Mario CECCHI - Allenatore

Post gara di Spezia-Empoli. Una gara che segna la fine del Campionato per gli azzurri e che lascia molto amaro in bocca ai protagonisti. C’è tristezza in giro, ovvio, ma c’è anche una certa serenità, quella che deriva dalla coscienza che c’è in tutti i protagonisti di aver fatto il loro dovere.

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Incontriamo mister Cecchi e gli chiediamo un commento sulla partita

Abbiamo fatto una partita non ai nostri consueti livelli, giocando sottotono. Di fronte avevamo una squadra molto ben preparata, fisica, che ci ha pressato in ogni parte del campo permettendoci di esprimere il nostro gioco solo a tratti. Tuttavia fino al gol è stata una partita equilibrata, anzi, se andiamo a guardare, le migliori occasioni le avevamo avute noi. Se fossimo riusciti a concretizzarle potevamo cambiare il volto alla partita.

 

Il rigore sbagliato quanto ha influito?

Nel calcio capita di sbagliare un calcio di rigore. Non è il caso di farne un dramma.

 

Io ho visto la squadra molto al di sotto delle sue potenzialità

Beh…oggi siamo stati una squadra a volte deconcentrata, distratta. Abbiamo fatto errori anche tecnici, cosa che non è nelle corde di queste ragazzi, anche se il “merito” di questo dobbiamo darlo anche ai nostri avversari. La Spezia è una squadra importante, che ci ha impedito di sviluppare le trame consuete del nostro gioco. Una squadra che ha fatto molto bene in Campionato, con giocatori di ottima qualità.

 

Rimpianti?

A parte l’amarezza di aver chiuso qui il nostro cammino in Campionato che, specie dopo le ultime prestazioni, speravamo potesse andare ancora più avanti, non posso dire di avere rimpianti. Dico questo perché la squadra ha avuto una grande crescita, sia come collettivo che come singoli. Mai negli ultimi dieci anni avevo visto una crescita come quella che ho visto con questi ragazzi molti dei quali sono giocatori di prospettiva, un patrimonio su cui la Società sa di poter contare. E d’altra parte il compito principale di noi allenatori del Settore Giovanile dell’Empoli è questo: far crescere i giovani, farli diventare giocatori veri. Da questo punto di vista pensiamo di aver adempiuto al nostro compito.

 

Fabrizio Fioravanti

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