“Sono così legato a Empoli che non sopporterei di fare una cattiva stagione qui. Non sono stato solo bene, è stata la storia perfetta e quindi giusto che finisca adesso“. Con queste parole, Maurizio Sarri da Figline Valdarno, a inizio giugno 2015, si congeda dall’Empoli e da Empoli, al termine di un triennio incancellabile. Tre anni di successi che hanno fatto vibrare le corde dell’orgoglio e dell’appartenenza di una città intera, come accaduto oltre quindici anni prima, negli anni d’oro targati Luciano Spalletti. Poco più di un mese prima del congedo, con la salvezza ormai in tasca, l’Empoli di Sarri travolge al “Castellani” il Napoli di Benitez, in una partita epocale che, col senno di poi, avrebbe assunto un profondo significato simbolico.
Fu l’apoteosi di una notte che rappresentò lo zenit di un’idea, la perfezione applicata al calcio. L’Empoli targato Maurizio Sarri, nel triennio 2012-2015, ha incarnato forse l’espressione più alta in termini di gioco, di estetica, di bellezza pura.”Un allenatore che indovina la piazza ideale ha un gran fiuto, o un gran culo“. Parole e musica del tecnico di Figline Valdarno che, nel luglio del 2012, approda a Empoli nello scetticismo generale. Il confine che separa il “colpo di fortuna”, secondo una recente definizione dell’ex diesse azzurro Marcello Carli, dall’intuizione geniale è sottile, talvolta sottilissima. Fatto sta che una concatenazione di eventi probabilmente irripetibili produce una delle parentesi azzurre più amate.
Tra l’Empoli di Sarri e la città si genera un legame profondissimo. Una magica alchimia all’insegna dell’organizzazione e della qualità di gioco. Un’identità unica che attrae l’attenzione mediatica di tutta Italia. Empoli diventa Sarrilandia, la genesi del Sarrismo. Quella filosofia di gioco fatta di fitte trame di passaggi, triangolazioni, tocchi rapidi e vorticosi movimenti senza palla. Un esperimento innovativo, una gioia per gli occhi edificata attraverso la maniacale attenzione a ogni singolo dettaglio. La mitologia dell’ex bancario approdato in serie A a 55 anni suonati, di mister “33 schemi”, dell’allenatore schietto, colto e passionale, amante delle sigarette e di Charles Bukowski, prende corpo assieme alla sua ambiziosa idea di gioco. Solo che poi occorrono anche gli interpreti giusti per applicarla e l’Empoli anno domini 2014-15 annovera tra le sue fila un undici che diventa una sorta di sinfonia: Sepe, Hysaj, Tonelli, Rugani, Mario Rui, Vecino, Valdifiori, Croce, Saponara, Maccarone, Pucciarelli. A corollario di tanta qualità, gente come il totem Ciccio Tavano, Verdi, Zielinski e Laurini.
La notte del 30 aprile 2015 l’Empoli di Sarri ospita il Napoli di Rafa Benitez, alla ricerca di un posto in Champions League. I partenopei possono contare su elementi del calibro di Higuain, Hamsik, Koulibaly, Mertens e Callejon, ma i veri fenomeni stanno dall’altra parte. I campani vengono letteralmente spazzati via in un tourbillon di tecnica, velocità e organizzazione che li lascia annichiliti. Dopo appena sette minuti, uno scambio in velocità palla a terra tra Saponara e Pucciarelli mette capitan Maccarone nelle condizioni di battere per la prima volta Andujar, facendo esplodere il Castellani. Nel finale del primo tempo sale in cattedra un ispiratissimo Riccardo Saponara. Il n° 5 azzurro, prima trova il raddoppio grazie a un cross deviato nella propria porta da Britos, poi in semirovesciata finalizza una splendida azione corale orchestrata da Croce e Pucciarelli. Il primo tempo finisce 3-0 con il Napoli stordito dalla perfezione azzurra e dai boati dei tifosi empolesi in delirio. La partita, dopo 45 minuti, è virtualmente finita. Ciò che accade nel secondo tempo, con Hamsik che accorcia grazie a una fortunosa carambola su Laurini, con Albiol che devia goffamente nella propria porta una punizione di Valdifiori e Hamsik che realizza il 4-2 finale, vale solo per le statistiche.
Al fischio finale, Sarri alza le braccia al cielo prima di andare ad abbracciare Marcello Carli. Sono gli uomini che, assieme al presidente Fabrizio Corsi, tre estati prima, decisero di orientare il destino, tessendo le trame di una storia irripetibile. L’Empoli è virtualmente salvo e si regala l’11° stagione in serie A. Dopo averla ampiamente meritata numerose volte nel corso di una stagione esemplare, l’Empoli riesce finalmente a centrare la vittoria contro una big. Benitez stringe la mano al tecnico azzurro in una sorta di premonitrice proiezione del futuro. Manca un mese alla fine del campionato e l’epopea empolese di Sarri è quasi giunta al termine. Tutte le grandi storie d’amore, quando finiscono, spargono strascichi e contraddizioni. Ma in fin dei conti, come cantava Fabrizio De Andrè: “E’ stato meglio lasciarci, che non esserci mai incontrati“.
Le interviste del dopo partita a Sarri, Valdifiori, Saponara e Croce (a cura di Alessio Cocchi)
La fotogallery della partita Empoli-Napoli (a cura di Massimiliano Ciabattini)
L’ho detto la sera stessa della partita………..il primo tempo specialmente e da fare vedere ai bambini nelle scuole calcio. Una vera e propria lezione di calcio………che serata è stata!!!!
Questa partita, ed Empoli-Palermo 4-0 con Andreazzoli,rimangono le 2 perle di rara bellezza dell’ultimo decennio
Aggiungerei:
1) primo tempo di Empoli-Milan 2-2, stessa stagione;
2) secondo tempo Empoli-Inter 0-0, stessa stagione (l’Inter non riusciva ad uscire dalla propria metà campo, tanto che la Gazzetta il giorno dopo ci fece un’articolo);
3) Bologna-Empoli 2-3 con Giampaolo (forse i migliori 45′ degli ultimi anni)
4) primo tempo Juve-Empoli 1-0 dello scorso anno (opinione personale, ma il primo tempo fu da antologia e non meritavamo di perdere)
5) secondo tempo Inter-Empoli 2-1 dello scorso anno
Sono frazioni di gioco che dovrebbero farci riflettere sul perché vale la pena lottare per una idea ed una filosofia di gioco.
Quella che ti consente di far rimanere impresse nella mente certe partite indipendentemente dal risultato finale.
La partita più bella di sempre, mai avevamo schianto una grande così.
Risultato fu molto bugiardo.
Doveva finire 5/6 a 1.
Bellissima partita, bello pure l’articolo.
Empoli Napoli 4 – 2. Il picco più alto della storia Azzurra. Non è stata una partita di calcio. È stata un opera d’arte.
Quel primo tempo fu sublime! Perfetto.
Io amo ricordare nel triennio di Sarri una partita bellissima, ma che alla fine vide la beffa più beffa mai vista:
Empoli-Verona (di Mandorlini) in serie B fu un dominio assoluto. Se in quelle partita avessimo messo dentro il 50% delle occasioni create sarebbe negli annali della vittoria più larga in epoca recente!
Il Verona non era affatto male quell’anno a risultati
Vero. Boxing Day del 2012. Goal impossibile di Saponara per 1-0. Pareggio beffa veronese al 96 o giù di lì 😡
esatto….mi pare halfredsson
Concordo.
Partita immensa e beffa finale.
Io di lui ricordo gli allenamenti finiti sempre a tarda ora, col buio. Finché le palle inattive un venivano come diceva lui, nessuno andava sotto la doccia.
Bella figura tu facesti panzone spocchioso con la cravatta con il piccolo grande EMPOLI…4 PERE E AUREVOIR.
SFEMPOLI
Mi brucia tantissimo non essere stato presente. Purtroppo ero in Egitto, a Il Cairo, per lavoro… PianetaEmpoli e la cronaca live mi fecero assaporare la magia di quella serata 💙
E ora ci s’ha Accardi !!!
Il migliore articolo scritto su questo sito. Bravo al giornalista. Quanto a Sarri, è stato il migliore allenatore passato da Empoli e forse è il migliore in Italia. Se solo avessimo avuto un attaccante veramente forte, avremmo fatto come l’Atalanta. Facemmo un botto di pareggi che gridavano vendetta perché furono partite dominate.
E poi ricordo la sciarpata di tutta la maratona che a fine primo tempo cantava “o sordato nnamurato”