattro regioni, la Curva Sud decise di muoversi sul versante marchigiano, stando in contatto coi “nemici” ascolani, inoltre comunica che parte del ricavato del “10° Memorial Dino Gasparro” viene devoluto a tale causa. In Brescia-Avellino del 27 agosto ’16 erano presenti in tutti i settori dei salvadanai adibiti appositamente alla raccolta fondi. La Sud ha ringraziato gli “Original Fans 1999”, gruppo ultrà principale del Sidigas Avellino Basket, squadra che ha molto seguito ad Avellino, che calamita l’attenzione di molti media e appassionati, che gli sono stati vicini in questa raccolta, nel nome della città d’Avellino e della mentalità ultras. -Dal 2015 la Sud avellinese ha preso a cuore le sorti del piccolo Matteo, all’epoca 11enne, che ha combattuto contro una rara malattia. Il 12 gennaio 2016 subì un intervento delicato, durato circa 10 ore, andato molto bene. Nel dicembre 2015 il calciatore dell’Avellino Jidayi, ora alla Pro Vercelli, regalò a Matteo la sua maglia. La curva, che non l’ha mai abbandonato, ha avuto sempre parole di conforto per Matteo, tipo “tu sei un lupo e siamo certi che lotterai con tutte le tue forze e sconfiggerai il bastardo che è dentro di te. In Avellino-Crotone del marzo ’16, esempio di coraggio e fiera determinazione, Matteo, con la sua famiglia, era allo stadio: ha affrontato una dura battaglia e l’ha vinta. La curva l’ha sempre sostenuto, incoraggiato e aspettato e l’ha accolto con gli

onori che si riservano ai più grandi vincitori, fiera e orgogliosa di abbracciare lui e la sua famiglia nel suo stadio. Una storia pressoché simile l’ha vissuta Carmine, un ragazzo che con forza, coraggio, voglia e volontà è riuscito a sconfiggere il male bastardo che era in lui da qualche anno. Nel maggio 2016, col Como, esposto in suo onore lo striscione “Bentornato Carmine”. -Durante le ultime festività natalizie, la curva Sud ha raccolto giocattoli nuovi, o comunque in buono stato, donandoli, il 29 dicembre ’17, ai bimbi ospiti del reparto di Pediatria dell’Ospedale “Moscati” di Avellino. -Nel recente passato uno dei più grossi beniamini del pubblico è stato il portiere Gigi Frattali, che ha contraccambiato questa stima con parole molto belle, di attaccamento ai colori bianco verdi. Anche Attilio Tesser, mister dell’Avellino 2015/16, ha lasciato un buonissimo ricordo ad Avellino. -L’hinterland avellinese è composto da tante cittadine che fanno sì che la provincia avellinese conti 427.350 abitanti, la quarta in Campania per numero d’abitanti. -In passato, nonostante Avellino, città di soli 55mila abitanti, sia una piazza calda e molto affezionata alla squadra, con medie-spettatori da capogiro per la B, e che, quando era in A, portava 20-30mila persone di media allo stadio, non si sono risparmiate critiche e offese nei confronti della società. -Sono passati diversi anni da uno sciopero del tifo che fece molto clamore: la classifica piangeva e la situazione per gli ultras aveva raggiunto limiti insopportabili, così, presi dallo sgomento, alcuni ragazzi, confezionarono delle croci con i nomi dei giocatori e le conficcarono sul campo il giorno dopo una partita. Evento che voleva rappresentare in modo sarcastico lo scarso attaccamento ai colori sociali, volevano solo dire che erano 11 “cadaveri”, non c’entrava niente né la camorra, né la delinquenza, che esiste ovunque. -Bello lo striscione di un po’ di tempo fa “Colpevoli di una passione”. Spettacolo pirotecnico in Avellino-Bologna, andata Playoff Serie B 14/15. -La trasferta più numerosa risale al maggio 2003, con 15mila avellinesi a Crotone, grande sciarpata di tutti i presenti per la promozione in B. Pezze sempre esposte: “Presenti per amore assenti con onore“, “Avellino contro l’articolo 9”.

 

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9 Commenti

  1. Un incantato lettore avellinese porge i suoi complimenti più profondi e completi a chi redige questa pagina, che, eccetto alcuni giudizi parziali, lascia esterrefatti per la completezza, la dovizia di particolari, la minuziosa ricostruzione di 40 anni di vita della nostra tifoseria, della nostra città e della nostra provincia…
    Roba che neanche Supertifo Annuario…!
    Siete davvero forti….

  2. Quante cazzate sul conto della rivalità con i salernitani specie la stronzata sulle botte al siberiano? mi verrebbe voglia di conoscere di persona colui che scrive e infanga la memoria del mitico siberiano!!! Per la crono a il tifoso irpino viene a Salerno solo da quando ci sono le scorte prima mai pervenuto… Gli incidenti più importanti sono sempre successi ad Avellino negli anni precedenti alle restrizioni e senza tessera del tifoso che si sa ad Avellino é di moda mentre a Salerno manco viene presa in considerazione. Il motivo é molto semplice, il salernitano ad Avellino ci andava sempre in massa, per noi è come fare una scampagnata in montagna e ci andava prima dell’avvento delle scorte a differenza del Lupino, che in Campania manco é considerato. Più volte ad Avellino abbiamo cercato il contatto sotto la loro curva, ma loro niente solo lanciare la pietra dal cavalcavia o venire di notte a Salerno come i topi. La differenza tra noi e loro, oltre i numeri, loro sono vassallo dei napoletani che ad Avellino possono tutto, anche non pagare il conto ai bar in centro, noi siamo l’unica tifoseria nemica dei napoletani in Campania e tolto Bari del sud, e questa la dice lunga sulla differenza tra noi e loro, il resto sono chiacchiere… Piuttosto scrivete come quando la Salernitana con Tom Rosati la prima volta ad Empoli in c sbarcararono in 8000, fatevelo raccontare dai vostri avi

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