AtalantaIl rischio principale per l’Atalanta è l’assuefazione: l’adagiarsi stancamente in una situazione in cui non si rischia e non si sogna. L’Atalanta, dal ritorno in A del 2011, cammina sicura, lontana dalle ansie della retrocessione, ma anche non abbastanza attrezzata per sognare qualcosa di più. L’anno della promozione fu adrenalinico grazie alla penalizzazione da annullare, mentre nel campionato scorso c’e’ stato il record di vittorie consecutive a elettrizzare l’ambiente. Però, appena respirata aria di Europa, la Dea si è sciolta: la squadra resta valida, l’allenatore una garanzia, ma sembra ancora mancare qualcosa per puntare in alto con decisione.

L’Obiettivo: salvezza tranquilla
Come gioca: 4-4-2

PUNTO FORTE: i talenti, gradualmente, passano, ma il telaio resta. E’ proprio l’ossatura consolidata, un gruppo storico riconoscibile e coeso, la polizza anti ansia dell’Atalanta.

PUNTO DEBOLE: l’altra faccia della coesione si chiama ripetitività: stesse facce, stessi obiettivi. La noia è un rischio concreto, come in un lungo matrimonio che si trascina stancamente.

In collaborazione con GS Guerin Sportivo, Dir.Resp.Matteo Marani (Guerin Sportivo Sponsor Tecnico Ufficiale del Premio Leone d’Argento – PianetaEmpoli.it).

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6 Commenti

  1. Condividiamo coi bergamaschi la passione e la cura del settore giovanile. Per adesso, direi però che rimangono lontani dalla nostra portata. Specie se tengono Bonaventura.

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