a cura di Claudio “Freccia”

Gruppi esistenti in Curva A (Sud): Mastiffs, Teste Matte, Vecchi Lions, Masseria, Quartieri Spagnoli, Rione Sanità, Endless

Gruppi esistenti in Curva B (Nord): Ultras Napoli, Fedayn E.a.m., Secco Vive 1991, Sud 1996, Fossato Flegreo, Area Nord, Vecchio Ideale.                                                              Gruppi esistenti nei Distinti: Blue Tiger, Napoletani 1926

Politica: storicamente e ufficialmente apolitici.

Gemellaggi/amicizie: –Genoa: gemellaggio fortissimo e solidissimo, uno dei più vecchi e veraci esistenti in Italia, che va al di là dell’ambito calcistico, risalente al 1982. Il 4 marzo 1990 i napoletani accolsero calorosamente i genoani, che risposero con lo striscione “Verona vi odia, Milano vi insulta, noi vi stimiamo”, e venne eseguito il consueto giro di campo coi bandieroni. Tantissime le visite reciproche. Quando morì il leader della curva Nord genoana “zio Spelo”, in Napoli-Genoa 03/04 venne esposto lo striscione “Leali nell’amicizia con il Grifone, vicini al vostro dolore…Speloncia nel cuore!!”. I genoani, dopo dei giri di campo coi bandieroni, replicarono con “Orgogliosi dei fratelli napoletani”. A Genova, stesso anno, si replica: “La Brigata Speloncia saluta i fratelli partenopei” dei genoani e “Napoli saluta il popolo genoano”. I genoani al San Paolo espongono nel 2009/10 lo striscione “Genoa, Napoli: non importa il risultato conta solo il nostro amore”. In casa: “Stesso pensiero stesso ideale!! l’unica cosa che né il tempo né la distanza possono fermare”. In Genoa-Napoli 13/14 rinnovato il gemellaggio, senza però praticamente traccia degli ultras napoletani, a parte un bandierone che sventola in Nord, dove viene pure esposto lo striscione “I divieti rovinano la partita non questa amicizia che dura da una vita!!!”. Nella sfortunata trasferta partenopea dei preliminari di Champions League 14/15 di Bilbao, esposto lo striscione “Ciao fratello Roger!”, un tifoso genoano scomparso prematuramente. In piena Gradinata Nord genoana, in occasione di Genoa-Napoli, 1^ giornata del campionato 14/15, esposto lo striscione “Ciro vive”. Genoani presenti a Napoli nella fase a gironi di Champions 16/17 il 19 ottobre ’16 col Besiktas e negli 8.i di finale, ritorno di Champions col Real Madrid del 7 marzo ’17. –Ancona: bella e sentita amicizia quella coi marchigiani, diverse le visite reciproche. Tutte le estati i napoletani partecipano al Torneo di calcetto alla memoria dell’anconetano Vincenzo Mengoni, detto “Rocky”, uno dei leader della Nord scomparso nel novembre 2005 a 26 anni per un incidente stradale. Pezza “Ultras Ancona” in Sambenedettese-Napoli C1 04/05. Mrachigiani presenti anche col Besiktas a Napoli in Champions League 16/17. –Palermo: amicizia ormai ultraventennale, specialmente tra napoletani e ex-“Brigate Rosanero” Palermo, ma anche con gli altri gruppi palermitani i rapporti sono distesi. In passato reciproche visite. –Catania: vecchia amicizia, buon feeling, rinverdita ultimamente. In Catania-Napoli 13/14 la curva Nord etnea espone lo striscione “Un saluto ai figli del Vesuvio”. “Diversi colori stessi ideali Catania saluta Napoli” (Catania-Napoli 11/12), “Catania accoglie i napoletani in nome di un’amicizia consolidata” (Catania-Napoli 08/09), “Ultras catanese non mollare” (Catania-Napoli 09/10). Delegazione etnea per il ritorno degli sfortunati ottavi di finale di Champions col Real il 7 marzo ’17. –Lokomotiv Plovdiv: il gemellaggio coi bulgari dura ormai da diverso tempo ed è così forte e sentito che un loro gruppo ultras ha adottato il nome di “Napoletani Ultras Plovdiv”. Sono molto turbolenti, si sono visti al San Paolo diverse volte ed hanno dato una mano negli scontri tra napoletani e altre compagini estere, invise dai bulgari, e pare ci fossero anche loro tra i napoletani negli scontri coi romanisti il 3 maggio ’14 a Roma, in cui venne sparato a Ciro Esposito. –Paris St.Germain: una ventina di parigini furono invitati in Curva B per Napoli-Cagliari del 6 maggio 2017, quando venne esposta la scritta “2017…fuoriclasse, uomo e campione vero…Maurizio Sarri Pallone d’oro”, alzata anche dai tifosi del Psg. Inizia così un gemellaggio che può durare a lungo. In occasione di Psg-Napoli (2-2), fase a gironi di Champions League 18/19 del 24 ottobre 2018, i parigini omaggiarono gli oltre 3mila napoletani presenti con lo striscione “Benvenuti e frate nuoste napulitane”, mentre al ritorno, il 6 novembre, i parigini furono accolti molto bene, nel quartiere San Giovanni a Teduccio, periferia Sud-Est di Napoli, a pochi metri dal murales dell’artista di strada Jorit Agoch col volto di Diego Maradona, con tanto di pizzata e foto ricordo, coi transalpini che sono rimasti particolarmente colpiti e sorpresi dall’ospitale accoglienza napoletana. Durante la partita però si sono registrati piccoli problemi tra parigini e Curva A, che sente meno il gemellaggio. –Borussia Dortmund: il gemellaggio coi tifosi del Borussia Dortmund è abbastanza recente, infatti risale al match di Champions League del 18 settembre 2013. Il tutto nasce dalla volontà di alcuni tifosi del Borussia Dtm. Di origini catanesi che nelle settimane antecedenti alla gara lanciarono segnali, messaggi distensivi e amichevoli nei confronti del popolo partenopeo. Quando il giorno della partita iniziarono ad arrivare i primi gruppi di tifosi del Borussia il clima al “San Paolo” fu subito di festa, con, all’ingresso della Curva A tifosi tedeschi e napoletani con in mano boccali di birra in un clima di festa e fratellanza calcistica. Gli juventini in Champions League contro i tedeschi nel 14/15 scrissero in tedesco lo striscione “L’amico del mio nemico è mio nemico, Dortmund scheibe, Catania merda, Napoli colera”, riferendosi al gemellaggio tra i tifosi del Dortmund con quelli di Napoli e Catania. –Celtic: amicizia nata qualche anno fa, quando, durante un Celtic-Inter, in cui gli interisti fecero partire il solito coro inneggiante a un’eruzione del Vesuvio, i tifosi del Celtic, dopo aver capito cosa significasse quel coro, in modo del tutto spontaneo fecero partire un “Come on Naples”, coi tifosi napoletani che apprezzarono subito il gesto. Ciò che li accomuna è l’ostilità che riscontrano nei rispettivi campionati. –Crotone: amicizia abbastanza fresca. I crotonesi erano presenti fra i napoletani nella super-sfida del ritorno degli 8.i di finale di Champions col Real Madrid del 7 marzo ’17.

Buoni rapporti: –Messina: solitamente i napoletani nella città siciliana sono ben accolti. Esiste un rapporto di reciproca stima, soprattutto dopo la solidarietà che i napoletani mostrarono in occasione della morte del messinese Tonino Currò, avvenuta nel 2001 per il lancio di una bomba-carta dal settore catanese al “Celeste” di Messina, durante un gara valida per i Playoff di C1. Nel 2001/02 a Messina con bandieroni in campo. –Universitatea Craiova: simpatia con alcuni gruppi della tifoseria romena, rinsaldata in seguito all’eliminazione dei rivali dello Steaua Bucarest dall’Europa League, proprio per mano del Napoli. –Monaco 1860: rapporti più che buoni. Una rappresentanza della suddetta tifoseria ha partecipato ai funerale del capotifoso Pasquale D’Angelo. – Paganese: buon feeling e visite reciproche. –Juve Stabia: buon feeling. Esposta la scritta “Ciao Lelar”, storico ultrà della Juve Stabia, scomparso pochi giorni prima in un incidente stradale, in Frosinone-Napoli 15/16.

Ex-gemellaggi/amicizie: Roma: amicizia negli anni ’80, con striscione “Fedayn” Roma anche in curva B, poi trasformatasi in violento e acerrimo odio. Striscione “Gli Ultrà Napoli salutano il Cucs” in Roma-Napoli 80-81. Pare che il gemellaggio sia stato rotto dai romanisti, quando una volta i napoletani, partiti con intenzioni tranquille, vennero aggrediti dai “Boys Roma”. Salernitana: ex-amicizia (o stima reciproca), datata anni ’80-’90, trasformatasi in forte rivalità. Lecce: gemellaggio anni ’70-’80, non molto sentito: sassaiole subìte anche a quei tempi in Salento dai napoletani. Bari: reciproci rapporti di stima e affetto negli anni ’80, con le tifoserie a contatto senza problemi, poi inclinazione dei rapporti al vecchio stadio “Della Vittoria” di Bari nel 1989/90 e definitiva rottura nel nuovo stadio “San Nicola” nel 1990/91, quando i partenopei si resero protagonisti di veri e propri atti d’inciviltà, rompendo centinaia di seggiolini, scagliandoli verso l’anello inferiore occupato da “normali” tifosi baresi, che videro arrivare anche pietre e bastoni. Bologna: rapporto instaurato negli anni ’80, poi concluso con uno strappo nell’anno del primo scudetto del Napoli, quando 30mila sostenitori napoletani arrivarono a Bologna, e molti, non trovando biglietti, assalirono i tifosi felsinei per procurarsi un abbonamento; un comportamento che i “Forever Ultras” e tutta la tifoseria rossoblù censurò, dichiarando finita l’amicizia. Perugia: vecchio gemellaggio anni ’80, saldato dal CUCB di Palummella e poi non più rinnovato, prima per il lungo svernare del Perugia in Serie C, poi per le schermaglie del 96/97, ad opera della curva A, che fecero rompere l’amicizia. Motivo: l’”accoglienza” non troppo ortodossa e uno striscione isolato che prendeva le distanze dall’”Armata Rossa”, a favore della “Brigata”, due gruppi perugini, il primo di destra, il secondo di sinistra. Empoli: gemellaggio risalente all’incirca all’86 e portato avanti per alcuni anni, con gli empolesi tranquillamente in trasferta tra i napoletani a Napoli negli anni di A 86/87 e 87/88; lo stesso dicasi per i napoletani, in quei due anni in massa in trasferta a Empoli, con tanto di giri di campo con bandieroni e striscioni. Poi vale più o meno lo stesso discorso dei perugini: il gemellaggio riguardava quasi esclusivamente il CUCB di Palummella e la curva A non l’ha più riconosciuto. Torino: vecchio rapporto instaurato tra i “Fedelissimi Torino” e il “Commando Ultrà”, poi andato in frantumi. Ascoli: amicizia sorta negli anni ’80 grazie agli interessamenti di Palummella, poi rotta da quelli della curva A. Campobasso: amicizia che era sorta ad opera degli Ultrà Napoli, poi non riconosciuta dai “nuovi”. Vicenza: rapporto instaurato negli anni ’80 dal Commando Ultrà,  grazie al forte gemellaggio che avevano i veneti coi genoani, poi non rinnovato nel 95/96, quando il CUCB si trovò il resto dello stadio contro e rimediò una figuraccia nei confronti dei vicentini, andati a Napoli fiduciosi di conoscerli. I Fedayn esposero in quella circostanza lo striscione “Mao mangiagatti”. Cremonese, Reggiana: amicizie vecchie del Commando Ultrà, poi non rinnovate.

Rivalità: –Lazio: com’è noto tra le due tifoserie non è mai corso buon sangue. Nel 96/97 accoltellato a Napoli un tifoso laziale e un agente di polizia. In tale gara i napoletani espongono verso i laziali lo striscione “Essere ultras a noi riempie d’orgoglio: alla Nord riempie il portafoglio”. Napoli-Lazio del 97/98 vide ancora di più inasprirsi i toni, coi napoletani che accolsero gli ospiti con lo striscione “Ultras laziale per te è l’ultima banca”, peraltro forse opera di cani sciolti, toccandoli da vicino nella vicenda della morte di Claudio Marsili, ultrà laziale ucciso da una guardia giurata alla Banca Cariplo di Roma durante una rapina, perché doveva sfamare il figlio. Alla stazione successe di tutto, il finimondo: i napoletani lanciarono qualunque oggetto gli capitasse tra le mani e scoppiarono violenti tafferugli quando venne tirato il freno a mano del treno e i laziali scesero. A quel punto la celere li ricacciò sopra e negli scompartimenti, al buio, cominciò a manganellare e pestare con disprezzo, senza il minimo riguardo, con fortissima violenza. La vicenda mosse un interrogazione parlamentare da parte di Gigi Martini, ex laziale dello scudetto del ’74, deputato di Alleanza Nazionale. I rancori sono “scoppiati” anche a Roma, il 7 gennaio 2001, con un putiferio fuori e dentro lo stadio. Una rivalità “a pelle” fatta di ripicche e dispetti. Ancora una volta le forze del (dis)ordine, un po’ sguarnite, andarono in corto circuito per una partita storicamente e notoriamente rovente. Accoltellato un napoletano, forse da solo. Guerriglia prima, durante e dopo la partita, pietre al’arrivo dei bus napoletani, mentre quelli in treno prima avevano caricato i laziali che erano scappati. I napoletani lanciano razzi, petardi e bombe-carta verso la Sud laziale, che si vendica togliendogli lo striscione “Blue Tiger”. Al ritorno solo 500 i laziali al San Paolo, divisi dalla polizia nei confronti dei napoletani, dopo che questi avevano tentato la carica tirando una trentina di torce e un gruppetto di laziali aveva risposto. In Napoli-Lazio del 10 febbraio 2018 esposto in Curva A lo striscione “3-5-14 nulla lo farà dimenticare! Un bentornato a un degno rivale” per i tifosi della Lazio, tornati al “San Paolo” a distanza di qualche anno. Messaggio di rispetto dovuto alla grande vicinanza mostrata dai supporters biancocelesti alla famiglia del compianto ultrà Ciro Esposito. –Verona: feroce odio Nord-Sud che affonda le radici fin dagli anni ’70, coi veronesi accusati di razzismo nei confronti del Napoli, simbolo del Meridione. I partenopei sono stati sempre accolti male a Verona, fin dagli anni ‘80, con striscioni come “Vesuvio lavali”, “Lavatevi”, “Benvenuti in Italia” (85/86), “Meglio austriaci che terroni” (88/89), “Napoli pus d’Italia” (Coppa Italia 92/93). Una classica rivalità nord-sud. I napoletani hanno subìto il furto dello striscione “CUCB Napoli” in una furiosa carica nel settore ospiti, diversi anni fa, e di “Forever Ultrà”, esposti poi in Verona-Napoli, rispettivamente dell’85/86 e dell’82/83. Nel 2006-07, in Napoli-Verona, i napoletani esposero la scritta “Cambiano i tempi cambia il pallone, il veronese più che mai ultras da pensione”. Scontri a Verona nel 2000/01, soprattutto veronesi-polizia. Napoletani in circa 500 abbastanza bene controllati, che espongono lo scritta “Veronesi cavie da laboratorio”. Napoli-Verona, 6 gennaio ’18: ultras napoletani caricano la celere nel tentativo di entrare in contatto con i rivali veronesi. Gli scontri avvengono nei pressi della stazione centrale e durano oltre un quarto d’ora, con alcuni feriti tra gli agenti, che sventano l’agguato a oltre 200 tifosi dell’Hellas. –Inter: rivalità fortissima, praticamente da sempre esiste un forte astio. Incidenti sugli spalti in Inter-Napoli 89/90. Nel febbraio ’94 gli interisti esposero in casa gli striscioni “Napoli come Sarajevo” e “Stop ai massacri in Bosnia…facciamoli a Napoli”. i “Blue Lions” rubarono diversi anni fa lo striscione “Inter Club Torre del Greco”. Scontri con gli interisti nel 96/97: un putiferio, con oltre 600 ultras azzurri che si scontrano con un folto numero di poliziotti. Interisti, provocati anche dallo striscione “Inter…net, presenza virtuale”, derubati di due stendardi. Rinvenuto un vero e proprio arsenale sui pullman degli interisti nella perquisizione a Napoli Nord, prima di Napoli-Inter del febbraio 2015. Un  agguato in piena regola agli interisti, ideato e realizzato nei minimi dettagli per vendicare la “Smart” di un ultrà del Napoli incendiata in passato dai tifosi interisti. C’è questo dietro la chiusura della Curva A per Napoli-Empoli del 31 gennaio 2016, disposta dal Casms, a causa del comportamento di un gruppo di tifosi partenopei durante l’incontro di Coppa Italia con l’Inter. I napoletani irruppero nel settore ospiti per una manciata di minuti, in una decina, grazie a un percorso ricavato nei sotterranei dell’impianto sportivo di Fuorigrotta, a testimonianza dell’estrema facilità che si ha nell’accedere allo stadio. Una volta dentro il settore, i facinorosi aggredirono gli interisti prima di riprendere lo stesso percorso utilizzato per l’irruzione e dileguarsi tra la folla. Il bilancio fu di alcuni tifosi milanesi che riportarono lesioni d’arma bianca, considerate non gravi. Alla base del raid punitivo, come sopraccennato, ci fu l’episodio che la curva A non ha mai dimenticato: negli anni scorsi, durante alcuni scontri registrati all’altezza di Caianello (CE) tra le opposte tifoserie, l’auto di un ultrà partenopeo venne data alle fiamme dagli interisti. Un vero e proprio affronto che i nerazzurri non avevano mai perso occasione di ricordare. Striscione interista “Confidente tuo padre, poliziotto tua sorella…ma vai a cagare Pulcinella!!!” in Inter-Napoli del 30 aprile ’17. Violenti scontri la sera del 26 dicembre 2018 tra interisti e napoletani nei pressi dello stadio, in via Novara, all’angolo con via Fratelli Zoia, circa un’ora prima di Inter-Napoli. Un gruppo di un centinaio di interisti, affiancati dai gemellati di Nizza e Varese va incontro a furgoni “anonimi”, scaccatisi dalla scorta, in via Hagar, di fianco al settore ospiti e lì succede un macello tra lanci di bottiglie, aste, torce, petardi, sprangate e bastonate. Allo scontro partecipano tra le 150 e le 200 persone tra interisti e napoletani. Nella bagarre, che non si sa ancora se è nata da un agguato o da un appuntamento, un van guidato, si presume, da tifosi napoletani, travolge Daniele “Dede” Belardinelli, 39 anni, leader dei “Blood Honour Varese”, gemellati strettamente con gli interisti, che, trasportato all’ospedale San Carlo, muore purtroppo poco dopo. L’alt ai combattimenti è arrivato proprio dai tifosi napoletani, che si sono accorti di Belardinelli immobile a terra e l’hanno segnalato agli avversari. “Basta, basta!” sembra abbiano urlato all’unisono da entrambe le parti, mentre i tifosi dell’Inter soccorrevano il loro compagno e lo trasportavano all’ospedale in auto. La mattina dopo tre ultras interisti finiscono in manette. Uno di loro sembra abbia parlato e messo nei guai delle persona. Le indagini della Digos sono andate avanti ed hanno permesso di condannare per gli scontri 5 ultras interisti, con pene tra i due anni e sei mesi e i tre anni e otto mesi di reclusione. Non sono stati identificati, ma alcuni sono stati indagati, i napoletani coinvolti nella rissa. –Milan: forte odio, acerrima rivalità dopo il gemellaggio anni ’80. I milanisti sbeffeggiano i partenopei per la B nel 1998, in Milan-Napoli, con gli striscioni “Verona, Napoli due città steso destino”, “Da Castellini a Carmando, questa è la fine di chi vince rubando”, Arrivederci Bastardi”. Per Milan-Napoli 93/94 i soliti scontri, con alcuni napoletani che sarebbero stati accoltellati. Lancio di torce reciproco in Napoli-Milan 08/09. Circa 5 anni fa, in occasione di Internapoli Campania-Foggia di Serie D, i tifosi foggiani sono stati scambiati per milanisti, rossoneri entrambi, ed aggrediti dai napoletani nel signorile quartiere del Vomero, nei pressi dello stadio “Collana”. –Juventus: forte, acerrimo odio da sempre, praticamente. Striscione “Drughi Imperia” finito nella mani dei napoletani ai primi anni ’90. Incidenti prima, durante e dopo Juve-Napoli 93/94. In mattinata i primi scontri, tra i più esagitati: feriti con colpi d’arma da taglio un torinese e un napoletano. Poi 5 feriti, fra cui un agente, in altri scontri. A completare il bilancio due arresti, uno per parte. Nel 95/96 un tifoso juventino di Civitavecchia (Roma) venne accoltellato tredici volte alla coscia con un temperino, mentre sostava in un bar vicino al San Paolo. Un tifoso juventino, di Melfi, accoltellato anche nel 96/97. Per Napoli-Juventus 10/11 alcuni gruppi juventini si presentano con tante mascherine e sacchetti della spazzatura ad ironizzare sull’igiene di Napoli, ma i napoletani della curva B, al 20° del secondo tempo, vogliono passare alle vie di fatto scavalcando il divisorio e cercando il contatto coi gobbi, anch’essi impegnati nell’intento di sfondare una vetrata, con scarso esito. Una decina di bombe-carta, lanciate nel settore ospiti, causerà lo svuotamento del settore juventino e l’abbandono dello stadio, deciso dalle guardie per evitare eventuali ferimenti ai presenti. In Napoli-Juve di Serie B 2006/07 esposti dei “bottini di guerra” di un’amichevole giocata a Napoli qualche anno prima: uno striscione dei “Fighters sez. Milano” e un paio di striscioni di club. In occasione di Juve-Napoli 13/14 la Sud, in zona Drughi, indossa una maschera di carnevale con disegnato un ciuccio e, facendosi beffa della famosa discriminazione razziale, espone un copricurva con disegnato un Vesuvio che sta eruttando e, in balconata, la scritta “Ed ora…’ridiamoci sopra’, lavaci col fuoco o Vesuvio lavaci col fuoco”. I napoletani, circa 1500 tutti di clubs, si fanno notare soprattutto per cori beceri sul Liverpool, esponendo anche alcune bandiere e sciarpe del club inglese. –Cagliari: notoriamente le due tifoserie non si amano. La correttezza dei partenopei veniva ammirata a Cagliari negli anni ’80, poi, in un Napoli-Cagliari del settembre ’90, i napoletani accolgono gli isolani nel peggiore dei modi, con insulti, lancio di oggetti, bottigliate. Tutto ciò dopo aver proposto un gemellaggio per telefono. All’entrata in curva vengono accolti da cori quali “Chi non salta è un sardegnolo” e “Serie B, Serie B”, inoltre, due ragazzi cagliaritani vengono picchiati. Al termine di Cagliari-Napoli 93/94, partita esasperata anche dai gesti irriguardosi di Fonseca, ex di turno, che mostra il dito medio verso il pubblico cagliaritano, al porto di Cagliari vi sono violenti scontri tra isolani e agenti, che faticano non poco per evitare il contatto tra le opposte tifoserie. Compiuti otto arresti e due fermi. Lo spareggio Cagliari-Piacenza per rimanere in A, disputato a Napoli il 15 giugno ’97, alla presenza di circa 18.000 isolani e di 2.500-3.000 piacentini, è teatro di violenze inaudite dei napoletani “padroni di casa” sui cagliaritani. I pullman che portano i sardi allo stadio, dopo un’estenuante viaggio in traghetto, vengono presi di mira con bottiglie, catene, mattoni, colpi di spranga e bastoni. Inevitabile, coi motorini che ronzano intorno ai pullman, che scoppino incidenti alla stazione e allo stadio. Incidenti piuttosto gravi anche all’interno dello stadio, sempre per colpa dei napoletani. Rubato in passato lo striscione “Ultrà Cagliari”, esposto diversi anni fa in Curva A. Esposto striscione “Napoli merda” in Cagliari-Napoli 11/12. –Salernitana: prima vi era un’amicizia, non tanto convinta, ma dalla stagione 99/00 è cominciata una fiera rivalità per la supremazia del tifo nella regione Campania, alimentata da scritte apparse sui muri del San Paolo che offendevano le vittime dell’alluvione di Sarno (Sa) del 1998. Incidenti a Salerno nel ’99 in un derby di Coppa Italia, con, da parte dei padroni di casa, striscioni quali “Napoli è ‘na carta sporca…”, “Noi non siamo napoletani” e “Salerno è realtà Napoli è commedia”. Grande pubblico all’”Arechi” per l’attesissimo derby 01/02, per una rivalità cresciuta a dismisura, grazie ai numerosi incroci in Serie cadetta e Coppa Italia; 5mila partenopei al seguito. Parapiglia nelle zone circostanti lo stadio, contatti tra le tifoserie e scontri con la polizia. Irriverente la coreografia dei salernitani (“Napoli: 10 piani di morbidezza”, noto slogan di una marca di carta igienica, finiti in un water). Pur nella rivalità, gli Ultras Napoli nel 2002/03 a Salerno esposero lo striscione “Noi ultras con dignità ma senza stupidità!!!”. –Roma: odio fortissimo dopo il periodo anni ’80 di gemellaggio. Nel 93/94 i napoletani, di ritorno da Piacenza, si scontrano presso l’autogrill Chianti Sud coi romanisti, che tornavano da Reggio Emilia: circa 150 tifosi si affrontano passando dalle provocazioni alle vie di fatto. La polizia fermerà svariate persone. Incidenti nella zona dei tifosi ospiti e lancio d’oggetti reciproco nel “Derby del Sud” 94/95. Agitato, con incidenti piuttosto gravi, il Roma-Napoli 96/97. Scontri in Roma-Napoli 13/14, in Coppa Italia e campionato, con lancio di fumogeni con la Nord bassa romanista. Per quanto riguarda la vicenda di Ciro Esposito, si rimanda alla sezione “Curiosità”. –Atalanta: forte, vecchio odio. Incidenti nel 95/96 a Bergamo e, sempre a Bergamo, nel 98/99, quando fu ferito un ultrà napoletano durante dei tafferugli tra opposte fazioni. Ma alla fine intercorre anche rispetto, come quello portato dai napoletani verso gli orobici, testimoniato dallo striscione “In culo ad ogni teoria del complotto. Leali da sempre nemici per sempre”, esposto in Napoli-Empoli del 7 dicembre 2014, riferito agli incidenti intercorsi poche domeniche prima tra bergamaschi e romanisti, che volevano vendicare la morte di Ciro Esposito. Non un complotto contro la tifoseria capitolina, ma questione di lealtà e mentalità ultras. –Fiorentina: vecchio, forte odio. Incidenti piuttosto gravi nel 96/97 a Firenze, con sette ultras diffidati, dai quali il Cucb prese le distanze disertando la trasferta di Vicenza. Incidenti anche in curva “Ferrovia” a Firenze nel 98/99 con alcuni corpo a corpo; ebbero la peggio i viola che persero due bandieroni. –Bari: dopo una reciproca stima, solo odio. In Napoli-Bari 94/95 fin dal mattino diversi incidenti con aggressioni ai tifosi baresi, rubando bandiere, sciarpe ed uno striscione poi esposto in curva A. 97 napoletani vennero diffidati. –Vicenza: anche nel periodo che il Cucb era gemellato coi “Vigilantes Vicenza”, i gruppi della A andavano in Veneto per fare disordini, poi si è passati ad una forte rivalità, tramontata l’era del Cucb. Undici napoletani vennero diffidati dopo aggressione e rissa a un gruppo di vicentini prima di Napoli-Vicenza 95/96. A Vicenza, stesso anno, i padroni di casa espongono lo striscione ironico “Fedayn: Essere Alla Moda” che scimmiotta il motto del gruppo partenopeo “Estranei Alla Massa”. L’anno dopo, ancora quelli della curva A protagonisti a Vicenza: in mattinata, davanti al settore ospiti, saccheggiata una tabaccheria entrano poi in collisione coi vicentini, che all’andata erano stati bersagliati di oggetti in curva A, fino all’intervento delle forze dell’ordine. 31 tifosi partenopei, armatisi sul posto anche di bastoni e badili, di cui 27 dei Blue Lions, vennero diffidati. Per la finale d’andata di Coppa Italia 96/97, vicentini assediati e bersagliati da un continuo lancio di torce e anche bombe-carta a Napoli, nonostante l’ingente presenza di polizia. La gara di ritorno viene segnata da attesi incidenti e episodi di violenza, con, durante la gara, ripetuto lancio di razzi, dal settore ospiti verso tribuna e distinti, che provocano il ferimento di alcuni vicentini. Prima del fischio finale baraonda tra ultras partenopei e forze dell’ordine (ondeggiamenti, scontri, brevi cariche…), col bilancio finale di 11 napoletani feriti, e anche 6 contusi tra le forze dell’ordine, tra cui il commissario capo della Questura di Napoli. Prima della gara, purtroppo, anche l’accoltellamento di un tifoso vicentino di 25 anni alla coscia, con l’arresto di due tifosi. Tra gli striscioni vicentini “Quanto puzzate” e “Meglio Tirana che Napoli italiana”. Sempre nel 1997, i vicentini esposero “Napoletano infame basta con le lame”. –Bologna: un tempo esisteva un gemellaggio, anche piuttosto forte, poi sfociato in rivalità. Nel 96/97, a Napoli, un ultrà bolognese di 27 anni, insieme ad altri tre, viene aggredito da un gruppetto di ultras napoletani tra la stazione e la curva B con una catena (ma spuntarono anche le lame), restando ferito alla testa. Altri due bolognesi, provenienti dal Meridione, dopo la partita vengono accoltellati al sedere. Nel 1997, mentre i bolognesi, composti,  ricordavano la figura di “Gaio”, ultrà bolognese scomparso prematuramente a 27 anni, i napoletani si segnalano poco prima della partita sotto la curva “Costa”, suscitando l’immediata reazione di un nutrito gruppo di bolognesi accalcati nello stadio, che esce per farsi giustizia, con la polizia che argina la carica facendo da cordone. Ma della quale fanno le spese alcuni napoletani. –Ternana: incidenti il 1° novembre ’98 a Terni, preceduti, non molto tempo prima, da uno scontro tra i due gruppi, all’Area di servizio di Fabro (Tr). A Terni, durante la partita, i napoletani lanciano dei bengala verso la Tribuna, a persone “normali”. Finita la gara, come era avvenuto in mattinata, forse con qualche eccesso in più, i ternani affrontano dei gruppi di napoletani. Un giovane di 20 anni, napoletano, venne colpito al volto da un lacrimogeno. –Trabzonspor: incidenti piuttosto gravi al San Paolo in occasione di Napoli-Trabzonspor, Sedicesimi di finale di Europa League 14/15, nel febbraio 2015. Una 24 ore carica di tensioni nel capoluogo campano. Una giornata caratterizzata dal ferimento di quattro tifosi turchi avvenuto in tre differenti episodi accaduti in diverse zone della città. A fine giornata due arresti ed almeno sette denunce tra ultras delle due fazioni: un turco trovato in possesso di un coltello e un napoletano che aveva con sé diverse bombe-carta. Tutto tranquillo fino al 61° della partita, quando i turchi, per festeggiare com’è loro consuetudine la caduta di Trebisonda nel 1461, che segnò l’inizio dell’impero ottomano e la caduta di quello bizantino, accendono fumogeni e lanciano rotoli di carta igienica dal settore ospiti alla limitrofa curva A, che risponde con lancio di petardi; due raggiungono il settore ospiti provocando la reazione dei turchi, che divelgono una decina di seggiolini, lanciati contro gli stewards. A sedare gli animi interviene poi la polizia. A fine match un altro episodio di violenza, quando circa 150 partenopei, a volto coperto, tentano di forzare il cordone delle forze dell’ordine messo a protezione dei turchi in uscita. Nei pressi del commissariato San Paolo, fitto lancio di bottiglie, petardi e pietre contro i poliziotti che rispondono con un lancio di lacrimogeni e con una carica d’alleggerimento. Un ulteriore episodio rimane l’aggressione di una troupe della Rai, da parte di due persone in motorino, probabilmente convinte che la troupe fosse in realtà composta da tifosi turchi. 60mila €. di multa la sanzione comminata dall’Uefa per questi incidenti. –Dinamo Mosca: momenti di tensione in piazzale Tecchio, nel marzo 2015, prima dell’inizio di Napoli-Dinamo Mosca, valevole per l’andata degli ottavi di finale di Europa League 14/15. Un gruppo di napoletani tenta di aggredire alcuni tifosi russi alla stazione del Metrò di Campi Flegrei; contuso un russo. Poco dopo alcuni poliziotti disposti, in un’altra zona, a protezione dei tifosi russi, vengono colpiti dal lancio di pietre, bottiglie e petardi: danneggiata una volante della polizia. Tifosi azzurri, appartenenti a gruppi della curva A, vengono quindi caricati dalle forze dell’ordine, che bloccano e denunciano tre persone per atti di violenza. Arrestato poi un 31enne grazie alle telecamere di sorveglianza. –Padova: le due tifoserie non si sono mai amate, ma l’apice della rivalità si è raggiunto quando, durante Napoli-Padova del settembre ’95, i padovani in trasferta al San Paolo espongono lo striscione “Basta con gli esperimenti nucleari a Muroroa, facciamoli a Napoli”, che suscita l’indignazione di tutto lo stadio che risponde con grida tipo “fuori, fuori!”. Non si fa attendere l’intervento della polizia, che sequestra e distrugge lo striscione. Dopo un lancio di oggetti all’interno dello stadio, qualche lieve scaramuccia. Replica napoletana un po’ di tempo dopo: “Padovano coglione, esperimenti non a Napoli ma su tutto il Meridione”. –Udinese: rancore piuttosto vecchio. 9 condanne per gli scontri tra tifoserie all’esterno dello stadio “Friuli” in occasione di Udinese-Napoli del 7 febbraio 2010. Riguardano tifosi del Napoli, tutti accusati di essere stati in possesso, vicino lo stadio, di oggetti atti ad offendere. La pena più alta, un anno e due mesi, è stata comminata ad un 29enne, accusato anche di lesioni ad un tifoso dell’Udinese, aggredito nei pressi di un bar poco distante lo stadio, anche da altri complici non identificati, a colpi di coltello, bastoni, uno sgabello e con calci e pugni. Dovrà risarcire alla parte civile i danni, con una provvisionale di 6mila €. Sei tifosi sono stati condannati a 8 mesi e 2mila €. di multa. Gli ultimi due a 9 mesi e 3mila €. e 8 mesi e 2100 €. di multa. 7 persone, di cui 3 agenti di polizia, sono rimaste invece ferite negli scontri avvenuti fuori dallo stadio “Friuli” prima di Udinese-Napoli 15/16. 10 tifosi del Napoli son stati fermati. Gli episodi, causati da gruppi minori della tifoseria partenopea, si sono sviluppati in più punti all’esterno dello stadio. Il gestore di un bar è rimasto ferito al braccio, aggredito senza motivo prima della gara, mentre tre tifosi friulani hanno riportato ferite da arma da taglio e altri oggetti contundenti, in due aggressioni. Alcuni tifosi napoletani sono scesi da due pulmini e, armati di bastoni e spranghe, hanno aggredito la tifoseria udinese che stava entrando dentro lo stadio. Il 26 novembre 2017, a circa un’ora dal match, un gruppo di supporters partenopei, anziché raggiungere il settore ospiti, ha cercato di raggiungere la Curva Nord dello stadio di Udine e si è trovato faccia a faccia, nei pressi dell’ingresso della Tribuna, con un gruppo friulano che, in contemporanea, si stava spostando verso il settore ospiti. Le due fazioni non sono arrivate allo scontro diretto grazie al lavoro delle forze dell’ordine, che hanno creato un cordone e ricorso al lancio di lacrimogeni per disperdere gli ultras. Diverse le persone identificate, su un totale di 150 coinvolte nei tafferugli. –Legia Varsavia: per Napoli-Legia Varsavia di Europa League 15/16, fase a gironi, del dicembre 2015, due notti di scontri, risse e guerriglia tra i tifosi del Napoli e quelli del Legia, gemellati con gli juventini, a più riprese. 65 polacchi in Questura per identificazione e diversi feriti e fermati. Incidenti sono avvenuti prima della gara, nei pressi dello stadio, dove una 50ina di ultras del Napoli si è scontrata con la polizia, 10 tifosi del Napoli sono stati fermati. Condannati al termine del giudizio per direttissima, a tre anni e un mese di detenzione, 7 ultrà polacchi per disordini alla stazione centrale. All’aeroporto di Capodichino una rissa coi napoletani e i bulgari contro i polacchi. Arrestati 7 napoletani e 3 bulgari, tifosi del Lokomotiv Plovdiv, gemellati coi partenopei. L’episodio più grave è forse l’assalto a un auto con a bordo 4 giovani napoletani, colpendola con calci e pugni. I 4, tutti ventenni, sono stati fatti scendere, l’auto incendiata e uno di loro picchiato, riportando ferite al volto che hanno richiesto il ricorso al pronto soccorso. –Besiktas: Momenti di tensione ad Instabul poco prima del fischio d’inizio di Besiktas-Napoli, fase a gironi Champions League 16/17. Dopo la notizia di un tifoso azzurro accoltellato ad un gluteo all’uscita della metro, si sono verificati tafferugli all’interno di una stazione, con protagonisti i tifosi del Napoli, giunti ad Instanbul in circa 600, che, come documentato dai media turchi, hanno creato non pochi problemi. Una vera e propria rissa, che ha coinvolto una trentina di persone, è scoppiata sulle scale della metro, coinvolgendo anche persone estranee alla partita. Botte da orbi, con alcuni ultras turchi, anche di coltelli e pistole, anche se alcuni siti parlano soprattutto di scontri napoletani-polizia. Il 21 ottobre ’16 pezza del Besiktas rubata, poi mostrata in Curva A. –Piacenza: disordini di napoletani a Piacenza in varie occasioni, come nel 96/97, con incidenti prima e dopo gara. Una decina vennero denunciati per truffa e furto. Davanti alla curva biancorossa un noto ultrà locale venne accoltellato. –Torino: gli incidenti del 98/99 tra ultras granata e gruppi della curva A pongono fine definitivamente all’amicizia; intervento deciso della celere che effettua alcuni fermi  –Ascoli: incidenti nei primi anni 2000, a cui fa riferimento lo striscione, esposto in Ascoli-Napoli 03/04 “Non ti sei degnato di difendere il pulmino, e per riavere lo striscione a piangere dal celerino, vergognatevi!”. –Sampdoria: incidenti a Genova nel 96/97. Clima rovente al San Paolo nel 2002/03 coi doriani bersagliati da razzi e torce, continuamente offesi. –Parma: rivalità non sentita. Tafferugli alla fine di Parma-Napoli 93/94, che non provocano però particolari danni. –Arsenal: prepartita agitato in Arsenal-Napoli, fase a gironi di Champions League 13/14, quando circa 100 ultras azzurri transitano nella zona del pregara tradizionalmente riservata ai tifosi dei Gunners. Un gruppetto di una trentina si stacca e assalta il “Piebury Corner”, spaccando la vetrina con uno sgabello, facendo irruzione nel ristorante e brandendo cinte. Un tifoso rimedia 12 punti di sutura. Arrestato ai margini un tifoso partenopeo. –Marsiglia: incidenti anche piuttosto pesanti a Marsiglia nell’ottobre 2013, dovuti anche al fatto che i marsigliesi sono gemellati coi sampdoriani, acerrimi nemici dei genoani, a loro volta gemellati coi partenopei. –Avellino: odio regionale, perlopiù campanilistico, comunque non forte né viscerale. Quando morì Sergio Ercolano, tifoso del Napoli, ad Avellino, nel 2003, in circostanze poco chiare, le due curve si unirono contro l’attacco mediatico subìto ingiustamente dalle due tifoserie. –Cosenza: tra le due tifoserie non corre buon sangue. Tafferugli in Napoli-Cosenza di Coppa Italia 98/99. –Brescia: vecchia ruggine. Striscione dei bresciani, esposto in casa nel 98/99: “Palummella cretino sei come Ferlaino”, mentre l’anno dopo esposero “Volevamo stupirvi con effetti speciali, ma noi siamo ultras, non napoletani”. Comunque si rispettano. –Perugia: nel 2005 a Perugia si registrano incidenti con arresti e contusi a fine gara. –Swansea: nella trasferta a Swansea, in Galles, di Europa League 13/14, presenti almeno 900 sostenitori azzurri. Nel pomeriggio una 20ina di tifosi locali urla insulti all’indirizzo dei rivali, che cercano di reagire. Ma la polizia interviene prontamente a formare un cordone che spinge i partenopei in un pub, dal quale poi fuoriescono intonando cori e bersagliando con diversi oggetti un gruppo di tifosi gallesi che si trovano a transitare per la zona, ma la polizia (anche a cavallo) respinge l’iniziativa. –Manchester City: due pezze rubate nel 2017 a tifosi inglesi. Prima di Man City-Napoli un gruppo di tifosi azzurri con cinte quelli inglesi: un napoletano finisce in prigione per 5 mesi.

Storia del tifo partenopeo: Le radici del tifo organizzato napoletano risalgono ai primi anni ’70, quando la squadra alternava campionati d’alta classifica (3^ nel 73/74 e 2^ nel 74/75), a stagioni più sofferte. Nel ’72, in un clima di delusione collettiva, migliaia di tifosi cominciano a sentire l’esigenza di dare un tono organizzativo al folclore che manifestavano in modo spontaneo allo stadio. Nel 1972/73 la curva B inizia ad organizzarsi con l’intento di portare allo stadio ragazzi desiderosi di sostenere il Napoli, così tifosi provenienti principalmente dai quartieri Fuorigrotta e Sanità decidono di darsi il nome “Ultras”. Nasce così il primo gruppo organizzativo del tifo napoletano, capitanato dallo scugnizzo Gennaro Montuori, all’epoca 14enne, già conosciuto come “Palummella”, che in tale periodo fa conoscenza con persone che riescono a convogliare moltissimi ragazzi nel gruppo. Si giunse ad una fusione tra il “Commandos”, gruppo nel frattempo sorto in curva A, e gli “Ultras”, facendo così nascere il “Commando Ultrà”, fino alla definitiva denominazione “C.U.C.B.” (Commando Ultrà Curva B Ultrà Napoli).  Esisteva una precisa esigenza: rappresentare tutta la città di Napoli senza limitarsi al quartiere. Alla fine degli anni ’70 nascono gli “Alcool”, dall’idea di alcuni ragazzi di San Giorgio a Cremano, popolosa città alle porte di Napoli, dalle cui ceneri nascono poi i “Kaos”. Con l’ingresso dei “Commandos” il gruppo s’ingrossa e si dà un volto. Quando nel ’79, con la morte del laziale Vincenzo Paparelli nel derby capitolino, fu imposto di far sparire il nome “ultras”, viene mutato il nome in “Sostenitori Azzurri”, salvo riadottare in seguito quello di CUCB. Inoltre, sempre in queIl’anno, nasce il gruppo “Fedayn E.A.M. (Estranei Alla Massa)”, che rappresenta la frangia più dura del tifo partenopeo, oltre al gruppo “Gioventù Azzurra”. Il 1980 è l’anno della svolta: Palummella si fa largo con partecipazioni al “Processo del Lunedì”, famosa trasmissione dell’epoca di Rai3 condotta da Aldo Biscardi e dà agli ultras un nuovo aspetto organizzativo, col CUCB che ha una sede propria. Nei primi anni ’80 nascono i gruppi satelliti “Ultrà Napoli South Boys” e “Napoli Alta Tensione”, inoltre, precisamente nel 1981, da una costola degli “Ultras”, nasce il gruppo “Blue Lions”, vicini aIl’ideologia ultrà e formato principalmente da giovani. Il campionato 80/81 si conclude al 3° posto, seguito da un altro brillante piazzamento, ma, dopo due anni burrascosi, arriva il Messia, l’argentino Diego Armando Maradona, dopo una trattativa estenuante, il Pibe de Oro, che rimane incantato dal modo di tifare dei napoletani, dall’euforia, dall’entusiasmo, dal calore. In quel periodo frequenta spesso la curva anche il famoso percussionista Tullio De Piscopo, che si mette anche a suonare i tamburi. Il tifo napoletano raggiunge il suo apice di popolarità per le sue fantasiose coreografie che quasi ogni domenica animano il San Paolo. Al cantautore napoletano Nino D’Angelo viene l’idea di fare un film, nel 1987, sul tifo partenopeo, dal titolo “I ragazzi della curva B”, che vede protagonista anche l’amico Montuori in carne e ossa. Il 10 maggio 1987 è una data storica: il Napoli è per la prima volta campione d’Italia. Nell’anno dello scudetto nascono le “Teste Matte”, da una costola dei “Blue Lions”, distinguendosi sempre per il forte attaccamento alla squadra. L’anno dopo il Napoli perde lo scudetto in dirittura d’arrivo, nell’amaro 2-3 casalingo col Milan. Nel 1988/89 arriveranno altri campioni come Alemao, Crippa, Fusi, Giuliani e Corradini, ma soprattutto la svolta societaria, con la coppia Moggi-Perinetti in cabina di regia. Trascinato da Maradona, il Napoli occupa i piani alti del calcio italiano ed europeo. Nel 1989 una marea di partenopei invadono Stoccarda per il ritorno della finale di Coppa Uefa contro la squadra tedesca, e sarà un altro trionfo. Il Napoli finisce al secondo posto, poi il bis-scudetto, in una stagione contrassegnata dalle polemiche per la monetina che a Bergamo colpisce la testa di Alemao, che deve lasciare il campo (vittoria a tavolino al Napoli e scudetto). Ma l’amaro è dietro l’angolo: l’addio di Diego Maradona nel 1991, risultato positivo alla cocaina, sconvolge la tifoseria. Il campionato 91/92 inizia senza il Pibe de Oro, sostituito dal tamburino sardo Gianfranco Zola. Nel frattempo nel 1989 era nata la “Brigata Carolina, che riuniva gli ultras provenienti dai Quartieri Spagnoli, insieme alla “Masseria Cardone”, mentre, nell’agosto del 1991, nascono i “Mastiffs”, dalla fusione di due precedenti gruppi “Skizzati” e “Alta Tensione”. Nei primi anni ’90 nascono i “Seguaci” e i “Blue Condors”. In quegli anni, intorno ai tre clubs principali, gravitavano una serie di gruppetti, di solito espressione di quartiere, tra i quali i “Korps”, primo gruppo d’ispirazione destroide. Il tifo in curva A è retto dai “Blue Tiger”, che, dai Distinti, emigrano in curva dopo lo spostamento dei “Blue Lions”. Scopo primario è quello di portare il tifo organizzato anche laddove non si andava più in là di pitipù e grancasse. Obiettivo praticamente fallito, visto che non si è andati oltre i 300 appartenenti dei “Blue Tiger” e vari gruppuscoli di poche decine di unità, tipo “Autonomia”, “Bad Boys”, “Platoon” e simili. Il 30 settembre 1992 nascono i “Vecchi Lions”, in seguito a una spaccatura dei “Blue Lions”; occupano la parte alta della Curva A. Il gruppo più numeroso rimane quello del “Commando Ultrà Curva B”. Capo indiscusso: Gennaro Montuori “Palummella” che ne ha fatto una vera e propria holding: sede con tanto di sala da biliardo, sala tv, rapporto privilegiato con la società, stampa di un settimanale di gran lusso per un gruppo ultrà, trasmissioni televisive autogestite, gestione di un numero consistente di pass d’entrata. Molto si bisbigliò e polemizzò del suo rapporto con Maradona. Nel ’98 passò le redini a Ciccarelli, rimanendo presidente onorario. Gruppi-satelliti del CUCB, la “Gioventù Azzurra” (nata in curva A, poi spostatasi in B) e i “South Boys”, il cui eterno dilemma sembra quello di diventare o meno un vero gruppo autonomo. Le capacità e i meriti del CUCB sono indubbi: le più belle coreografie viste in Italia e le megatrasferte sono senza dubbio opera loro, ma gli errori commessi sono tanti: inglobare come sezioni ex Napoli Club, fare apparire a tutti i costi il napoletano come la vittima perenne del “cattivo tifoso nordista”, voler a tutti i costi monopolizzare l’egemonia della curva arrogandosi il diritto di rappresentare migliaia di ragazzi che non si riconoscono assolutamente nella loro ideologia. Questi e altri motivi sono alla base delle diatribe che coinvolgono gli “Ultrà Napoli” e l’altro grande gruppo, i “Blue Lions”, che forse più si avvicinano a quella che viene più comunemente chiamata “ideologia ultrà”: giovani e intraprendenti, restii ai facili gemellaggi, le loro sezioni sono formate da ragazzi, non da 40enni con famiglia al seguito e non riconoscono “Palummella” come il capo della curva. Club satelliti dei “Blue Lions” sono i “Mastiffs” , le “Teste Matte” e la “Brigata Carolina”. Il gruppo più turbolento è sicuramente quello dei “Fedayn”, poco incline a compromessi ed amicizie; autore di striscioni e azioni “irriverenti” nei confronti degli avversari, non si tirano mai indietro. Con lo spostamento dei Blue Lions nel 1992, emigrano anche i loro gruppi-satellite e pian piano la Curva A assume sempre più importanza, cosicché in curva B rimangono il CUCB, i “Ragazzi della B” e i Fedayn (loro in quella curva ci sono nati e ci vogliono morire), che però adottano la mentalità della curva A e rimangono “estranei alla massa” e alla filosofia di Palummella, nel ’91 diventato editore e giornalista del mensile “Ultrazzurro” (20000 copie di tiratura), letto e apprezzato da migliaia di napoletani. Palummella conduce poi in quegli anni la trasmissione “Un’ora in curva B” che ha un audience di circa 900.000 persone a puntata che, nel ’93, viene addirittura premiata come la più votata dai telespettatori, vincendo il prestigioso “Guerin d’Oro”. La curva A, verso la metà degli anni ’90, è sempre più “cattiva”, maltrattata da tutti i benpensanti; segue una linea ultras vecchia maniera, niente più coreografie milionarie, niente più scritte luminose da far piangere prima di ogni partita in Paytv, vedi “Auguri a tutti gli italiani” o “In un giorno di festa ricordiamoci della Bosnia”. Insomma, esiste un tifo dalle varie sfaccettature: la curva B genuina e non violenta, la curva A vivace e turbolenta, che non vuol nessun rapporto col Napoli Calcio, con stampa, sponsor, forze dell’ordine, accettando di fare sacrifici, siano essi fisici, economici e morali, affrontando a viso aperto chiunque vuole offendere il loro orgoglio di essere ultras intransigenti. Sul finire del 1997, forte contestazione ai vertici societari del Napoli, al presidente Ferlaino, per l’imbarazzante andamento della squadra e la posizione vergognosa in classifica, con striscioni tipo “Corrado vendi Napoli e poi muori”, “La nostra storia, la cultura, le nostre tradizioni non vanno infangate: su la testa” (dei “Mastiffs”), “Ultras delinquenti? Diffidate i dirigenti”, “Mai stati finanziati” (“Masseria”) e “Napoli da B, Ferlaino vergogna”. E poi minacce a giocatori e dirigenti, auto incendiate, scenari da guerra, falò coi seggiolini e cori aspri ad un napoletano verace come il portiere Taglialatela, anche se poi tornò l’attaccamento. Nella seconda parte della stagione di B 98/99, oltre alle divisioni in atto nel settore dei distinti tra Ainc (Associazione Italiana Napoli Clubs) e Acan (Associazione Clubs Azzurri Napoli), si ripete lo sciopero di curva A e i Fedayn, che scelgono la via del silenzio, non esponendo per diverse giornate gli striscioni e non entrando allo stadio, limitandosi a picchettare il settore occupato, generalmente lasciandolo vuoto, delusi dalle pessime prove della squadra che mancherà la promozione. Nemico giurato sempre Ferlaino. Nella stagione di B 2001/02 la curva A e i Fedayn organizzano una comune di protesta, facendo anche cortei, volantinaggio e attaccando centinaia di manifesti del Comitato, nel tentativo di non far rinnovare l’abbonamento al pubblico azzurro. L’adesione fu massiccia: solo 3500 abbonati, un record negativo. Sempre da tale stagione, gli “Ultras ’72” sono formati da un direttivo che decide a maggioranza, e non più da singoli leader che decidevano per tutti quei personaggi che avevano una concezione manageriale del gruppo, non seguendo più quindi una linea filosocietaria e autofinanziandosi grazie a sacrifici economici, aprendosi ad una nuova fase di rinnovamento, senza perdere di vista i valori di riferimento. Il 2002 segna un radicale cambiamento nel tifo organizzato, con lo scioglimento, dopo trent’anni, del famoso Commando Ultrà Curva B, che veniva da un periodo di transizione, dopo il ritiro dalle scene di Palummella e la scomparsa prematura del vice Giorgio Ciccarelli, avvenuta il 5 maggio 2000, riccioluto condottiero, ai cui funerali partecipano 5mila tifosi. Non ci saranno più le sigle “Commando Ultrà”, “Ragazzi della B”, “Ultrà Napoli”, “Ultras ‘72”, ma solo “Ultras Napoli”. Poi l’arrivo di Totò Naldi alla presidenza al posto di Ferlaino riaccende una nuova speranza di rinascita, che si rivelerà vana. Ma nel 2004, dopo il fallimento del vecchio club, inizia il nuovo corso del facoltoso imprenditore Aurelio De Laurentiis, noto produttore cinematografico. All’esordio in C1 col Cittadella, in un clima festoso, il nuovo Napoli Soccer, nato dalle ceneri del vecchio Napoli, raduna al San Paolo oltre 50mila persone. Presente solo lo stendardo “1926”, in casa (curva B) e in trasferta, in quel campionato, a rappresentare il legame rimasto con la vecchia “Società Sportiva Calcio Napoli”, oltre a striscioni come “Non c’è categoria che ci possa fermare…Carraro infame!!” e “Carraro a morte”. Infatti, almeno a parer loro, il presidente della Figc non fece niente per salvare il Napoli. La curatela fallimentare tentò in tutti i modi d’iscrivere il Napoli al campionato di Serie B, garantendo in questo modo i diritti dei creditori, ma Carraro disse che le norme federali andavano rispettate e che il Napoli doveva ripartire dalla Serie C. In questa annata stabiliti i nuovi record di spettatori per la C1: 61.626 in Napoli-Avellino di campionato, 63.153 paganti ai Playoff sempre con gli irpini. La promozione in B nel 2006, dopo due anni di C1, viene festeggiata in sordina, come fosse un dovere della squadra. Niente bagni di folla, niente balli per strada, niente bandiere in piazza Plebiscito, solo alcuni caroselli di auto e motorini. Esposti striscioni come “30 aprile 2006 c’era una volta la libertà…la nostra promozione l’abbiamo già ottenuta, 2 anni…coerenza assoluta” e “Abusi, spie e repressione non fermeranno mai l’eterna nostra passione, avanti ultras sempre!!”. Col secondo posto in Serie B del 2006/07 arriva la promozione in A. Poi, negli anni, il Napoli si guadagna una ragguardevole reputazione in ambito nazionale ed europeo. Nel 2010 si è classificato il 6° posto, nel 2011 il 3°, nel 2012 vince la Coppa Italia, nel 2013 arriva addirittura secondo, nel 2014 terzo, rivincendo la Coppa Italia, e nel 2015 arriva in semifinale di Europa League, a un passo dalla finalissima, e quinto in campionato. In questi ultimi anni la mappa del tifo partenopeo non è cambiata granché, ma è stato colpito da gravi lutti e da vicende poco chiare, come quelle che hanno colpito il capotifoso “Jenny ‘a Carogna”, che da solo tenne in scacco un’intera curva, forze dell’ordine e giocatori, prima dell’inizio della Finale di Coppa Italia del 3 maggio 2014 Napoli-Fiorentina. Il pubblico partenopeo  rimane un po’ deluso dalla stagione 2014/15, nonostante il 5° posto in campionato 2014/15, peraltro sempre fuori dal giro-scudetto, e dall’eliminazione, ad opera degli ucraini del Dnipro in semifinale di Europa League (1-1,0-1), quindi a un passo dalla finalissima di Varsavia. Nel 2016 arriva un bel 2° posto, che vale la qualificazione alla Champions senza passare dai preliminari. Ma anche la storica decisione di una parte della Curva A di tesserarsi. Al termine della stagione 2015/16 viene tradita, dopo tre fantastici anni, dal bomber argentino Gonzalo Higuain, 36 centri nell’ultimo campionato a Napoli, record assoluto, accusato di ingratitudine, che rinnova il 29 ottobre 2016 realizzando in Juve-Napoli (2-1) il classico gol dell’ex che permette alla Juve di vincere il match; gol che replicherà il 28 febbraio 2017 nella semifinale di andata di Coppa Italia, sempre a Torino; realizzando una doppietta, a Napoli, nel ritorno della stessa semifinale e segnando il gol che permette alla Juventus di espugnare Napoli (0-1) l’1 dicembre 2017. Bellissimo duello per lo scudetto nel 2017/18 in un testa a testa mozzafiato con la Juve, alla fine la classifica ha detto: Juve 95, Napoli 91, ma la sensazione che la Juve sia stata favorita dagli arbitri è stata netta, con un senso di frustrazione dei partenopei che quest’anno si è ancor più acuito, col Napoli sempre secondo ma con un divario tecnico aumentato e uno svantaggio di punti siderale dalla Juve. Frustrazione dimostrata dal pubblico del “San Paolo” nel big-match del 3 marzo 2019, con uno stadio lontano dal tutto esaurito (42.700 spettatori circa presenti) e una vittoria immeritatissima (1-2) della Juve, arrivata grazie anche al clamoroso palo di Insigne su rigore all’84’. Quest’anno la media-spettatori in campionato è stata di poco superiore a 25mila unità e solo una volta, in Napoli-Paris St.Germain (2-2), fase a gironi di Champions League, si è registrato il tutto esaurito o quasi, in uno spettacolo di tifo, con gli uomini di Ancelotti inseriti in un girone di ferro, avendo come avversari oltre al Psg, il Liverpool e la Stella Rossa, facendosi pienamente onore arrivando secondi appaiati al Liverpool, ma classificatisi al terzo posto per peggior differenza reti, nonostante la parità negli scontri diretti.

Curiosità: -Il famigerato Genny ‘a carogna, al secolo Gennaro De Tommaso, leader dei “Mastiffs”, almeno in passato gruppo, insieme ad altri, con comprovate infiltrazioni camorristiche, ha deciso di collaborare con la giustizia, anche se non si tratta di un vero e proprio pentimento, dal 6 marzo 2019. Assurto alle cronache per la mediazione con dirigenti, forze dell’ordine e soprattutto con l’allora capitano del Napoli Marek Hamsik, indossando la t-shirt “Speziale libero”, prima dell’inizio della finale di Coppa Italia Napoli-Fiorentina del 3 maggio 2014, dopo i tristemente noti fatti avvenuti prima della gara, Genny sta scontando un Daspo di 8 anni per la vicenda, ancora indelebile nella memoria. Inizialmente contrario a giocare la finale, ma che poi dette il via libera a patto che la curva rimanesse in silenzio, Genny è stato più volte condannato per traffico di sostanze stupefacenti. Nel 2015 viene raggiunto da un’ordinanza per traffico internazionale di hashish e viene condannato a 10 anni, poi ridotti a 8 e, nel novembre 2018, l’ex capo ultrà della Curva A subisce una condanna ancora più pesante: una pena a 18 anni di reclusione, al termine della sentenza di 1° grado. Ulteriori problemi gli sono stati causati, in tempi recenti, dalla scoperta di un telefonino detenuto illecitamente in cella, tramite il quale sembra seguisse le partite del Napoli e comunicasse con amici e parenti. Durante il match Napoli-Sampdoria del 30 agosto 2015 la Curva A si squarcia all’improvviso, volano botte, ci sono stati decine di contusi, uno dei “Mastiffs” accoltellato da un ragazzo ritenuto legato alla sigla “Rione Sanità”. Venti di faida al “San Paolo”? Pare di sì, ma però sembra sia avvenuta una riappacificazione sotto l’egida di Gennaro, grazie ad un incontro che ha esaltato la capacità diplomatica dell’uomo della trattativa dell’Olimpico. Nel febbraio 2013 un pentito fece il nome dei “Mastiffs” nell’oscura vicenda relativa alle rapine ai calciatori. Interrogato dai pm spiegò che le rapine non erano opera di scippatori sbadati, ma vere e proprie spedizioni punitive verso i giocatori che non rigavano dritto, tipo quando un giocatore giocava male, non si presentava presso i circoli sportivi oppure parlava male dei tifosi. C’è chi ricorda come più di una volta i clan di camorra sono intervenuti per sedare risse tra ultras di curva A e curva B, e che oggi al San Paolo, permane una pax imposta tra le due curve che nessuno osa mettere in discussione. Clan rivali della Camorra vanno in curve diverse, che non significa avere controllo, in senso stretto, della curva. E’ un dato notorio la divisione della tifoseria in base al territorio e ai gruppi camorristici. -Grave lutto per la Curva B napoletana: si è spento Eugenio Principe, per tutti “Jimmy”, famoso per essere uno dei personaggi che ha fatto la storia del CUCB, un leader della curva, che lascia molti amici e la famiglia. La notizia è arrivata il 9 febbraio 2019, giorno del suo funerale, al quale ha partecipato una gran folla di gente, ma pare sia morto il giorno prima. “Palummella”, che non ha potuto partecipare fisicamente ai funerali, lo ricorda in modo affettuoso, come fosse stato un fratello. -Napoli Bologna del 29 dicembre 2018, ultima di andata, campionato 2018/19, è stata la partita delle tante maschere, tenute in mano dai tifosi azzurri, con il volto del senegalese difensore del Napoli Kalidou Koulibaly, fatto scherno di cori razzisti da parte dei tifosi interisti, nella partita di Santo Stefano Inter-Napoli, nel cui prepartita perse la vita il leader dei “Blood Honour” Varese, gemellati con gli interisti, Daniele “Dede” Belardinelli, schiacciato da un suv di tifosi napoletani durante gli incidenti tra opposte fazioni nei pressi dello stadio (vedi sezione “Rivalità”). Anche le curve del Napoli col Bologna erano a lutto per tale episodio. -Chiaro messaggio della Curva B il 22 dicembre 2018 in Napoli-Spal: “17 maggio 1989…cattiveria e mentalità…rialzate la Coppa Uefa, riportatela nella nostra città!”. Quel giorno il Napoli vinse l’unica Coppa Uefa a Stoccarda, i tifosi chiedono di rivincere quella che ora si chiama Europa League. -E’ ormai da almeno 5 anni che viene contestato il presidente del Napoli Aurelio De Laurentiis, accusato di essere un pappone che non rafforza adeguatamente la squadra e vende i pezzi migliori. Nell’estate 2018, dopo la sua acquisizione del titolo sportivo del Bari, alla cui presidenza ha messo suo figlio Luigi, sono apparse per la città varie scritte di protesta, come “Finalmente! E’ una vita che Bari…”, “ADL, non solo il Bari ma anche altre società, basta che vai via dalla nostra città”. Altri striscioni e scritte dell’estate 2018: “ADL ma quale top player…sei solo un buffone, rimani sempre tu il solito pappone”, “Meglio cinesi che cerebrolesi”, “ADL rispetta la città, infame senza dignità…” e “Di vero c’è che sei un demente, di falso che sei un vero presidente. Adl buffone. Curva A”. Nel 2017 aspettarono la fine di agosto per esporre lo striscione “Buffone e prepotente, Napoli è della gente”. -Per Inter-Napoli dell’11 marzo 2018, i sostenitori azzurri esposero la scritta “No al razzismo territoriale. Trasferte libere”. -3 febbraio 2018: goliardica invasione degli Ultras Napoli Curva B a Castelvolturno, sede degli allenamenti del Napoli, con fumogeni, bandiere e l’esposizione dello striscione “Ma quale calciomercato, compra gli arbitri…vianciamo il campionato!”. -Il 6 gennaio 2018, in occasione di Napoli-Verona, la Curva B esprime ammirazione nei confronti del centrocampista slovacco Marek Hamsik, dedicandogli lo striscione “Donare la carriera a un unico colore…vivere la vita da uomo di valore, portaci lontano immenso capitano!”. Hamsik il 14 febbraio 2019 si trasferisce in Cina al Dalian Yifang, disputando l’ultima partita col Napoli il 2 febbraio ’19 contro la Sampdoria al “San Paolo”, chiudendo la sua esperienza partenopea con 520 partite giocate e 121 reti, divenendo il giocatore con più presenze e più reti segnate nella storia del Club. -Il 10 settembre 2017 a Bologna napoletani in silenzio per tutto il primo tempo, durante il quale espongono l’unico striscione “Buona trasferta Guerriero matto”, tenuto in mano in ricordo di un ragazzo della Curva A recentemente scomparso. -Bellissima atmosfera, con lo stadio stipato fino al limite della capienza per Napoli-Real Madrid (1-3) del 7 marzo 2017, ritorno degli ottavi di finale di Champions League 16/17. Megacoreografie delle due curve improntate su due disegni copricurva molto belli. In curva A disegnati un gruppo di ultras con dietro dei monumenti. La B opta per un disegno col ciuccio napoletano che affonderebbe la nave Real, con la scritta in balconata “Ed ora affondiamoli”. -Il 12 marzo 2017, per Napoli-Crotone, esposto uno striscione per Quagliarella: “Nell’inferno in cui hai vissuto…enorme dignità: ci riabbracceremo Fabio figlio di questa città”. “Fabio scusaci”, due ‘semplici’ parole accompagnate da un abbraccio, dette da un tifoso del Napoli residente a Genova da poco più di un anno, andato a Bogliasco, il campo di allenamento della Sampdoria per questo, come avrebbero fatto tanti tifosi azzurri in quelle settimane, dopo che la brutta storia di stalking che ha colpito Quagliarella è diventata pubblica, per esprimere vicinanza e solidarietà nei confronti dell’attaccante azzurro, accusato di tradimento quando nel 2010 passò dal Napoli alla Juve, inconsapevoli della difficile realtà che stava subendo: lettere anonime, minacce di morte, messaggi sul telefonino di ogni genere a lui e ai familiari, attacchi brutti di pedofilia, di camorra. Un vero e proprio incubo durato anni e anni. -Atalanta-Napoli (1-0), 7^ giornata 16/17: la curva Nord bergamasca espone lo striscione “Ogni scelta è una responsabilità…ti sei tesserato tradendo due città” (Bergamo e Napoli, dall’introduzione della maledettissima tessera, si erano sempre contraddistinte quali roccaforti per un no deciso al tesseramento), riguardo alla decisione di una parte della Curva A di tesserarsi. I napoletani risposero con “Onore al nemico atalantino, io continuerò a lottare!”. -Un nutrito gruppo di ultras della Curva B ha affollato la sera dell’Epifania 2017 il piazzale antistante l’ospedale pediatrico “Santobono” sostenendo con striscioni e cori da stadio i bambini ricoverati in ospedale. “Cara Befana, vicino ai regalini porta la salute a tutti i bambini” recitava lo striscione srotolato davanti l’ospedale. I tifosi si sono sempre distinti per la loro passione e per diversi minuti hanno intonato “Dai ragazzi non mollate”, “Siamo sempre con voi”, “Non vi lasceremo mai” e altri slogan urlati a squarciagola dai rappresentanti della curva. Un gesto che ha sorpreso e commosso, sia le persone che si sono trovate a passare nella zona, sia il personale dell’ospedale stesso e i bambini. “Napoli è con voi. Un ringraziamento va a tutto lo staff, agli infermieri e soprattutto ai genitori. Onore a voi”: sono le parole pronunciate nel corso della manifestazione di affetto e vicinanza ai piccoli. -Nel dicembre 2016 è morto “o Barone” Eduardo Palomba, fondatore del gruppo “Blue Lions Napoli 1981”, che negli anni d’oro del Napoli di Maradona e degli scudetti era uno dei leader della curva B dello stadio San Paolo. Al termine della funzione religiosa, i “vecchi leoni” hanno intonato cori e acceso fumogeni per ricordare l’amico scomparso. -Nel novembre 2016 gli ultras del Napoli si sono schierati contro il colosso “Sky” e contro il documentario sulla morte di Ciro Esposito. E’ una serie di 18 documentari, che vanno in onda su “Sky Atlantic”, dei quali il primo riguarda Ciro e s’intitola “L’ultimo stadio”, che racconta quella giornata e dura 47 minuti ed ha la particolarità di essere senza commento o narrazione, ci sono solo le immagini e i suoni registrati in presa diretta dai vari smartphone di chi era presente quel maledetto 3 maggio 2014. All’esterno della sede dell’emittente satellitare, gli ultras napoletani, hanno esposto lo striscione “Lucrare su ciò che è stato…è questo l’ultimo stadio. Sciacalli! Gli ultras della A”. Nel maggio 2016 è arrivata la condanna per Daniele De Santis “Gastone”, l’ultrà romanista accusato della morte di Ciro, è stato condannato dalla Terza Corte d’assise a 26 anni di reclusione. I giudici hanno previsto anche una provvisionale di 140mila €uro. anche se, sono emersi poi nuovi particolari dalle indagini investigative della Digos, in possesso di alcuni filmati in cui sembra, infatti, che “Gastone”, col suo gruppo, sia stato aggredito e accoltellato, prima di sparare a Ciro Esposito, da un gruppo di tifosi napoletani. Durissimo striscione in curva A in Napoli-Fiorentina dell’aprile 2015, contro i romanisti: “Il pentito appartiene al mondo della criminalità e non nasce nella mia città…sei davvero sorprendente tu che da tempo ne sei amico e primo confidente”. Una scritta per replicare soprattutto allo striscione “Parli d’infamità, ma l’arte del pentirsi nasce nella tua città”, esposto dalla curva Sud romanista in occasione di Roma-Napoli del 4 aprile 2015, esposto insieme ad altri, dei quali il più pesante era “Che cosa triste…lucri sul funerale con libri e interviste!”. Per questo striscione si sono scatenate decine di polemiche, oltre all’ira del presidente della Roma James Pallotta. In Napoli-Roma 14/15 esposto l’eloquente striscione “Ogni parola è vana…se occasione ci sarà non avremo pietà”, al quale non si è fatta attendere la risposta dei romanisti: “Se occasione ci sarà annatevene a lavà”. Con la Fiorentina, sempre nell’aprile 2015, la curva B espone lo striscione “3-5-14, lunga vita al nemico viola”, per ricordare il rispetto mostrato dai fiorentini dopo il ferimento di Ciro. Quattro appartenenti del gruppo “Secco Vive” e uno della “Masseria” sono stati arrestati in quanto il 5 aprile 2018, dopo un periodo di studio, realizzarono una spedizione punitiva nei confronti di tifosi romanisti che erano atterrati a Napoli provenienti da Barcellona dopo aver assistito a Barcellona-Roma di Champions, seguendoli fino all’area parcheggi, bloccarono la marcia del furgone noleggiato e li aggredirono violentemente, portandogli via gli zaini dove avevano vessilli e sciarpe. -La trasferta in Russia del marzo 2015 contro la Dinamo Mosca segnò il passaggio del turno in Europa League da parte del Napoli, raggiungendo i 4.i di finale, ma purtroppo il viaggio a Mosca risultò fatale per lo storico tifoso azzurro Pasquale D’angelo, stroncato a 55 anni da un infarto, come sempre al seguito della sua squadra del cuore. La notizia fece il giro del web e non solo, scatenando reazioni commosse di molti vip del mondo del calcio, con la stessa Dinamo che volle fare le proprie condoglianze via Twitter, mentre l’Uefa si affidò ad una lettera di cordoglio. In Napoli-Atalanta del 22 marzo ’15 i tifosi napoletani esprimono la propria voce per il fratello caduto, con la curva B che srotola l’enorme striscione “Figura storica della gradinata, persona perbene schietta e stimata, una vita da ultras accanto alla maglia amata. La tua storia sarà sempre onorata, Pasquale D’Angelo vivrà sempre qui con la sua Curva B”. In migliaia ai suoi funerali nella sua Acerra. Tanti gli striscioni sia all’esterno della chiesa che in città, con il comune che installa un maxischermo fuori la chiesa per consentire di seguire la messa a chi non riusciva ad entrare. -Nell’ottobre 2013, mentre curve come quelle di Roma, Milano e Torino vengono accusate di razzismo per cori contro i tifosi napoletani, e quindi di “discriminazione razziale”, con le loro curve chiuse per questo motivo, un’iniziativa che coinvolse sia la Curva A che la B, in Napoli-Livorno, destò molto scalpore: la gara si svolse in un clima surreale, in cui si sentirono alcuni tradizionali cori contro i napoletani, come “senti che puzza scappano anche i cani…” o “lavali col fuoco…” e così via. Cori che trovarono subito un senso nell’esposizione, da parte dei “Fedayn”, dello striscione “Napoli Colera”, seguito da “E adesso chiudeteci le curve”. La curva A invece espose lo striscione rosso e nero “Merde” e, subito sotto, “E’ la chiusura di un settore la vera discriminazione!”, seguiti da cori contro il Milan, storico rivale. Utilizzando la provocazione e l’ironia si condanna quindi la chiusura delle curve, utilizzando come motivo il razzismo, quando si può parlare più che altro di sfottò. Due settimane dopo la curva A divulgò un volantino, spiegando perbene i motivi della protesta, e le amene assurdità della vicenda, questo loro disegno maldestro di svuotare le curve, questa nuova idiozia. -La trasferta col Milan a San Siro 13/14 è stata affrontata eccezionalmente dalle curve partenopee, che si fanno notare per la presenza massiccia: almeno seimila unità. Esplodono a intervalli alcune bombe-carta e non smettono mai di accendere torce. Felicissimi nei minuti finali per la vittoria. Eloquente uno striscione milanista: “Sulla tessera non hai più da questionare se la squadra va bene e hai i ‘big match’ da guardare”. -La notte del 20 settembre 2003 segna un grave lutto per la tifoseria napoletana. Infatti, al “Partenio” di Avellino, muore tragicamente Sergio Ercolano, ragazzo di 19 anni che attendeva con ansia il derby, entusiasta di partecipare alla sua seconda trasferta, ignaro delle conseguenze che portava uno scavalcamento di quegli scalmanati che, sprovvisti di biglietto, volevano ugualmente entrare, causando però incidenti e provocando il panico tra i tifosi, tra cui Sergio, che probabilmente, non abituato a simili situazioni assurde, cercava riparo sulle tettoie plastificate da cui precipitò nel vuoto. Alcuni tifosi-teppisti iniziarono la guerriglia tifosi-poliziotti, sapendo ciò poteva succedere. Forse anche le forze dell’ordine ebbero delle colpe. I fiorentini scrissero: “Oltre l’odio…la morte non ha colore, ciao Sergio”. Anche gli atalantini gli dedicarono, in Atalanta-Napoli 03/04, lo striscione “Avellino: stampa e autorità vogliamo la verità”, in segno di protesta e indignazione. -I “Fedayn” meritano un discorso a parte. Descritto come gruppo indisciplinato, intrepido, facinoroso, ma nel profondo sensibile all’unità della curva B, ha fatto della coerenza nella sua storia una prerogativa imprescindibile. Una vita ultras dinamica: dal ’79 all’83 in curva B, dall’83 all’86 in curva A, dall’86 ad oggi stabilmente il curva B. I “Fedayn” nascono il 16 settembre 1979 da una costola del CUCB. Alla base della scelta del nome dei primi fondatori c’è una coloritura sociopolitica. Alcuni esponenti di spicco facevano militanza a sinistra. Famoso il loro storico inno che inneggia a Renato Curcio, ex brigatista rosso. Ma i “Fedayn” non fanno, né hanno mai fatto, politica allo stadio. Dopo 4 anni si trasferirono in curva A per mettersi alla prova, insieme ai “Blue Lions” (ex-Boys). Non volevano conformarsi ad una realtà già presente prima di loro. Volevano trovare forze e gruppi affini alla loro mentalità “estranea”, rifacendosi alla concezione ultras prima maniera, cioè quella, ad esempio di non avere tornaconti extracurvaioli. Portando avanti con tenacia la loro linea si guadagnarono proseliti e stima da coloro che stavano nella “massa”. Se sono nati tanti gruppi più vicini alla loro mentalità, significa che la loro unità d’azione è stata produttiva, e di questo sono andati fieri. Tornarono in Curva B nonostante siano stati in antitesi con quel tifo troppo folkloristico, quell’immagine del tifoso senza una coscienza ultras. Malgrado i contrasti col CUCB e con “Palummella” (non piaceva quella politica moderata, quella vicinanza al Napoli e ai calciatori, con aiuti economici) hanno sempre sentito l’importanza di avere una curva unita e forte. In tutti questi anni, forti contrasti si sono alternati a momenti più distensivi, ad una “tregua”, con l’altra anima della curva. -Gravi incidenti a Pescara nel 2006/07 tra ultras e forze dell’ordine. L’episodio più sconcertante fu il ferimento di un tifoso napoletano di 27 anni che finisce in coma farmacologico dopo esser stato pestato. La gara successiva al San Paolo, col Frosinone, si gioca in un clima irreale per lo sciopero del tifo di entrambe le curve, con partita sospesa 6 minuti dall’arbitro Orsato, causa lancio di fumogeni e quant’altro sul campo. -Sul finire degli anni ‘80, in virtù anche, ad esempio, degli applausi rivolti a squadre come il Milan di Sacchi, che al San Paolo vinse 3-2 la sfida-scudetto nel maggio 1988, il pubblico partenopeo si era creato la nomea di uno tra i più sportivi, corretti e civili, smentendo invece tali complimenti negli anni a seguire. -Una delle immagini storiche di Diego Armando Maradona, ancora oggi idolo del popolo partenopeo, a Napoli risale al 5 luglio 1984, giorno della presentazione, in cui i tifosi in estasi gremirono il San Paolo per vederlo palleggiare. Diego ha dato e ricevuto tanto da Napoli e dal Napoli. -La Curva A espone in balconata lo striscione identificativo “Avanti Ultras Curva A Napoli”. -Striscioni e pezze presenti abitualmente al San Paolo: “Ciro al nostro fianco”, “Chiodo fisso nella mente”, “Non possono ma ci sono”, “Odiati e Fieri”, “Senza interessi né compromessi”, “Finché vivrò”, “Chiamale se vuoi…emozioni”, “Genny con noi”, “Grinta cazzo”, “Resa zero”, “Ultras liberi di esserlo”, “A guardia di una fede”, “Ribelli di fede”, “A testa alta”.

Clubs principali: Battito Azzurro, Sangue Azzurro (entrambi nei “Distinti”), Napoli Club Carpi, Milano Azzurra, Parma Partenopea, Napoli Club Caivano, Napoli Club Marcianise, Napoli Club Bologna, Padova Partenopea.

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