Il Torino inciampa in un atteggiamento troppo diverso da quello che l’aveva portato a respirare l’aria di lassù, ancora prima che nei suoi moltissimi (otto) assenti, e dà coraggio ad un Carpi che aveva già provato a darsene da solo, alla prima partita con il neo tecnico Sannino in panchina. Risultato: prima vittoria assoluta per gli emiliani, con un 2-1 che ha premiato una maggior compattezza difensiva rispetto alle prime partite (due gol e mezzo incassati a partita) e il coraggio di attaccare più e meglio il Toro nella ripresa. Nell’intervallo il Carpi ha capito che era il momento di giocarsi il tutto per tutto. Quello che ha fatto al 10’ Gabriel Silva, che di destro ha cercato la porta e ha trovato la fortuna di far carambolare il suo tiro prima sul palo e poi sul corpo di Padelli. E’ stato solo a quel punto che il Torino, anche grazie agli ingressi di Acquah e Belotti, ha provato a mettere il Carpi con le spalle al muro, esponendosi però al pericolo del suo gioco di rimessa. E proprio con un mezzo contropiede il Carpi ha raddoppiato al 27’, con un colpo di testa di Matos che è andato a raccogliere uno splendido assist di Borriello. Tempo un minuto e il Torino si è regalato la possibilità di credere ancora nell’ennesima rimonta, ancora grazie a Maxi Lopez che è andato a cercarsi un rigore (fallo di Bubnjic), poi trasformato.
Finisce come a maggio il derby dell’Arena. In parità. Il Chievo sale ancora più in alto, a quota 12, e aggancia per una notte Lazio e Sassuolo, il Verona muove la classifica e conquista il quarto pareggio in sette partite rimandando ancora una volta l’appuntamento con la vittoria. Il punto, però, gli consente di staccarsi dall’ultimo posto dove resta il Bologna. Dopo l’intervallo il Verona parte bene: ha due occasioni, soprattutto la seconda quando Hallfredsson pesca Gomez che sbaglia il controllo. Dura poco perché il Chievo spinge e comincia a schiacciarlo senza farlo mai uscire dalla sua metà campo. Maran butta dentro Pepe per Birsa e c’è più dinamismo, ma è Gobbi che, trovando l’uno-due con Paloschi, costruisce una gran palla gol ma poi calcia male. È il segno del destino che sta per arrivare beffardo. Dopo un palo su tiro-cross di Hetemaj (17′ s.t.), Gamberini accusa un dolore alla coscia e chiede il cambio: entra Cacciatore. Sulla conseguente punizione di Viviani, diretta sul secondo palo, Moras sfiora di testa e Pisano, ingannando Bizzarri, ma in fuorigioco, regala il vantaggio insperato all’Hellas proprio sotto la curva occupata dai tifosi in festa. Ma il Chievo non si arrende mai e Mandorliini lo capisce inserendo anche Bianchetti: trova energie, non merita la sconfitta, Gobbi spinge a tutta e mette palloni dentro. Il più invitante è per Castro che sale sopra Souprayen e colpisce di potenza di testa. 1-1. Poteva raddoppiare il Verona proprio con Souprayen, poteva farlo il Chievo (che ci prova fino alla fine) con Rigoni che trova ancora Rafael in vena di miracoli. Ma l’ultimo miracolo è di Bizzarri che su un tiro velenoso di Hallfredsson trova la deviazione ancora più velenosa di Cesar e con un colpo di reni mette in angolo. Finisce pari. Giusto così.
Chi ha le punte vince
D’accordo con te, Dippe!
Io spero che livaja recuperi la forma in fretta , se avessimo un ‘ aataccante del Sassuolo chiunque pure quello in tribuna sarebbe tutto più facile
Va bene puntare nella valorizzazione dei nostri giovani e su qualche prestito, ma qualche soldino in circolo va messo, se no e` chiaro non essere ben visti da classe arbitrale, stampa e lega.
…dai dai qualcuno se ne accorge che il Corsi è tirchio eh……
Qui non si tratta di tirchieria ma bastava rimpiazzare alla meno peggio quelli che sono partiti e rinforzare bene il peggior reparto dello scorso anno cioè l attacco. Anche con i prestiti ma rinforzarlo