A cura di Claudio “Freccia”
Gruppo principale: North Side 1994
Altri Gruppi: Milano Clivense 2008, Gate 7 Chievo Verona 1929, Chievo 1929, The Followers.
Sito Internet: www.northside1994.com
Settore: Curva Nord
Amicizie: –AlbinoLeffe: l’amicizia è direttamente instaurata tra “North Side Chievo” e “Nuova Guardia AlbinoLeffe”; nasce il 29 marzo 2008 durante la gara AlbinoLeffe-Chievo di Serie B, quando, dopo esserci stati dei contatti tra rappresentanti dei due gruppi, nella settimana che precedeva la partita, si è deciso di esporre lo striscione “AlbinoLeffe-Chievo, esempi di calcio pulito”. Un amichevole giocata a Desenzano del Garda (Bs), alcuni anni fa, in cui si trovarono fianco a fianco cantando in modo alternato i cori che li accomunano, ha cementato ancor di più il rapporto, che si rinnova con l’annuale torneo estivo di calcio e con visite reciproche, come ad esempio quelle dei North Side ai fratelli della “Nuova Guardia” in AlbinoLeffe-Pro Piacenza del maggio 2016 e in AlbinoLeffe-Giana Erminio 15/16, mentre i ragazzi della provincia bergamasca esposero lo striscione “06/11/94 – 06/11/15: tanti auguri N.S. ‘94”, per l’anniversario di quest’ultimi. –Pro Sesto: le due squadre di calcio forse non si sono mai incontrate, ma l’amicizia coi sestesi va oltre le categorie, grazie al torneo annuale tra tifosi, cui partecipano sempre anche i ragazzi di Sesto. –Sassuolo: durante l’anno 2013/14 è nata l’amicizia tra il “Coordinamento amici del Chievo” e il Centro Coordinamento Clubs del Sassuolo. Quindi non è a livello ultras, ma solo tra clubs normali.
Ex-amicizie: Monza: nata nella stagione di Serie B 2000/01, grazie l’allora capo-ultrà monzese, ma una volta che questi ha mollato è venuta meno anche l’amicizia. Era quindi più che altro a livello personale, ora non c’è più nulla.
Rivalità: –Hellas Verona: è l’unica vera rivalità, quella tra Hellas e Chievo, che è tangibile e molto più sentita di quanto si pensi, da ambedue le sponde. Fino al 2001, tra le due squadre, non esiste un reale rapporto competitivo, dato che i “Mussi” vengono ancora visti come una piccola squadra di quartiere, che per decenni si è barcamenata nelle serie inferiori. Tra le due squadre non era quindi mai esistita una rivalità sportiva, ad esempio, nel 1994, in occasione della decisiva trasferta di Carrara per l’approdo del Céo in cadetteria, centinaia di supporters dell’Hellas si uniscono a quelli del Chievo, per sostenere insieme la piccola realtà di borgata. L’arrivo in Serie A del Chievo, nel 2001/02, inizia a cambiare le cose: permette innanzitutto alla città di Romeo e Giulietta di essere la quinta a poter vantare un derby cittadino nella massima serie, e inoltre mette per la prima volta realmente sullo stesso piano le due compagini. Il primo derby veronese in Serie A si disputa nel 2001, ma, nonostante i mutati equilibri di forza tra le due formazioni veronesi, vi è ancora un clima di armonia e rispetto tra le due curve, che però viene inclinato dal derby di ritorno, giocato in casa dei “Mussi” e vinto da questi 2-1. Nel decennio seguente, complice la buona gestione societaria di Luca Campedelli, presidente, e Giovanni Sartori, il direttore sportivo, forse il principale artefice della “favola Chievo”, sulla sponda clivense, e quella tribolata Pastorello-Cannella, su quella targata Hellas, il Céo rimane una presenza fissa nella massima serie, mentre per il Verona inizia un lento declino, che lo porterà a sfiorare la C2. Dopo la retrocessione in Serie C nel 2007, si inizia a parlare seriamente di una fusione tra le due formazioni: ad opporsi sono i tifosi e l’allora presidente veronese Martinelli. La “guerra dei simboli”, scoppiata nell’estate del 2010, riporta in auge la discussione tra le opposte fazioni sportive, riguardanti i colori e gli stemmi societari impiegati dal Chievo. Gli Hellas Fans rimproverano infatti all’altra sponda di Verona, l’uso degli stessi colori sociali, il giallo e il blu delle insegne comunali, mentre le tinte originali del Chievo erano il bianco e l’azzurro. In questo contesto, alla vigilia della stagione 2010/11, il Chievo durante la sua campagna abbonamenti, tra i vari simboli promozionali utilizza un cavaliere con un drappo su cui era rappresentato lo stemma della dinastia scaligera: la Scala. Tutto ciò crea una nuova protesta dei sostenitori dell’Hellas, i quali identificano tale simbolo come proprio, fin dagli anni ’70, con le storiche “Brigate Gialloblù”, e vedono quindi il tutto come un tentativo del Chievo di prendere idealmente il posto e l’identità del Verona nell’immaginario collettivo, emulandone i simboli e i colori. Il presidente del Chievo Campedelli replica sostenendo che l’antica Scala è da intendere come rappresentante di tutta la provincia di Verona, dimostrando anche come il Chievo sfoggiasse la Scala sulle proprie maglie sin dagli anni 1930. In occasione di Chievo-Sampdoria del 2010/11, la presenza di ultras veronesi coi gemellati doriani genera dei disordini tra fans dell’Hellas e del Chievo, a seguito dei quali si sono registrati fermi da ambo le parti. Il 5 aprile 2014, trascorso molto tempo dalla fine del derby veronese, un folto gruppo di ultras veronesi si sposta in massa, minaccioso, verso il parcheggio riservato ai tifosi del Chievo, che stavano uscendo in quel momento. Lo schieramento delle forze dell’ordine fa sì che i veronesi tenessero a freno ogni provocazione e si allontanassero dalla zona, spostandosi però in una via interessata dal transito di spettatori che tornano dallo stadio, alla ricerca di supporters clivensi. Ma anche qui un cordone di sicurezza impedisce qualsiasi contatto. Ma riecco l’allarme un’ora più tardi, quando un convoglio formato da otto veicoli, tra auto e moto, si porta al “Forte Chievo”, distante circa quattro chilometri dal “Bentegodi”, dove un gruppetto di tifosi clivensi si era radunato dopo la gara. Dai mezzi scendono minacciosi degli ultras scaligeri, alcuni coperti in viso e armati di mazze, diretti verso i tifosi avversari. Intervengono a tempo alcuni poliziotti che mettono in fuga gli ultras dell’Hellas. La polizia individua poi, grazie al lavoro della Scientifica, che aveva interamente filmato la scena, due dell’Hellas, un 26enne e un 25enne. Più grave quello che succede il 10 maggio 2015, la mattina di Chievo-Verona, verso le 9,30, quando sedicenti tifosi dell’Hellas, arrivati in massa, si parla di una 50ina di supporters, aggrediscono un gruppo di tifosi del Chievo nel parcheggio a loro destinato, quello del palazzetto dello sport, prendendoli a sberle e cinghiate, alcuni di loro appartenenti al gruppo “Gate 7”. A quell’ora allo stadio non erano ancora in funzione le telecamere per l’ordine pubblico e non c’erano forze di polizia in zona, dovendo cominciare la partita alle 12,30. Il pestaggio, il cui bilancio parla di quattro persone ferite, una di loro suturata alla testa con un paio di punti per la ferita di una cinghiata, è durato pochi minuti. Una storia che purtroppo si ripete. –Juventus: applicazione del Daspo per due tifosi del Chievo, in occasione di ChievoVerona-Juve del settembre 2013. Un 16enne, incensurato, dopo esser salito all’anello superiore della curva Sud, brandisce una cintura all’indirizzo di alcuni tifosi ospiti, cercando una reazione da quest’ultimi. La polizia interviene bloccando il minore ed evitando lo scontro. Nel secondo caso, un 26enne, anch’esso incensurato, viene intercettato dalla polizia mentre minaccia un tifoso juventino, costringendolo a togliersi la propria sciarpa bianconera. Scontri, anche piuttosto gravi si verificano domenica 25 gennaio 2015 a Torino tra tifosi bianconeri e clivensi. Per fortuna non è risultato nessun ferito, ma i testimoni parlano di incidenti piuttosto cruenti.
Mini-storia del tifo del Chievo: il Chievo ha vissuto e sta vivendo una favola calcistica bellissima, non finendo mai di sorprendere, come non hanno mai smesso di sorprendere i suoi tifosi, profondamente diversi dai cugini maggiori veronesi. Il tifo dei supporters del Cèo (così viene chiamato in dialetto veronese) è genuino, sano, corretto, goliardico, apolitico, quasi mai violento, l’esatto contrario di quello degli esuberanti e sfrontati cugini dell’Hellas. Un fenomeno vero e proprio quello del Chievo, sociale, economico, di costume, capace persino di ispirare libri e un film, e di giocare pure in Europa: pensare che negli anni ’80 era in C2 e non faceva abbonamenti…Il gruppo organizzato principale dei tifosi del Chievo è sempre stato il “North Side”, letteralmente “Settore Nord”, adottato per distinguersi dall’opposta tifoseria cittadina, anche se tuttavia la curva Nord del “Bentegodi”, stadio in cui gioca il Céo dal 1986/87, il primo in una serie professionistica, la C2, non era stata mai però concessa a causa di prescrizioni di sicurezza, ed era adibita a settore ospiti. Il gruppo nasce nel 1994, con lo striscione che fa il suo esordio il 6 novembre a Cesena, per la volontà di un gruppo di pochi ragazzi che seguivano già la squadra con calore e passione, riunendo quindi i tifosi più caldi, sull’onda dell’entusiasmo per la storica promozione in Serie B. Inizialmente fanno parte del Club “Amici del Chievo Verona”, ma nel ’96, dopo due campionati, escono dal coordinamento visto che non si riconoscono più nel regolamento da esso stilato, per l’esigenza di esprimere liberamente le proprie idee. I North Side, comunque, non si definiscono sin dall’inizio un vero gruppo ultras, bensì di “supporters”, visto anche che fanno il tifo per la propria squadra, non offendendo mai i rivali, almeno fin quando non sono a loro volta insultati dai tifosi avversari. Un’altra pecularietà è quella che non stipulano gemellaggi, ma tuttavia non rinnegano amicizie con gruppi di altre squadre. Il primo simbolo del gruppo è la “Rosa dei Venti”, ben presto abbandonato a favore di “Marvin il marziano”, famoso personaggio dei cartoni animati “Looney Tunes”, adottato poiché il Chievo e la sua tifoseria vengono definiti dei “marziani” nel panorama del calcio professionistico italiano. Nei primi anni il North Side può contare su poche unità di persone, perlopiù ragazzi che si avvicinano al mondo del tifo incuriositi da questa squadra di quartiere, che scala, stagione dopo stagione, le gerarchie del calcio nazionale. A fine millennio il North Side conta su un discreto zoccolo duro di persone, che ogni domenica seguono con voce e calore, ove possibile, la propria squadra. Ma è proprio nel 2000, con la diffida per 5 anni di 5 ragazzi tra i più attivi, che il gruppo conosce un grave momento di crisi, uscendo a pezzi dalla vicenda e andando sull’orlo dello scioglimento. A fine stagione però il gruppo trova nella fede e nell’amore dei suoi ragazzi nuova linfa e nuovi stimoli per ricominciare, ed è così che alcuni veterani, insieme a molti giovani, prendono in mano le redini e, complice anche la cavalcata trionfale del 2000/01 verso la Serie A, superano il momento difficile, cosicché il gruppo si riprende. La promozione suscita giustamente molto clamore, e nel suo primo anno in massima serie la compagine clivense sorprende tutti, lottando nel girone di andata gomito a gomito con le prime della classe, permettendosi il lusso, per alcune settimane, di essere la capolista del campionato e dando addirittura a tratti l’impressione, l’effervescente squadra di mister Del Neri, di lottare per lo scudetto. Nel girone di ritorno però avviene il crollo, ma arriva comunque un buon quinto posto, che le permette di disputare la Coppa Uefa nel 2002/03, eliminata al primo turno dalla Stella Rossa Belgrado. Grazie a questi storici risultati, la squadra è al centro di una grande attenzione mediatica e diviene conosciuta al grande pubblico. L’arrivo al vertice del calcio italiano di una formazione di quartiere viene vista come una grande impresa, e l’oculata gestione societaria del Chievo viene da più parti presa a modello. Nel 2002/03 il Chievo disputa ancora un bel campionato, classificandosi settimo, beffato all’ultima giornata da Parma e Udinese. L’anno dopo, a causa delle cessioni dei suoi giocatori più importanti, arriva “solo” il nono posto. Nella stagione 2004/05, con la partenza di Perrotta e dell’allenatore del “miracolo Chievo”, Luigi Del Neri, si salva in extremis grazie a due vittorie e un pari nelle ultime tre giornate. Sono anni comunque esaltanti per la tifoseria, sull’onda di incredibili risultati, che si presenta sempre più numerosa in stadi nei quali, fino a pochi anni fa, sembrava impossibile solo varcarne i cancelli ed appendere gli striscioni. Tutto questo anche in Europa, che torna, dopo l’assaggio del 2002/03, nel 2006/07, sotto forma della competizione più importante, la Champions League, grazie al quarto posto ufficiale dell’anno prima, derivante dalle contemporanee penalizzazioni di Juventus (scudetto sul campo ma retrocessa d’ufficio in B), Fiorentina e Lazio, entrambe di 30 punti, tutte squadre immischiate nello scandalo “Calciopoli”. Il Chievo viene però subito eliminato al terzo turno dei preliminari dal Levski Sofia (2-0 in Bulgaria, 0-0 a Verona) e “retrocesso” al primo turno di Coppa Uefa 2006/07, eliminato anche qui, ma con molte più recriminazioni, al primo turno, dallo Sporting Braga (sconfitto 2-0 a Braga, vincente ai supplementari 2-1 a Verona ma fuori lo stesso). Come un fulmine a ciel sereno, però, in quell’anno arriva la retrocessione in Serie B, a Bologna contro il Catania all’ultima giornata (0-2). Ma il Chievo e la sua tifoseria dimostrano grande caparbietà e l’anno dopo avviene subito il ritorno nella massima Serie, con un perentorio primo posto. L’anno dopo il Chievo si salva per miracolo, diventando poi però, negli anni successivi, una realtà del calcio italiano: nella partita Brescia-Chievo del 30 gennaio 2011, la squadra raggiunge le 100 vittorie in Serie A. Si piazza 14^ nel 2010, anno in cui si forma in curva il nuovo gruppo “The Followers”, che prende posto in uno dei balconcini della curva, mentre nel 2011 (11° posto) nasce, dalla scissione di una parte di sostenitori del North Side, il gruppo ultrà “Chievo 1929”, che ripropone un ritorno alle origini, in tema di colori sociali e nome di società. Nel 2013, da un’altra scissione in seno ai North Side, nascono i “Gate 7”, gruppo non numeroso, caratterizzato, in antitesi rispetto al resto della curva, da una spiccata mentalità ultras. Arrivano poi, nel 2012 e nel 2013, un decimo e un dodicesimo posto, mentre nel 2014 i clivensi si salvano sul filo di lana (16° posto), e nel 2015 raggiungono una salvezza piuttosto tranquilla con un 14° posto. Ancor più tranquilla è la salvezza del 2016: un nono posto che ha permesso loro di togliersi parecchie soddisfazioni. Negli ultimi anni il gruppo principale “North Side” è diventato una realtà nel panorama ultras, un punto di riferimento per tutti quei giovani clivensi che vogliono sostenere la propria squadra con passione e calore, anche se non sono mancati momenti difficili, alti e bassi, diffide e cambiamenti.
Curiosità: -Da tanti anni ormai, praticamente da quando il Chievo disputa i campionati professionistici, la tifoseria clivense chiedeva di poter usufruire in esclusiva della curva Nord. Il North Side, da sempre gruppo guida, nel 2002 organizzò una raccolta di firme per chiedere ufficialmente il legittimo diritto di avere una curva tutta per sé, visto che la curva Sud era esclusiva, quando il Verona giocava in casa e nei derby stracittadini, dei tifosi dell’Hellas, e per questo i clivensi non la sentivano propria. Spesso in tutti questi anni ha campeggiato nella parte alta della curva lo striscione “Vogliamo la Curva Nord”, e per un certo periodo è stato esposta la pezza “Curva Nord Chievo”. Dopo venti anni di lotte, di battaglie, di richieste, di recriminazioni, di testardaggine e fede incrollabile, il North Side, che aveva scelto di chiamarsi in quel modo proprio perché quello era il loro naturale collocamento all’interno del “Bentegodi”, insieme a tutta la tifoseria clivense ha ottenuto finalmente ciò che gli spettava di diritto: il collocamento in pianta stabile in curva Nord, che dall’estate 2015 è esclusivamente dei tifosi del Chievo, seppur divisa in due parti. Finalmente, grazie soprattutto all’interessamento della società, facendo breccia in quel muro che per lunghi 20 anni li aveva respinti e rinchiusi in una curva che per storia e tradizione non gli apparteneva e non potevano sentire loro, sono tornati nella sua casa tradizionale. Raggiunto il suo obiettivo il North Side, per la prima gara di Serie A in curva Nord, Chievo-Lazio, ha realizzato delle t-shirt celebrative per l’ottenimento della Curva Nord, con l’idea di creare un muro giallo. Nell’occasione colorano compatti il loro agognato settore con tante bandiere e stendardi a non finire. Piccola coreografia anche dei ragazzi del “Gate 7”, che offrono uno spettacolo di colore niente male, con cartoncini biancazzurri, colori originali del Chievo che essi rivendicano. Il tifo è continuo anche perché l’entusiasmo cresce col passare dei minuti, visto che la compagine veneta azzecca la partita perfetta, umiliando con un perentorio 4-0 una Lazio irriconoscibile. -Nell’ultima sessione estiva di mercato 2016 il Chievo si è assicurato a parametro zero le prestazioni dell’eccentrico portiere Stefano Sorrentino, non tenendo conto dell’opinione dei tifosi, più volte manifestata con striscioni eloquenti all’esterno dello stadio (“Sorrentino non ti vogliamo”), e a fatti compiuti la tifoseria si è sentita presa in giro dal Presidente e non dimentica quello che c’è stato, che consiste nel fatto che Sorrentino ha sì, in passato, da impeccabile difensore della porta clivense , indossato la maglia del Chievo, dal 2008 al 2013, ma, consapevoli i tifosi che il Chievo per un professionista può considerarsi certamente un punto di partenza e non di arrivo, il giocatore in questione, che ha pur sempre 37 anni, dopo aver mostrato più volte in maniera plateale il desiderio di andare in una piazza, a suo dire, più ambiziosa, ha fatto muro contro la società per essere ceduto e ha saltato inspiegabilmente gli allenamenti per alcuni giorni, mettendo la società in difficoltà, col rischio di tenere un esubero. Non contento ha poi manifestato ai media tutto il suo rancore verso dirigenza e tifosi, definendosi prigioniero di un mancato “salto di qualità”. Alla domanda che ogni tifoso si è posto sul come comportarsi allo stadio, la tifoseria organizzata ha risposto che la maglia non viene mai fischiata durante i 90 minuti per l’intera stagione, loro fischiano l’uomo, che indossa la loro maglia ma che ha perso tutto il rispetto possibile. -Dalla stagione 2015/16 il North Side organizza il prepartita e il postpartita al Forte Chievo, sede del gruppo, nei giorni delle partite casalinghe, con la possibilità di mangiare e bere qualcosa in compagnia, occasione anche per riunirsi e conoscersi meglio. Il prepartita parte 3-4 ore prima dell’inizio della gara e termina un’ora prima, momento in cui tutti insieme ci si sposta in direzione Curva Nord. Quando il Chievo gioca fuori casa, al Forte viene trasmessa la partita dei propri beniamini. -Sabato 17 settembre 2016 si è svolto l’Oktoberfest Clivense al “Forte Chievo”, con fiumi di birra (vasta selezione di birre tedesche, affiancate dalla novità di quest’anno, la Posvara, birra artigianale prodotta a Verona), ottimo cibo e, a fine serata, tanta musica, cocktails e shot. Il 25 giugno 2016 si è svolto a Leffe il 5° Torneo di calcio a 7, denominato “l’amicizia Continua”, con la presenza delle tifoserie di Chievo, AlbinoLeffe, Pro Sesto e Taurisano. Tra cori, fumogeni e birre la giornata è passata velocemente, in un clima di festa, a dimostrazione che l’amicizia e gli ideali non hanno né confini né colori. Mentre il 22 maggio scorso si è svolto il 6° Torneo di calcio a 5 “North Side 1994”, tra le varie sezioni del gruppo. Un ringraziamento, da parte dei North Side, è andato al capitano del Chievo Calcio Sergio Pellissier, uomo vero e umile, qualità riconosciutegli da tutti, che, finito il campionato, ha passato l’intera giornata al torneo, giocando con i suoi tifosi come se non fosse quel bomber sulla soglia dei 100 gol in Serie A. -Nel primo Trofeo triangolare “Sportitalia Cup”, svoltosi nell’estate 2016 a Carate Brianza, tra il Chievo, il Brescia e la locale formazione, gli unici tifosi assenti sono stati i clivensi. -Il 4 maggio ’16 è stata la volta dell’annuale cena dei North Side, alla presenza di giocatori, staff tecnico e rappresentanti della società. -Dal 1° gennaio 2016, fino alla fine della stagione scorsa, Luigi Del Neri, condottiero del Chievo cui ha regalato nel lontano 3 giugno 2001 la prima storica promozione in A, e l’anno successivo l’ha portato fin sulla vetta di uno dei campionati più difficili del mondo, è stato l’allenatore dell’altra sponda di Verona, dell’Hellas, e la notizia di Del Neri sulla panchina del Verona ha lasciato molti clivensi con l’amaro in bocca. Per chi l’ha vissuta, la favola-Chievo, la cosa è stata presa come un pugno dritto allo stomaco. Assorbita però la delusione, un po’ tutti i clivensi hanno avuto un moto d’orgoglio nel vedere i cugini, ancora una volta, dopo Malesani, prendere per guidare la sua squadra, uomini che hanno scritto, nel bene e nel male, la storia del Céo. -Nell’infrasettimanale di mercoledì, Inter-Chievo, del febbraio ’16, in un San Siro semivuoto, con l’Inter reduce dalla pesante sconfitta (3-0) nel derby coi cugini, i clivensi si presentano in circa 50 unità, esponendo le pezze e cantando sporadicamente, senza peraltro farsi sentire (tra loro gli ultras sono la minoranza). -In Chievo-Juve (0-4) del 31 gennaio 2016, i padroni di casa offrono un sostegno fatto di alti e bassi, realizzano una bella sciarpata ma non vanno oltre. -In occasione di Frosinone-Chievo del dicembre ’15, da Verona sono una cinquantina a presenziare, divisi nei due soliti gruppi. Buoni i loro treni e il sostegno offerto a tratti, molti stendardi appesi e soddisfazione per la vittoria maturata nel finale (2-0). -Per Chievo-Torino del settembre 2015, 5^ giornata 15/16, i clivensi sono compatti dietro i propri striscioni e pezze, effettuano bei battimani e offrono un sostegno continuo per tutti i 90 minuti. -Il “N.S. ‘94” ha aderito all’iniziativa benefica proposta da “Cuore Chievo Onlus”, in collaborazione con “A.NA.VI. Onlus” domenica 31/01/2016 in occasione di ChievoVr-Juventus. La raccolta fondi è destinata all’acquisto di un’attrezzatura medica chiamata “Carpediem”, che serve per la dialisi dei bambini sotto i 5-10 Kg. di peso e che soffrono di insufficienza renale, temporaneamente a seguito di interventi chirurgici oppure che sono in attesa di trapianto, senza la quale morirebbero.
-In seguito al derby del 21 dicembre 2014, cinque ragazzi del gruppo “Gate 7 Chievo” sono stati colpiti da Daspo solamente per aver teso un bandierone, sotto al quale sarebbero state accese alcune torce e per un petardo caduto poi nel parterre sottostante la curva Nord. Con un comunicato ufficiale i ragazzi del gruppo hanno inteso chiarire che, a differenza di quanto riportato dai giornali e dalla stessa questura, i ragazzi non hanno acceso nessun tipo di materiale pirotecnico, ma hanno commesso il presunto “reato” di colorare il settore con un bandierone biancazzurro. L’accanimento nei confronti dei cinque ragazzi del gruppo è sembrato quindi esagerato, se si considera che il coprisettore biancazzurro è stato realizzato sia per esprimere la posizione del “Gate 7” riguardo la questione dei colori societari, posizione peraltro ripresa dallo striscione appeso in ringhiera “La Curva Nord è biancoceleste”, sia per colorare la curva vista la mancanza di coreografie da parte degli altri gruppi, in una partita da loro molto sentita. I ragazzi hanno sottolineato che nonostante la loro diversità nell’ambiente Chievo, il loro principale obiettivo è quello di seguire e incitare sempre l’A.C.Chievo ovunque esso giochi e che combatteranno per cercare giustizia. -Sabato 8 e domenica 9 novembre 2014, per festeggiare i 20 anni di storia, il North Side ha organizzato una gran festa per ripercorrere due decenni di passione e chilometri, sempre al fianco della loro amata maglia. Graditi ospiti della kermesse, alcuni personaggi del mondo Chievo, che hanno scritto insieme ai tifosi dal campo pagine indelebili della storia di questo piccolo universo. Nel dicembre 2013, per l’iniziativa del gruppo “Beata Gioventù” Bologna, è stato organizzato un pranzo di Natale, un concerto, una raccolta di coperte per vincere il freddo in arrivo e una lotteria particolare in favore dei senzatetto alla Stazione Centrale di Milano. All’iniziativa, denominata “Ultras for homeless”, ha partecipato anche il gruppo “Gate 7 Chievo”, insieme a tifosi di Juve, Siena, Inter, Albenga, Lucca e Atletico Capranica. Il 7 dicembre ’13 una rappresentanza di ultras ha partecipato al pranzo natalizio organizzato dall’associazione di Don Mazzi, per 120 clochard; a seguire spazio alla musica. -Idolo incontrastato della curva è il centravanti e bandiera della squadra Sergio Pellissier, 36 anni, dal 2002/03 al ChievoVerona. -In un derby del ’95 i veronesi esposero lo striscione in dialetto, a tutta curva, “Quando i mussi i volerà faremo il derby in Serie A”, per ridicolizzare il piccolo Chievo che provava a sfidare il “grande” Verona. Il 18 novembre 2001, con un “Bentegodi” pieno come non si vedeva dallo scudetto del 1984/85 del Verona (35.000 spettatori), quello che sembrava impossibile si è avverato e dallo scherno è nato il soprannome “Mussi volanti”, ironicamente attribuitosi dai clivensi stessi in risposta allo sfottò. -Il 10 novembre 1994 è il giorno del primo storico derby scaligero Chievo Verona-Hellas Verona, gara svoltasi davanti a trentamila spettatori e che termina 1-1. Il derby di ritorno vede imporsi il Chievo, più bisognoso di punti, per 3-1. L’anno dopo, sempre in B, si replica, coi clivensi che, nonostante il ridotto bacino d’utenza, si danno da fare addobbando la curva Nord con strisce argentate e fiaccole di vario colore che spiccano molto nella notturna. Nel secondo tempo esporranno un bandierone raffigurante lo stemma del Chievo. -Molto dinamici, intraprendenti e battaglieri i ragazzi del “Gate 7”: più sfrontati del North Side, gli eredi degli “Ultras Chievo” a volte provano anche a tifare per conto proprio. Purtroppo però in trasferta spesso i clivensi si ritrovano a cantare in 40-50 e il loro tifo risulta di poca intensità e senza mordente. -Durante Chievo-Parma 2012/13 esposto lo striscione “Paolo non mollare”, proprio nei giorni del processo contro alcuni celerini del Reparto Celere di Bologna, che il 24 settembre 2005 picchiò e massacrò selvaggiamente, alla stazione ferroviaria di Verona, il tifoso bresciano Paolo Scaroni, riducendolo in coma e invalido al 100%. -In Juventus-Chievo del 4 marzo 2012, la tifoseria gialloblù ricorda con l’esposizione dello striscione “Jason x sempre”, a dieci anni di distanza, il giocatore congolese Jason Mayélé, scomparso in un tragico incidente stradale a Bussolengo (VR), la mattina del 2 marzo 2002, nello scontro con un’altra autovettura. -Il Chievo costituisce un unicum nel panorama calcistico italiano, essendo l’unica società proveniente dalle categorie minori ad aver scalato l’intera piramide calcistica nazionale. -La stampa veronese fa spesso riferimento al Chievo chiamandolo “La squadra della Diga”, appellativo dovuto alla presenza, nel piccolo quartiere di 3-4mila anime, di una diga sul fiume Adige. -Ai tempi della Champions League bellissimo lo striscione esposto in curva “Chievo frazione di Verona, provincia d’Europa”. – Campeggia in ogni gara casalinga, alla ringhiera del quarto anello, lo striscione gigante “Orgoglio clivense”. -Pressoché sempre presenti in casa (e a volte anche fuori) le pezze “Drink Team 1929”, “Tifosi Corretti con Grappa”, “Very Ignorant People”, “Tasso alcolico elevato”, “Antichi Valori”, “Tutto il resto è noia…”, Engazzà clivense”, “Fracca clivense”, “Gente alla clivense”, “Bocciofila”, “Le Moleste”.
Clubs principali: Club “Amici del Chievo Verona” (organizza le trasferte e conta ad oggi circa 15 sezioni, una anche nella lontana Genova), Iz Iz Alè Ceo, Chievomania Pantelleria, Mussi Volanti, The Friends Chievo Forever, Calcio Club Chievo Verona “Quei de Mancalacqua”, Club Aldeno, Alto Garda, Calcio Club Bar Genesi, Calcio Club Buttapietra.
Gruppi scomparsi, nati negli anni ‘80: Chievo Korps (nato nel novembre 1986).
Gruppi scomparsi, nati negli anni ’90: Supporters Nogara, Brulè Boys (gruppo di fine anni ’90 che in seguito ha preferito affiancarsi agli Ultras Chievo Verona, composto da alcuni ex North Side), Yellowblue Animals Chievo Verona-Gruppo Bovolone, The Eagles, X-Files.
Gruppi scomparsi, nati negli anni 2000: Ultras Chievo (gruppo importante, nato nel 2002 e scioltosi alcuni anni fa, che si era staccato dal “North Side”, col quale non correva buon sangue, soprattutto per una diversa mentalità ultras, un certo buonismo che gli Ultras Chievo rinfacciavano al gruppo principale. Caratteristiche degli “Ultras” lo stile british dietro un unico striscione, senza tamburi), Tipi Loschi, La Fossa dei Pandorini, Le Monelle, The Renagade, Orda Balorda, I Sporcacion, Cani Sciolti, Armata.
Politica: ufficialmente apolitici.
Liberi pensieri: “Un’impresa che resterà nella storia…una felicità impressa per sempre nella nostra memoria” (coreografia per la promozione in Serie A, Chievo-Salernitana 00/01); “26-08-2001 h. 15:00 noi con voi nella storiA” (per la prima gara in assoluto nella massima serie, Fiorentina-Chievo 01/02), “Ciao Peppino” (striscione in memoria all’avvocato Prisco, interista per antonomasia, a pochi giorni dalla sua scomparsa; Inter-Ch 01/02); “Jason, Luigina: vivere nei cuori di chi resta non è morire” (Torino-Chievo 01/02), “Con dei prezzi così…un pubblico da C” (Ch-Lazio 04/05), “Se siamo uomini dimostriamolo”, “Primi a crederci, ultimi a mollare”, coreografia (Ch-Fiorentina 04/05); “Colore, calore, passione, il nostro calcio non è business né televisione” (04/05), “Chievo: Verona non ti merita!” (Ch-Sporting Braga, Coppa Uefa ritorno 1° turno 06/07),
“Grinta e sudore in ogni battaglia, unico obiettivo onorare la maglia” (Ch-Mantova/Messina 07/08),
“Da 10 anni realizziamo i sogni di una città”, con un piccolo copricurva rappresentante la Scala (Ch-Roma 09/10); “Jimmy con noi” (10/11-11/12), “Auguri pres.” (Chievo-Napoli 15/16).