Il 12 novembre di cinque anni fa moriva il collega ed amico Antonio Bassi. Inutile ripercorrere qui la sua carriera di giornalista che lo ha portato per anni a raccontare con lucidità, passione ed acume critico, la storia della “sua” città e della sua squadra del cuore.
Antonio, pur originario del Nord, era empolese a tutti gli effetti perché pochi come lui hanno saputo capire e comunicare lo spirito e l’anima della città, scandagliarne i problemi, vederne le luci e le ombre. Lo ricordiamo qui anche e soprattutto (essendo la nostra una testata giornalistica sportiva) per il suo incondizionato amore per l’Empoli FC del quale è stato per un breve periodo allenatore delle giovanili ma poi, quando la sua professione di giornalista lo ha impegnato a tempo pieno, tifoso e narratore, innamorato. E l’Empoli FC lo ha contraccambiato sempre, anche dopo la sua morte, dedicando a lui (su una proposta proprio di Pianetempoli) l’attuale sala Stampa dello Stadio “Castellani”.
Inutile dirlo: Antonio ci manca. Lo vogliamo ricordare, rivolgendogli un pensiero.
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(foto in copertina da gonews.it)
Mi unisco al ricordo con una frase che amava ripetere spesso:
“è vero tutto e il contrario di tutto”
Bè … MI IMMAGINAVO QUALCHE COMMENTO O PENSIERO IN PIU’ PER UN GIORNALISTA DI TALE SPESSORE e tifosissimo della squadra azzurra … Le sue disamine sempre pacate e mai fuori dalle righe e sempre piene di contenuti. Altro che tutti questi giornalisti che infestano le tv in ogni dove e che di calcio ne sanno ben poco e dagli sfondoni che ogni tanto dicono …son diventati più comici di Jerry Lewis!
Sempre un piacere ricordare questi uomini
Purtroppo oggi, a qualsiasi livello giornalistico, più la dici grossa e fuori da qualsiasi regola, e più sei richiesto; non importa se sei competente o no, anzi meglio di no; tutto quanto fa spettacolo. La competenza e la pacatezza di Antonio, oggi avrebbe sicuramente cozzato con l’arroganza e le urla di molti giornalisti.
Signor giornalista c’è poco da aggiungere, onore a lui…
ti ricordo sempre con grande stima ed affetto, caro prof