a cura di Claudio “Freccia”
Gruppo principale: Irriducibili Lazio
Gruppi esistenti: C.M.L.’74 (Commandos Monteverde Lazio. All’ingresso 49 della Nord si trovano loro, radici lontane nel tempo, primo nucleo nel 1971 in Sud, muretto lato Montemario; l’euforia per lo scudetto del ’74 cambia nome al gruppo con la dicitura odierna), S.S.L.1900, Lazio Fans, Un’Armata di cari amici, Veterani (primo gruppo ultras laziale, e forse primo anche in Italia, che dall’esperienza di curva si sposta in un settore genericamente definito borghese e silenzioso, il Parterre lato Nord. Gruppo di tutto rispetto, con belle coreografie e stendardi splendidi fin dall’inizio, composto da Irriducibili della prima ora, in particolare il “Grinta”, uno dei massimi fondatori nell’87),Tevere Parterre (vale più o meno lo stesso discorso dei “Veterani”, se ne stanno in piedi prendendosi i rimbrotti e qualche insulto da parte della gente che avanza pretese perché lì il biglietto è caro). Quelli di Sempre Fiumicino, Nobiltà Ultras Lazio, Romana Gioventù, Caos Group, L’Elite Romana, Anni ’70, Pessima Reputazione, Ultras Lazio+Spqr, Passione Romana, Quella Sporca Dozzina, Over Fonty Squad, S.S.Lazio Tibur, Né Cafoni né Coatti, Bella Gente, Casual Lazio, Distinti Lazio, Sponda Laziale, Lazio Club Privè, Nobiltà Capitolina, MCM, Lazio Youth, Sodalizio, Noi Persi
Settore: Curva Nord “Gabriele Sandri”, tranne “Veterani”, “Tevere Parterre”, “Sodalizio” e “I Ragazzi del Tassinaro” in Tribuna Tevere.
Amicizie: –Inter: vecchio gemellaggio, molto sentito, che nasce intorno alla metà degli anni ’80, tra i più solidi e importanti d’Italia. Nel 1995 in Inter-Lazio, i laziali al seguito esprimono la loro fraterna amicizia con la scritta “Un saluto romano alla vera Milano”. Gli interisti risposero con “Roma biancazzurra…il resto è solo guardie!”. Stesso modo di vivere la curva, in casa e in trasferta, e comuni storiche rivalità, dai romanisti, ai milanisti, agli juventini, hanno nel tempo cementato questa unione, rinsaldata con la finale di Coppa Uefa nel 1998 a Parigi, e il maggio 2002, famoso giorno di Lazio-Inter, ultima giornata di campionato, con uno stadio intero (50.000 interisti e oltre 25.000 laziali) a tifare Inter, la Juve di scena a Udine, un punto sotto i nerazzurri, la Roma a Torino, due punti sotto, che vinceranno tutt’e due, mentre l’Inter naufraga perdendo 4-2 contro una Lazio senza obiettivi concreti, che “tradisce” i suoi tifosi facendo perdere lo scudetto all’Inter, che arriva invece terza, per quello che passerà alla storia come il fatale “5 maggio” interista, mentre la Nord urlava ai suoi giocatori “Dove eravate, al derby dove eravate…”. Nel 2003/04 gli interisti in casa espongono il messaggio “Patto d’acciaio”, con gli stemmi delle squadre e un simpatico disegno. Nella stagione 2008/09, prima di Inter-Lazio, la Nord interista si ricopre di biancoceleste, componendo la scritta gigante “Gabriele”, con sotto lo striscione “Sarai sempre con noi”, a dimostrazione di quanto il gemellaggio sia saldo. Famosa anche la scritta ironica “Oh noo” dei laziali in Lazio-Inter 0-2 del 2009/10 (terz’ultima giornata), che sfavorisce la Roma seconda, a vantaggio dell’Inter prima. In Lazio-Inter 2012/13 esposto lo striscione “Passano gli anni mai l’amicizia…onore alla curva interista”; gli interisti rispondono con “Noi e i laziali amici di antichi valori e veri ideali”, mentre sempre a Roma, nel gennaio 2014, i laziali espongono “Nella buona e nella cattiva sorte uniti fino alla morte, saluti all’unica curva di Milano”. Laziali presenti con tanto di pezze “S.S.Lazio 1900” e “Caos Group” nel derby Inter-Milan 13/14. Striscione “Irriducibili” presente in Barcellona-Inter, ritorno Semifinale di Champions Le. 09/10. In Inter-Lazio 16/17, gli interisti espongono la scritta “La nostra amicizia vale più di un gemellaggio…ora e sempre forza Lazio!”. Gemellaggio rinsaldato in Inter Lazio 17/18; “Ultras laziale tieni duro” il messaggio interista. –Real Madrid: il gemellaggio nasce ufficialmente nella stagione 2000/01, durante il doppio confronto in Champions League, ma già da prima c’era una certa sintonia, grazie a comuni affinità come mentalità ultras e ideologia di destra. Con lo striscione “Divididos por los equipos, unidos por la mentalidad” (“Divisi per le squadre, uniti per la mentalità”), i laziali suggellarono nel 2001 a Madrid il gemellaggio internazionale con gli “Ultras Sur” del Real Madrid. Una delegazione di “Irriducibili” andò a cena coi madrileni. Al ritorno all’”Olimpico” l’amicizia venne nuovamente rinnovata. Gemellaggio rinsaldato nel 2007/08, sempre in Champions, quando gli spagnoli esposero al “Santiago Bernabeu” gli striscioni d’affetto “Un saluto romano al nostro amico italiano”e “Anche Madrid ti piange, giustizia per Gabriele”. In Atletico Madrid-Lazio, Europa League rit. 16.i di finale 11/12, presente pezza “Ultras Sur” Real Madrid coi laziali. –Triestina: gemellaggio vero e proprio, nato nella prima metà degli anni ’80, quando le due squadre frequentavano la Serie B. “Alabarda risorgi, Lazio vola…fianco a fianco ancora”, striscione dei triestini nell’amichevole estiva Lazio-Triestina del 2017 a Auronzo di Cadore. laziali, spesso presenti anche a Terni nelle gare Ternana-Triestina. Numerosissime le visite reciproche con tanto di pezze o stendardi, come quello della “Curva Furlan” in Maribor-Lazio, Europa League 12/13. Altro striscione a effetto dei giuliani per il 10° anniversario dalla morte di Gabriele: “Fratelli laziali siete il nostro vanto…Stefano e Gabriele la loro spina nel fianco!” (anche i lametini, con lo striscione “Il tuo ricordo il tempo non porterà via…mai dalla parte di uno statoto di polizia! Gabriele vive”, vollero ricordarlo per il decimo anniversario, oltre ad altre curve estere), striscione laziale per le vie della città eterna: “Roma, la Nord non l’ha dimenticato: Stefano Furlan ucciso dallo Stato”. –Espanyol: le due squadre non si sono mai incontrate, ma c’è sintonia a livello politico (destra entrambe) coi tifosi della seconda squadra di Barcellona, da sempre rivale del Barça. L’amicizia ci porta indietro fino agli anni 90, quando soprattutto i Viking Nord Italia avevano un rapporto diretto con le “Brigadas Blanquiazules” Espanyol, spesso presenti con il loro striscione in curva Nord, nei derby e partite di cartello. Laziali presenti al loro fianco per il match dei sedicesimi di Coppa Uefa 06/07 Livorno-Espanyol. Affinità tra le due tifoserie nei colori sociali, nell’anno di fondazione, nel substrato sociale, nella rivalità coi cugini. Striscione “Brigadas Gate-8” in Lazio-Roma 04/05. –Verona: amicizia sbiadita e non più sentita come una volta. Prima dell’amicizia, nata all’incirca a metà anni ’80, nel settembre ’83, prima di Verona-Lazio, scoppiano incidenti tra le due tifoserie, due butei accoltellati e 64 laziali fermati. Mille laziali a Verona nel 91/92 fraternizzano con le già ex Brigate Gialloblù, andando a bere insieme dopo il match e scambiandosi le sciarpe. I laziali nel 1999 esposero a Verona lo striscione “Un saluto romano ai putei dell’Hellas Verona”. Comunque le incomprensioni in passato non sono mancate, come i fischi dei veronesi a Mihajlovic nel 2000, quando il serbo sputò in una partita di Champions al giocatore di colore dell’Arsenal Viera, e per contro i laziali esposero un “10-100-1000 Sinisa”. Non si può infatti parlare di gemellaggio, anche per la loro salda amicizia con fiorentini e doriani, ma di amicizia tra esponenti delle due curve, basata sugli stessi princìpi ultrà, stesso modo d’intendere il tifo e comuni rivalità. Lazio-Verona, Coppa Italia 11/12: delegazione veronese sotto la Nord rende omaggio a Gabriele, deponendo mazzo di fiori e sciarpa sotto la sua effige. Nel 2013/14 torna dopo una decina d’anni in campionato la sfida tra Verona e Lazio, occasione per rinsaldare l’amicizia, seppure non siano presenti, causa tessera, gli ultras laziali. Striscione dei veronesi “Ultras Lazio liberi subito” per i fatti di Varsavia del 2013. Per Verona-Lazio 15/16 è ottima l’accoglienza fuori lo stadio dei tifosi dell’Hellas, coi laziali invitati a gruppetti a bere e a scambiare materiale, parlando del mondo ultras –Ascoli: negli anni 70-80 Ascoli era un campo ostile, nemico per i laziali. Nel 1975 i C.M.L .’74 organizzarono due pullman per le Marche, ma furono accolti da una sassaiola, da pupazzi biancoblù impiccati e scritte antilaziali sui muri, cui seguirono incidenti, poi nasce nel 1984/85 una discreta amicizia. Nel settore ospiti ci fu una guerriglia con la polizia che durò tutto il 2° tempo e gli ascolani presero le parti laziali. Rimase sempre un’amicizia, non un gemellaggio, perché la curva laziale legò coi veronesi loro rivali e soprattutto per il gemellaggio dei laziali con gli interisti, che durante degli scontri ad Ascoli nell’88/89 uccisero Nazareno Filippini, uno dei capi del “Settembre Bianconero” Ascoli. Agli inizi del 2000 sono nate forti amicizie personali, tra le nuove leve di Ascoli e Lazio, soprattutto per affinità politiche e per l’odio comune verso la Roma. L’amicizia viene rinsaldata nel 2005-06, ultima di campionato ad Ascoli, con esposti gli striscioni “Banda Noantri” e “Assenza Forzata” Lazio: numerose le visite reciproche. Pezza “Ultras 1898 Ascoli” in piena Nord, per la serata “Di padre in figlio” 2016. –Chieti: con gli abruzzesi non esiste un vero e proprio gemellaggio ma sintonia e empatia, per il comune modo di intendere il tifo e per lo stile. Il famoso coro “Non mollare mai”, per diversi anni colonna sonora della Nord, è stato importato dalla curva del Chieti. Ascoli-Lazio, metà anni 2000: ultras del Chieti nel settore ospiti. Tifosi del Chieti presenti alla prima edizione di “Di padre in figlio” nel maggio 2014. –Wisla Cracovia: l’amicizia risale al 2014. I polacchi non restano a guardare quando alcuni laziali fermati a Varsavia, dopo la famosa partita con il Legia, non riescono a coprire le spese e tornare in libertà, così i tifosi del Wisla raccolgono in breve tempo 10000 €. e ottengono la scarcerazione degli ultimi laziali rimasti a Varsavia. Ne nasce ovviamente una bella amicizia e una cinquantina, forse più, di “Wisla Sharks”, loro gruppo principale, vengono ospitati a Roma per il derby del 25 maggio 2015, vedendosi dal vivo uno dei derby più belli del mondo. –Levski Sofia: bella amicizia internazionale coi bulgari del Levsky, soprattutto tra esponenti delle due curve, nata nei primi anni 2000. Loro sono spesso presenti nei derby e quando la Lazio gioca nell’Est Europa. Nel 2009/10 le due squadre si sono incontrate per la prima volta “ufficialmente” nel doppio confronto di Europa League, fase a gironi. Scambio di visite numerosissime; ospitati diversi laziali, con tanto di pezza “L’odierò finché vivrò” e striscione “Banda Noantri”, in curva del Levski, per l’amichevole del 23 maggio ’14 Levski-Lazio, organizzata per festeggiare il centenario della squadra bulgara. I laziali sono anche stati ospiti in un derby col Cska Sofia alcuni anni fa. –Chelsea: la passione degli ultras laziali per l’Oltremanica risale agli anni ’70, già dai tempi degli “Eagles Supporters”. Quella coi tifosi del Chelsea aveva invece inizio nei primi anni ’90, grazie al buon rapporto tra quest’ultimi e i laziali residenti a Londra, rinsaldato nella Champions League del 1999/2000, nella seconda fase a gironi. Stendardi dei britannici esposti in Lazio-Bologna 2008/09. Questa amicizia si è però deteriorata quando gli ultras laziali hanno strinto un vero e proprio gemellaggio con i loro rivali storici, la famigerata tifoseria del West Ham. –West Ham: ennesima amicizia anglofila, piuttosto recente, sempre più consolidata, perché il rapporto che si è instaurato è solido, leale e sincero, dopo che alcuni membri delle due “opposte” tifoserie si sono conosciuti in occasione di una vacanza. Da lì la promessa della Nord di “rompere” il gemellaggio con il Chelsea per instaurarne uno, molto più forte e sentito, con gli “Hammers”. Un rapporto di fratellanza che viene contraccambiato ogni volta che a Roma si disputa una gara importante, derby su tutte. Non se ne perdono uno. Alcuni di loro hanno anche lo stemma dei biancocelesti tatuato, altri hanno provveduto a realizzare adesivi che certificano questo gemellaggio, distribuiti a tutti i giovani che frequentano il pub dove si ritrovano loro. Per consolidare questo gemellaggio i laziali andarono a dar man forte agli “Hammers”, in occasione della finale Playoff di Championship 2011/12 a Wembley. West Ham-Blackpool 11/12: laziali presenziano tra gli ultras del West Ham Utd. In Lazio-Roma 12/13 esposta una bandiera del West Ham. Londinesi presenti in Brighton-Lazio, amichevole estiva del 2016. –Paris Saint Germain: amicizia che risale intorno al ’93, sotto la spinta della stessa ideologia destroide; bandiere del Psg presenti alcune volte all’”Olimpico”, ad esempio in Lazio-Livorno 07/08. –Nizza: esposero lo striscione “10 anni…Nizza non dimentica, Gabbo vive”. In Nizza-Lazio, Europa League 17/18, c’era curiosità su come i francesi, gemellati con gli interisti, avrebbero accolto i laziali. dopo qualche coro di sfottò gli ultras di casa riprendono un “Nice vaffanculo” dei laziali tra l’ilarità generale e gli applausi di tutto lo stadio. I laziali fanno chiarezza con un “Nizza libera”. La prima linea indossa magliette anti-Isis, mentre in giornata una delegazione biancoceleste aveva deposto fiori sul luogo dell’attentato Isis del 14 luglio 2016. –Liverpool: più che un amicizia, una devozione, una riconoscenza eterna verso i Reds per aver vinto 5-3 ai rigori (1-1 d.t.s.) contro la Roma, la finale di Coppa dei Campioni del 30 maggio 1984, disputatasi proprio a Roma. In quella finale la famosa “Kop”, la curva del Liverpool, si trasferì in curva Nord. –Lipsia: ennesima amicizia, recente, internazionale che si basa su affinità politiche di destra. Ultras Lipsia ospiti in curva Nord qualche anno fa con tanto di striscione. –Ferencvaros: amicizia risalente a qualche anno fa. Presenza esigua ma “robusta” di un manipolo di ultras magiari in Sparta Praga-Lazio, 8.i di finale Europa League 15/16. –Lucchese: vecchia sintonia tra toscani e laziali. –Manchester City: vecchia simpatia, amicizia poco sentita. Varese: stessa ideologia politica, in più sono strettamente gemellati con gli interisti.
Ex-gemellaggi/amicizie: Torino: incidenti nell’aprile ’75 durante la gara Lazio-Torino, con alcuni arresti. Lanciati bastoni e altri corpi contundenti che colpiscono un celerino, divelte panche, porte dei gabinetti, con la polizia che spara lacrimogeni nel settore dei facinorosi, che rispondono con lanciarazzi sparati ad altezza d’uomo contro la Celere. Il gemellaggio che affonda le radici nel lontano 1976, viene rinnovato quando i laziali, in Lazio-Torino 78/79, esposero lo striscione “Forza Radice: vinci lo scudetto della vita”, rivolto all’allora allenatore del Torino, Luigi Radice, gravemente ferito in un drammatico incidente stradale, in cui perse la vita Paolo Barison, ex-giocatore del Toro, il 17 aprile 1979. Striscione “Eagles Supporters”, per diversi anni il più lungo d’Italia, esposto nella curva granata in Toro-Lazio 78/79. In un derby di Torino di fine anni 70, striscione “Viking” in piena “Maratona”. Torino-Roma 1984/85: esposto in curva granata lo striscione “Ultrà Roma”, con sotto pezza “Eagles” Lazio. Striscione “Granata Korps” esposto a Bergamo nel settore laziale 87/88. Il gemellaggio sembrava forte e duraturo, ma il cambio di guardia della Nord, dagli Eagles, gruppo di centro-destra, agli Irriducibili, gruppo di estrema destra, mise in crisi il rapporto con la “Maratona” torinese, prevalentemente “rossa”, a tal punto che terminerà con lo scioglimento, nel 1991/92, degli “Eagles”. Un’amicizia che è durata a lungo, soprattutto per l’odio comune verso i romanisti, finita solo per questioni politiche. Bari: Gli ultras del Bari furono gli unici a mostrare rispetto e, soprattutto, grande ammirazione verso i laziali che, in B, si facevano tutte le trasferte in Meridione, inoltre i laziali avevano un gemellaggio molto forte coi torinisti, così come i baresi, e infine era l’unica tifoseria del Sud ad odiare il Napoli, che invece raccoglieva simpatie e tifosi in tutto il Meridione. Questi i motivi del gemellaggio, che risale al 16 novembre 1980, stretto tra “Ultras Bari” e “Eagles Supporters”, quando all’”Olimpico” è di scena Lazio-Bari, con esposto in curva Nord lo striscione “Ultras Bari”. Striscione “Eagles Supporters” e altri striscioni di clubs laziali in curva barese per Bari-Lazio 82/83. Striscione barese in Monza-Lazio 87/88. In Perugia-Bari, primi anni ‘90, “C.m.l. ‘74” nel settore ospiti coi baresi. Dopo lo scioglimento degli Eagles, gli Irriducibili hanno rotto il rapporto indirizzando cori poco amichevoli ai baresi in Lazio-Bari 91/92. Cesena: vecchio gemellaggio; giro di campo coi bandieroni delle due squadre in Cesena-lazio nell’86.
Rivalità: –Roma: odio storico stracittadino, fortissimo, che va oltre i 90 minuti di una partita di calcio. Basterebbero scritte sui muri, da parte di ottusi romanisti, come “Mejo una coppa in faccia che un razzo nell’occhio”, “28/10/79 – 28/10/13 il tram dei laziali è 28…sparato! 10-100-1000 Paparelli”, “Di Canio come Vincenzo” (striscione) o “2014, nulla è cambiato ancora godo per il razzo sparato”, per rendersi conto di quanto è forte la rivalità tra le due sponde del Tevere. I primi incidenti si perdono nella notte dei tempi. Il 28 ottobre 1979 la triste vicenda di Vincenzo Paparelli, di cui si parla nella sezione “Storia del tifo laziale”. Numerosissimi gli scontri in tutti questi anni, anche gravi e cruenti, anche coi celerini, con cariche e controcariche laziali e romaniste, accoltellamenti, arresti, feriti, lanci di oggetti, ecc. Rubato negli anni ’80 lo striscione “Guerriglieri” ai romanisti e in seguito “Centocelle”. Striscione laziale in un derby al “Flaminio 89/90: “Noi ricchi Patrizi perché da sempre nobile stirpe, voi poveri plebei perché da sempre classe popolareIn Lazio-Roma, novembre ’94,la polizia entra in Nord ma viene ricacciata; scene di guerriglia con bastoni e fumogeni. Stesse scene in un altro derby. Apparso in Nord nella finale di Coppa Italia vinta dalla Lazio, lo striscione “Roma Club Firenze”. Ormai leggenda quella finale del 2012/13, vinta sulla Roma con gol di Lulic al 71°. Sui muri di Roma: “26.05.2013: oltre i colori, oltre la rivalità…A.S.Roma RIP. Nel derby di ritorno 13/14 esposti durante la gara tanti striscioni come “30-5-84: il dolore dei vostri padri. 26-5-13: il dolore dei vostri figli” (riferendosi alla finale di Coppa dei Campioni persa dalla Roma ai rigori col Liverpool in casa e alla finale di Coppa Italia), “Nessun rispetto nessuna pietà per chi insulta un padre di famiglia ucciso più di 30 anni fa”, “Dal 26 maggio a parlare ci vuol coraggio”. Fuga romanista di via Flaminia nel febbraio 2014, rinfacciata spesso ai rivali dai laziali. Su un muro: “Ci ricordi sempre del razzo…lo sappiamo bene che a fare scontri non vali un cazzo!”. Vecchio striscione in un derby: “Solo quando scopate venite prima di noi”. Scritta sui muri il 27 gennaio 2015, giorno della ricorrenza della “Shoa”: “27.1: 6 milioni di romanisti, con chiaro riferimento alle vittime dell’Olocausto, che segue lo striscione esposto in nottata ai Parioli in centro “Olocausto menzogna storica! Hitler per mille anni”. Striscione dedicato ai romanisti in un Lazio-Roma di qualche anno fa: “Copi tutto tranne i valori miei…onore a De Falchi e Di Bartolomei”. Ai funerali del vecchio ultras romanista Giuseppe De Vivo, alias “Peppone” del 6 agosto 2015, presenza laziale con lo striscione “Irriducibili” steso in terra sul sagrato della chiesa. “I nemici di una vita salutano Francesco Totti”, per il suo addio al calcio nel maggio 2017. –Atalanta: odio storico, sentita rivalità. Nel giugno ’87 incidenti a Roma dentro e fuori lo stadio, con alcuni feriti, 4 fermati, denunciati per oltraggio a pubblico ufficiale. Diverse cariche della polizia per disperdere i facinorosi, un agente colpito da un sasso ne avrà per 7 giorni. Poi scontri l’anno dopo sia a Bergamo che a Roma, con incidenti tra le opposte tifoserie, dentro e fuori lo stadio e nell’89/90, prima, durante e dopo la gara, con grave bilancio per la carica delle forze dell’ordine in Nord, grave il bilancio. Nel ’96, dopo 5 anni, 26 ultras laziali verranno condannati con pene da 4 a 9 mesi di reclusione. Nell’aprile ’96 a Bergamo, all’arrivo dei laziali neanche un vigile ad aspettarli, così caricarono gli atalantini fin sotto la loro curva, ma, dopo averli fatti scappare, i bergamaschi si sono ricompattati, respingendo e ricaricando i laziali, assediandoli per circa un’ora nello spazio riservato agli ospiti. A settembre ’96 arrivano le prime diffide. Scontri anche nel 2001/02 a Roma al transito degli atalantini sotto la Nord, le due fazioni si fronteggiano per qualche minuto, poi interviene la celere e nel settembre 2006 sempre a Roma prima della gara, 10 feriti. Un certo rispetto è subentrato verso gli atalantini dopo che si ribellarono, durante un Atalanta-Milan, per far finire la gara, nel giorno dell’uccisione di Gabriele Sandri l’11 novembre 2007. –Napoli: odio acerrimo, viscerale, cattivi rapporti in pratica da sempre, per una rivalità che ha raggiunto il suo apice all’inizio degli anni 2000. Incidenti fin dagli1970, con escalation di arresti, scazzottate, denunce. Un escalation di ripetute guerriglie urbane negli anni ’80, ad esempio nell’aprile ’84 accoltellato gravemente a Roma nel dopogara con sei fendenti un napoletano e durante gli spareggi-salvezza per rimanere in B, dell’86/87, disputatisi al “San Paolo” di Napoli, i napoletani incendiarono un pullman di tifosi laziali. In Napoli-Lazio 91/92 i partenopei esposero lo striscione “Per 200 km. 3 anni di attesa”, ma nell’88/89 i laziali arrivarono a Napoli in 700 e non furono fatti entrare al “San Paolo”, perché sprovvisti di biglietto e rimandati così a casa, mentre per la festa-scudetto 90/91 arrivarono in 60, con la Lazio che non lottava più per nessun obiettivo, alla stazione, ma la polizia li rimandò a casa dicendo loro che non c’erano più biglietti. Negli anni ‘90 incidenti costellati da accoltellamenti, arresti. I “Fedayn” Napoli nel 93/94: “Ma quali inglesi…leccapalle dei veronesi”. Incidenti gravi e cruenti in Lazio-Napoli 2000/01, dentro e fuori lo stadio “Olimpico” con 17 feriti, fra f.d.o., laziali e napoletani, di cui uno accoltellato in maniera non grave. I pullman dei napoletani, arrivati sotto la Nord, sono presi a pietrate; questi scendono dai pullman e ne nasce un parapiglia. I numerosi supporters napoletani lanciano diversi bengala e petardi verso i laziali nello spazio adiacente il settore ospiti. Alla fine alcuni laziali provano ad aggredire i napoletani, attaccando gli agenti con bottiglie, monetine e quant’altro. Striscione “Blue Tiger” rubato ed esposto. I laziali a fine partita espongono la scritta “Venite alla stazione, al resto ci pensiamo noi”, ma non avverrà niente di grave. Sequestrate ai laziali prima della partita cinque bombe incendiarie. Nonostante la rivalità, fornirono ospitalità alla famiglia di Ciro Esposito, l’ultrà napoletano ucciso dal romanista De Santis ai margini della finale di Coppa Italia del 3 maggio 2014 Napoli-Fiorentina, in quei giorni. Si offrirono addirittura per organizzare una colletta per pagare le spese legali. –Pescara: odio molto forte, soprattutto dei pescaresi verso i laziali, a causa di episodi anche remoti. Nell’ottobre 1977, quando 300 abruzzesi giungono a Roma con sei pullman, la scintilla nasce nel prepartita, quando alcuni romani puniscono la sprovvedutezza degli ospiti che lasciano nel piazzale antistante la curva Nord i propri torpedoni incustoditi ma pieni di striscioni, bandiere e tamburi, che, essendo anch’essi biancazzurri, vengono portate in curva Sud dai laziali. A fine gara scoppiano violenti tafferugli sotto la Nord tra pescaresi e laziali. Nel maggio ’86 a Pescara incidenti prima della gara, con pescaresi che nel piazzale antistante lo stadio danneggiano le auto in sosta targate “Roma”. A settembre ’86 oltre 300 laziali arrivano col treno speciale, nel corteo verso lo stadio un romano rimane ferito da una bottiglietta. Dopo il match violenti “corpo a corpo”, auto danneggiate dai fans romani, cariche e lacrimogeni da parte delle f.d.o.: 30 minuti di guerriglia. Oltre 30 fermati e denunciati, diversi feriti i più o meno lievi. Tafferugli anche dopo Lazio-Pescara del marzo ’87, con 3 laziali arrestati e 4 minorenni fermati, più alcuni feriti. Nel 1992 il tifo si macchia di sangue, quando venne ucciso un pescarese, Maurizio Mazzocchetti, davanti alla discoteca “Cocoricò” di Riccione, durante una rissa tra laziali e pescaresi. La corte di Assise di Rimini condannò, nel 1997 a 15 anni un laziale.. Altri imputati, romani e pescaresi, sono stati condannati da due a cinque anni per il reato di rissa Violenta rissa tra ultras della Lazio e del Pescara prima dell’incontro Pescara-Lazio (2-6) del 5 febbraio 2017. Nello scontro, che è accaduto soprattutto lungo viale Pindaro, nei pressi dello stadio “Adriatico-Cornacchia”, sono volate sedie e altri oggetti, inoltre si registrano danni alle auto parcheggiate lungo la via. Ai laziali vengono inviati solo 1000 biglietti, espongono “Onore a Ciccio Falange! R.i.p.”, in onore di Ciccio Famoso, noto leader catanese appena deceduto. –Milan: vecchia rivalità, odio storico. Scazzottate già nel 66/67 durante Milan-Lazio. Nel marzo ’84 un 15enne laziale viene aggredito con calci e pugni durante Lazio-Milan e accoltellato all’addome dentro lo stadio. Nella finale di andata di Coppa Italia 97/98, a San Siro, rubato e mostrato dai laziali lo striscione “Milan Club Montecavolo”, mentre la Sud espone lo stendardo “Mr.Enrich” degli Irriducibili. –Perugia: odio storico, forte rivalità, una delle più vecchie. Già negli anni ’70 scontri a sfondo politico tra laziali e perugini, con quest’ultimi derubati dello striscione “Vecchia Guardia”, altri tafferugli nell’ottobre1975 a Perugia (gran caos, con “corpo a corpo” tra perugini e laziali), e nel febbraio ’76, stavolta a Roma, spaccati vetri di automezzi perugini, scazzottate sugli spalti, un ferito e molte persone fermate poi rilasciate. In Perugia Lazio 85/86 scontri prima e dopo la gara, causati soprattutto dai laziali, che danneggiano auto e tirano sassi verso i perugini, con almeno tre umbri feriti con tagli anche profondi; sassaiola contro i laziali all’altezza della stazione di Fontivegge. Pandemonio anche in occasione di Perugia-Lazio 98/99, con lancio di lacrimogeni e gara sospesa per un quarto d’ora. Scontri soprattutto laziali-polizia, che avrebbe manganellato senza motivo, secondo gli Irriducibili, un tifoso recatosi in bagno. Altri scontri fuori e dentro lo stadio, 8 laziali arrestati, un laziale colpito al collo da un mattone si procura una ferita di 15 cm. Fuori sassaiola e nuovi lanci di lacrimogeni, con un agente ferito e auto danneggiate. Lazio-Perugia amichevole estiva14/15: un gruppo di laziali si porta a ridosso della recinzione dove sono i tifosi perugini, cominciano a lanciare pietre e altri oggetti, oltre ad abbattere la rete di recinzione. Solo l’intervento delle forze dell’ordine ha impedito il contatto. 5 laziali raggiunti da Daspo. –Sampdoria: vecchio odio. Gravi incidenti a Genova nel settembre 1983, sia dentro che fuori lo stadio, bloccati alcuni minorenni e una ragazza. La battaglia prosegue a Brignole a colpi di bottiglia. Bande di teppisti si affrontano per circa un’ora nel dopogara, armate di coltelli, mazze, spranghe, cocci di bottiglia e pistole lanciarazzi. Feriti anche 4 funzionari di polizia e un genoano, accoltellato nella mischia ad un gluteo. Accoltellato nell’’84 un 22enne fuori dall’”Olimpico” molto probabilmente di fede laziale, all’uscita della Sud. In Samp-Lazio 98/99 il grosso della tifoseria biancoceleste viene fatta passare, con lo striscione “Irriducibili” spiegato, senza le dovute precauzioni, sotto il settore occupato dai doriani, e ai primi accenni di offese, si staccano circa 200 tifosi che vengono a contatto. Gli ultras laziali (8.000 presenze in tutto), esasperati dal trattamento loro riservato nell’ultime trasferte prima di Genova, cercano il contatto coi doriani, sfruttando un lacunoso servizio d’ordine, ma vengono respinti da una controcarica doriana, dopo 15 minuti di guerriglia, poi, resisi conto della brutta figura, pensano “bene” di dare una sprangata al parabrezza di un’auto di passaggio, con a bordo un bambino di dieci anni, che viene poi ricoverato in ospedale con una scheggia di vetro in un occhio, inoltre un tifoso sulla quarantina viene picchiato selvaggiamente da una decina di laziali. In Lazio-Samp del gennaio 2005, scontri fuori lo stadio nei pressi dell’Aula Bunker del Foro Italico, dove un gruppo di laziali aggredisce tre doriani, colpendoli alla testa con manganelli “telescopici” e un coltello, armi poi recuperate. Arrestati due laziali. –Fiorentina: antica rivalità, odio, disprezzo. Negli anni ’80 tafferugli a Firenze (’84) nel piazzale antistante lo stadio con arresti e feriti; nel gennaio ‘85 fuori lo stadio con feriti, oltre cento macchine danneggiate, e una persona aggredita, che subisce un trauma cranico con ferite multiple. Un viola viene accoltellato in Fiorentina-Lazio 98/99; scontri tra ultras viola, laziali e polizia sotto la Curva Fiesole. Scene di ordinaria follia anche l’anno dopo, con tafferugli pre e post-gara nelle vie adiacenti lo stadio. Un manipolo di tifosi viola accerchia il corteo dei laziali; le due fazioni vengono a contatto, divise solo dalle forze dell’ordine, ma si contano ugualmente 20 contusi. Marasma anche alla stazione “Campo di Marte”, dove i tifosi laziali, circa 5mila, sfogano la rabbia per la mancata vittoria (3-3 il risultato) fracassando le strutture ferroviarie, come già avevano fatto l’anno prima. Scaramucce anche nell’aprile 2000, con fitto lancio di oggetti da settore a settore. Nel febbraio 2003, alla stazione di S.Maria Novella violenti scontri tra fiorentini, un centinaio su un treno locale diretto a Lucca per Castelnuovo-Fiorentina, e laziali diretti a Verona per Chievo-Lazio, con sassaiola che provoca un fuggi fuggi generale, danni a negozi, a arredi della stazione, ai vagoni, 110 laziali, sui 150 totali, denunciati per danneggiamento e lesioni. Poi interviene la polizia a evitare il degenero. Nel 2005/06 i fiorentini in casa mostrano gli striscioni “Laziale: a.a.a. cercasi ultras in una curva di politici” e “Lotito al timone…Irriducibili in cassa integrazione”. Lazio Fiorentina 14/15: agguato al Flaminio, sassi contro i pullman toscani. Disordini anche nel 15/16, coi laziali che arrivano indisturbati quasi sotto la “Fiesole”, poi vengono fermati. Esposto lo striscione di recente “09-03-15, la storia è sempre quella, la verità fa male e i laziali ti fanno scappare”. –Sambenedettese: odio storico, vista anche l’amicizia Samb-Roma; famosa la foto del corteo dei laziali con davanti lo striscione “Irriducibili” e una sola macchina della polizia a capo del corteo, diventato poi uno storico murales. Nell’85/86 striscione provocatorio “Puzzate di pesce” davanti al corteo laziale; primi scontri già in mattinata sul lungomare, con auto targate “AP” danneggiate, sassi contro tre pullman di laziali, vetri in frantumi. Scontri tra tifosi dopo la gara, interviene la polizia con cariche e lancio di lacrimogeni; 10 tifosi laziali, diretti verso la stazione, seguiti da un centinaio di tifosi locali, si barricano in un bar, assediati, sono liberati dalla polizia, che usa lacrimogeni; due tifosi rossoblù denunciati. Trauma cranico per un tifoso locale. Striscione “Mods” Samb.se rubato ed esposto in curva laziale nella stessa gara. Nell’86/87 scontri tra tifosi prima, durante e dopo la partita, due laziali feriti, auto danneggiate da laziali (4 fermati), lancio di pietre contro le f.d.o. –Bologna: odio, rivalità forte, disprezzo. Nell’85 tafferugli tra le due tifoserie dopo la gara nei pressi dello stadio. Scontri a Bologna pure nel 1996/97, nella zona della Bocciofila, prima della gara, tra “Irriducibili” e “Forever Ultras Bologna”, con conseguenti diffide a ambo le parti. Biglie ai pullman dei tifosi bolognesi a Roma nel 97/98, due arresti. Nel 2002 tifoso rossoblù accoltellato in scontri prima della gara Bologna-Lazio. In occasione di Lazio-Bologna 15/16, prima dell’arrivo dei bolognesi a bordo di pullman, un gruppo di laziali in tangenziale si fa avanti e danneggia uno dei mezzi. –Cesena: nell’ottobre 1992 pesante bilancio della guerriglia notturna. Scontri tra f.d.o. e cesenati, che affrontano 4-5 laziali, i quali avevano la macchina parcheggiata nei pressi della curva cesenate e, notati da ultras di casa, vengono fronteggiati, ma le cariche dei carabinieri li salvano dal linciaggio. –Arsenal: incidenti per le vie di Roma, provocati dagli inglesi nell’ottobre 2000. Prima della gara vengono accoltellati due tifosi dei Gunners e incediate due auto della polizia municipale. –Cavese: prima di un Cavese-Lazio presa a sassate la carovana di pullman laziali, presenti in circa 3.000 unità nel giorno della promozione in A. Nel pomeriggio, nel tentativo di separare le due fazioni, lacrimogeni e un colpo di fucile: nella carica ci sono due contusi. –Genoa: tafferugli già nel settembre ‘83 a Genovae nel gennaio ’87 a Roma con un pullman di genoani inseguito e preso a sassate. Scontri a Genova, sempre nell’87, tra le opposte fazioni, coi laziali, in circa 150, che scatenati iniziano un lancio di bottiglie verso i liguri, colpiti anche 4 agenti; numerosi i fermati. All’inizio della partita tafferugli anche fuori lo stadio, fermati e portati in questura 5 genoani e un laziale. –Juventus: odio storico, anche se negli ultimi anni, dopo la vicenda-Sandri, c’è stato un avvicinamento, ma dopo la Supercoppa Italiana, disputatasi nell’agosto 2013 a Roma, sono stati registrati incidenti. Riavvolgendo il nastro, scontri nel febbraio 1984, iniziati nei pressi dello stadio di Torino. Un 49enne juventino viene aggredito da un gruppo di laziali nei pressi della curva “Filadelfia”. Verso fine gara rissa nei distinti, coi tifosi laziali che sfondano i cancelli e un 17enne romano viene accoltellato ad una coscia e ferito alla testa da un torinese di 23 anni, pure lui ferito alla testa. Due tifosi juventini di 19 e 21 anni accoltellati per Lazio-Juve Coppa Italia 86/87. Guerriglia all’”Olimpico” nell’amichevole del 31 agosto 2002, quando si verificano danni per centinaia di milioni di Euro, decine di locali del Coni devastati, tre juventini accoltellati, poliziotti feriti, macchine delle forze dell’ordine date alle fiamme insieme a due furgoni di gadgets e panini nel piazzale sotto la Nord. –Pisa: odio fiero. Incidenti nella Sud occupata dai laziali nel maggio ’84 a Pisa. Atti di teppismo dopo la gara: alcuni laziali danno fuoco a un motorino, un pullman di laziali bloccato sulla strada per Lucca da un fitto lancio di pietre. –Taranto: scontri in Taranto-Lazio nel 1987, con tentato furto dei tarantini dello striscione “Eagles Supporters” da trasferta; gli stessi tarantini avevano accolto i laziali con lo striscione “10,100,1000 Paparelli!!!”. Tafferugli a fine gara tra tifosi e f.d.o. -Ipswich Town: vecchia rivalità, ormai non più sentita, per incidenti del novembre ’73 in campo e sugli spalti, quando, dopo un gol annullato a Garlaschelli e il rigore dato agli inglesi viene giù lo stadio, con lancio di bottiglie di vetro e altri corpi contundenti in campo, tentate invasioni e aggressioni. A fine partita la violenta insurrezione si riversa sul prato verde, sanitari distrutti, porte dei bagni usate come “ponti” per saltare il fossato, distrutte le porte e le panchine, pugni, calci, cazzotti distribuiti contro tutto e tutti. Attimi di terrore vissuti soprattutto quando è saltato l’impianto d’illuminazione. Gli incidenti proseguono anche fuori dallo stadio, dove un gruppetto di sostenitori dell’Ipswich viene preso di mira e aggredito da teppisti laziali. La Lazio sarà per questi non potrà partecipare alla Coppa dei Campioni 1973/74. –Livorno: rivalità piuttosto recente, prettamente politica, coi “rossi” livornesi, completamente all’opposto dei “neri” laziali. Lazio-Livorno 04/05: pezza “Sinistra Giovanile” rubata ed esposta. –Aek Atene: strettamente gemellati coi livornesi, e già questo basta e avanza. –Spal: Tafferugli già nell’82 a Ferrara, con due laziali arrestati al termine del match e tre fermati. Degli incidenti del luglio 2018 in amichevole parliamo nella sezione “Curiosità”. –Olimpique Marsiglia: odio e disprezzo. La rivalità nasce durante un’amichevole nei primi anni ’90, nella quale fu sottratto ai marsigliesi lo striscione “Ultras”; nel 2000 i laziali tornano a Marsiglia per una sfida di Champions L., preceduta da minacce su Internet, e furono accolti da lanci di pietre, bottiglie e biglie per tutti i 90’ della partita. –Ternana: odio politico: ternani “rossi”, laziali “neri”. Incidenti in Ternana-Lazio, amichevole del 1995, col ferimento di un tifoso rossoverde e la denuncia a piede libero di un ultrà laziale che al momento dell’arresto ha esibito una bandiera tricolore con al centro il fascio littorio. Amichevole nel settembre 2002, con mazze e striscioni sequestrati, cinque denunciati della Lazio tra cui un 17enne, reo d’aver accoltellato un ventenne ternano. –Modena: odio, perlopiù dal punto di vista politico; incidenti prima di Lazio-Modena del novembre 2002 tra opposte tifoserie, rimasto ferito un vigile urbano con arma da taglio. –Foggia: fiera rivalità. Le trasferte a Foggia sono state sempre ostili per i laziali e ne sa qualcosa chi, nei primi anni ’90, si recava allo stadio “Zaccheria”, trovandosi di fronte, non solo una tifoseria, ma la città intera. –Brescia: astio fiero, campo del Brescia sempre stato ostile. Violenta rissa tra tifosi delle opposte fazioni a Brescia nel gennaio 1986. Un 17enne romano accoltellato da un bresciano, un 23enne di Brescia ferito alla testa con oggetti e un pugno. –Vicenza: tafferugli dopo Vicenza-Lazio dell’ottobre 1985 nel centro città: minorenne romano fermato con un coltello, 18enne vicentino accoltellato a una coscia. –Catanzaro: nell’85/86 un centinaio di laziali, a salvezza conquistata, restano per ore a Catanzaro, assediati all’interno dello stadio, mentre fuori piovono sassi a ripetizione. –Catania: scontri in Lazio-Catania del novembre ’83, durante la gara e al termine; accoltellato un 19enne catanese. –Palermo: bandierina del Palermo esposta in Nord, probabilmente rubata, negli anni 2000. Scene di guerriglia urbana in pieno centro a Palermo, dove una 30ina di laziali al seguito della loro squadra per Palermo-Lazio del 10 aprile 2016, anticipo serale, si sono scontrati nel prepartita con ultras palermitani del Centro Sociale “Spazio Anomalia-Ex Carcere”, si presume appartenenti alla Curva Nord Inferiore. Una maxirissa con lancio di oggetti, fumogeni e spranghe che ha trasformato il “salotto buono” della città, via Libertà, in un campo di battaglia che ha coinvolto un centinaio di persone in tutto e sconvolto i testimoni. Un 21enne palermitano, già inerme a terra, è stato raggiunto da violenti calci in testa; trasportato in ospedale, gli viene diagnosticato un grosso ematoma alla testa e alcune fratture facciali. 4 palermitani e 4 laziali sono stati arrestati dalla polizia chiamata dagli abitanti della zona. Secondo la ricostruzione delle forze dell’ordine, sarebbero stati i palermitani ad aggredire i laziali seduti ai tavolini di un bar. “Calci in bocca alla romana. Palermitano zecca” una delle scritte apparse sui muri di Roma a poche ore di distanza dagli scontri, oltre a “Pappo, Danny, Massi e Marco liberi!”, i 4 laziali arrestati a Palermo (verranno liberati poco dopo). –Tottenham: notte di barbara violenza nella capitale, dove un gruppo di 10 supporters inglesi, che si trovavano a Roma per il match Lazio-Tottenham di Europa L., fase a gironi 12/13, è stato aggredito all’interno di un pub di Campo de’ Fiori da alcuni ultras della Lazio a volto coperto, che hanno bloccato le porte del locale e, alcuni di loro, hanno scagliato la loro furia violenta sui malcapitati, giungendo armati di mazza da baseball, tirapugni, cinghie e coltelli. Dieci tifosi inglesi sono stati trasportati presso gli ospedali della capitale per essere medicati e soccorsi. Il “raid” sarebbe stato compiuto per ragioni “razziali”, aggredendo i tifosi del Tottenham per colpire le origini ebraiche del club, considerando che il “White Hart Lane”, stadio degli “Spurs” sorge nel quartiere ebraico di Londra, e fra i supporters della squadra ci sono tradizionalmente molte persone di origine asiatica ed ebraica. –Spal: rivalità recentissima, incidenti nel luglio 2018 (vedi Sezione “Curiosità”). –Atletico Madrid: astio sia a livello sportivo che ultras, dovuto soprattutto al gemellaggio tra laziali e madridisti. –Dinamo Bucarest: 5 romeni feriti in incidenti vicino lo stadio nell’agosto 2007, in Lazio-Dinamo Bucarest, preliminari di Champions. –Sparta Praga: schermaglie a Praga per l’andata degli 8.i di finale di Europa League 15/16, quando alcuni ultras di casa cercano il contatto prima della gara nei pressi dello stadio. I laziali si lasciano andare poi a ululati nei confronti dell’esterno di colore dello Sparta Nhamoinesu, tanto che l’arbitro sospende la partita per un minuto. –Panathinaikos: trasferta carica di tensione nel 2012 a Atene, coi gemellati dei romanisti. –Galatasaray: per il ritorno degli 8.i Europa League, nel febbraio 2016, due turchi accoltellati nella notte precedente a Ponte Milvio. Di giorno i turchi crearono scompiglio in centro, con due bombe carta lanciate a Piazza del Popolo. –Anderlecht: disordini nel pregara di un’amichevole tra le due squadre nel luglio 2015. –Cagliari: non corre buon sangue in seguito all’aggressione dei cagliaritani a 8 normali tifosi della Lazio, con tre donne, che stavano raggiungendo le proprio auto, nel marzo 2017, con gli aggressori che hanno addirittura cercato di investire con due macchine i malcapitati. Un uomo è stato ferito al polso da arma da taglio e colpito alla testa da una bottigliata. Questo quando gli ultras laziali erano già andati via. –Benevento: momenti di tensione nel pregara di Benevento-Lazio 17/18, quando le due fazioni vengono a contatto. L’intervento della polizia evita che la situazione degeneri. Salernitana: l’origine della rivalità è dovuta ai duri scontri tra opposte tifoserie prima dell’amichevole Salernitana-Lazio, inizi anni 2010.
Storia del tifo laziale: i primi gruppi ultras nascono in curva Sud alla fine degli anni ’60, coi tumulti giovanili del ’68, quando gruppuscoli di ragazzi, perlopiù sedicenni, affollano le gradinate dell’”Olimpico”. La nascita del movimento ultras è guidata soprattutto da un personaggio di spicco: Goffredo Lucarelli, detto “er Tassinaro”, venuto a mancare il 1°agosto 2012, e da Billy, uno dei fondatori degli “Ultras”. Il 14 novembre 1971 inizia la storia del primo vero gruppo ultras della capitale: nasce il “Commandos Monteverde Lazio”, striscione di 22 mt., poi C.M.L. ’74, sull’entusiasmo per lo scudetto di quell’anno. Nel 1976 i gruppi della Sud, ancora troppo divisi, decidono di riunirsi sotto un’unica sigla: nascono i “Gruppi Associati Bianco Azzurri”, che l’anno dopo, nel 1977, diventeranno gli “Eagles Supporters”, con striscione a tutta curva di 56 mt., nome d’impostazione britannica, che fa il suo esordio l’1 ottobre ’77 in Lazio-Juve in Sud, si sposteranno presto in Nord, ma in seguito l’ondata repressiva adottata contro i gruppi ultras italiani dopo la tragica uccisione di Paparelli, li esiliò in Sud col nome di “Gioventù Biancazzurra”. Per oltre un decennio faranno da traino alla Nord ed alla Lazio stessa. Nel 1978 fanno la loro prima apparizione in curva Sud i “Viking”, i più politicizzati e intransigenti del periodo. Il 28 ottobre 1979 è una delle giornate più brutte della storia del calcio italiano, una giornata nera, rimasta nell’immaginario collettivo: si disputa il derby della Capitale, la Roma gioca in casa e 15.000 laziali sono posizionati in Nord, quando il terzo di tre razzi sparati dalla curva Sud romanista da un 17enne, soprannominato “Tzigano”, uccide Vincenzo Paparelli, 33enne padre di famiglia, tifosissimo laziale. Un avvenimento che cambierà radicalmente il mondo ultrà: da allora inizia la repressione negli stadi, uno dei primi morti allo stadio. Vincenzo fu il primo morto ad essere infangato (“Ma quale polizia, ma quali manganelli, 10,100,1000 Paparelli!”, o lo striscione romanista, diversi anni dopo, “Paparelli te stai a perde i tempi belli”). Il C.U.C.S. Roma e tutta la tifoseria romanista viene sbattuta in prima pagina, come mostri alla gogna. Il dopo-derby avrebbe potuto seminare altri morti: prima della partita vengono rinvenuti 50 razzi di segnalazione marina e striscioni “forti” come “Scusa porco se ti chiamo romanista” e “Rocca bavoso i morti non risuscitano”. Gli ultras laziali si scatenano, la Nord “scoppia”, il capitano Pino Wilson va sotto la curva, i tifosi chiedono la sospensione, ai romanisti i cori “Assassini, assassini”. In Via del Corso è guerriglia urbana, una voglia di vendetta simile a quella che, diversi anni dopo (’95), ci sarà a Genova per il caso Spagnolo. Come già accennato la vicenda-Paparelli scatena una caccia alle streghe senza precedenti: si parla di ripulire le curve, con toni enfatici, seguono blitz nelle sedi dei gruppi e condanne. Costituitosi dopo 18 mesi di latitanza in Svizzera, al processo “Tzigano”, vero nome Giovanni Fiorillo, dirà di non essere stato messo al corrente della pericolosità del razzo, e il giovane verrà condannato a sette anni di reclusione per omicidio preterintenzionale. Una volta scontata la pena tornerà in carcere per piccoli reati e morirà nel 1993 per un male incurabile. Ma la fine dei ’70 sono anni tristi per la storia della Lazio anche per la morte, nel 1976, di Tommaso Maestrelli, allenatore della Lazio scudettata nel ’74, stroncato da una grave malattia e, nel 1977, di Luciano Re Cecconi, centrocampista tricolore, morto per uno scherzo atroce e sciagurato in una oreficeria, fingendo una rapina (ma sulla vicenda c’è sempre stato un alone di mistero). Nello stesso anno della morte di Paparelli, gli Eagles Supporters si sposteranno in Curva Nord, seguiti da tutta la tifoseria, a parte i Viking, che li seguiranno due anni più tardi. Nel 1979/80 la Lazio verrà travolta dal calcio scommesse, arrestati allo stadio alcuni giocatori simbolo come Giordano e Manfredonia. Se gli anni ’80 sono stati il periodo peggiore della Lazio, lo stesso non si può dire per il tifo della Curva Nord, imitata e ammirata da tutti per calore, passione ed originalità. Nell’82/83 si formano nuovi gruppi: “Gruppo Sconvolti”, “Ultras ’74” e “Gruppo Rock”, che inciderà su cassetta “My Way” dei Sex Pistols, riadattato alla Nord, cioè il celebre “Farò quel che potrò per la mia Lazio…”, che sarà rispolverato dagli “Irriducibili” negli anni ’90. Nell’83/84 Chinaglia torna alla Lazio, dopo l’esperienza nei Cosmos (USA), da presidente, e a far sognare il popolo laziale, ma la Lazio si salverà solo all’ultima giornata a Pisa. L’anno dopo è penoso dal punto di vista calcistico, con la Lazio prematuramente retrocessa in B a 8 giornate dal termine. Nel campo del tifo esce la prima fanzine, “Viking Press”, e, nel derby di ritorno 84/85, con la Lazio già matematicamente in B, la curva Nord, piena come non mai, allestisce una grande coreografia, con un sole gigante e la scritta “Solo i vili e i mediocri conoscono la sconfitta…noi siamo grandi e risorgeremo!”, con la Sud romanista che resta di stucco. Nell’86 è ancora calcio scommesse. Il 6 agosto ’86 scoppia la guerriglia dopo titoli come “Lazio nel dramma. Retrocessa in C1! Bocchi e Calleri vanno via”. Si mobilitano 800 fans sotto la sede della F.i.g.c. in una Roma semideserta. Qualcuno eccede, scoppia la scintilla e divampa la battaglia, proseguita a Villa Borghese. Il 26 agosto la Lazio resta viva, in Serie B, ma col pesantissimo handicap di 9 punti! La Lazio rincorrerà la salvezza dalla prima giornata, disperatamente: “Vincete per non morire” era lo slogan della stagione. Raggiungerà la salvezza nel suo stile, soffrendo ed accedendo agli spareggi all’ultima giornata, con una vittoria presa per i capelli, col Vicenza, con un gol incredibile di Giuliano Fiorini, scomparso nel 2005 per un tumore ai polmoni, a 10 minuti dalla fine. La Lazio va così a Napoli a giocarsi la salvezza contro Campobasso e Taranto, contro cui perde, mentre il secondo match, coi molisani, lo vince, salvandosi per il rotto della cuffia davanti a 35.000 laziali impagabili, che, alla fine della seconda partita, esporranno lo striscione “Nove punti non sono stati sufficienti…la prossima volta datecene venti!”. Il 18 ottobre 1987 per un Lazio-Padova compare il primo striscione spartano, di 10 metri, degli “Irriducibili”, che prende momentaneamente il posto di quello dei “Viking”, al muretto centrale della Nord. Il gruppo nasce nelle strade di Monteverde, da sempre feudo laziale, ha personalità da vendere e nascono inevitabilmente dei contrasti con gli “Eagles Supporters”, ancorati alla tradizione Ultras: la convivenza in curva è difficile fin dagli inizi e gli “Eagles” si sciolgono nel 1992, quasi inevitabilmente, anche per mancato ricambio generazionale. Nell’88/89 la Lazio, di nuovo in Serie A, è accolta in maniera ostile in quasi tutti gli stadi. A Napoli, addirittura, i 500 tifosi laziali giunti a sostenere la squadra non vengono fatti entrare, perché a detta delle f.d.o. lo stadio è esaurito, ma identificati e rispediti a casa. Nel 1990/91 in Nord proliferano le “Union Jack”, infatti la Lazio annuncia l’acquisto del fuoriclasse inglese, già protagonista a “Italia ‘90”, Paul “Gazza” Gascoigne. “It’s ready for you”, stendardo gigante raffigurante una pinta di birra, dà il benvenuto all’asso inglese. L’anno dopo continua la “Gazza mania” con tantissime bandiere britanniche e maschere. Campionato mediocre nel 91/92, coi tifosi che accusano i giocatori di scarso impegno. Nel 1992 arriva Cragnotti e la Lazio torna ai vertici del calcio italiano e europeo. I “Viking” tolgono il proprio striscione per far spazio ad uno con la scritta “Non omologati”. Novità all’”Olimpico”: per la prima volta dopo tanti anni, anche la Sud torna a sostenere la Lazio, coi ragazzi del “Nucleo” che animano questo settore. La Nord volta pagina con un tifo prettamente anglosassone, ha un nuovo assetto. Il 18 aprile 1993, durante il derby di ritorno, si tocca l’apice della english-mania con una miriade (circa 6000) di stendardi goliardici e fantasiosi. La svolta è anche nelle pezze in balconata, al posto degli striscioni, che induce la Sud romanista a ideare lo striscione “Levate quei stracci che so’ asciutti”. In quel periodo sotto il tabellone c’è sempre la scritta “S.S.Lazio” e pezze come “06”, “Senza tregua”, Since 1900”, “Zoccolo duro”, I don’t mineral water”, “tuca tuca” e altre ancora, anche di quartiere. Il 6 marzo 1994 si gioca il primo derby in notturna di campionato, la Nord ammonisce: “No al calcio tecnologico”, precursori anche in questo gli “Irriducibili” che “denunciano” il calcio in televisione. Nel 94/95 in Nord torna il glorioso striscione “Ultras”. Il 15 gennaio ’95 la Nord partorisce la sua nuova rivista ufficiale, titolo “La voce della Nord”, 32 pagine tutte a colori, con cadenza quindicinale, ben scritta, in carta patinata, alta definizione grafica, articoli firmati come un vero magazine, con rubriche interessanti quali “Dentro la Lazio”, “Oltre la Manica”, “Diario di bordo”, ecc. che si può trovare oltre che allo stadio e nei Lazio Point, anche nelle edicole della capitale. Domenica 11 giugno 1995 Cragnotti annuncia: “Ho ceduto Signori al Parma per 25 miliardi di lire”. Ne seguirà un’autentica sommossa popolare al grido “Signori non si vende”, sotto la sede di Via Novaro. Grande tensione, è la protesta al calcio moderno, del cuore contro i miliardi. I tifosi non ci stanno e vincono facendo interrompere ogni trattativa. Alle 19,30 la notizia ufficiale: “Signori resta alla Lazio ma io vado via!”, annuncia il patròn, che invece rimarrà ancora per qualche anno. Nella stagione 96/97 Signori realizza il centesimo gol in maglia biancoceleste e la Nord lo ricambia con una coreografia che ritrae cento immagini del bomber e la scritta “100 volte grazie!”. Verrà incoronato e dipinto su uno stendardo dove pare vero dall’artista “Disegnello”, autore di tutte le scenografie in curva Nord, al secolo Massimo Di Clemente, su cui è scritto “La Nord incorona il suo re”. L’anno dopo la Nord sciopererà per le botte prese dalle forze dell’ordine sul treno del ritorno fino alle finali di Coppa Italia e Coppa Uefa, la prima vinta, la seconda persa. Nel 98/99 la Lazio vince la Supercoppa italiana, con 6mila fedeli che invadono il “Delle Alpi” (2-1 alla Juve). Nel ’98 gli “Irriducibili” abbandonano lo stile-british per tornare allo striscione tradizionale, che per la verità era apparso nel periodo filo-anglosassone alcune volte, soprattutto nei derby. Si torna all’antico, per recuperare vecchi valori e la voglia dei più giovani, sentitisi smarriti, di identificarsi dietro uno striscione, senza abbandonare il carattere spontaneo, ma anche senza più sezioni o dissapori. La Lazio nel ‘99 perde lo scudetto per un punto, fatale il pareggio di Firenze, ma si rifarà tre giorni dopo a Birmingham vincendo la Coppa delle Coppe contro il Real Maiorca, seguita migliaia di tifosi. Nel 1999/2000 la Lazio più forte della storia si aggiudica il secondo scudetto, che però non avrebbe vinto senza l’aiuto dei suoi tifosi, che l’hanno sorretta non solo sugli spalti, ma anche scendendo in piazza, per manifestare la propria rabbia contro i continui torti arbitrali, di nuovo a Via Allegri davanti la Figc, che uno dopo l’altro hanno fatto sbottare il popolo laziale, con la classica “goccia che fa traboccare il vaso” rappresentata dal gol regolare di Fabio Cannavaro del Parma, annullato senza apparente motivo dall’arbitro De Santis in Juve-Parma 1-0. Viene inscenato un funerale per le vie di Roma fino ad arrivare allo stadio, facendo entrare una bara in curva Nord con la scritta “Il calcio italiano è morto!”. A Via Allegri corteo con in testa lo striscione “spareggio o guerra!”. Nel corso degli anni 2000 la Nord continua ad essere guidata dagli “Irriducibili”. Insieme a loro i vecchi “CML.’74”, i “Viking”, che però nel 2005 si scioglieranno, gli “Ultras”, gli “Anni ‘70”, il “Manipolo”, i “Lazio Fans” e la “Banda Noantri”, che nasce nel 2000 per sciogliersi nel 2005/06, schiacciata dalla repressione (numerose diffide, arresti, problemi interni), con molti ragazzi della “Banda” che nel 2007 andranno a formare “In Basso a Destra”. In Tribuna Tevere, oltre ai “Veterani”, c’è anche l’Associazione “Sodalizio”. In curva “Maestrelli” (la Sud) nascono intorno al 2000 la “Legione Mr. Enrich”, le “Ardite Schiere” e la “Brigata Bigiarelli”, ma avranno breve durata, tranne le “Ardite Schiere” che si sposteranno poi in curva Nord. Soprattutto dalla metà degli anni 2000, la curva Nord attua una notevole, importante contestazione verso il presidente Lotito, ribattezzato “Lotirchio”, colpevole forse soprattutto di aver tagliato le fonti di guadagno alla Nord, i finanziamenti e i biglietti omaggio. Nell’ottobre 2006 viene disposto l’arresto per estorsione e aggiotaggio di Giorgio Chinaglia, all’epoca negli Stati Uniti, da dove rigettava tutte le accuse, e di altre 8 persone, tra cui 4 tifosi della Lazio, nell’ambito dell’inchiesta sulla scalata alla Società Sportiva Lazio. L’obiettivo, era semplice: mettere le mani sulla Lazio, impadronirsene ad ogni costo, facendo ricorso alle minacce, all’estorsione, alla violenza. L’indagine della magistratura romana parte dalle denunce del presidente della Lazio, in seguito a ripetute minacce di morte nel caso non avesse ceduto la società, e prende in esame la scalata al club. Ai quattro esponenti degli Irriducibili che hanno dovuto rispondere di associazione per delinquere e altre varie accuse, nel 2007 vengono concessi i domiciliari. Intanto nuovi arresti e diffide travolgono la Nord, la più falcidiata d’Italia. Nel 2007/08 continua la contestazione a Lotito, anche se la Lazio non va poi così male. L’11 novembre 2007, Gabriele Sandri, a cui in seguito sarà intitolata la curva, viene ucciso a soli 26 anni dall’agente di polizia Luigi Spaccarotella, che si trovava dall’altra parte della carreggiata, con un colpo di pistola, mentre, in macchina con i suoi compagni di viaggio stava lasciando dormendo l’autogrill di Badia al Pino (AR), diretti a Milano per Inter-Lazio. L’attenzione dell’agente viene richiamata da un parapiglia tra tifosi laziali con un gruppetto di juventini, diretti a Torino per Juve-Parma, così un nuovo grave lutto colpisce il calcio italiano. Spaccarotella verrà accusato di omicidio volontario e condannato il 14 luglio 2009 in primo grado per omicidio colposo a una pena di sei anni di reclusione, ma in appello la condanna viene aggravata ad omicidio volontario con una pena di 9 anni e 4 mesi, confermata poi anche in Cassazione. La notizia dell’omicidio di Sandri quella domenica si diffonde immediatamente: durante la giornata si scatena la violenza degli ultras, soprattutto a Bergamo, Taranto e, ancor di più, a Roma, dove centinaia di laziali e romanisti insieme attaccano una stazione di polizia, un commissariato, gli uffici del Coni e la caserma dei carabinieri di Ponte Milvio. Per gli ultras arrestati viene in seguito formulata, ma poi archiviata, anche l’accusa di terrorismo. “11 novembre 2007” diventa il titolo di un libro dello scrittore romano, di fede laziale, Maurizio Martucci, che parlerà dell’uccisione di Gabriele come di “una delle giornate più buie della Repubblica”. Molte tifoserie in seguito si dimostreranno solidali e sdegnate. Ad esempio juventini e parmensi si avvicineranno alla curva Nord, con bei gesti di amicizia, tipo il copricurva dei “Boys Parma” in Parma-Lazio 10/11, con la scritta “In ricordo di Gabriele Sandri cittadino italiano”, oltre a “Gli ultras non dimenticano: Gabriele vive”. Lo stendardo con impresso il suo volto accompagnerà la Lazio ovunque, in Italia e in Europa. Esposto in quei tempi “Il tuo sorriso li perseguiterà Gabriele con noi”. L’11 novembre 2011, in occasione del quarto anniversario dalla sua scomparsa, viene conferita a Gabriele una stele, adagiata proprio nel piazzale dell’autogrill dove si consumò il fattaccio, con su scritta la frase “In ricordo di Gabriele Sandri, cittadino italiano. Mai più 11 novembre”. Il 21 marzo 2010, in occasione di Cagliari-Lazio, gli “Irriducibili” lasciano il comando della curva dopo 23 anni, con la gestione che passa in mano ai membri della ex “Banda Noantri” e ai ragazzi di “In Basso a Destra”, gruppi formalmente sciolti per le numerose diffide ma comunque presenti sotto il nome di altri striscioni, che creeranno una collaborazione tra tutti i gruppi storici della Nord per quanto riguarda le decisioni e la gestione di essa; tutti si riuniranno sotto il nome di “Ultras Lazio Curva Nord”, rappresentati dal vessillo dell’Aquila Imperiale, posto ad ogni gara alla cancellata centrale della curva Nord. Il 1° aprile 2012 muore negli Usa per arresto cardiaco Giorgio Chinaglia, “Long John”, il bomberone della Lazio anni ’70, dello scudetto, un’autentica bandiera del club. Una notizia che scuote l’ambiente-Lazio. Nel 2017 gli “Irriducibili”,che avevano ripreso ad attaccare lo striscione nel 2013/14 e che, anche se in incognito, fisicamente ci sono sempre stati, si riappropriano in pieno del comando della curva, con uno striscione nuovo e rinnovata combattività. Nonostante i buoni piazzamenti in campionato nelle ultime stagioni: 9^ nel 2014, 3^ nel 2015, 8^ nel 2016, 5^ nel 2017e 2018, l’entusiasmo all’interno della tifoseria biancoceleste latita un po’, forse anche a causa di un mancato ricambio generazionale, anche se la volata per il quarto posto dello scorso anno, valido per la Champions con l’Inter (sono arrivate appaiate ma con l’Inter in vantaggio negli scontri diretti: fatale il 2-3 coi nerazzurri all’’Olimpico’ davanti a circa 68mila spettatori proprio all’ultima giornata). Siamo di fronte a una tifoseria molto umorale, capace in campionato di passare dallo stadio pieno a 10000 spettatori.
Curiosità: -C’è un po’ di maretta attualmente nell’ambiente ultras laziale dopo il volantino distribuito prima della partita Lazio-Napoli del 18 agosto scorso, 1^ giornata del campionato 2018/19, che recitava testualmente: “La Nord per noi rappresenta un luogo sacro. Un ambiente con un codice non scritto da rispettare. Le prime file, da sempre, le viviamo come fossero una linea trincerata. All’interno di essa non ammettiamo Donne, Mogli e Fidanzate, pertanto le invitiamo a posizionarsi dalla 10’ fila in poi. Chi scefglie lo stadio come alternativa alla spensierata e romantica giornata a Villa Borghese, andasse in altri settori. IL DIRETTIVO DIABOLIK PLUTO”. Le donne laziali hanno replicato: “Siamo cresciute anche noi lì”. La F.i.g.c. apre un’inchiesta. All’esterno dello stadio lo striscione “Nel paese del malaffare, solo l’ultras è il primo a pagare! Vicini alle vittime di Genova! Irr”, con la seconda parte che verrà giustamente esposta anche dentro (tutte le curve più o meno hanno dedicato striscioni alla Tragedia di Genova, il crollo del Ponte Morandi, del 14 agosto 2018). Dopo il minuto di silenzio per le 43 vittime di Genova, proprio dai due ragazzi sul palchetto, novità della stagione nelle due curve, viene annunciato che nei primi 10’ il tifo organizzato starà seduto e in silenzio, per rispetto e vicinanza ad uno dei capi storici della curva che proprio quella sera doveva rientrare allo stadio, ma al quale è stato impedito l’accesso. Vengono tolti tutti gli striscioni esposti, che già erano capovolti. Il silenzio poi si protrae per i primi 45 minuti, con i tifosi nella parte alta della curva e del resto dello stadio che non riescono a capire i motivi di questa decisione. Silenzio anche dei tifosi ospiti, molto compatti. Nel 2° tempo si comincia a tifare regolarmente, il tifo è discreto. Dal settore ospiti partono cori ai rivali, che stranamente non rispondono. Gli “Irriducibili” sono stati messi alla gogna, attaccati dagli stessi laziali, criticati indiscriminatamente ed hanno risposto giorni dopo con un comunicato stizzito che comincia col chiaro “12° uomo in campo, quando lo decidiamo noi! “ e dicono “basta” con le critiche mediatiche, gli attacchi trasversali non solo dai soliti noti e si dicono stanchi, il tifo, le coreografie fatele voi. A Torino il 25 agosto con la Juve non sono entrati, ma, a modo loro sono andati in giro per la città. Forse gli “Irr” hanno parlato di “mogli e fidanzate”, come avrebbero potuto parlare di persone più impegnate a fare foto, selfie e dirette, a smanettare telefonini che a tifare, o di “sbarbatelli” là posizionati per moda, per fare due cori su trenta. Forse il sessismo e il razzismo c’entrano poco. In Lazio-Frosinone del 2 settembre scorso, come promesso le prime file restano vuote. Gli “Irriducibili” fanno il loro ingresso verso la fine del primo tempo, scendendo tutti insieme dalla scalinata centrale con lo striscione nelle mani. Lo stadio li accoglie tra gli applausi. Nel 2° tempo si tiferà regolarmente, la curva è spoglia di altri striscioni. Esposta la scritta “Ciao Mario Facco…’cribbio’”, uno dei signori del calcio, ex giocatore della Lazio, che coi biancocelesti aveva vinto lo scudetto nel ’74, difensore, militante in tante squadre e da anni opinionista di “RaiSport”, scomparso il 31 agosto 2018. -Sono stati identificati, perquisiti e sottoposti a Daspo i laziali (9 diffide) e gli spallini (22) protagonisti degli scontri prima dell’amichevole disputata a Auronzo di Cadore, da anni sede del ritiro della Lazio, il 28 luglio 2018. Nella circostanza le due opposte fazioni si sono fronteggiate in una maxirissa nei pressi di un bar con ripetuti assalti a colpi di bastoni, cinghie, catene e altre armi improprie. -Coreografia spettacolare in Nord e soprattutto in Tribuna Tevere per Lazio-Inter del 20 maggio ’18, ultima di campionato, gara decisiva per l’ingresso in Champions L., poi svanito malamente. In trasferta la più bella coreografia 17/18 è stata quella di Firenze ad aprile. -A Crotone, penultima giornata, avevano esposto “Conquistiamo ciò che ci spetta!”. -Il 25 aprile 2018, si è disputato il derby di ritorno 17/18 (32^ giornata). Come sempre grande spettacolo di tifo sugli spalti, e Nord come sempre molto colorata che mostra gli stendardi delle squadre che si riunirono nel nome A.S.Roma esponendo lo striscione “?/?/1927”, ironizzando sulla data di nascita dell’altra squadra capitolina, e anche la coreografia, bellissima, ribatte sul tema con la scritta blu “1900”, anno di nascita della Lazio nel rione Prati, su sfondo di cartoncini biancocelesti a tutta curva e un’aquila gigante al centro. Nei distinti coreografia con tanti stendardi, su ogni stendardo una lettera a formare la scritta “Sodalizio”. Esposto lo striscione “Antilazio spie”, inoltre si registra un “contatto” all’esterno tra frange di romanisti e alcuni tifosi bulgari del Levski Sofia. -Dopo Lazio-Milan del 28/2/2018, gli agenti sorpresero due tifosi laziali ad affiggere su un muro un manifesto di 10 mt. con scritto “01.03 Stefano Furlan! Acab Lazio”, denunciati e Daspati. -Saccheggiato un autogrill al ritorno dalla trasferta di Napoli il 10 febbraio 2018, pagato con il divieto di trasferta a Reggio Emilia (Sassuolo). -A Ferrara, 6 gennaio 2018, i laziali intorno al 15° minuto lo striscione “Irriducibili”, non si sa bene per quale motivo. In Lazio-Torino dell’11 dicembre 2017, visto lo scandalo per un campionato falsato per i torti arbitrali, a detta laziale, a causa di una Lazio che è forte e dà fastidio, la Curva Nord esce dallo stadio per protesta in un calcio per loro morto. In seguito (febbraio ’18) verranno esposti striscioni come “Vargogna” e Malagò verme giallorosso”, presidente del CONI dal 2013. In Lazio-Samp, aprile ’18, esposto “Noi con voi contro tutto e tutti…fino alla vittoria!”; col Bologna, 18 marzo ’18, “Oltre torti e ‘strane’ situazioni vogliamo ancora 11 leoni!”. -Roma-Lazio del 18 novembre ’17, solito bel colpo d’occhio, dopo la rimozione delle barriere nelle due curve, è il derby dell’anniversario della morte di Sandri. I genitori di Gabbo, invitati per l’occasione dall’A.S.Roma, e il fratello Cristiano entrano in campo percorrendo tutta la pista per ringraziare coloro che, presenti, ricordano il loro amato figlio. Cercano di avvicinarsi alla Curva Nord per salutare gli amici di Gabriele, ma gli viene vietato per ragioni di sicurezza, si dice loro. Ciò delude molto i Sandri che, sebbene con un posto in Tribuna offerto dalla Roma, decidono di lasciare lo stadio. La scenografia della Nord ricorda Gabbo: un copricurva centrale con il disegno di Gabriele e vicino un’aquila, tutt’intorno stendardi di personaggi storici laziali e bandiere biancocelesti; sotto il tabellone lo striscione “Gabriele!”. Nonostante tutto il clima era teso prima e dopo la gara, fuori si registrano incidenti e tentativi di aggressione alle forze dell’ordine. In particolare un poliziotto viene aggredito nei pressi della sede degli “Irriducibili”, sulla Tuscolana: necessari alcuni punti di sutura. Inoltre a Ponte Milvio, durante il deflusso dei laziali, avviene un lancio di sassi e bottiglie contro le f.d.o. -In Benevento-Lazio del 29 ottobre 2017, all’ingresso in campo dei calciatori, i laziali espongono lo striscione “10-100-100 Paparelli”, che riprende un vecchio slogan antilazio e polizia, con tutt’intorno cartoncini con la sua effigie, nell’anniversario della sua scomparsa. -Il 18 ottobre 2017 gli “Irriducibili” festeggiano 30 anni dalla loro fondazione in sede con una megacena alla quale sono stati invitati tutti e tutti i quartieri di Roma vedono l’esposizione di uno striscione in onore del gruppo. -Adesivi antisemiti col volto di Anna Frank, simbolo dell’Olocausto soprattutto per il suo famoso diario, in Curva Sud, da dove gli ultras laziali hanno assistito il 22 ottobre 2017 a Lazio-Cagliari, suscitando un clamoroso vespaio di polemiche internazionali. Trovarono posto lì dopo la chiusura di due turni della Nord, da scontare con Cagliari e Udinese, per i cori razzisti contro i giocatori di colore del Sassuolo Duncan e Adjapong, lanciati durante Lazio-Sassuolo del 2 ottobre 2017, nonostante sia stato effettuato l’annuncio di rito al 38°. Lazio-Udinese verrà poi rinviata per maltempo e recuperata il 24 gennaio ’18 con la Nord regolarmente al suo posto. Gli Irriducibili si dissociarono e non ci trovarono nulla di male (per loro è scherno e sfottò), difesi anche da tante altre curve italiane (i Viking Juve per esempio: “Per 4 adesivi gridate all’indecenza ma per Gabbo nessuna riconoscenza!” Onore agli Irriducibili Lazio”), ma in una nota firmata da loro dissero basta agli ululati razzisti, al fine di non danneggiare più la loro amata squadra, anche in ambito internazionale. -In Lazio-Roma, derby di andata Semifinali di Coppa Italia 16/17 del 28 febbraio’17 la Nord come annunciato è presente e allestisce una bella coreografia (“…Da sempre il vostro incubo peggiore” ai piedi di migliaia di bandierine) mentre la Sud resta fuori fino alla completa rimozione delle barriere. -La notte del 4 maggio ’17 gli “Irriducibili” attaccarono lo striscione, a due passi dal Colosseo, “Un consiglio senza offesa…dormite con la luce accesa!” verso i giallorossi (l’invito alla luce accesa era per evitare che di notte gli incubi possano disturbare i loro sonni, come accade dal 26 maggio 2013, il giorno della “Coppa in faccia”) e appesero nelle vicinanze alcuni manichini impiccati-bambole gonfiabili con la maglia giallorossa. Del fatto se ne occupò anche il programma di Italia 1 “Le Iene” che sentenziò: minacce di morte? no sfottò. -La Curva Nord si mobilitò per dare il suo contributo alla costruzione di un impianto ludico sportivo ad Amatrice, paese martoriato dal sisma del 24 agosto 2016, progetto gestito e realizzato direttamente dal Comune di Roma, che ha fin da subito apprezzato l’iniziativa. Organizzata una raccolta fondi attraverso iniziative durante le partite della Lazio e donazioni on line. Allo stadio, in Lazio-Juve, esposto lo striscione “Uniti per Amatrice!”. -Nella notte che precede il derby d’andata 16/17, sono stati fermati 5 ultras della Lazio nelle zone del centro cittadino, trovati in possesso di mazze e bastoni. Uno di loro, individuato come il detentore materiale degli strumenti offensivi, è stato arrestato, mentre per gli altri 4 è stato disposto il fermo e il Daspo. -Il 23 maggio 2016 l’’Olimpico’ torna a ripopolarsi per la 3^ edizione (la prima il 12 maggio 2014 per i 40 anni dal primo scudetto) di “Di Padre in Figlio”, che riunisce le generazioni laziali allo stadio. Bello vedere tante famiglie e tanti bambini con le maglie storiche della Lazio. La Nord è carica come non mai e mostra bandiere e striscioni storici che hanno colorato la curva in passato. Mentre in Sud campeggia una coreografia con la squadra del primo scudetto 73/74, in Nord canta ininterrottamente. Quando l’altoparlante diffonde le note de “I giardini di marzo”, diventato l’inno biancoceleste in onore a Lucio Battisti, cantante di enorme successo, del quale il 9 settembre 2018 ricorreva il 20° anniversario dalla sua morte, che aveva sempre vissuto con discrezione la propria lazialità, si sono messi a cantare tutti i circa 50mila presenti, tra le lacrime di Pino Wilson e di altri campioni del ’74, con Mogol visibilmente commosso a bordo campo, in un diluvio di emozioni e bandiere. Il tutto nonostante i risultati deludenti della squadra, culminati con la sconfitta nel derby e l’esonero di mister Pioli. Esposti striscioni tipo “Per quanto i vermi ci vogliano lontani, torneremo per prenderci il domani! I diffidati”. Il 4 giugno 2018 è andata in scena la 5^ edizione della festa laziale, che ha visto la disputa dell’incontro Lazio-West Ham di calcio femminile. -Con una scellerata e assurda decisione, il 26 giugno 2015, nel corso di una riunione del Comitato Provinciale Ordine e Sicurezza, il prefetto di Roma Franco Gabrielli decide di dividere le curve dell’Olimpico in due tronconi con una larga scalinata nel mezzo, un divisorio presidiato a destra e sinistra dagli steward, con l’innalzamento delle barriere antiscavalcamento tra curva e Distinti. Per protestare contro queste restrizioni, in atto dall’inizio della stagione 2015/16, le due curve capitoline decidono, in occasione di Roma-Lazio dell’8 novembre 2015, con un accordo senza precedenti, di scioperare lasciando le curve deserte. Il derby si gioca in un ambiente surreale, con nelle due curve solo qualche decina di persone, solo i distinti e parte della Tribuna Tevere sono un po’ affollati. La protesta degli ultras riesce benissimo visto che i paganti sono solo 11.663 e la stragrande maggioranza dei 23.590 abbonati della Roma è assente. La posizione dei tifosi è stata resa esplicita dallo striscione, probabilmente dei romanisti, “Fuori per dignità e rispetto della storia, che il nostro grido porti alla vittoria. Non chiamatelo derby”. -Il gruppo “Magic Fans” del Saint Etienne, visto che i laziali, dopo gli attentati di Parigi del 13/11/15, con la polizia che vieta tutte le trasferte, anche quelle di Europa League, sono assenti, espone un bel “Gabriele vive!” ai piedi del settore ospiti deserto. Inoltre i supporters del St.Etienne esposero, più o meno sempre in quel periodo, “Le curve non si dividono”. -Per Lazio-Rosenborg, fase a gironi di Europa League 15/16, sono presenti un bel gruppo di laziali in Nord per questa sfida; non c’è la curva piena ma chi è presente lo fa esclusivamente per contestare la squadra, per manifestare disappunto per la divisione della curva esponendo la pezza “Questa curva non si divide”. Purtroppo la mattina dopo i ragazzi che l’hanno esposto in mano, saranno chiamati in questura a dare spiegazioni. Al ritorno, i laziali si presentano a Trondheim in circa 300, la maggior parte ultras, esponendo lo striscione “Gabrielli verme”. Prima della partita Lazio-Bayer Leverkusen, spareggio Playoff andata di Champions L., del 18 agosto 2015, saranno molti i tentativi di mediare con gli steward per ottenere almeno di appendere le pezze e occupare il cancello per coordinare il tifo, ma niente da fare: polso duro della Digos che non concede nulla. Il primo tempo passa in silenzio; sciarpata a inizio gara, ma l’importanza della stessa richiederebbe ben altro sostegno. Nella ripresa le cose cambiano, spuntano i bandieroni, la curva si anima trascinando la squadra alla vittoria. In Lazio-Bologna, anticipo 1^ giornata 15/16, la Nord, dopo i problemi di Champions col Bayer Leverkusen, decide di disertare la curva. La protesta vede quasi tutta la curva vuota, se togliamo i pochi presenti che decidono di entrare. Dov’era il cuore del tifo ora c’è militarizzazione, costosa e inutile. A chi non rispetta il proprio posto multe salate. Tutto questo mentre la città di Roma sta vivendo uno dei suoi momenti più bui e cupi, in mano alla corruzione, “Mafia Capitale”, tangenti, scoppia uno scandalo al giorno e si respira un clima da far-west. Questi sono i veri problemi da risolvere! -E’ per la repressione incondizionata adottata nei confronti delle curve romane, che i laziali prendono la storica decisione, vista l’impossibilità di tifare in casa, di tifare in trasferta, grazie alla tessera del tifoso, per ricompattare una tifoseria che qualcuno vorrebbe far morire. Quando la curva prende la decisione è una corsa contro il tempo per avviare la card alla svelta per raggiungere Verona. I circuiti, vista la grande richiesta, vanno in tilt e così viene presa la decisione di rimandare a Reggio Emilia col Sassuolo la prima trasferta ufficiale della curva. -A Reggio Emilia, ottobre 2015, sono ben 2500 quelli che affollano il settore ospiti. Il colpo d’occhio è di grandissimo livello e non mancano stendardi e bandiere che colorano il settore. Ci sono laziali anche nelle due tribune. -Il derby Lazio-Roma della penultima giornata del campionato 14/15, giocato a maggio, che decide seconda e terza classificata viene spostato di lunedì a causa della finale di Coppa Italia della settimana precedente. Anche se orario e giorno non sono ideali si contano 50mila presenze con malumori soprattutto da parte romanista. Il pregara è come sempre sorvegliato in ogni punto critico dello stadio, ma ci saranno due feriti romanisti, a circa 700 metri dallo stadio, con armi da taglio. Spettacolare la coreografia organizzata dai laziali, dal coefficiente di difficoltà altissimo. Vincerà la Roma 2-1 appropriandosi del 2° posto. La Lazio arriva terza vincendo 4-2 a Napoli lo scontro diretto, col Napoli che finisce quarto. Finalmente, nella primavera del 2017, saranno tolte le divisioni nelle due curve. -Al derby di andata 14/15 esposti striscioni quali“1-7 piazzato a Tor di Valle!”, riferito alla clamorosa debacle della Roma col Bayern Monaco nella fase a gironi di Champions 14/15, “Adesivi, striscioni e scritte…mi pensi anche quando ti fai le pippe?”, “09-02-2014: questa è Roma non Maratona”, “Mio nonno tifava Lazio, il tuo pure!”. Incidenti coi “blu” e romanisti. -Benito Mussolini il 6 ottobre 1929 firmò la domanda di adesione come socio della SS Lazio, donando al club la cifra simbolica di 1000 £. Il 19 gennaio 1930, accompagnato dal Generale Vaccaro, Mussolini si recò per la prima volta ad assistere a un incontro della Lazio, col Napoli. -Lazio-Milan della 20^ giornata 14/15 vede i giocatori scendere in campo con la storica maglia del “-9” che la Lazio decide di riproporre, quella della stagione 1986/87 che vide la storica salvezza in Serie B. Quella Lazio è stata la più amata dal popolo laziale, non tanto per i risultati ottenuti ma perché dopo mille difficoltà riuscì a evitare la retrocessione nonostante la pesante penalizzazione, e soprattutto perché in quella squadra non giocavano campioni ma uomini veri, capaci di soffrire e combattere per impedire alla squadra un fallimento annunciato. -La Nord, carica e in ebollizione, attraversa un momento di ottima salute in quel periodo, con la Lazio che gira a mille, anche nella semifinale di andata di Coppa Italia 14/15 col Napoli (1-1). Con la Juve (12^ giornata 14/15) la Nord espone l’eloquente striscione “Noi sappiamo chi è Stato. Stefano Cucchi vive”. -50mila spettatori, galvanizzati dalla volata per la Champions con la Roma, fanno da cornice a Lazio-Chievo (1-1); il pubblico applaude nonostante la prestazione non sia stata al livello delle precedenti. La Nord risponde “presente” e tira fuori un’altra prestazione massiccia. -Con lo striscione “Oltre i colori…ciao Stefano e Cristian”, esposto in curva Nord per Lazio-Torino del 26 ottobre 2014, 8^ di campionato, si ricordano due tifosi della Roma, padre e figlio, tragicamente scomparsi in un incidente stradale mentre facevano ritorno a casa, dopo aver assistito all’infausta partita di Champions League Roma-Bayern Monaco, del 21 ottobre 2014. -A Varsavia, per la partita Legia Varsavia-Lazio, valida per l’Europa League, fase a gironi, del novembre 2013, la Lazio è seguita da circa 200 tifosi che, appena dopo aver iniziato un corteo dalla stazione centrale, sono intercettati dai poliziotti polacchi, perché rei secondo la legge polacca di “adunanza sediziosa”. I laziali reagiscono col lancio di un cartello pubblicitario e alcune bottiglie (reato grave in Polonia). Il gruppo si spacca in due, con la polizia che si divide. Una decina di laziali s’infilano in un vicolo cieco e vengono malmenati, qualcuno pesantemente, mentre altri accorrono ad aiutare gli amici in difficoltà. Gli agenti si predispongono a ferro di cavallo e chiudono il gruppo chiedendo documenti, poi perquisizioni approfondite (alcuni vengono spogliati sulle camionette), impronte digitali; dopo un’ora di silenzio da parte della polizia, viene comunicato ai ragazzi che sono tutti in arresto. I fermi diventano in totale 149: una vera e propria retata. I laziali vengono ammanettati, spogliati degli effetti personali, giacche, braccialetti, guanti, e in carcere i ragazzi subiscono le peggio angherie, vengono spogliati e sottoposti a perquisizione “totale”. In poche ore si sparge la voce dei soprusi e a Roma raccolgono ben 40mila €. di fondi; si muovono anche i tifosi del Legia Varsavia, offrendosi di fare da interpreti nei processi in tribunale. Giorni dopo arriva l’avvocato Lorenzo Contucci, ormai per tutti “l’avvocato degli ultras”, e alcuni ragazzi escono pagando circa 200 euro di cauzione. Restano tristemente in Polonia 22 cittadini italiani, con le istituzioni che si muovono con colpevole ritardo, 18 condannati a due mesi, tre a tre mesi, uno a sei mesi. Tutti passeranno il Natale in Polonia, in attesa delle sentenze. Durante la partita (già, c’è pure quella…) i laziali in buon numero assistono al match in silenzio per solidarietà, limitandosi a pochissimi cori, nessuna pezza esposta. I noti fatti di Varsavia caratterizzano l’ambiente in Lazio-Napoli del 1° dicembre ’13, durante la quale verranno esposte numerose scritte al riguardo, come “Libertà per gli ultras di Varsavia”, “Oltre i colori…grazie avvocato il tuo gesto non sarà dimenticato” (verso Contucci) e “Senza lacci, senza suole, ma con un ideale in fondo al cuore!”. -In Lazio-Inter del gennaio ’14, i fatti di Varsavia sono sempre all’ordine del giorno, infatti per tre di loro non c’è ancora libertà e, a tal proposito, verrà spiegato lo striscione “Il nostro silenzio è la voce della nostra assenza…onore ai ragazzi di Varsavia” e in diversi momenti verranno intonati cori a loro favore. -Lazio-Sassuolo del febbraio ’14 risulterà la partita con più spettatori della stagione, dopo il derby, nonostante si giochi contro l’ultima in classifica. Infatti 45.000 laziali assisteranno alla gara, invogliati dalla maxi-contestazione contro Lotito: in tutti i settori vengono esposti cartoncini con la scritta “Libera la Lazio”; quella che, a suo tempo, a detta del presidente era una contestazione strumentale di una sparuta minoranza, oggi è di tutto il popolo biancazzurro. Tutto lo stadio contesta, anche la Tribuna MonteMario adiacente alla poltrona di Lotito. Mai nella storia della Lazio una contestazione aveva unito così tanta gente. Tra gli striscioni “Sei come Cimabue fai una cosa e ne sbagli due”, “Lotito e Tare vermi”, “Lotirchio vattene”, “Assoluta maggioranza” e “Cerchi di metterci paura andando in questura?? Lotito infame!”. -Dalla gara casalinga con l’Atalanta, del marzo 2014, fino al termine della stagione, inizia la diserzione laziale (a parte Lazio-Milan del 23 marzo), con circa 4mila spettatori presenti, causa il presidente tiranno Lotito. La Nord passa all’attacco e protesta ad oltranza. Le ultime partite casalinghe del 13/14 sono giocate con la Nord vuota e gli altri settori popolati da pochissima gente. -Gli “Irriducibili” scelsero tale nome per il suo significato di gente che non si arrende mai e non scende mai a compromessi. Erano contrari anche alle sezioni in altre città e agli striscioni di quartiere, visti come uno sgretolamento del gruppo portante, stampavano una bella fanzine, dove esprimevano il loro pensiero, dal titolo “Mr. Enrich”, fumetto inglese degli anni ’60, col simbolo dell’omino che “scalcia”. Poi sarà la volta de “La voce della Nord”, tutta un’altra cosa. Lo slogan del gruppo era: “Non diremo mai sissignore!”. L’Associazione Mr. Enrich del gruppo ha intrapreso iniziative di natura sociale e umanitaria, come la raccolta di materiale inviato ai croati durante la guerra e fondi a favore della lotta all’Aids. Gli “Irr” diedero una scossa al mondo ultras organizzando la giornata dello striscione “10-01-93: la morte è uguale per tutti”, che venne esposto in quasi tutti gli stadi italiani per ricordare la scomparsa del tifoso atalantino Celestino Colombi, colto da infarto in seguito ad una violenta carica della celere negli scontri del dopogara di Atalanta-Roma. Bisogna dare atto agli “Irriducibili” di essere stati i precursori di tante mode curvaiole: i primi (o comunque tra i primissimi) ad andare in trasferta con lo striscione del gruppo davanti al corteo (San Benedetto del Tronto, 1987); i primi a cambiare il mezzo di trasporto rispetto al gruppo-guida ultrà della stessa curva (tutti in treno, in contrapposizione al pullman degli “Eagles”); i primi ad aver creato uno spettacolo teatrale, vestiti da gladiatori dell’antica Roma, che sventolano i vessilli imperiali e le bandiere dell’S.S. Lazio; i primi a creare una coreografia dove su enormi teloni sono raffigurati i monumenti di Roma Imperiale (derby ’89); i primi a inventarsi una scenografia con astronauti, ripresa per pubblicità dalla Coca Cola; primi a creare una coreografia con un’enorme maglia a coprire buona parte della curva e sotto la scritta “Onoratela”, creando i presupposti per portare all’interno del panorama ultras italiano l’abitudine di affezionarsi meno ai giocatori, spesso mercenari, e tenere alto l’attaccamento alla maglia; tra i primi in Italia a lanciare la moda anglosassone degli stendardi, oltreché delle “pezze” al posto dei tradizionali striscioni; i primi dopo i veronesi a proporre le sciarpe a righe verticali, dette nel gergo ultras “popular”. -Striscioni storici: “Banda ’74: pazzi, rissosi, scatenati, indomabili…laziali!”, riferito ai clan nello spogliatoio e alle pistole in allenamento della squadra dello scudetto; “Ultras sorvegliato speciale dello Stato maiale”, “Supereremo le nuvole per tifare di nuovo insieme” (in città, per Gabriele Sandri), “No alle curve divise…no alle divise in curva” (in città), “Ciao Schicchi anche da lassù rompi ogni tabù…Ultras Lazio Club Privée”, per la scomparsa del re del porno italiano Riccardo Schicchi nel dicembre 2012; “Onore a chi nei momenti di difficoltà va oltre ogni rivalità e senza nessun timore esprime la propria solidarietà”; “Onore alla tigre Arkan” il cui vero nome era Zeljko Raznatovic, criminale sanguinario serbo, leader autore di numerosi crimini di guerra durante il conflitto nella Jugoslavia degli anni ’90, commessi da lui stesso e dalle sue “Tigri di Arkan”. Lo striscione, esposto in Lazio-Bari del 30/01/00 suscitò un vespaio di polemiche: era per Sinisa Mihajlovic, allora giocatore laziale, molto amico di Arkan dai tempi in cui giocava nella Stella Rossa. -Su Radiosei va in onda dal lunedì al venerdì per un’ora e mezzo “La Voce della Nord”. -Feeling con il per tantissimi anni portierone della Juve Buffon, che in una delle ultime sfide Juve-Lazio regala la sua maglia autografata ai biancocelesti. -Sempre presenti le pezze “Diffidati vanto nostro”, “Diablo”, che ricorda Fabrizio Piscitelli, alias “Diabolik”, leader indiscusso degli “Irriducibili” anche dal carcere di Rebibbia, dove è rinchiuso dal 2013; “Riky le roi”, “Momme” (ricordato dopo la gara Juve-Lazio dell’ottobre ‘17 anche dai Viking Juve con lo striscione all’esterno dello “Daje Momme”), “Gran TURCO” e l’immancabile effige, presente praticamente dalla sua morte, di Gabriele.
Gruppi scomparsi, nati negli anni ’60: Aficionados, nati nel 1969.
Gruppi scomparsi, nati negli anni ’70: Eagles Supporters, Viking,Gruppi Associati Bianco Azzurri ( nel 1976 il tifo della Lazio cambia: una progressiva evoluzione fa nascere nelle due curve gruppetti e gruppuscoli di tifosi che, sotto le sigle più variopinte, incitano la squadra anche negli angoli più nascosti dell’”Olimpico”, cosicché si rende necessaria una riunione delle varie sigle esistenti nascita, i G.A.B.A che si sistemerà in curva Sud, a partire da Lazio-Bologna del 1976/77), Vigilantes (i primi insieme a C.A.S.T. e N.A.B. a stazionare nella Nord, sorgono nel 1974 sullo spontaneismo di quel periodo, tifo improvvisato la domenica sulle gradinate. I meriti del gruppo sono molti, su tutti quello d’aver sfondato una porta chiusa e creduto in una curva in cui al solito il tifo non si faceva, e quando veniva organizzato era solo nei derby, con la Sud spostata nella Nord. I Vigilantes son stati gli apripista per una parte consistente di tifosi nata nell’ombra del primo scudetto. Pur avendo avuto vita breve, visto che solo due anni dopo confluiscono nei G.A.B.A., le loro gesta sono considerevoli. Originali anche nel nome, copiato poi dai Vigilantes Vicenza nel 1978), La Coscienza della Lazio ( più che un gruppo ultrà, una sorta di società segreta, un gruppo di contestatori, nati nel ’71 e scomparsi con la conquista dello scudetto del ’74), Commandos Aquile San Basilio Talent,i Golden Boys, Leopard di Ciampino, Folgore, N.A.B (Nuclei Armati Biancazzurri), Brigate San Giovanni, Falange, Tupamaros, Boys, Marines, Panthers, Brigata Portuense: tutti questi gruppi, insieme a “Cast”, “Ultras” e “Vigilantes”, andranno a formare i G.A.B.A.,lo striscione “Brigate San Giovanni” è stato riproposto anche in anni piuttosto recenti/ Destroyer, Gioventù Biancazzurra, Aquile, Gruppo Maestrelli, Eagles Girls. Gruppi scomparsi, nati negli anni ’80: Gruppo Rock, Timbers, Gruppo Scannati, Erotik Group, Gruppo Sconvolti, Fans, Eagles’ Korps, Hell’s Eagles, Toll Gruppe, Testaccio Group, Ultras ’74, Ciampino Group, Monteverde Feudo Biancazzurro, Roma Biancazzurra, Rebel Group, Gruppo Termini, Ultrà Sballati, Gruppo Allucinati, Ultras Fleming, Eagles’ Girls, Orange Jacket, Legione, Gioventù Sudista, Stars Club 1983, Nucleo Ostiense, Bronx, American Eagles, Cricca Folle Quadraro, Capena Fans, Vecchia Prati, Briganti. Gruppi scomparsi, nati negli anni ’90: Manipolo Lazio (glorioso gruppo scioltosi durante la stagione 2016/17), Nucleo, Disorder Group Lazio, Ardite Schiere, Blousons Noirs, Pride of Rome,Clan,Vecchia Guardia, I Soliti 7/8, Noi Oltre, Blue Eagles, Ultimi Ribelli, Gruppo Marchegiani, Gruppo Casiraghi, Gruppo Diego Fuser, Nobiltà Ultras, Good Fellas, Braveheart, Favalli Group, Via Guareschi-Laurentino, Brigata Bigiarelli (in Sud), Zoccolo Duro, Ostia Fans, Gruppi scomparsi, nati negli anni 2000: Banda Noantri (nome nuovo, classico gruppo elitario, non per tutti, intransigenti. Stile e modi di agire d’Oltremanica: una brigata d’azione che in pochi anni di vita si propone alla ribalta della scena ultras italiana), In Basso a Destra (nato nel 2007), Suburbio VIII, Simply Fans, Eternamente Degni, Centuria Ultras Prenestino, XIV Maggio Fans, Assenza Forzata, Gruppo Cinghialone, Quella Sporca Dozzina, Fronte Nord, Roma Nord, Solite Facce, Gente d’Altri Tempi, Ncssl, Anni Buttati, Avanguardia Laziale, BrigataBigiarelli (in Sud, inizi anni 2000), Legione Felix, Estremo Sostegno.
Gruppi scomparsi, nati negli anni 2010: Lazio Hit Firm (gruppo di una certa importanza fatto sciogliere recentemente dagli “Irri”), White Blue Fans, Romanamente Lazio, Lazio Squirt Fans, Romantic Crew, Stampo Elitario, Urban Lazio Crew, Yuppies Lazio, Vintage Lazio Army, Black List Lazio. Politica: da sempre fortemente destroidi.
Grande freccia mitico
Andate in culo… voi e tutti questi cazzi di gruppi.. forza empoli senza paura..