Adagio

Per la decima volta consecutiva, l’Empoli esce sconfitto dal Castellani contro l’Inter senza segnare neppure una rete. Sono passati quasi vent’anni da quando, nell’aprile 2006, gli azzurri superarono per l’ultima volta la squadra nerazzurra sul terreno amico. Ironia della sorte, neppure in quell’occasione che valse la matematica salvezza in A degli uomini guidati da mister Luigi Cagni, fu un giocatore dell’Empoli ad andare a segno. Sì perché ci pensò l’interista Marco Materazzi a infilare il proprio portiere brasiliano Julio Cesar con uno scriteriato retropassaggio da centrocampo. Praticamente uno degli autogol più clamorosi del calcio italiano. Da allora sono trascorse ben dieci partite casalinghe in cui gli azzurri non sono più riusciti a perforare la porta dell’Inter. Una sorta di maledizione che si è perpetuata nel turno infrasettimanale di mercoledì scorso. Quando l’Empoli è rimasto in dieci alla mezz’ora per l’espulsione di Goglichidze, si è capito subito che il tabù interista sarebbe rimasto tale. Con l’inferiorità numerica, una partita di per sé assai complessa è diventata una montagna da scalare.

Moderato

Il solito Empoli coraggioso, solido e compatto per una buona mezz’ora e una sorta di non-partita per i restanti sessanta minuti. Difficile analizzare un match in cui lo scomposto intervento di Goglichidze ai danni di Thuram ha di fatto mandato agli archivi il tutto dopo appena un terzo di gara. È vero che il gol dell’Inter è arrivato a inizio ripresa grazie a una carambola che ha premiato Davide Frattesi, doppiettista ex di turno che, rispettosamente, non ha esultato di fronte a quei tifosi che lo hanno visto affermarsi ventenne con la maglia azzurra, ma la netta sensazione è che fosse solo questione di tempo. Troppo forte questa Inter per un Empoli ridotto in dieci uomini che, dopo cinque gare al Castellani, non è riuscito ancora a violare la porta avversaria. Peraltro privo del suo uomo più imprevedibile: Sebastiano Esposito. È vero che non arriveranno sempre avversari che si chiamano Inter, Juve, Napoli e Fiorentina ma è altrettanto vero che questa preoccupante idiosincrasia alla rete interna deve essere risolta al più presto. A cominciare da un Como certamente brillante sul piano offensivo ma non esattamente impermeabile. Con 21 gol subiti la squadra di Fabregas ha infatti la seconda peggior difesa del torneo.

Allegro

La buona notizia è che il calendario comincerà a volgere il suo sguardo verso l’Empoli in maniera un pò meno subdola e proibitiva. Nelle prossime tre: Como e Udinese in casa, inframezzate dalla trasferta di Lecce. Ciò non vuol dire che la strada si spianerà docile in discesa per gli uomini di D’Aversa ma, se non altro, non ci troveremo di fronte sempre le big del torneo. In genere, quando il gioco si fa duro i duri cominciano a giocare. Ecco perché le prossime tre gare possono emettere responsi significativi per una squadra che, sinora, abbiamo incensato per coraggio, determinazione, compattezza e organizzazione di gioco. In attesa che Sebastiano Esposito e il lungodegente Zurkowski possano assicurare quelle dosi di imprevedibilità e di cambio di ritmo che gli attuali giocatori, a eccezione di Fazzini, per caratteristiche non possono fornire. A fronte di un calendario improbo, l’Empoli ha ottenuto il massimo. È vero gli azzurri non ottengono i tre punti dalla trasferta di Cagliari del 20 settembre scorso ma i ragazzi di D’Aversa hanno sempre saputo tenere il campo con personalità e una precisa identità tattica.

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1 commento

  1. Il calcio è bello perché imprevedibile. La Juve non subiva mai gol. Mai! In due partite ne ha presi 6. Così farà l’Empoli per i gol in casa. Calma, gesso, nervi saldi e sangue freddo.

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