Fonte: Claudio “Freccia”

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Tifosi Napoli 1
Uno scorcio della curva del Napoli

Gruppi esistenti: Fedayn: gruppo elitario, “duro e puro”, della curva B, che ha per sottosigla “E.A.M.” (Estranei Alla Massa). Nati nel ’79, hanno un’età media piuttosto alta; sono stati i veri portatori del fenomeno ultras a Napoli, ferocemente avversi al calcio moderno. Stimano bresciani e atalantini per la loro mentalità ultras. Molto affini ai gruppi della curva A, dalle Teste Matte ai Mastiffs. Ultras Napoli: gruppo di recente storia, militano in B e sono ciò che segue del Cucb di Palummella. I capi fuoriuscirono da esso non condividendone l’ideologia filosocietaria. Mastiffs: nascono nell’agosto del 1991 in seguito alla fusione di “Skizzati” e “Alta Tensione”. Gruppo storico della curva A: difficile immaginarla senza i “mastini”. Per molti anni ne hanno avuto in mano le redini, trovandosi in perfetta simbiosi con Masseria e Teste Matte all’inizio degli anni 2000. Teste Matte: nascono nell’87, nell’anno del primo scudetto degli azzurri, da una costola dei Blue Lions, distinguendosi sempre per il forte attaccamento alla squadra. Gruppo amante dello scontro ultras, non foltissimo ma molto attivo e di grande mentalità. Tra gli striscioni del decennale festeggiato in Napoli-Roma 96/97: “10 maggio 1987-11 maggio 1997: nessuno come noi!”, “1987-1997: mai la storia ha fatto tanta differenza”, “Finisce la storia…inizia la leggenda”. Vecchi Lions: nascono il 30 settembre 1992 in seguito a una spaccatura dei “Blue Lions” ed occupano la parte alta della curva A. In flessione ai primi anni 2000 per le numerosissime diffide. Il loro tempio è la curva A, rispettati e temuti ovunque, lo stadio trema al loro inno… Ebbero un ruolo importante nella contestazione ad oltranza a Ferlaino. Masseria Cardone: gruppo che è sempre stato tra i più attivi delle gradinate del San Paolo, originariamente situato in curva A, poi migrato nell’altra curva passando anche per i Distinti, trasformando il loro nome in “Tifosi del nostro ideale”. Adesso si è ufficialmente sciolto, ma l’anima è ancora in curva A. Proviene da Case Nuove e Secondigliano. Brigata Carolina: presenti in curva A dal 1989, riuniscono ultras dei “Quartieri Spagnoli”. Fossato Flegreo: gruppo nato in curva A nel 2003, hanno consolidato il loro rispetto in casa e in trasferta. Bronx: come il “Masseria”, si è ufficialmente sciolto, anche se l’anima è ancora in curva A, dal 1999. Circa 50 elementi, vincoli militari, magliette scure, per tatuaggio un guerriero che impugna una cintura. Raccoglie il tifo oltranzista proveniente dai rioni sottoproletari di Piazza Mercato e delle Case Nuove. Gruppo Sud 1996: nasce in tale anno in curva A. Nuova Guardia: tra i gruppi più giovani, si colloca stabilmente in curva A da alcuni anni. Quartieri Spagnoli: dagli anni ’90 in curva A, dal loro nome il rione di provenienza. Rione Sanità: il gruppo, appartenente al quartiere omonimo, milita in curva A. Una delle componenti più vivaci. Casual Firm Rebel Terrace: gruppo stile “casual” della A, di recente formazione. Area Nord Napoli: presenti in casa e nelle trasferte europee. Secco Vive: gruppo della curva B, formato a metà anni 2000, dedicato a un’ultrà prematuramente scomparso.

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Blue Tiger: “agitano” e svegliano da molti anni il settore “Distinti” del San Paolo. Vecchia Guardia: sempre presente nelle trasferte europee e in curva A. Quelli di Sempre: presenziano soprattutto in trasferta. Cattive Maniere: stendardo recente. Anni ’90: non se ne sa molto, ufficialmente non esiste più.

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Settore: Curva A (Sud), tranne “Fedayn”, “Ultras Napoli” e “Secco Vive” in Curva B (Nord) e i “Blue Tiger” nei Distinti, nati nell’85 in curva A.
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Politica: storicamente e ufficialmente apolitici, ma la curva A, pur non esponendo mai simboli politici, è spostata a destra.

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Tifosi Napoli 7
Una coreografia dei tifosi del Napoli

Gemellaggi/amicizie: Genoa: gemellaggio fortissimo e solidissimo, uno dei più vecchi e veraci esistenti in Italia. Il 4 marzo 1990 i napoletani accolsero calorosamente i genoani, che risposero con lo striscione “Verona vi odia, Milano vi insulta, noi vi stimiamo”, e venne eseguito il consueto giro di campo coi bandieroni. Quando morì il leader della curva Nord genoana “zio Spelo”, in Napoli-Genoa 03/04 venne esposto lo striscione “Leali nell’amicizia con il Grifone, vicini al vostro dolore…Speloncia nel cuore!!”. I genoani, dopo dei giri di campo coi bandieroni, replicarono con “Orgogliosi dei fratelli napoletani”. A Genova, stesso anno, si replica: “La Brigata Speloncia saluta i fratelli partenopei” dei genoani e “Napoli saluta il popolo genoano”. I genoani al San Paolo espongono nel 2009/10 lo striscione “Genoa, Napoli: non importa il risultato conta solo il nostro amore”. In Genoa-Napoli 13/14 rinnovato il gemellaggio, senza però praticamente traccia degli ultras napoletani, a parte un bandierone che sventola in Nord, dove viene pure esposto lo striscione “I divieti rovinano la partita non questa amicizia che dura da una vita!!!”. Nella sfortunata trasferta partenopea dei preliminari di Champions League 14/15 di Bilbao, esposto lo striscione “Ciao fratello Roger!”, un tifoso genoano scomparso prematuramente. In piena Gradinata Nord genoana, in occasione di Genoa-Napoli, 1^ giornata del campionato 14/15, esposto lo striscione “Ciro vive”. Ancona: bella e sentita amicizia quella coi marchigiani, diverse le visite reciproche. Tutte le estati i napoletani partecipano al Torneo di calcetto alla memoria dell’anconetano Vincenzo Mengoni, detto “Rocky”, uno dei leader della Nord scomparso nel novembre 2005 a 26 anni per un incidente stradale. Palermo: amicizia ormai ultraventennale, specialmente tra napoletani e “Brigate Rosanero” Palermo, ma anche con gli altri gruppi palermitani i rapporti sono distesi. In passato reciproche visite. Catania: vecchia amicizia, buon feeling. In Catania-Napoli 13/14 la curva Nord etnea espone lo striscione “Un saluto ai figli del Vesuvio”. Borussia Dortmund: gli juventini in Champions League contro i tedeschi nel 14/15 hanno scritto in tedesco lo striscione “L’amico del mio nemico è mio nemico, Dortmund scheibe, Catania merda, Napoli colera”, riferendosi al gemellaggio tra i tifosi del Dortmund con quelli del Napoli e del Catania. Monaco 1860: rapporti più che buoni. Una rappresentanza della suddetta tifoseria ha partecipato ai funerale del capotifoso Pasquale D’Angelo. Paganese: buon feeling e visite reciproche. Juve Stabia: feeling, almeno in passato.
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Buoni rapporti: Messina: solitamente i napoletani nella città siciliana sono ben accolti. Esiste un rapporto di reciproca stima, soprattutto dopo la solidarietà che i napoletani mostrarono in occasione della morte del messinese Tonino Currò, avvenuta nel 2001 per il lancio di una bomba-carta dal settore catanese al “Celeste” di Messina, durante un gara valida per i Playoff di C1.
Ex-gemellaggi/amicizie: Roma: amicizia negli anni ’80, con striscione “Fedayn” Roma anche in curva B, poi trasformatasi in violento e acerrimo odio. Pare che il gemellaggio sia stato rotto dai romanisti, quando una volta i napoletani, partiti con intenzioni tranquille, vennero aggrediti dai “Boys Roma”. Salernitana: ex-amicizia (o stima reciproca), datata anni ’80-’90, trasformatasi in forte rivalità. Lecce: gemellaggio anni ’70-’80, non molto sentito: sassaiole subìte anche a quei tempi in Salento dai napoletani. Bari: reciproci rapporti di stima e affetto negli anni ’80, con le tifoserie a contatto senza problemi, poi inclinazione dei rapporti al vecchio stadio “Della Vittoria” di Bari nel 1989/90 e definitiva rottura nel nuovo stadio “San Nicola” nel 1990/91, quando i partenopei si resero protagonisti di veri e propri atti d’inciviltà, rompendo centinaia di seggiolini, scagliandoli verso l’anello inferiore occupato da “normali” tifosi baresi, che videro arrivare anche pietre e bastoni. Bologna: rapporto instaurato negli anni ’80, poi concluso con uno strappo nell’anno del primo scudetto del Napoli, quando 30mila sostenitori napoletani arrivarono a Bologna, e molti, non trovando biglietti, assalirono i tifosi felsinei per procurarsi un abbonamento; un comportamento che i “Forever Ultras” e tutta la tifoseria rossoblù censurò, dichiarando finita l’amicizia. Perugia: vecchio gemellaggio anni ’80, saldato dal CUCB di Palummella e poi non più rinnovato, prima per il lungo svernare del Perugia in Serie C, poi per le schermaglie del 96/97, ad opera della curva A, che fecero rompere l’amicizia. Motivo: l’”accoglienza” non troppo ortodossa e uno striscione isolato che prendeva le distanze dall’”Armata Rossa”, a favore della “Brigata”, due gruppi perugini, il primo di destra, il secondo di sinistra. Empoli: gemellaggio risalente all’incirca all’86 e portato avanti per alcuni anni, con gli empolesi tranquillamente in trasferta tra i napoletani a Napoli negli anni di A 86/87 e 87/88; lo stesso dicasi per i napoletani, in quei due anni in massa in trasferta a Empoli, con tanto di giri di campo con bandieroni e striscioni. Poi vale più o meno lo stesso discorso dei perugini: il gemellaggio riguardava quasi esclusivamente il CUCB di Palummella e la curva A non l’ha più riconosciuto. Torino: vecchio rapporto instaurato tra i “Fedelissimi Torino” e il “Commando Ultrà”, poi andato in frantumi. Ascoli: amicizia sorta negli anni ’80 grazie agli interessamenti di Palummella, poi rotta da quelli della curva A. Campobasso: amicizia che era sorta ad opera degli Ultrà Napoli, poi non riconosciuta dai “nuovi”. Vicenza: rapporto instaurato negli anni ’80 dal Commando Ultrà, grazie al forte gemellaggio che avevano i veneti coi genoani, poi non rinnovato nel 95/96, quando il CUCB si trovò il resto dello stadio contro e rimediò una figuraccia nei confronti dei vicentini, andati a Napoli fiduciosi di conoscerli. I Fedayn esposero in quella circostanza lo striscione “Mao mangiagatti”. Cremonese, Reggiana: amicizie vecchie del Commando Ultrà, poi non rinnovate.
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Tifosi Napoli 6
Una straordinaria coreografia dei tifosi partenopei

Rivalità: Lazio: com’è noto tra le due tifoserie non è mai corso buon sangue. Nel 96/97 accoltellato a Napoli un tifoso laziale e un agente di polizia. In tale gara i napoletani espongono verso i laziali lo striscione “Essere ultras a noi riempie d’orgoglio: alla Nord riempie il portafoglio”. Napoli-Lazio del 97/98 vide ancora di più inasprirsi i toni, coi napoletani che accolsero gli ospiti con lo striscione “Ultras laziale per te è l’ultima banca”, peraltro forse opera di cani sciolti, toccandoli da vicino nella vicenda della morte di Claudio Marsili, ultrà laziale ucciso da una guardia giurata alla Banca Cariplo di Roma durante una rapina, perché doveva sfamare il figlio. Alla stazione successe di tutto, il finimondo: i napoletani lanciarono qualunque oggetto gli capitasse tra le mani e scoppiarono violenti tafferugli quando venne tirato il freno a mano del treno e i laziali scesero. A quel punto la celere li ricacciò sopra e negli scompartimenti, al buio, cominciò a manganellare e pestare con disprezzo, senza il minimo riguardo, con fortissima violenza. La vicenda mosse un interrogazione parlamentare da parte di Gigi Martini, ex laziale dello scudetto del ’74, deputato di Alleanza Nazionale. I rancori sono “scoppiati” anche a Roma, il 7 gennaio 2001, con un putiferio fuori e dentro lo stadio. Una rivalità “a pelle” fatta di ripicche e dispetti. Ancora una volta le forze del (dis)ordine, un po’ sguarnite, andarono in corto circuito per una partita storicamente e notoriamente rovente. Accoltellato un napoletano, forse da solo. Guerriglia prima, durante e dopo la partita, pietre al’arrivo dei bus napoletani, mentre quelli in treno prima avevano caricato i laziali che erano scappati. I napoletani lanciano razzi, petardi e bombe-carta verso la Sud laziale, che si vendica togliendogli lo striscione “Blue Tiger”. Al ritorno solo 500 i laziali al San Paolo, divisi dalla polizia nei confronti dei napoletani, dopo che questi avevano tentato la carica tirando una trentina di torce e un gruppetto di laziali aveva risposto. Verona: feroce odio Nord-Sud che affonda le radici fin dagli anni ’70, coi veronesi accusati di razzismo nei confronti del Napoli, simbolo del Meridione. I partenopei sono stati sempre accolti male a Verona, fin dagli anni ‘80, con striscioni come “Vesuvio lavali”, “Lavatevi”, “Benvenuti in Italia” (85/86), “Meglio austriaci che terroni” (88/89), “Napoli pus d’Italia” (Coppa Italia 92/93). Una classica rivalità nord-sud. I napoletani hanno subìto il furto dello striscione “CUCB Napoli” in una furiosa carica nel settore ospiti, diversi anni fa, e di “Forever Ultrà”, esposti poi in Verona-Napoli, rispettivamente dell’85/86 e dell’82/83. Nel 2006-07, in Napoli-Verona, i napoletani esposero la scritta “Cambiano i tempi cambia il pallone, il veronese più che mai ultras da pensione”. Scontri a Verona nel 2000/01, soprattutto veronesi-polizia. Napoletani in circa 500 abbastanza bene controllati, che espongono lo scritta “Veronesi cavie da laboratorio”. Inter: rivalità fortissima, praticamente da sempre esiste un forte astio. Nel febbraio ’94 gli interisti esposero in casa gli striscioni “Napoli come Sarajevo” e “Stop ai massacri in Bosnia…facciamoli a Napoli”. i “Blue Lions” rubarono diversi anni fa lo striscione “Inter Club Torre del Greco”. Scontri con gli interisti nel 96/97: un putiferio, con oltre 600 ultras azzurri che si scontrano con un folto numero di poliziotti. Interisti, provocati anche dallo striscione “Inter…net, presenza virtuale”, derubati di due stendardi. Rinvenuto un vero e proprio arsenale sui pullman degli interisti nella perquisizione a Napoli Nord, prima di Napoli-Inter del febbraio 2015. Milan: forte odio, acerrima rivalità dopo il gemellaggio anni ’80. I milanisti sbeffeggiano i partenopei per la B nel 1998, in Milan-Napoli, con gli striscioni “Verona, Napoli due città steso destino”, “Da Castellini a Carmando, questa è la fine di chi vince rubando”, Arrivederci Bastardi”. Per Milan-Napoli 93/94 i soliti scontri, con alcuni napoletani che sarebbero stati accoltellati. Lancio di torce reciproco in Napoli-Milan 08/09. Juventus: forte, acerrimo odio da sempre, praticamente. Striscione “Drughi Imperia” finito nella mani dei napoletani ai primi anni ’90. Incidenti prima, durante e dopo Juve-Napoli 93/94. In mattinata i primi scontri, tra i più esagitati: feriti con colpi d’arma da taglio un torinese e un napoletano. Poi 5 feriti, fra cui un agente, in altri scontri. A completare il bilancio due arresti, uno per parte. Nel 95/96 un tifoso juventino di Civitavecchia (Roma) venne accoltellato tredici volte alla coscia con un temperino, mentre sostava in un bar vicino al San Paolo. Un tifoso juventino, di Melfi, accoltellato anche nel 96/97. Per Napoli-Juventus 10/11 alcuni gruppi juventini si presentano con tante mascherine e sacchetti della spazzatura ad ironizzare sull’igiene di Napoli, ma i napoletani della curva B, al 20° del secondo tempo, vogliono passare alle vie di fatto scavalcando il divisorio e cercando il contatto coi gobbi, anch’essi impegnati nell’intento di sfondare una vetrata, con scarso esito. Una decina di bombe-carta, lanciate nel settore ospiti, causerà lo svuotamento del settore juventino e l’abbandono dello stadio, deciso dalle guardie per evitare eventuali ferimenti ai presenti. In Napoli-Juve di Serie B 2006/07 esposti dei “bottini di guerra” di un’amichevole giocata a Napoli qualche anno prima: uno striscione dei “Fighters sez. Milano” e un paio di striscioni di club. In occasione di Juve-Napoli 13/14 la Sud, in zona Drughi, indossa una maschera di carnevale con disegnato un ciuccio e, facendosi beffa della famosa discriminazione razziale, espone un copricurva con disegnato un Vesuvio che sta eruttando e, in balconata, la scritta “Ed ora…’ridiamoci sopra’, lavaci col fuoco o Vesuvio lavaci col fuoco”. I napoletani, circa 1500 tutti di clubs, si fanno notare soprattutto per cori beceri sul Liverpool, esponendo anche alcune bandiere e sciarpe del club inglese. Cagliari: notoriamente le due tifoserie non si amano. La correttezza dei partenopei veniva ammirata a Cagliari negli anni ’80, poi, in un Napoli-Cagliari del settembre ’90, i napoletani accolgono gli isolani nel peggiore dei modi, con insulti, lancio di oggetti, bottigliate. Tutto ciò dopo aver proposto un gemellaggio per telefono. All’entrata in curva vengono accolti da cori quali “Chi non salta è un sardegnolo” e “Serie B, Serie B”, inoltre, due ragazzi cagliaritani vengono picchiati. Al termine di Cagliari-Napoli 93/94, partita esasperata anche dai gesti irriguardosi di Fonseca, ex di turno, che mostra il dito medio verso il pubblico cagliaritano, al porto di Cagliari vi sono violenti scontri tra isolani e agenti, che faticano non poco per evitare il contatto tra le opposte tifoserie. Compiuti otto arresti e due fermi. Lo spareggio Cagliari-Piacenza per rimanere in A, disputato a Napoli il 15 giugno ’97, alla presenza di circa 18.000 isolani e di 2.500-3.000 piacentini, è teatro di violenze inaudite dei napoletani “padroni di casa” sui cagliaritani. I pullman che portano i sardi allo stadio, dopo un’estenuante viaggio in traghetto, vengono presi di mira con bottiglie, catene, mattoni, colpi di spranga e bastoni. Inevitabile, coi motorini che ronzano intorno ai pullman, che scoppino incidenti alla stazione e allo stadio. Incidenti piuttosto gravi anche all’interno dello stadio, sempre per colpa dei napoletani. Esposto striscione “Napoli merda” in Cagliari-Napoli 11/12. Salernitana: prima vi era un’amicizia, non tanto convinta, ma dalla stagione 99/00 è cominciata una fiera rivalità per la supremazia del tifo nella regione Campania, alimentata da scritte apparse sui muri del San Paolo che offendevano le vittime dell’alluvione di Sarno (Sa) del 1998. Incidenti a Salerno nel ’99 in un derby di Coppa Italia, con, da parte dei padroni di casa, striscioni quali “Napoli è ‘na carta sporca…”,
“Noi non siamo napoletani” e “Salerno è realtà Napoli è commedia”. Grande pubblico all’”Arechi” per l’attesissimo derby 01/02, per una rivalità cresciuta a dismisura, grazie ai numerosi incroci in Serie cadetta e Coppa Italia; 5mila partenopei al seguito. Parapiglia nelle zone circostanti lo stadio, contatti tra le tifoserie e scontri con la polizia. Irriverente la coreografia dei salernitani (“Napoli: 10 piani di morbidezza”, noto slogan di una marca di carta igienica, finiti in un water). Pur nella rivalità, gli Ultras Napoli nel 2002/03 a Salerno esposero lo striscione “Noi ultras con dignità ma senza stupidità!!!”. Roma: odio fortissimo dopo il periodo anni ’80 di gemellaggio. Nel 93/94 i napoletani, di ritorno da Piacenza, si scontrano presso l’autogrill Chianti Sud coi romanisti, che tornavano da Reggio Emilia: circa 150 tifosi si affrontano passando dalle provocazioni alle vie di fatto. La polizia fermerà svariate persone. Incidenti nella zona dei tifosi ospiti e lancio d’oggetti reciproco nel “Derby del Sud” 94/95. Agitato, con incidenti piuttosto gravi, il Roma-Napoli 96/97. Per quanto riguarda tutta la famosa vicenda di Ciro Esposito, si rimanda alla sezione “Curiosità”. Atalanta: forte, vecchio odio. Incidenti nel 95/96 a Bergamo e, sempre a Bergamo, nel 98/99, quando fu ferito un ultrà napoletano durante dei tafferugli tra opposte fazioni. Ma alla fine intercorre anche rispetto, come quello portato dai napoletani verso gli orobici, testimoniato dallo striscione “In culo ad ogni teoria del complotto. Leali da sempre nemici per sempre”, esposto in Napoli-Empoli del 7 dicembre 2014, riferito agli incidenti intercorsi poche domeniche prima tra bergamaschi e romanisti, che volevano vendicare la morte di Ciro Esposito. Non un complotto contro la tifoseria capitolina, ma questione di lealtà e mentalità ultras. Fiorentina: vecchio, forte odio. Incidenti piuttosto gravi nel 96/97 a Firenze, con sette ultras diffidati, dai quali il Cucb prese le distanze disertando la trasferta di Vicenza. Incidenti anche in curva “Ferrovia” a Firenze nel 98/99 con alcuni corpo a corpo; ebbero la peggio i viola che persero due bandieroni. Bari: dopo una reciproca stima, solo odio. In Napoli-Bari 94/95 fin dal mattino diversi incidenti con aggressioni ai tifosi baresi, rubando bandiere, sciarpe ed uno striscione poi esposto in curva A. 97 napoletani vennero diffidati. Vicenza: anche nel periodo che il Cucb era gemellato coi “Vigilantes Vicenza”, i gruppi della A andavano in Veneto per fare disordini, poi si è passati ad una forte rivalità, tramontata l’era del Cucb. Undici napoletani vennero diffidati dopo aggressione e rissa a un gruppo di vicentini prima di Napoli-Vicenza 95/96. A Vicenza, stesso anno, i padroni di casa espongono lo striscione ironico “Fedayn: Essere Alla Moda” che scimmiotta il motto del gruppo partenopeo “Estranei Alla Massa”. L’anno dopo, ancora quelli della curva A protagonisti a Vicenza: in mattinata, davanti al settore ospiti, saccheggiata una tabaccheria entrano poi in collisione coi vicentini, che all’andata erano stati bersagliati di oggetti in curva A, fino all’intervento delle forze dell’ordine. 31 tifosi partenopei, armatisi sul posto anche di bastoni e badili, di cui 27 dei Blue Lions, vennero diffidati. Per la finale d’andata di Coppa Italia 96/97, vicentini assediati e bersagliati da un continuo lancio di torce e anche bombe-carta a Napoli, nonostante l’ingente presenza di polizia. La gara di ritorno viene segnata da attesi incidenti e episodi di violenza, con, durante la gara, ripetuto lancio di razzi, dal settore ospiti verso tribuna e distinti, che provocano il ferimento di alcuni vicentini. Prima del fischio finale baraonda tra ultras partenopei e forze dell’ordine (ondeggiamenti, scontri, brevi cariche…), col bilancio finale di 11 napoletani feriti, e anche sei contusi tra le forze dell’ordine, tra cui il commissario capo della Questura di Napoli. Prima della gara, purtroppo, anche l’accoltellamento di un tifoso vicentino di 25 anni alla coscia, con l’arresto di due tifosi. Tra gli striscioni vicentini “Quanto puzzate” e “Meglio Tirana che Napoli italiana”. Sempre nel 1997, i vicentini esposero “Napoletano infame basta con le lame”. Bologna: un tempo esisteva un gemellaggio, anche piuttosto forte, poi sfociato in rivalità. Nel 96/97, a Napoli, un ultrà bolognese di 27 anni, insieme ad altri tre, viene aggredito da un gruppetto di ultras napoletani tra la stazione e la curva B con una catena (ma spuntarono anche le lame), restando ferito alla testa. Altri due bolognesi, provenienti dal Meridione, dopo la partita vengono accoltellati al sedere. Nel 1997, mentre i bolognesi, composti, ricordavano la figura di “Gaio”, ultrà bolognese scomparso prematuramente a 27 anni, i napoletani si segnalano poco prima della partita sotto la curva “Costa”, suscitando l’immediata reazione di un nutrito gruppo di bolognesi accalcati nello stadio, che esce per farsi giustizia, con la polizia che argina la carica facendo da cordone. Ma della quale fanno le spese alcuni napoletani. Ternana: incidenti il 1° novembre ’98 a Terni, preceduti, non molto tempo prima, da uno scontro tra i due gruppi, all’Area di servizio di Fabro (Tr). A Terni, durante la partita, i napoletani lanciano dei bengala verso la Tribuna, a persone “normali”. Finita la gara, come era avvenuto in mattinata, forse con qualche eccesso in più, i ternani affrontano dei gruppi di napoletani. Un giovane di 20 anni, napoletano, venne colpito al volto da un lacrimogeno. Trabzonspor: incidenti piuttosto gravi al San Paolo in occasione di Napoli-Trabzonspor, Sedicesimi di finale di Europa League 14/15, nel febbraio 2015. Una 24 ore carica di tensioni nel capoluogo campano. Una giornata caratterizzata dal ferimento di quattro tifosi turchi avvenuto in tre differenti episodi accaduti in diverse zone della città. A fine giornata due arresti ed almeno sette denunce tra ultras delle due fazioni: un turco trovato in possesso di un coltello e un napoletano che aveva con sé diverse bombe-carta. Tutto tranquillo fino al 61° della partita, quando i turchi, per festeggiare com’è loro consuetudine la caduta di Trebisonda nel 1461, che segnò l’inizio dell’impero ottomano e la caduta di quello bizantino, accendono fumogeni e lanciano rotoli di carta igienica dal settore ospiti alla limitrofa curva A, che risponde con lancio di petardi; due raggiungono il settore ospiti provocando la reazione dei turchi, che divelgono una decina di seggiolini, lanciati contro gli stewards. A sedare gli animi interviene poi la polizia. A fine match un altro episodio di violenza, quando circa 150 partenopei, a volto coperto, tentano di forzare il cordone delle forze dell’ordine messo a protezione dei turchi in uscita. Nei pressi del commissariato San Paolo, fitto lancio di bottiglie, petardi e pietre contro i poliziotti che rispondono con un lancio di lacrimogeni e con una carica d’alleggerimento. Un ulteriore episodio rimane l’aggressione di una troupe della Rai, da parte di due persone in motorino, probabilmente convinte che la troupe fosse in realtà composta da tifosi turchi. 60mila €. di multa la sanzione comminata dall’Uefa per questi incidenti. Dinamo Mosca: momenti di tensione in piazzale Tecchio, nel marzo 2015, prima dell’inizio di Napoli-Dinamo Mosca, valevole per l’andata degli ottavi di finale di Europa League 14/15. Un gruppo di napoletani tenta di aggredire alcuni tifosi russi alla stazione del Metrò di Campi Flegrei; contuso un russo. Poco dopo alcuni poliziotti disposti, in un’altra zona, a protezione dei tifosi russi, vengono colpiti dal lancio di pietre, bottiglie e petardi: danneggiata una volante della polizia. Tifosi azzurri, appartenenti a gruppi della curva A, vengono quindi caricati dalle forze dell’ordine, che bloccano e denunciano tre persone per atti di violenza. Arrestato poi un 31enne grazie alle telecamere di sorveglianza. Padova: le due tifoserie non si sono mai amate, ma l’apice della rivalità si è raggiunto quando,
durante Napoli-Padova del settembre ’95, i padovani in trasferta al San Paolo espongono lo striscione “Basta con gli esperimenti nucleari a Muroroa, facciamoli a Napoli”, che suscita l’indignazione di tutto lo stadio che risponde con grida tipo “fuori, fuori!”. Non si fa attendere l’intervento della polizia, che sequestra e distrugge lo striscione. Dopo un lancio di oggetti all’interno dello stadio, qualche lieve scaramuccia. Replica napoletana un po’ di tempo dopo: “Padovano coglione, esperimenti non a Napoli ma su tutto il Meridione”. Piacenza: disordini di napoletani a Piacenza in varie occasioni, come nel 96/97, con incidenti prima e dopo gara. Una decina vennero denunciati per truffa e furto. Davanti alla curva biancorossa un noto ultrà locale venne accoltellato. Torino: gli incidenti del 98/99 tra ultras granata e gruppi della curva A pongono fine definitivamente all’amicizia; intervento deciso della celere che effettua alcuni fermi Ascoli: incidenti nei primi anni 2000, a cui fa riferimento lo striscione, esposto in Ascoli-Napoli 03/04 “Non ti sei degnato di difendere il pulmino, e per riavere lo striscione a piangere dal celerino, vergognatevi!”. Sampdoria: incidenti a Genova nel 96/97. Clima rovente al San Paolo nel 2002/03 coi doriani bersagliati da razzi e torce, continuamente offesi. Parma: rivalità non sentita. Tafferugli alla fine di Parma-Napoli 93/94, che non provocano però particolari danni. Arsenal: prepartita agitato in Arsenal-Napoli, fase a gironi di Champions League 13/14, quando circa 100 ultras azzurri transitano nella zona del pregara tradizionalmente riservata ai tifosi dei Gunners. Un gruppetto di una trentina si stacca e assalta il “Piebury Corner”, spaccando la vetrina con uno sgabello, facendo irruzione nel ristorante e brandendo cinte. Un tifoso rimedia 12 punti di sutura. Arrestato ai margini un tifoso partenopeo. Marsiglia: incidenti anche piuttosto pesanti a Marsiglia nell’ottobre 2013, dovuti anche al fatto che i marsigliesi sono gemellati coi sampdoriani, acerrimi nemici dei genoani, a loro volta gemellati coi partenopei. Avellino: odio regionale, perlopiù campanilistico, comunque non forte né viscerale. Cosenza: tra le due tifoserie non corre buon sangue. Tafferugli in Napoli-Cosenza di Coppa Italia 98/99. Brescia: vecchia ruggine. Striscione dei bresciani, esposto in casa nel 98/99: “Palummella cretino sei come Ferlaino”, mentre l’anno dopo esposero “Volevamo stupirvi con effetti speciali, ma noi siamo ultras, non napoletani”. Comunque si rispettano. Perugia: nel 2005 a Perugia si registrano incidenti con arresti e contusi a fine gara. Swansea: nella trasferta a Swansea, in Galles, di Europa League 13/14, presenti almeno 900 sostenitori azzurri. Nel pomeriggio una 20ina di tifosi locali urla insulti all’indirizzo dei rivali, che cercano di reagire. Ma la polizia interviene prontamente a formare un cordone che spinge i partenopei in un pub, dal quale poi fuoriescono intonando cori e bersagliando con diversi oggetti un gruppo di tifosi gallesi che si trovano a transitare per la zona, ma la polizia (anche a cavallo) respinge l’iniziativa.
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Tifosi Napoli 5
Tifosi Napoli

Storia del tifo partenopeo: Le radici del tifo organizzato napoletano risalgono ai primi anni ’70, quando la squadra alternava campionati d’alta classifica (3^ nel 73/74 e 2^ nel 74/75), a stagioni più sofferte. Nel ’72, in un clima di delusione, i tifosi cominciano a sentire l’esigenza di dare un tono organizzativo al folclore che manifestavano in modo spontaneo allo stadio. Nel 1972/73 la curva B inizia ad organizzarsi con l’intento di portare allo stadio ragazzi desiderosi di sostenere il Napoli, così tifosi provenienti dai quartieri Fuorigrotta e Sanità decidono di darsi il nome “Ultras”. Nasce così il primo gruppo organizzativo del tifo napoletano, capitanato dallo scugnizzo Gennaro Montuori, all’epoca 14enne, già conosciuto come “Palummella”, che in tale periodo fa conoscenza con persone che riescono a convogliare moltissimi ragazzi nel gruppo. Si giunse ad una fusione tra il “Commandos”, gruppo nel frattempo sorto in curva A, e gli “Ultras”. Di lì a poco il Commandos-Ultras cambia in “Commando Ultrà”, fino alla definitiva denominazione “CUCB”. Esisteva una precisa esigenza: rappresentare tutta la città di Napoli senza limitarsi al quartiere. Con l’ingresso dei “Commandos” il gruppo s’ingrossa e si dà un volto. Nei primi anni ’80 sorgono anche gli “Ultrà Napoli South Boys” e i “Napoli Alta Tensione”, negli anni ’90 i “Seguaci” e i “Blue Condors”. Quando nel ’79, con la morte del laziale Vincenzo Paparelli nel derby capitolino, fu imposto di far sparire il nome “ultras”, viene mutato il nome in “Sostenitori Azzurri”, salvo riadottare in seguito quello di CUCB. Un salto al 1980, la stagione della svolta: Palummella si fa largo con la partecipazione al “Processo del Lunedì” e gli ultras si danno un nuovo aspetto organizzativo. Il campionato 80/81 si conclude al 3° posto, seguito da un altro brillante piazzamento, ma, dopo un anno burrascoso, arriva il Messia: l’argentino Diego Armando Maradona, il Pibe de Oro, che rimane incantato dal modo di tifare dei napoletani, dall’euforia, dall’entusiasmo, dal calore. In quel periodo frequenta spesso la curva anche il famoso percussionista Tullio De Piscopo, che si mette anche a suonare i tamburi. Il tifo napoletano raggiunge il suo apice di popolarità per le sue fantasiose coreografie che quasi ogni domenica animano il San Paolo. Al cantautore napoletano Nino D’Angelo viene l’idea di fare un film, nel 1987, sul tifo partenopeo, dal titolo “I ragazzi della curva B”, che vede protagonista anche l’amico Montuori in carne e ossa. Il 10 maggio 1987 è una data storica: il Napoli è per la prima volta campione d’Italia. L’anno dopo il Napoli perde lo scudetto in dirittura d’arrivo, nell’amaro 2-3 casalingo col Milan. Nel 1988/89 arriveranno altri campioni come Alemao, Crippa, Fusi, Giuliani e Corradini, ma soprattutto la svolta societaria, con la coppia Moggi-Perinetti in cabina di regia. Trascinato da Maradona, il Napoli occupa i piani alti del calcio italiano ed europeo. Nel 1989 una marea di partenopei invadono Stoccarda per il ritorno della finale di Coppa Uefa contro la squadra tedesca, e sarà un altro trionfo. Il Napoli finisce al secondo posto, poi il bis-scudetto, in una stagione contrassegnata dalle polemiche per la monetina che a Bergamo colpisce la testa di Alemao, che deve lasciare il campo (vittoria a tavolino al Napoli e scudetto). Ma l’amaro è dietro l’angolo: l’addio di Diego Maradona nel 1991, risultato positivo alla cocaina, sconvolge la tifoseria. Il campionato 91/92 inizia senza il Pibe de Oro, sostituito dal tamburino sardo Gianfranco Zola. Nei primi anni ’90 il tifo, in curva A, è retto dai Blue Tiger, che, dai Distinti, emigrano in curva dopo lo spostamento dei “Blue Lions”. Scopo primario è quello di portare il tifo organizzato anche laddove non si andava più in là di pitipù e grancasse. Obiettivo praticamente fallito, visto che non si è andati oltre i 300 dei Blue Tiger e vari gruppuscoli di poche decine di unità, tipo Autonomia, Alcool, Bad Boys, Platoon, Skizzati e simili: il cuore del tifo è la curva B. Il gruppo più numeroso è quello del Commando Ultrà Curva B (C.U.C.B.)-Ultrà Napoli. Capo indiscusso Gennaro Montuori “Palummella” che ne ha fatto una vera e propria holding: sede con tanto di sala da biliardo, sala tv, rapporto privilegiato con la società, stampa di un settimanale di gran lusso per un gruppo ultrà, trasmissioni televisive autogestite, gestione di un numero consistente di pass d’entrata. Molto si bisbigliò e polemizzò del suo rapporto con Maradona. Nel ’98 passò le redini a Ciccarelli, rimanendo presidente onorario. Gruppi-satelliti del CUCB, la Gioventù Azzurra (nata in curva A, poi spostatasi in B) e i South Boys, il cui eterno dilemma sembra quello di diventare o meno un vero gruppo autonomo. Le capacità e i meriti del CUCB sono indubbi: le più belle coreografie viste in Italia e le megatrasferte sono senza dubbio opera loro, ma gli errori commessi sono tanti: inglobare come sezioni ex Napoli Club, fare apparire a tutti i costi il napoletano come la vittima perenne del “cattivo tifoso nordista”, voler a tutti i costi monopolizzare l’egemonia della curva arrogandosi il diritto di rappresentare migliaia di ragazzi che non si riconoscono assolutamente nella loro ideologia. Questi e altri motivi sono alla base delle diatribe che coinvolgono gli Ultrà Napoli e l’altro grande gruppo, i Blue Lions, nati intorno all’81 da una costola degli Ultrà, che forse più si avvicinano a quella che viene più comunemente chiamata “ideologia ultrà”: giovani e intraprendenti, restii ai facili gemellaggi, le loro sezioni sono formate da ragazzi, non da 40enni con famiglia al seguito e non riconoscono Palummella come il capo della curva. Club satelliti dei Blue Lions sono i Mastiffs , le Teste Matte e la Brigata Carolina. Il gruppo più turbolento è sicuramente quello dei “Fedayn”, poco incline a compromessi ed amicizie; autore di striscioni e azioni “irriverenti” nei confronti degli avversari, non si tirano mai indietro. Intorno ai tre clubs principali, gravitano una serie di gruppetti, di solito espressione di quartiere, tra i quali i “Korps”, primo gruppo “di destra” a nascere. Con lo spostamento dei Blue Lions nel 1992, emigrano anche i loro gruppi-satellite e il cuore del tifo azzurro diventa la Curva A, cosicché, in curva B rimangono il CUCB, i “Ragazzi della B” e i Fedayn (loro in quella curva ci sono nati e ci vogliono morire), che però adottano la mentalità della curva A e rimangono “estranei alla massa” e alla filosofia di Palummella, nel ’91 diventato editore e giornalista del mensile “Ultrazzurro” (20000 copie di tiratura), letto e apprezzato da migliaia di napoletani. Palummella conduce poi in quegli anni la trasmissione “Un’ora in curva B” che ha un audience di circa 900.000 persone a puntata che, nel ’93, viene addirittura premiata come la più votata dai telespettatori, vincendo il prestigioso “Guerin d’Oro”. La curva A, verso la metà degli anni ’90, è sempre più “cattiva”, maltrattata da tutti i benpensanti; segue una linea ultras vecchia maniera, niente più coreografie milionarie, niente più scritte luminose da far piangere prima di ogni partita in Paytv, vedi “Auguri a tutti gli italiani” o “In un giorno di festa ricordiamoci della Bosnia”. Insomma, esiste un tifo dalle varie sfaccettature: la curva B genuina e non violenta, la curva A vivace e turbolenta, che non vuol nessun rapporto col Napoli Calcio, con stampa, sponsor, forze dell’ordine, accettando di fare sacrifici, siano essi fisici, economici e morali, affrontando a viso aperto chiunque vuole offendere il loro orgoglio di essere ultras intransigenti. Sul finire del 1997, forte contestazione al Napoli, ai vertici societari, a Ferlaino, per l’imbarazzante andamento della squadra e la posizione vergognosa in classifica, con striscioni tipo “Corrado vendi Napoli e poi muori”, “La nostra storia, la cultura, le nostre tradizion
i non vanno infangate: su la testa” (dei “Mastiffs”), “Ultras delinquenti? Diffidate i dirigenti”, “Mai stati finanziati” (“Masseria”) e “Napoli da B, Ferlaino vergogna”. E poi minacce a giocatori e dirigenti, auto incendiate, scenari da guerra, falò coi seggiolini e cori aspri ad un napoletano verace come il portiere Taglialatela, anche se poi tornò l’attaccamento. Nella seconda parte della stagione di B 98/99, oltre alle divisioni in atto nel settore dei distinti tra Ainc (Associazione Italiana Napoli Clubs) e Acan (Associazione Clubs Azzurri Napoli), si ripete lo sciopero di curva A e i Fedayn, che scelgono la via del silenzio, non esponendo per diverse giornate gli striscioni e non entrando allo stadio, limitandosi a picchettare il settore occupato, generalmente lasciandolo vuoto, delusi dalle pessime prove della squadra che mancherà la promozione. Nemico giurato sempre Ferlaino. Nella stagione di B 2001/02 la curva A e i Fedayn organizzano una comunità di protesta, facendo anche cortei, volantinaggio e attaccando centinaia di manifesti del Comitato, nel tentativo di non far rinnovare l’abbonamento al pubblico azzurro. L’adesione fu massiccia: solo 3500 abbonati, un record negativo. Sempre da tale stagione, gli Ultras ’72 sono formati da un direttivo che decide a maggioranza, e non più da singoli leader che decidevano per tutti quei personaggi che avevano una concezione manageriale del gruppo, non seguendo più quindi una linea filosocietaria e autofinanziandosi grazie a sacrifici economici, aprendosi ad una nuova fase di rinnovamento, senza perdere di vista i valori di riferimento. Il 2002 segna un radicale cambiamento nel tifo organizzato, con lo scioglimento, dopo trent’anni, del famoso Commando Ultrà Curva B, che veniva da un periodo di transizione, dopo il ritiro dalle scene di Palummella e la scomparsa prematura del vice Giorgio Ciccarelli, avvenuta il 5 maggio 2000, riccioluto condottiero, ai cui funerali parteciparono 5mila tifosi. Non ci saranno più le sigle “Commando Ultrà”, “Ragazzi della B”, “Ultrà Napoli”, “Ultras ‘72”, ma solo “Ultras Napoli”. Poi l’arrivo di Totò Naldi alla presidenza al posto di Ferlaino riaccende una nuova speranza di rinascita, che si rivelerà vana. Ma nel 2004, dopo il fallimento del vecchio club, inizia il nuovo corso del facoltoso imprenditore Aurelio De Laurentiis, noto produttore cinematografico. All’esordio in C1 col Cittadella, in un clima festoso, il nuovo Napoli Soccer, nato dalle ceneri del vecchio Napoli, raduna al San Paolo oltre 50mila persone. Presente solo lo stendardo “1926”, in casa (curva B) e in trasferta, in quel campionato, a rappresentare il legame rimasto con la vecchia “Società Sportiva Calcio Napoli”, oltre a striscioni come “Non c’è categoria che ci possa fermare…Carraro infame!!” e “Carraro a morte”. Infatti, almeno a parer loro, il presidente della Figc non fece niente per salvare il Napoli. La curatela fallimentare tentò in tutti i modi d’iscrivere il Napoli al campionato di Serie B, garantendo in questo modo i diritti dei creditori, ma Carraro disse che le norme federali andavano rispettate e che il Napoli doveva ripartire dalla Serie C. In questa annata stabiliti i nuovi record di spettatori per la C1: 61.626 in Napoli-Avellino di campionato, 63.153 paganti ai Playoff sempre con gli irpini. La promozione in B nel 2006, dopo due anni di C1, viene festeggiata in sordina, come fosse un dovere della squadra. Niente bagni di folla, niente balli per strada, niente bandiere in piazza Plebiscito, solo alcuni caroselli di auto e motorini. Esposti striscioni come “”30 aprile 2006 c’era una volta la libertà…la nostra promozione l’abbiamo già ottenuta, 2 anni…coerenza assoluta” e “Abusi, spie e repressione non fermeranno mai l’eterna nostra passione, avanti ultras sempre!!”. Col secondo posto in Serie B del 2006/07 arriva la promozione in A. Col tempo il Napoli si è guadagnato una ragguardevole reputazione in ambito nazionale ed europeo. Nel 2010 si è classificato il 6° posto, nel 2011 il 3°, nel 2012 ha vinto la Coppa Italia, nel 2013 è arrivato addirittura secondo, nel 2014 terzo, rivincendo la Coppa Italia, e nel 2015 è arrivato in semifinale di Europa League, a un passo dalla finalissima, e quinto in campionato. In questi ultimi anni la mappa del tifo partenopeo non è cambiato granché, ma è stato colpito da gravi lutti e da vicende poco chiare, come quelle che hanno colpito il capotifoso “Jenny ‘a Carogna”, che da solo tenne in scacco un’intera curva, forze dell’ordine e giocatori, prima dell’inizio della Finale di Coppa Italia del 3 maggio 2014 Napoli-Fiorentina. Il resto è storia dei nostri giorni, con la curva B che ultimamente sembra di nuovo in calo.
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Coreografia dei tifosi del Napoli

Curiosità: -Dopo oltre un anno è ancora vivo nella mente di molta gente l’omicidio dell’ultrà napoletano Ciro Esposito, giovane 27enne del quartiere Scampìa di Napoli, avvenuto ai margini della Finale di Coppa Italia Fiorentina-Napoli, disputata a Roma il 3 maggio 2014, in viale Tor di Quinto. Ciro è rimasto quasi due mesi in coma, morendo il 25 giugno successivo. Ad uccidere Ciro Esposito con un colpo d’arma da fuoco, è stato l’ex ultrà romanista di estrema destra Daniele De Sanctis, soprannominato “Gastone”, anche se, sono poi emersi nuovi particolari dalle indagini investigative della Digos, in possesso di alcuni filmati. Sembra infatti che “Gastone”, col suo gruppo, sia stato aggredito e accoltellato, prima di sparare a Ciro Esposito, da un gruppo di tifosi napoletani. I fatti di maggio 2014 scossero l’opinione pubblica e i media, unanimi nel condannare l’episodio, ma dimenticando forse che si trattò di criminalità pura, che c’entrava poco con le dinamiche ultras. Prova ne sia che tante tifoserie, anche estranee, hanno espresso solidarietà ai napoletani. Al cimitero delle Fontanelle, dov’è seppellito Ciro, si leggono scritte minacciose nei confronti dei romanisti, come “Ciro non faremo festa finché di Gastone non avremo la testa” o “Chi è più puttana la moglie di Totti o la moglie di Daniele De Sanctis?”. In pressoché tutte le trasferte della stagione 2014/15, i partenopei hanno esposto la scritta “Ciro x sempre”. -Durissimo striscione in curva A, in Napoli-Fiorentina dell’aprile 2015, contro i romanisti: “Il pentito appartiene al mondo della criminalità e non nasce nella mia città…sei davvero sorprendente tu che da tempo ne sei amico e primo confidente”. Una scritta per replicare soprattutto allo striscione “Parli d’infamità, ma l’arte del pentirsi nasce nella tua città”, esposto dalla curva Sud romanista in occasione di Roma-Napoli del 4 aprile 2015, esposto insieme ad altri, dei quali il più pesante era “Che cosa triste…lucri sul funerale con libri e interviste!”. Per questo striscione sono stati iscritti sul registro degli indagati dalla procura di Roma quattro persone e si sono scatenate decine di polemiche, oltre all’ira del presidente della Roma James Pallotta. Sempre con la Fiorentina, la curva B espone lo striscione “3-5-14, lunga vita al nemico viola”, per ricordare il rispetto mostrato dai fiorentini dopo il ferimento di Ciro. -A quasi un anno di distanza dalla sua morte, l’Olimpico di Roma, in occasione di Roma-Napoli, è rimasto chiuso ai tifosi napoletani per motivi di sicurezza. Un provvedimento che non ha trovato l’approvazione della mamma di Ciro, Antonella Leardi, che ha parlato di “sconfitta per i tifosi sani”. -A un anno e un giorno dal tragico episodio, il litorale partenopeo si è illuminato in una sequenza di torce e fumogeni allineati, da Mergellina a via Partenope: una coreografia per rendere omaggio alla memoria dei Ciro. -Sciopero del tifo in curva B in occasione di Napoli-Cesena del 17 maggio ’15, terz’ultima giornata del campionato appena concluso, accompagnato dallo striscione prima di inizio gara “14-5-2015, se questo è il vostro impegno non meritate il nostro sostegno”, riferito alla sconfitta di Kiev contro la Dnipro, che ha determinato l’eliminazione alle Semifinali di Europa League. -Per la finale di Varsavia molti tifosi azzurri avevano già prenotato i voli e acquistato i biglietti. Tanti i napoletani, un migliaio più o meno, che sono andati a Varsavia lo stesso, mentre altri hanno deciso di non partire e di starsene a casa, perdendo i soldi, e di non assistere alla finale degli altri. -Bellissima la coreografia, approntata dalla curva A in Napoli-Dnipro D., semifinale di andata di Europa League 2015: un telo copricurva raffigurante un’autostrada da percorrere; tutte le tappe della competizione, a mò di segnaletica, da Bilbao (preliminare di Champions League) a Praga, da Berna a Bratislava, da Trebisonda a Mosca, da Wolfsburg a Kiev, su cui giganteggia lo striscione “Di questo mondo noi l’ultimo baluardo…in giro per l’Europa soli al tuo fianco, del Dnipro conquistane la resa…che sia Varsavia l’ultima impresa…”. Bella anche la coreografia della curva B, con un bel disegno e lo striscione “Magnammancill!”. Al ritorno si gioca a Kiev e tutta una nazione, l’Ucraina, parteggia Dnipro. Un manipolo di partenopei affronta la trasferta. A fine gara, invasione degli ucraini, che festeggiano il raggiungimento della finale di Varsavia contro il Siviglia, e che arrivano vicino al settore ospiti, e quindi allo scontro coi napoletani. -Durante la gara con la Lazio dell’ultima giornata del campionato 14/15 (31 maggio), finita con una grande delusione per la sconfitta rimediata (2-4 ed estromissione dalla Champions League), i tifosi espongono uno striscione contro il patron De Laurentiis: “Ciak, motore, azione…ogni estate il solito copione. Per una volta sii serio: Game over. Nessuna spiegazione, tanto rancore con il Napoli nel cuore”. -Nella notte tra la domenica e il lunedì della sconfitta con la Lazio, le cronache riportano di un assalto alle macchine in cui viaggiavano Mariano Andujar e Gonzalo Higuain, due punti fermi del Napoli. A tale aggressione hanno partecipato circa 15 persone che, a bardo di scooter, hanno sferrato calci e pugni alle auto, sfondando il parabrezza della macchina di Andujar. -E’ innegabile come molte sigle degli ultras del Napoli hanno ingerenze e contatti con la camorra, autentico cancro malavitoso di Napoli, anche se agli ultras non piace essere associati alla malavita. Si spiegherebbe con l’intervento della camorra la fine alla raffica di furti e rapine ai danni di giocatori del Napoli, ad esempio a Valon Berhrami nel dicembre 2012, e alle loro mogli e fidanzate. Infiltrazioni camorristiche, almeno in passato, sono risultate nei “Mastiffs”, nella “Masseria Cardone” e nella “Brigata Carolina”. C’è chi ricorda come più di una volta i clan di camorra sono intervenuti per sedare risse tra ultras di curva A e curva B, e che oggi, al San Paolo, permane una pax imposta tra le fazioni, che nessuno osa mettere in discussione. -La città partenopea festeggia con fuochi d’artificio, quasi come a Capodanno, la sconfitta della Juventus contro il Barça nella finale di Champions League di Berlino (3-1) del 6 giugno 2015. Vere e proprie scene di giubilo. -La trasferta in Russia del marzo 2015 contro la Dinamo Mosca ha segnato il passaggio del turno in Europa League da parte del Napoli, raggiungendo i Quarti di finale. Ma purtroppo il viaggio a Mosca è stato fatale per lo storico tifoso azzurro Pasquale D’angelo, stroncato a 55 anni da un infarto, come sempre al seguito della sua squadra del cuore. La notizia fa il giro del web e non solo, scatenando reazioni commosse di molti vip del mondo del calcio, con la stessa Dinamo che vuole fare le proprie condoglianze via Twitter, mentre l’Uefa si affida ad una lettera di cordoglio. In Napoli-Atalanta del 22 marzo ’15 i tifosi napoletani esprimono la propria voce per il fratello caduto, con la curva B che srotola l’enorme striscione “Figura storica della gradinata, persona perbene schietta e stimata, una vita da ultras accanto alla maglia amata. La tua storia sarà sempre onorata, Pasquale D’Angelo vivrà sempre qui con la sua Curva B”. In migliaia ai suoi funerali nella sua Acerra. Tanti gli striscioni sia all’esterno della chiesa che in città, con il comune che installa un maxischermo fuori la chiesa per consentire di seguire la messa a chi non riusciva ad entrare. -Negli incontri casalinghi del Napoli, la curva B espone in balconata “Al di là del risultato”, mentre dall’altra parte si può leggere in transenna semplicemente “Curva A Napoli”. -Nell’ottobre 2013, mentre curve come quelle di Roma, Milano e Torino vengono accusate di razzismo per cori contro i tifosi napoletani, e quindi di “discriminazione razziale”, con le loro curve chiuse per questo, un’iniziativa che coinvolse sia la Curva A che la B, in Napoli-Livorno, destò
molto scalpore: la gara si svolse in un clima surreale, in cui si sentirono alcuni tradizionali cori contro i napoletani, come “senti che puzza scappano anche i cani…” o “Napoli colera, terremotati col sapone non vi siete mai lavati…” e così via. Cori che trovarono subito un senso nell’esposizione, da parte dei “Fedayn”, dello striscione “Napoli Colera”, seguito da “E adesso chiudeteci le curve”. La curva A invece espose lo striscione rosso e nero “Merde” e, subito sotto, “E’ la chiusura di un settore la vera discriminazione!”, seguiti da cori contro il Milan, storico rivale.

SSC Napoli v Catania Calcio  - Serie A
La curva del Napoli

Utilizzando la provocazione e l’ironia si condanna quindi la chiusura delle curve, utilizzando come motivo il razzismo, quando di razzismo non ce n’è, ma solo la semplice rivalità tra tifoserie, come succede da sempre. Due settimane dopo la curva A divulgò un volantino, spiegando perbene i motivi della protesta, e le amene assurdità della vicenda, questo loro disegno maldestro di svuotare le curve, questa nuova idiozia. -Con lo striscione “Ma quali professionisti…Tardelli & C. bastardi telecronisti”, la curva B, in occasione di Napoli-Inter di domenica 8 marzo ’15, ha attaccato duramente i commentatori della Semifinale di Coppa Italia, Lazio Napoli, trasmessa da Raiuno il mercoledì precedente. -La trasferta col Milan a San Siro 13/14 è stata affrontata eccezionalmente dalle curve partenopee, che si fanno notare per la presenza massiccia: almeno seimila unità. Esplodono a intervalli alcune bombe-carta e non smettono mai di accendere torce. Felicissimi nei minuti finali per la vittoria. Eloquente uno striscione milanista: “Sulla tessera non hai più da questionare se la squadra va bene e hai i ‘big match’ da guardare”. -Per Inter-Napoli dell’ottobre 2014, presenza di clubs partenopea di circa 3mila unità, sparsi in tutto lo stadio. Durante il riscaldamento delle squadre, il Club Napoli di Pisa si presenta in mezzo agli interisti al secondo anello blu, esponendo lo striscione. L’intervento dapprima degli stewards poi della Digos, fa ritirare lo striscione, controllando a distanza eventuali contatti tra le due fazioni. -Per gli scontri alla stazione Termini che fecero da prologo a Roma-Napoli 2008/09 fu puntato il dito sui partenopei in trasferta, ma la verità, che gli stessi sostenevano da tempo, risultò che fu tutta una montatura. Per il giudice, Trenitalia, che non aveva perso tempo ad emettere giudizi frettolosi, è colpevole dei disagi, non attribuibili ad altri. -La notte del 20 settembre 2003 segna un grave lutto per la tifoseria napoletana. Infatti, al Partenio di Avellino, muore tragicamente Sergio Ercolano, ragazzo di 19 anni che attendeva con ansia il derby, entusiasta di partecipare alla sua seconda trasferta, ignaro delle conseguenze che portava uno scavalcamento di quegli scalmanati che, sprovvisti di biglietto, volevano ugualmente entrare, causando però incidenti e provocando il panico tra i tifosi, tra cui Sergio, che probabilmente, non abituato a simili situazioni assurde, cercava riparo sulle tettoie plastificate da cui precipitò nel vuoto. Alcuni tifosi-teppisti iniziarono la guerriglia tifosi-poliziotti, sapendo ciò poteva succedere. Forse anche le forze dell’ordine ebbero delle colpe. I fiorentini scrissero: “Oltre l’odio…la morte non ha colore, ciao Sergio”. Anche gli atalantini gli dedicarono, in Atalanta-Napoli 03/04, lo striscione “Avellino: stampa e autorità vogliamo la verità”, in segno di protesta e indignazione. -I “Fedayn” meritano un discorso a parte. Descritto come gruppo indisciplinato, intrepido, facinoroso, ma nel profondo sensibile all’unità della curva B, ha fatto della coerenza nella sua storia una prerogativa imprescindibile. Una vita ultras dinamica: dal ’79 all’83 in curva B, dall’83 all’86 in curva A, dall’86 ad oggi stabilmente il curva B. I Fedayn nascono il 16 settembre 1979 da una costola del CUCB. Alla base della scelta del nome dei primi fondatori c’è una coloritura sociopolitica. Alcuni esponenti di spicco facevano militanza a sinistra. Erano passati sette anni dalla rivolta del “Settembre Nero”, che giusta o sbagliata che fosse, aveva contagiato per quello spirito battagliero che il nome trasmetteva. Famoso il loro storico inno che inneggia a Renato Curcio, ex brigatista rosso. Ma i Fedayn non fanno, né hanno mai fatto, politica allo stadio. Dopo 4 anni si trasferirono in curva A per mettersi alla prova, insieme ai Blue Lions (ex-Boys). Non volevano conformarsi ad una realtà già presente prima di loro. Volevano trovare forze e gruppi affini alla loro mentalità “estranea”, rifacendosi alla concezione ultras prima maniera, cioè quella, ad esempio di non avere tornaconti extracurvaioli. Portando avanti con tenacia la loro linea si guadagnarono proseliti e stima da coloro che stavano nella “massa”. Se sono nati tanti gruppi più vicini alla loro mentalità, significa che la loro unità d’azione è stata produttiva, e di questo sono andati fieri. Tornarono in B nonostante siano stati in antitesi con quel tifo troppo folkloristico, quell’immagine del tifoso senza una coscienza ultras. Essere ultras del Napoli per Napoli, andare allo stadio con un preciso “credo”. Malgrado i contrasti col CUCB e con Palummella (non piace quella politica moderata, quella vicinanza al Napoli e ai calciatori, con aiuti economici) hanno sempre sentito l’importanza di avere una curva unita e forte. Non si fa parte dei Fedayn con un pezzo di carta in tasca, ma per ciò che uno vale, per i valori che ha e per quello che dimostra in curva. Mai stati un gruppo di quartiere. In tutti questi anni, forti contrasti si sono alternati a momenti più distensivi, ad una “tregua”, con l’altra anima della curva. -Bella coreografia, col Vesuvio creato da tanta carta argentata e, in cima ad esso, tante fiaccole accese a caricaturarne l’eruzione, in Napoli-Juve del 1° marzo 2013, e la scritta in balaustra “Terra mia”. -Gravi incidenti a Pescara nel 2006/07 tra ultras e forze dell’ordine. L’episodio più sconcertante il ferimento di un tifoso napoletano di 27 anni che finisce in coma farmacologico dopo esser stato pestato. Un tremendo parapiglia che vede feriti anche dei poliziotti. La gara successiva al San Paolo, col Frosinone, si gioca in un clima irreale per lo sciopero del tifo di entrambe le curve. Al 22’ del secondo tempo Orsato sospende la partita per 6 minuti, causa lancio di fumogeni e quant’altro sul campo. Dopo la sospensione, sul terreno di gioco sono scesi per riportare la calma il presidente De Laurentiis e il direttore generale Marino. -Sul finire degli anni ’80, in virtù anche, ad esempio, degli applausi rivolti a squadre come il Milan di Sacchi, che al San Paolo vinse 3-2 la sfida-scudetto nel maggio 1988, il pubblico partenopeo si era creato la nomea di uno tra i più sportivi, corretti e civili, smentendo invece tali complimenti quando ha poi riservato pessime accoglienze a interisti, milanisti, romanisti e leccesi (gli ultimi tre negli anni ’80 gemellati). -Una delle immagini storiche di Diego Armando Maradona a Napoli risale al 5 luglio 1984, giorno della presentazione, in cui i tifosi in estasi gremirono il San Paolo per vederlo palleggiare. -La tifoseria napoletana si è spesso resa protagonista d’iniziative benefiche a carattere sociale, come quella di aiutare, negli anni ’90, Williams Izzo, bambino di Battipaglia affetto da gravi malattie respiratorie. -I “Vecchi Lions” adoperano da sempre la sigla “V.M.L.”, il cui significato è “Vecchia Mentalità Lions”. -In Napoli-Perugia 2005/06, in un clima surreale, il Napoli ha conquistato la Serie B, ma, a 10’ dalla fine, anziché esultare per la certezza della promozione, la curva B espone 23 striscioni con la scritta “Carraro infame”, più un altro integrativo che sintetizza il loro pensiero: “Meglio la squalifica con identità che al San Paolo senza dignità!”. Hanno vinto loro, visto lo sconvolgente terremoto che scuote in quei tempi il mondo del pallone e il Palazzo, con le dimissioni del “nemico” Carraro e il grande scandalo Calciopoli. -I campani rivendicano la paternità di cori anni ’80, come “oh mamma mamma mamma”, dedicato al mitico Diego, e il famoso “Poroppoppero”, che sarebbe stato inventato dal gruppo “Tiger Kaos” sul finire del decennio. -I napoletani furono accusati, dopo la morte dell’atalantino Celestino Colombi, avvenuta nel ’93 in seguita a tafferugli ultras-polizia nel dopo Atalanta-Roma, di non aver aderito (e quindi di non aver esposto lo striscione) all’iniziativa, comune a tutte le curve d’Italia, “10-1-93: la morte è uguale per t
utti”, ma loro si difesero dicendo di non esserne a conoscenza, e proprio in Napoli-Atalanta venne esposto lo striscione “10-1-93: a noi non fecero sapere…onore all’ultras caduto”. -Nel 2001/02 il San Paolo, che versa tutt’oggi in pessime e scandalose condizioni, venne dichiarato inagibile per cinque mesi a causa di un nubifragio, costringendo la tifoseria, sul piede di guerra nei confronti di Ferlaino e Corbelli, a peregrinare in altri stadi della Campania (col Vicenza esposto lo striscione “Gli Ultras ’72 salutano Benevento”). Gli “Ultras Napoli” contestavano solo Ferlaino e non Corbelli, a cui davano massima fiducia. -Anche i Blue Lions hanno avuto, nella storia del tifo partenopeo, la loro brava importanza. Nati nel 1980/81 in curva A, dalla fusione di Boys Fighters e Gioventù Azzurra, si trasferiscono nella B nell’86/87 e vi ritornano nel 1991/92, nell’intento di cambiare il modo di tifare a Napoli, elevando la qualità di canti e coreografie nell’intento di costruire una vera e propria curva ultras. -Striscioni e pezze presenti abitualmente al San Paolo: “Noi siamo la curva A”, “Noi delle mura antiche”, “Ciro al nostro fianco”, “Non possono ma ci sono”, “A guardia di una fede”, “Vivo per te!!!”, “Razza pura”, “Napoli una fede”, “Fare quadrato”, “Odiati e Fieri, “Vecchi, belli, quelli giusti”, “Senza interessi né compromessi”, “Prima, durante e…dopo”, “Finché vivrò”, “Chiamale se vuoi…emozioni”, “Genny con noi”, “Grinta cazzo”, “11 Leoni”, “Pintae cinta”, “Contro la tessera”, “Il lato oscuro”.
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Gruppi scomparsi, nati negli anni ’70: Alcool (nati alla fine degli anni ’70 da ragazzi di San Giorgio a Cremano, popolosa città alle porte di Napoli, dalle cui ceneri poi nacquero i “Kaos”), Gioventù Azzurra (’79), Boys.
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Gruppi scomparsi, nati negli anni ‘80: Blue Lions, Forever Ultrà, Fedelissimi, Cobra, Ragazzi della Curva A, Kaos, Viking, Magic Warriors, Kamikaze, South Boys (nati nel gennaio ’83), Platoon, Vecchia Guardia, Skizzati, Gruppo Vomero, Ultrà Girls, Autonomia, Bad Boys, Esauriti, Korps, Brigate, British Bulldogs, Gruppo Rock, Mad Boys.
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Gruppi scomparsi, nati negli anni ’90: Fans Napoli, Brigata Sudista, Nucleo Napoli, Wanted, Zona Ultras, Arditi, Old Clan ’91, Razza Pura.
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Tifosi Napoli 3
Una coreografia dei tifosi del Napoli

Liberi pensieri: “Napule è mille colori, voi…bianconeri”, parafrasando “Napule è”, hit storica del cantautore napoletano Pino Daniele, scomparso nel gennaio 2015 (Napoli-Juve 91/92); “Immensi come il mare, caldi come il sole” (primi anni ’90), “Ma quali inglesi…leccapalle di veronesi” (Na-Lazio 93/94), “Comunque vada vogliamo la maglia sudata” (Na-Inter 95/96, con cori di scherno e oggetti vari per il portiere dell’Inter Pagliuca, che spintona un raccattapalle); “Caro mago il bluff è Ago”, “Agostini a Sarajevo” (Na-Juve 95/96); “Lottare e vincere per tornare a credere”, “Dal ’72 la curva più bella, onoratela!” (la B, Na-Cagliari 95/96), “L’azzurro si difende con grinta e sudore, forza ragazzi metteteci il cuore” (96/97), “La storia ha voluto: Giulietta zoccola e Romeo cornuto, “Verona, se odiarti è reato…ci diano l’ergastolo”, “Veronese, ti vanti di mentalità, ma in trasferta chi ci va?”, “Ignorando le mode d’Oltremanica, Ultras vecchio stile”, “Lontani per anni dalla competizione, adesso a Napoli in via d’estinzione” (Na-Verona 96/97); “Sanremo ’97…nuove proposte: Palummella!!!” (96/97), “Guagliù si vulite o bene a sta maglia vincite pè nuie, ok?” (striscione in dialetto, Na-Sampdoria 96/97); “Inter la tua forza è il nostro potere, la nostra forza è la curva B”, “La nostra fede sarà comunque uguale forza ragazzi portateci in finale”, “Di gente che ci invidia non ne possiamo più, da Pordenone a Enna spegnete la tv” (Na-Inter, ritorno semifinale Coppa Italia 96/97); “Maradona e Bruscolotti vere bandiere: Ferrara coniglio bianconero”, Ciro Ferrara, all’epoca alla Juve, ma napoletano di nascita e con una vita passata al Napoli (Na-Juve 96/97); “Che sia ben chiaro, prima di tutto i nostri valori! Questi colori valgono più di noi calciatori: ed ora la nostra Coppa!”, “Voi gattini, noi Mastiffs”, “SSC Napoli-Ferlaino: tutto questo non lo meritate” (Na-Vicenza, finale andata Coppa Italia 1996/97); “Corrado continua a mangiare…il Napoli si deve salvare”, rivolto al presidente Ferlaino (Na-Inter 97/98); “Mutti: ‘Via col vento’, Bianchi: ‘Per un pugno di dollari’, Galeone: ‘Titanic’, la squadra: ‘Ghost’, Mazzone: ‘Il fuggitivo’, Ferlaino premiato con l’Oscar. Anche a Napoli il Festival del cinema” (Na-Sampdoria 97/98); “Guerriero, anche da lassù canta e carica insieme a noi!!” (Na-Cosenza 98/99), “X Camera e Senato l’ultras va condannato…ma un lacrimogeno sparato al volto non è reato” (Ternana-Na 99/00, riferito alla stagione precedente, quando a Terni un tifoso partenopeo era stato ferito ad un occhio da un lacrimogeno); “Il S.Paolo affollato…il porco ingrassato!” (Na-Juve, Coppa Italia 99/00), “1-12-99: tanto clamore per la Juve…domani la realtà!”, “Vecchio Napoli torna ai fasti di un tempo, sii all’altezza dei tuoi ultras, combatti e domina!!!” (99/00); “22-10-00: onore agli arrestati”, riferito alla coda della rivolta contro il Bologna, partita persa 5-1 in casa, con i gruppi della curva A a fronteggiare la polizia; in quel periodo anche una bomba-carta alla villa dell’ingegnere Ferlaino (Lecce-Napoli 00/01); “La prossima a Bolzano? Saremo anche lì” (Na-Fiorentina 00/01, sul campo neutro di Palermo); “…Indegni!” (seconda retrocessione in B nel giro di tre anni; stavolta contesta anche la tradizionalmente filosocietaria curva B, non solo la curva A, con toni forti e duri; Fiorentina-Na 00/01); “Vogliamo un presidente che ami la maglia, non un incompetente e una canaglia” (00/01), “10-3-02 quante botte avete preso…conigli!!!” (Na-Salernitana, Coppa Italia 02/03), “30-03-02 che splendida giornata, noi soli sotto la vs. gradinata!”, “20-07-00: non aveva il casco…polizia assassina” (Na-Sampdoria 02/03); “14-09-02: l’unione fa la forza, ci caricate? O aspettate rinforzi?” (Verona-Na 02/03), “Gianluca da oggi anche tu nel regno dei guerrieri” (Genoa-Na 02/03), “Questa vittoria non cancella i rancori…pretendiamo rispetto per i nostri colori” (Na-Messina 02/03), “Fuori gli ultras dalle galere!” (Atalanta-Na 03/04), “Il nostro silenzio nel rispetto di una storia…noi odiamo la capitale”, “Un anno è passato dagli ultras mai dimenticato, ciao Sergio”, in onore di Sergio Ercolano, “Moggi infame per te ci son le lame!” (Na-Avellino 04/05); “Hai vestito granata, sogni gialloblù, la ns maglia non meriti più! Corrent infame!!” (Na-Samb.se 04/05), “Il nostro cammino nel tuo ricordo…solo per Sergio” (04/05), “Odio e rancore per Lega e Federazione” (Vis Pesaro-Na 04/05), “Condannati senza essere giudicati”, “Fino in tribunale mai domo del mio ideale” (Na-Avellino, Playoff 04/05), “Assalto alla categoria” (Avellino-Na, Playoff 04/05), “…coerenza! Curva A”, “Tutti contro Carraro” (05/06); “Tutto bene, il decreto sta funzionando, ultras in coma nessuno ne sta parlando, nemico bresciano tieni duro”, riferito al pestaggio subito dalle forze dell’ordine alla stazione a Verona dal bresciano Paolo Scaroni nel settembre 2005, che l’ha reso invalido al 100% (Pisa-Na 05/06); “Km. vietati: le mani vi siete lavati” (Livorno-Na 09/10), “La luce abbaglia e irradia il destino, forza ragazzi riprendiamoci il cammino”, “Buon anno videocamera…area videosorvegliata” (Na-Juve 10/11); “Ci siamo ma non ci tesseriamo” (10/11), “Un abuso ai limiti dell’umano…solidali con te ultras egiziano”, massacrati dal governo perché schierati nella lotta di liberazione del proprio popolo, “Non mollate proprio adesso”, “Tosel: sempre la stessa storia…il solito figlio di troia”, il giudice sportivo nel mirino degli ultras, “Habebum Papam”, per l’elezione di Papa Francesco con tanto di fumata bianca in curva B (Na-Atalanta 12/13); “Magari lo vorresti senza curve e con gli artisti…ci spiace, ma saremo sempre noi i protagonisti!!!”, “In campo si sfidano per la partita, in gradinata gemellati per la vita…”, “Per gli ultras pene severe e speculazione…per Mario Alessi lavori sociali e nessuna detenzione!” (Na-Genoa 12/13); “Splendida annata, entusiasmante cavalcata, che funga da buon auspicio per voi questo battimani…”, “Stagione 2013/14 stop all’abuso…no alla tessera del tifoso” (Napoli-Siena 12/13); “Onore a chi, in un momento di massima celebrità, non dimentica l’appartenenza e l’identità. Grazie a te P. Sorrentino”, per il semplice fatto che il regista del film “La grande bellezza”, vincitore del premio Oscar, ha elencato, la momento di ricevere la statuetta, Napoli e Diego Armando Maradona tra le sue fonti d’ispirazione (Na-Roma 13/14); “De Laurentiis rispetta i napoletani…Paolo è il nostro capitano!” (Na-Atalanta 13/14).
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Clubs principali: Battito Azzurro, Sangue Azzurro (entrambi nei “Distinti”), Napoli Club Carpi, Milano Partenopea, Parma Partenopea, Napoli Club Caivano, Napoli Club Marcianise, Napoli Club Bologna, Padova Partenopea

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