Il 18 luglio scorso in questa nostra rubrica avevamo scritto un articolo dal titolo ”Aria di crisi nel pallone” i seguito alla proposta dell’on. Mulè presentata nella Commissione Cultura della Camera  che  prevedeva una Serie A completamente autonoma dalla FIGC ( autonomia statutaria e regolamentare) e con un peso elettorale proporzionale al contributo economico versato al sistema calcio. Era previsto addirittura il diritto di veto su tutte le delibere federali che riguardassero “direttamente o indirettamente” la Serie A, e la possibilità di fare ricorso contro eventuali provvedimenti  contrari subito al Tar, saltando la trafila della giustizia sportiva.

Evidentemente il Presidente della FIGC ha ritenuto di procedere nonostante queste indicazioni e nell’Assemblea Federale dello scorso 4 novembre la così detta “Riforma Gravina” è diventata realtà, anche se la sua approvazione ha creato una significativa spaccatura nel mondo del pallone:  la Serie A ha sì, di fatto, dato il là all’approvazione della riforma ma non ha espresso alcun voto a favore , pronunciandosi con con 8 voti contrari (tra i quali, ne parleremo in seguito, quello dell’Empoli FC) e  ben 12 astenuti.

Ma vediamo di cosa si tratta. Fino al 4 novembre scorso la Lega Serie A esprimeva il 12% della rappresentanza nel Consiglio Federale della Figc, con solo 3 rappresentanti. E il 12% era anche il peso che aveva nell’elezione del presidente della Federcalcio. Con l’emendamento Mulè tala rappresentanza si sarebbe dovuta riequilibrare dando più peso e autonomia alla Serie A in ragione del suo contributo economico. Nel testo la Serie A passa dal 12 al 18% e da 3 a 4 consiglieri, ottiene che ogni norma che riguardi la  Serie A per entrare in vigore, deve essere condivisa dalla stessa Serie A. Il problema sorge però quando intesa tra Figc e Serie A non c’è, specie se una decisione debba essere assunta in tempi ristretti. In pratica la Serie A voleva  che, ove non ci fosse stato accordo, a decidere fosse la Serie A e chiedeva inoltre un aumento del suo peso elettorale non al 18% ma al 20% e l’aumento dei propri consiglieri federali a 5.  Richiesta rispedita al mittente mentre per la Serie B i consiglieri federali salgono da 1 a 2 e il peso elettorale dal 5 a 6% e per a Lega Pro da 2 a 1 con il suo peso elettorale che scende dal 17 al 12%. Invariata la presenza della Lega nazionale dilettanti che conserva 6 consiglieri e il 34% di peso elettorale, così come la posizione dell’Aiac, l’associazione degli allenatori con 2 consiglieri e il 10% di peso elettorale e quella dell’Aic con 4 consiglieri e 20% di peso elettorale. Esce fuori dal consesso federale l’Aia. Gli arbitri perdono, in cambio di una maggiore autonomia organizzativa, sia il consigliere federale di rappresentanza che il 2% dei voti.

Tra gli 8 voti contrari espressi dalla Serie A, come abbiamo detto,  c’è stato anche quello dell’Empoli FC rappresentato dalla Vicepresidente Rebecca Corsi che ha dimostrato quantomeno coerenza, come ha lei stessa ricordato in una intervista a “La Gazzetta dello Sport” pochi giorni dopo il voto, e – diciamolo pure indipendentemente da come si può pensare – coraggio non facendosi fagogitare dalla palude di tutti quelli che brontolano brontolano ma poi abbassano la testa di fronte al potente di turno. Interessanti le sue parole: “Abbiamo votato contro rispecchiando la nostra posizione e portando avanti la nostra idea, seguendo ciò che era stato deciso in assemblea di serie A con vari documenti votati all’unanimità, in coerenza con le proposte emerse nel tempo in assemblea di Lega. All’Hilton la mattina dell’assemblea federale avevano concordato sul fatto di non votare a favore, con la scelta tra astensione o voto contrario rimessa alla sensibilità delle singole squadre. Il nuovo statuto migliora qualcosa ma non arriviamo a mio modo di vedere ad una riforma che aiuta il calcio soprattutto nei rapporti fra le Leghe. Credo sia innegabile che buona parte delle risorse, penso ai premi di valorizzazione dei ragazzi che esordiscono in Serie A, siano vitali per i dilettanti. Ad esempio, l’Empoli riconosce tra i 4 e 500.000 euro alla società dilettantistiche tra premi di formazione, premi alla carriera e trasferimenti dei propri tesserati  ..(omissis)…Per il futuro auspico unità di intenti, con l’obiettivo di far sviluppare e crescere ancora di più il sistema calcio”

L’intervento di Gravina (per chi avesse voglia e tempo di leggerlo) ad inizio lavori dell’Assemblea è sembrato un vero e proprio manifesto elettorale: “Ognuno di voi è chiamato ad esprimere la propria opinione attraverso un voto palese su una proposta di riforma che intende proprio rinnovare quel patto federativo, basato sul rispetto e sulla responsabilità. Senza queste due caratteristiche di valore, infatti, non ci può essere vera democrazia. Piuttosto un ripetuto e inaccettabile tentativo di prevaricazione del più forte sul più debole e del più aggressivo sul più mite. Di fronte a queste alternative, io sarò sempre dalla parte di chi vuole parlare e spiegarsi, di chi predilige i contenuti ai semplici slogan e di chi rifiuta l’arroganza per principio, con convinzione…(omissis)…. Nelle ultime settimane, se non addirittura negli ultimi mesi, purtroppo ciò non è avvenuto, dobbiamo essere onesti. Abbiamo assistito a riunioni – ufficiali e non – nelle quali il linguaggio, se non addirittura i concetti espressi, non si sono ispirati ad alcun tipo di fair play. È avvenuto di peggio: un avversario in campo, seppure in quello della politica federale, è diventato bersaglio di infamie e dossieraggi, ma diamo tempo al tempo, perché su questi si esprimeranno presto gli organi competenti. Ebbene, io non mi riconosco in questo modo di fare, anzi mi vergogno per coloro che agiscono così, in quanto il loro obiettivo non è instaurare rapporti basati sulla fiducia in cui vi sia una comunicazione aperta e cristallina. La nostra identità e comprensione crescono e si arricchiscono solo nel confronto rispettoso con l’altro. Il rispetto, inoltre, è il presupposto per la responsabilità. Una persona rispettosa verso se stesso e verso gli altri mantiene la parola data, agisce in buona fede, sapendo bene che il calcio non appartiene a nessun presidente di Club, a nessun presidente di Lega e nemmeno a quello della Federazione, ma il calcio è un insieme di passioni, interessi e valori che non si possono ridurre sempre e per forza ad una mera lotta di potere…(omissis).…Gravina ribadisce poi l’importanza dell’autonomia che permette l’organizzazione dell’attività sportiva “in modo indipendente dalle interferenze di altri ordinamenti, come quello statale. Abbiamo apprezzato molto l’attenzione di chi si è interessato alle richieste della Lega di A legate a esercizi matematici di un punto in più o meno di rappresentanza, ma avremmo apprezzato ancora di più se l’esercizio di tale tenacia fosse stato finalizzato a riconoscere finalmente le vere esigenze del calcio italiano, che da più tempo mi impegno a rivendicare: Tax Credit, percentuale sulle scommesse da investire in vivai e impianti, sponsorizzazioni da Betting, pieno adeguamento della legislazione sull’apprendistato e semplificazione burocratica per la realizzazione e ammodernamento delle infrastrutture. Sono queste le problematiche da affrontare con urgenza e che il mondo della politica deve contribuire a risolvere. Mentre per quel che riguarda le relazioni all’interno della stessa Federazione, non posso non sottolineare come nei mesi che hanno portato alla definizione della proposta di riforma dello Statuto, ho inteso da subito accogliere le istanze provenienti dalla componente più rilevante (la Lega Serie A, ndr). Ma di fronte a ripetute aperture, è stato ogni volta rivendicato qualcosa in più, andando anche oltre il ragionevole, nel tentativo di mortificare qualcun altro o di non voler realmente trovare un accordo”. Quindi conclude ribadendo di aver dato alla Serie A “quello che ha espressamente chiesto, dall’intesa forte ad un’autonomia che è persino maggiore del tanto citato modello Premier.

Toni e contenuti chiari: il mondo del pallone è mio e lo gestisco io. Parliamoci chiaro, quello che si è dibattuto e concluso in FIGC è una lotta di potere per gestire il mondo del calcio. Gravina ha vinto vedendo la sua riforma votata dall’83% dell’assemblea, Casini e Lotito, suo primo ispiratore, devono incassare una sconfitta significativa. Perché vuol dire che a oggi il presidente della Lega Calcio (Casini appunto) non ha la maggioranza e  tra la fine dell’anno e l’inizio del 2025 bisognerà votare per la sua conferma. In primavera è invece prevista (dopo un rinvio…..) la votazione per l’elezione del nuovo Presidente della FIGC: inutile dire che Gravina punta ad una sua riconferma. E intanto il calcio va…con i suoi problemi ed i suoi sogni….

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