UNA DOVEROSA PREMESSA
Quello che abbiamo tentato di fare è il racconto di un racconto: quello che, dell’Empoli FC, hanno fatto negli anni organi di stampa e di informazione, e mass media, ma anche quello che hanno fatto le mani e le voci di coloro che questi racconti hannno scritto o detto, tra le pagine di un tacquino, dettando al telefono la cronaca di una partita o magari raccontandola dal vivo con la voce, o magari scrivendo articoli sui giornali, o realizzando trasmissioni radiofoniche, o in TV o – come stiamo facendo noi di Pianetaempoli – usando internet per usare nuovi linguaggi di comunicazione.
Si tratta comunque di racconto e, come ogni racconto, racchiuso tra realtà e immaginazione, imprigionato dalle nostre emozioni, piegato alla necessità di dare più informazioni possibili su chi e come e quando in questi 100 anni abbia raccontato la vita e la storia dell’Empoli.
Lo dico subito. Sicuramente ci saremo dimenticati di qualcosa o – peggio – di qualcuno. Probabile. Perché in questo viaggio che abbiamo fatto a ritroso nel tempo abbiamo dovuto fare uno sforzo di ricerca e di memoria che facilmente può averci portati all’errore o all’omissione. Ce ne scusiamo. Ma questo difficile ed ingarbugliato e confuso (per noi) viaggio ci ha permesso anche di rincontrare tanti amici, di riascoltare le loro voci, di sentire il privato delle loro emozioni nel raccontarci le cose e le loro storie ed il privilegio di poterle con loro condividere. Li ringrazio veramente di cuore.
Qualcuno di loro lo rincontreremo, altri li lasceremo in pace, mai grati a loro abbastanza per averci regalato un po’ della loro vita che ha reso possibile – in tempi e luoghi e modi diversi – il racconto di una storia. Qualcuno di loro non c’è più. E ci manca.
Vorremmo infine fare una doppia premessa. La prima. Nel nostro che pomposamente definiamo racconto abbiamo fatto una scelta: quella di privilegiare l’informazione locale. E ci è sembrata una scelta giusta perché l’informazione fuori da questo territorio – salvo casi eccellenti che segnaleremo – è sporadica e avara sulle sorti della nostra squadra; la vediamo prevalentemente quando l’Empoli calca i palcoscenici della Serie A. La seconda: molti nomi di colleghi li troverete in ambiti diversi, contemporanemente o in tempi diversi, in una testata giornalistica ed in una radio, o in una radio e in una TV, e così via. Empoli non è New York e l’Empoli non è la grande squadra che attira frotte di giornalisti ed è appetibile a folle oceaniche. Questo suo essere “piccolo” e nel rivendicare ciò con orgoglio è stata la grandezza negli anni della squadra, ciò che l’ha salvata dai capogiri del potere e dal padreternismo. La conoscenza tra tutti e di tutti ha costruito negli anni una identità e una comunità con valori ed obiettivi condivisi. Questo è stato ciò che ha reso l’Empoli grande.
Quel che segue è talmente lungo e pieno di date e nomi che sembra un freddo elenco. Forse. Ma dietro ogni nome – di persona o di cosa, di una trasmissione, di una testata giornalistica, di una TV, di una radio… – c’è la fatica ed il lavoro di chi quel nome porta e rappresenta, di chi a quel nome ha dato senso e valore e, tutti insieme, hanno costituito quella che si chiama MEMORIA.
Ecco, noi, per i cento anni dell’Empoli stiamo cercando di fare in modo che questa memoria non si disperda e che stia lì, a ricordarci il nostro cammino.
IL RACCONTO DELL’EMPOLI
LA CARTA STAMPATA
Il racconto dell’Empoli FC ha una data di inizio: è quella del 13 giugno 1920 quando “Il Piccolo Corriere del Valdarno e della Valelsa” nel suo numero 17 del 13 giugno 1920 scrive che “A cura di alcuni giovani appassionatissimi allo sport, si è costituita in Empoli una squadra per il giuoco del football”.
Tuttavia quella sarà solo una “prefazione” perché il primo racconto vero e proprio dell’Empoli FC è di qualche settimana dopo, sempre a cura de “Il Piccolo Corriere del Valdarno e della Valelsa, esattamente del 4 luglio 1920, quando il periodico empolese fa un preciso resoconto della gara amichevole giocata dagli empolesi con la squadra Ardita di San Miniato al Campo Sportivo dell’Abetone domenica 27 giugno 1920.
E’ “Il Piccolo Corriere del Valdarno e della Valelsa” che per anni racconterà le gesta della squadra dell’Empoli, in modo discontinuo ma sempre molto appassionato.
Dal 1926 entra in scena anche “La Nazione” che dedica una parte del giornale alla Cronaca di Empoli e, quindi, anche al calcio cittadino. La prima volta nella quale il quotidiano fiorentino lo fa è in un articolo del 10 settembre 1926 nel quale annuncia la gara con la GEA di Firenze che gli azzurri empolesi avrebbero giocato la domenica 13 seguente al Campo Sportivo di Carraia.
Per i tifosi empolesi sarà proprio “La Nazione”, sia nella parte sportiva del quotidiano sia nella Cronaca locale, l’unico punto di riferimento per avere informazioni sull’Empoli FC in modo quotidiano almeno fino alla metà degli anni ’70, quando comincerenno le Radio e le TV locali.
“La Nazione” monopolizza quindi l’informazione sull’Empoli FC almeno fino alla seconda metà degli anni ’70. Purtroppo la Biblioteca Comunale di Empoli ha digitalizzato le annate de “La Nazione” somo fino al 1948, e non tutte. I numeri cartacei del quotidiano si trovano in stanze sottoposte a lavori di ristemazione da anni. Un peccato che un segmento così importante di storia locale sia lasciato a se stesso perché sarebbe una fonte di onformazioni preziosissima. Stessa sorte è toccata a “Il Tirreno” che, come vedremo arriva ad Empoli con la redazione locale nel 1987.
Auspichiamo un pronto intervento per il recupero, il trattamento (dopo anni di abbandono chissà quali saranno le condizioni dei quotidiani) e la messa a disposizione defli studiosi di storia locale di un materiale così importante.
A questo si è aggiunto il coronavirus che ci ha impedito di gare ricerche presso la Biblioteca Nazionale Cantrale di Forenze e gli archivi dei quoaifiani interessati. Ce ne rammarichiamo perché tutto questo apre un vuoto di informazioni di trent’anni (1948 – 1978) sulla vita dell’Empoli FC. I risultati, i tabellini e il sunto della storia di quegli anni li troviamo nel libro di Carlo Fontanelli che nel 1996 dedicò ai 75 anni dell’Empoli (1) ma ci manca il racconto minuto, di cronaca, di alcuni momenti significativi che pure ci sono stati in quegli anni nella storia del club. Speriamo di poter romediare!
In un bell’articolo occasione del 150° de “La Nazione” Bruno Berti (2) scrive la nascita e gli anni successividella redazione empolese del quotidiano fiorentino e si elencano una serie di nomi che hanno fatto la storia del
quotidiano tra i quali quello, per rimanere alla parte sportiva del giornale, del Prof. Aldo Melani. Qui mi fermo perché è proprio la firma di Melani quella che che leggevo in calce agli articoli che raccontavano delle gare dell’Empoli a partire dalla fine degli anni ’50. Quando gli azzurri giocavano in trasferta era solo sulla colonne de “La Nazione”, a firma di Aldo Melano, che si poteva leggere la cronaca della partita, il giorno dopo e dopo che la domenica pomeriggio si era poturo leggere il risultato al tabellone fuori del Bar Italia, un bar storico per gli empolesi che oggi non c’è più, all’angolo tra via del Giglio e via Giuseppe del Papa. Melani fu corrispondente e caporedattaore della Redazione di Empoli dal 1955 fino a metà degli anni ’80: famosa, come ricorda Berti, la sua sigaretta Nazionale che gli penzolava perennemente dalle labbra. Peccato non poter riproporre qui alcune delle sue cronache: pezzi di grande giornalismo sportivo, equilibrio mirabile di passione sportiva e competenza. Sempre rimanendo alla parte sportiva del giornale dopo Melani arrivano Riccardo Fattori ed Antonio Bassi. Rimarrà nel tempo prevalentemente Bassi aa seguire l’Empoli e lo farò per un trentennio. La sala stampa dello Stadio “Castellani” è intestata a lui, una delle figure più importanti nella storia del giornalismo empolese. Negli anni hanno raccontato l’Empoli dalle colonne de “La Nazione” anche altri giornalisti come Marco Mainardi, Carlo Salvadori, Giacomo Cioni, quest’ultimo dopo che aveva iniziato a parlare dell’Empoli dalle colonne del supplemento de Il Giornale della Toscana già dal 1998/99. Dal 2005 è Tommaso Carmignani che segue la squadra azzurra e lo fa, come vedremo, anche su altri media locali.
Con la prima Serie A (1986/87) anche i quotidiani sportivi nazionali iniziano ad interessarsi dell’Empoli. La loro sarà una presenza che avrà una sua continuità solo con l’Empoli nella massima Serie, anche se si parla dell’Empoli anche nelle sue annate in Serie B. Ecco allora Stadio con Antonio Nardini e Alberto Polverosi, ecco Leonardo Anelli che scriveva per La Stampa, La Gazzetta dello Sport con Antonio Bassi e adesso con Giacomo Cioni.
Nellottobre 1987 arriva ad Empoli “Il Tirreno”. Sarò proprio l’onda lunga dell’Empoli calcio (quell’anno alla seconda Serie A della sua storia) che spingerà il quotidiano livornese ad aprire ad Empoli una sua sede. E lo dimostra un interessante libro che “Il Tirreno” propose agli empolesi in quel periodo a cura di L. Gianfranceschi, La storia dell’Empoli F.C. , il primo di libro (anche se aveva più a forma di un opuscolo, pur con numerose pagine) cui siamo a conoscenza che abbia raccontato la storia degli azzurri (3). Lo sport lo seguiva Alfredo Vezzi, già corrispondente per il “Gazzettino Toscano” anche se la serie A dell’Empoli 1987/88 fu raccontataa da Aldo Della Ninna e Sergio Braccini. Vezzi per seguire l’Empoli si avvalse della collaborazione di Roberto Felici e di Emilio Chiorazzo, entrambi provenienti da Radiofatamorgana. Chiorazzo divenne Responsabile della Redazione empolese e lasciò definitavemente Radiofatamorgana. Seguì la squadra azzurra dal 1988 al 1991 per passare poi alla redazione di Pontedera. Al suo posto, per la redazione sportiva, subentrò Davide Biuzzi che ancora oggi segue e racconta dalle pagine de Il Tirreno (che nel frattempo ha chiuso la sua sede empolese accentrando il lavoro a Pistoia) le vicende della squadra azzurra. Con lui hanno collaborato negli ultimni anni Alessandro Marmugi, Marco Fani e in un primo tempo Roberto Felici per le interviste post-gara. Da citare, per un breve intervallo di tempo e sporadicamente, la firma di Paolo Nencioni.
Per rimanere nell’ambito della carta stampata non possiamo non ricordare due periodici che venivano dati ai tifosi allo Stadio “Castellani” in occasione delle partite interne dell’Empoli. Il primo fu Variety, edito da Radiofatamorgana, che iniziò le sue pubblicazioni nel 1983 per terminarle nel 2004 a seguito della chiusura della Radio. Piace ricordare che nel primo numero di Variety si può leggere la forma di Aldo Melani. Anima di quel prezioso “giornalino” fu Roberto Felici che negli anni ebbe molti collaboratori e molte firme del giornalismo empolese. Veniva dato gratuitamente allo Stadio in occasione delle gare interne dell’Empoli e riportava notizie, statistiche e curiosità sulla squadra sui tifosi o su fatti che all’Empoli in qualche modo di legavano. Un altro giornalino, che aveva però la connotazione di macth program, fu L’Empoli, una creatura di Gianni Assirelli e Paolo Lunghi, che iniziò le sue pubblicazioni nel 1996/97 per interromperle e riprenderle poi nel 2002 e farle durare fino ad oggi, variando in alcuni anni il nome della testata (L’Empoli, Empoli FC) ma non la tipologia dei suoi contenuti e ritornando oggi al nome origionario.
Una citazione particolare merita un giornalino molto particolare, conosciuto dai tifosi empolesi come le fanzine e disponibile per i tifosi della curva sud prima e della maratona poi . Il suo orimo numero data 1 dicembre 1985. Era redatto a cura del primo gruppo ultras nella storia dell’Empoli, i Rangers, nati nel 1976 e che hanno continuato fino all’agosto 2016. Nel sito www.rangers.it si legge che “è stata sicuramente la prima volta in Italia che un giornalino redatto completamente dagli Ultras veniva distribuito nello stadio in tutte le partite casalinghe della propria squadra e inviato a casa per posta per informare i soci delle iniziative del gruppo”. Anima del gruppo dei Rangers e ideatore e redattore per oltre un ventennio delle fanzine Graziano Mori. L’ultimo numero delle fanzine che abbiamo trovato nel sito citato è del 2 aprile 2011.
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NOTE
- C: Fontanelli, “75° azzurro – Silvani Bini racconta”, Mariposa Ed. , 1996
- Berti, “Un secolo e mezzo di cronache empolesi”, nel Supplemento a “La Nazione” del 9 giugno 2009, pag. 23 – La versione digitale è leggibile all’indirizzo url: https://issuu.com/kidstudio/docs/150anniempoli
- Gianfranceschi, La storia dell’Empoli F.C., Ed. Il Tirreno, 1988 (?)
bell’articolo, come semore di Fabrizio. Mi ricordo nei anni 80 sul giornalino Variety c’era sempra una foto del pubblico e con un cerchietto su una persona in particolare. Sotto c’era scritto ” Ti riconosci?” se si presenati per ritirare un biglietto omaggio per la prossima gara interna. Mi rcordo io bambino di 9 10 anni mentre si aspettava l’inizio della gara andavo a vedere se avevo vinto. Bei ricordi
Vero, ebbi la fortuna essere un fortunato vincitore..
erano bellini i Variety, peccato che avessero una qualità di carta veramente scarsa per cui pur conservandoli oggi sono totalmente distrutti 🙁
Taccuino. Non tacquino…
Nelle fanzine c’era un angolo dove si descrivevano per filo e per segno le storie delle tifoserie avversarie. Come giornalisti…..il mio preferito rimane Roberto Felici. Peccato abbia smesso presto. Età anche un grande radiocronista!
Era.
Claudio…anche tu fai errori! È grave! Quando si fa il professore con la matita rossa e blu bisogna stare attenti altrimenti si rischia di fare delle brutte figure!
O un lo vedi che ho corretto? Prima di mandare un pezzo on line, sarebbe bene rileggerlo.
l’Empoli non e’ New York, Ma a New York si tifa Empoli…….